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domenica 30 settembre 2012

Febbre del Nilo Occidentale in Italia: confermati altri sei casi, a rischio ora anche le province di Pordenone e Gorizia

Febbre del Nilo Occidentale in Italia: confermati altri sei  casi, a rischio ora anche le province di Pordenone e Gorizia 

Pochi mesi fa c'era stata la prima vittima della febbre del Nilo Occidentale in Italia da quando il virus era stato debellato. Si sperava in un caso isolato, ma le autorità sanitarie hanno ammesso in questi giorni che non è così. Il virus infatti, trasportato da alcune zanzare infette, si è spostato verso Nord, ed ha fatto due nuove vittima a Pordenone e a Gorizia. La malattia, che può portare alla meningite, è stata individuata anche nell'area di queste due ultime provincie ed a Venezia, dove sono state sospese le donazioni, visto che proprio tramite trasfusioni di sangue è possibile trasmettere il virus. I sintomi sono influenza con febbre alta e cefalea, dolori alle ossa e sensazione di malessere generale, e raramente la malattia sfocia in meningite. Potrebbe dunque scattare a breve il piano di sorveglianza per monitorare la diffusione del contagio. A rischio ci sono molte città: oltre le province di Pordenone e Gorizia appena colpite che hanno confermato due casi, altri quattro casi sono stati confermati nelle province con segnalazioni precedenti e cioè due a Venezia e due a Treviso. Complessivamente i casi confermati in Italia sono diciassette.Ulteriori informazioni sull'infezione da West Nile in Italia (province di Olbia e Sassari) sono disponibili presso l' Istituto Zooprofilattico Sperimentale della Sardegna.

Inoltre a partire dal 27 settembre 2012, sono stati segnalati nell'UE 204 casi umani di febbre del Nilo occidentale e 461 casi nei paesi limitrofi.

Dall'ultimo aggiornamento, la Grecia ha rilevato dieci nuovi casi, un caso probabile dalla prefettura di Arta, otto da zone con segnalazioni precedenti (uno a Attiki, due a  Drama, uno a Imathia, due a Kavala, uno a  Lefkada, uno a Thessaloniki ) appena colpita la regione la provincia di Aitoloakarnania il cui  caso deve essere confermato.

In Ungheria, sono stati segnalati quattro nuovi casi, tre nelle contee appena colpite di Baranya, Vas e  uno a Csongrad.

Nei paesi vicini, Croazia ha segnalato un nuovo caso autoctono a Osjecko-baranjska, una contea con segnalazioni precedenti. Inoltre, altri casi dalle contee Osjecko-baranjska e Vukovarsko-srijemska già segnalati come casi probabili sono ora identificati come casi confermati.

Nell'ex Repubblica iugoslava di Macedonia, i primi quattro casi sono stati segnalati nella regione Skopje e i comuni di Krusevo, Lipkovo e Struga.

Israele ha segnalato nove nuovi casi nei distretti con segnalazioni precedenti (tre a Haifa, due nel Nord, tre nel sud, uno a Tel Aviv ).

Il Kosovo ha riferito attraverso EpiSouth tre nuovi casi, due nelle regioni colpite appena di Kosovsko-Pomoravski e Prizremski e uno nella regione di Kosovski (Pristina), un'area con segnalazioni precedenti.

La Federazione russa ha segnalato quattordici nuovi casi nel Oblast con segnalazioni precedenti




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Sicurezza farmaci: bollino nero per i medicinali pericolosi

Sicurezza dei farmaci: bollino nero per i medicinali pericolosi. Giro di vite dall'Ue dal 2013 che ha approvato il nuovo regolamento 

Una notizia certamente positiva per i consumatori di tutta l'area UE che riguarda la sicurezza in materia di commercializzazione di medicinali in Europa dove sino a martedì scorso la legislazione ed i sistemi di monitoraggio non risultavano sufficientemente armonizzati e creavano una serie di lacune con conseguenti rischi per la salute dei pazienti anche alla luce di alcuni scandali che hanno riguardato la commercializzazione di farmaci in diversi paesi dell'Unione.

Ad evidenziarlo, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", che sintetizza le modifiche adottate alla legislazione europea vigente e che serviranno, infatti, a monitorare in maniera più concreta e puntuale gli effetti nocivi dei farmaci, consolidando il sistema europeo per la valutazione dei potenziali problemi dei medicinali in ognuno degli Stati membri.

A seguito dell'accordo tra Parlamento Europeo e ministri dell'Ue, le nuove disposizioni stabiliscono in primo luogo che l'Agenzia europea per i farmaci dovrà istituire un sistema di controllo che contrassegnerà con un bollino nero tutti i nuovi farmaci e i medicinali per i quali le autorità di regolamentazione nutrono dubbi sulla loro sicurezza. Ciò con l'evidente ed opportuna finalità di consentire ai pazienti e agli operatori sanitari di poterli identificare preventivamente.

Peraltro, con le modifiche legislative entrerà in vigore una procedura automatica di emergenza, che include una valutazione della sicurezza a livello Ue e il ritiro dal mercato dell'Unione nel caso in cui uno Stato membro dovesse ritirare un medicinale da quello interno. Tale procedura dovrebbe essere attivata anche nel caso in cui una società decidesse di non rinnovare un'autorizzazione all'immissione in commercio per motivi di sicurezza.

Le misure in questione, obbligheranno le aziende a una maggiore trasparenza che si riverbererà in una maggiore sicurezza per i pazienti. Se, infatti, una ditta produttrice dovesse ritirare un medicinale dal mercato dovrà dichiarare in maniera espressa se l'ha fatto per ragioni di sicurezza. Lo scopo è di stabilire se le "ragioni commerciali" - che in alcuni casi giustificano il ritiro di un prodotto - fornite dalle società non siano in realtà connesse alla sua sicurezza.

Le più recenti modifiche alla legislazione UE in materia di farmacovigilanza risalgono al 2010.

Ma quasi certamente lo scandalo Mediator che ha causato fra i 500 e i 2000 decessi nell'Eurozona, ha determinato la Commissione europea ad un nuovo aggiornamento per colmare le potenziali lacune evidenziate da uno "stress test" cui era stata sottoposta la normativa vigente sino alle modifiche.

Come è noto, infatti, il Mediator era un farmaco prescritto per la cura del diabete, ma è stato anche utilizzato per oltre trent'anni come soppressore dell'appetito.




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sabato 29 settembre 2012

Le patate surgelate precotte servite nei ristoranti e catene di fast-food potrebbero provocare il cancro

Uno studio americano lancia l'allarme. Rischio per la salute di milioni di consumatori. Le patate surgelate precotte servite nei ristoranti e catene di fast-food potrebbero provocare il cancro

Uno dei cibi più mangiati nel mondo, le patatine fritte surgelate, messo sotto accusa da uno studio apparso su un'importante rivista scientifica statunitense Journal of Agricultural and Food Chemistry.

Le troviamo ormai dappertutto, nei fast food, nei pub e nei ristoranti e pur avendo raggiunto una consapevolezza pressoché generalizzata che non sono un toccasana per la salute e per la dieta sono entrate prepotentemente nelle abitudini alimentari di tanti di noi, grandi e soprattutto piccini. Ma le patatine precotte congelate potrebbero essere causa, almeno a lungo andare e secondo questo recentissima ricerca, addirittura del cancro.

Gli scienziati avrebbero scoperto che questo tipo di patatine parzialmente preparate avrebbero una maggiore probabilità di contenere livelli elevati di sostanze chimiche cancerogene.

Il metodo di preparazione secondo cui prima vengono tagliate a fette, poi essiccate ed infine fritte attraverso un processo che le cuoce parzialmente, le lascia croccanti all'esterno, ma crude all'interno.

Ciò per la necessità di farle mantenere gustose e croccanti nonostante i brevissimi tempi di cottura per essere servite più rapidamente al consumatore finale.

Ma questi processi di preparazione industriale possono influenzare la quantità di acrilammide,  considerato come 'probabile cancerogeno per l'uomo'. Alla luce di tanto, gli esperti dell'associazione americana della chimica hanno chiesto ai produttori di utilizzare più efficienti modi per preparare le patate al fine di limitare la quantità di acrilammide presente.

L'acrilammide è una sostanza naturale trovata in molti diversi tipi di alimenti, tra cui proprio le patate.

Ma i procedimenti maggiormente utilizzati per preparare le patate surgelate per la grande distribuzione non riducono i suoi livelli.

Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", al di là della necessità di migliorare i processi produttivi per evitare che permangano elevati livelli della sostanza "incriminata", è evidente che il modo migliore per non accumulare sostanze tossiche o addirittura cancerogene con i cibi di cui quotidianamente ci nutriamo, sta nella nostra alimentazione e nell'educazione alimentare che si da ai nostri figli. Il ritorno ad una dieta più equilibrata e sana che passa dall'iniziare a limitare il consumo di prodotti da fast food per nutrirsi di cibi più naturali, magari quelli a chilometri "zero" a partire dall'infanzia, costituisce la migliore soluzione per una vita migliore almeno dal punto di vista della propria salute.



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venerdì 28 settembre 2012

Allerta OMS per un virus della famiglia della SARS

La globalizzazione e gli spostamenti quotidiani di milioni di persone e tonnellate di merci hanno aumentato il rischio di diffusione di malattie che in determinati contesti rimangono isolate anche per migliaia di anni ma che possono essere fonte di vere e proprie pandemie se solo non vengono isolate per tempo.

A monitorare i rischi per la popolazione mondiale ci pensa l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), che è sempre vigile su ogni possibile nuovo focolaio di patologie vecchie e nuove.

Proprio in questi giorni Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" segnala in Italia l'ultima allerta partita dall'Arabia Saudita, dovuta ad un virus della stessa famiglia di quello che ha causato la grave sindrome respiratoria acuta grave meglio nota come  SARS.

Secondo quanto riportato da alcuni media in Medio Oriente, due persone sono state ufficialmente infettate con il nuovo coronavirus e le autorità mediche sono in attesa dei risultati dei test su una terza vittima potenziale. Due di queste tre persone sono decedute.

Anche se i sintomi richiamano alla mente la SARS coronavirus, è ancora troppo presto per confermare la vera dimensione del problema. Tuttavia, proprio perché i pellegrini cominciano a partire verso l'Arabia Saudita in occasione dell'Hajj, una festa islamica che si terrà il mese prossimo, la sanità pubblica internazionale è già in allerta.

Gregory Hartl, portavoce per l'OMS, ha specificato che ogni nuovo virus genera preoccupazione e ha assicurato che l'organizzazione mondiale segue con estrema attenzione i suoi progressi.

Esistono, infatti,  una gran varietà di coronavirus.  Alcuni infettano solo gli animali, in particolare gli uccelli e altri contaminanti e solo alcune varianti possono interessare l'uomo.

In generale, i coronavirus causano i sintomi del raffreddore negli esseri umani.

Ma un particolare tipo di coronavirus è stata la fonte di un focolaio di SARS nel 2003, che ha ucciso 44 persone solo a Toronto e circa 775 altre persone in tutto il mondo.

Il nuovo tipo di coronavirus causerebbe, al contrario, polmonite grave e insufficienza renale.

 




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martedì 25 settembre 2012

Asma: quasi un bambino su 10 ne è affetto perché vive vicino a una strada trafficata

Uno studio americano conferma la correlazione tra alti livelli di traffico e questa ed altre patologie

Uno studio della University of Southern California pubblicato di recente non ha dubbi e conferma ipotesi già percepite dai più: ossia che quasi un bambino su 10 è affetto da asma perché vive vicino a una strada trafficata.

I ricercatori hanno verificato che i giovani ammalati che vivono nelle vicinanze di aree ad alto traffico stradale hanno anche maggiori probabilità di sviluppare asma grave e quindi di essere ricoverati a causa della loro condizione.

Gli studiosi che hanno partecipato alla ricerca hanno evidenziato che i risultati allarmanti da essi pubblicati hanno dimostrato che l'impatto potenzialmente fatale dell'inquinamento atmosferico è stato sino ad oggi troppo sottovalutato.

I medici dell'University of Southern California hanno preso in esame gli effetti dell'inquinamento atmosferico su bambini affetti da asma che vivono a Los Angeles.

Utilizzando misurazioni dell'inquinamento aria su scala regionale per stimare l'esposizione all'inquinamento stradale, hanno scoperto che l'8% dei bambini che hanno sviluppato l'asma ha vissuto o vive a 75 metri da una strada trafficata.

E hanno rintracciato nell'aria inquinanti nocivi quali biossido di azoto e l'ozono, che contribuiscono ad aggravare l'asma ma hanno evidenziato che stanno emergendo anche prove che altre malattie possono essere causate o aggravate dall'inquinamento atmosferico urbano, tra cui l'aterosclerosi, il cancro del polmone, le malattie polmonari ostruttive croniche e disturbi neurologici.

È chiaro che, alla luce di tali dati che come detto, confermano alcune evidenze già note, non si può pretendere di vivere tutti in campagna o nelle periferie meno trafficate. Ma Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" evidenzia come siano fondamentali le politiche di abbattimento del traffico e dello smog nei centri urbani che a lungo termine comportano una sostanziale riduzione dei costi sociali connessi alle patologie determinate da questi pericolosi fattori. È in tali direzioni che sia i governi cittadini che quelli nazionali su più ampia scala possono fare ancora tanto per la salute dei propri cittadini.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Invecchiamento e farmaci

Roma, 25 Settembre 2012. Con  l'eta' e' importante conoscere i farmaci per evitare possibili problemi. Quando si invecchia si e' di fronte a condizioni di salute tali da rendere necessaria l'assunzione di farmaci per lunghi periodi, il che puo' aumentare il rischio di reazioni indesiderate o interazioni dannose. Con l'eta' i cambiamenti del corpo possono influenzare il modo in cui i medicinali vengono assorbiti e utilizzati. Ad esempio, i cambiamenti nel sistema digestivo possono influenzare la velocita' con cui viene assunto il farmaco nel flusso sanguigno e ritardare l'arrivo all'organo interessato. I cambiamenti del peso corporeo possono influenzare la quantita' di farmaco da assumere e il tempo di permanenza nell'organismo. L'interazione tra due farmaci puo' avere effetti indesiderati o rendere meno efficace uno dei due farmaci. Ad esempio, non si dovrebbe assumere acido acetisalicilico (es. aspirina) con farmaci anticoagulanti, se si soffre di pressione alta o di asma, si potrebbe avere una reazione indesiderata se si prende un decongestionante nasale. I farmaci reagiscono con cibi o bevande. In alcuni casi, il cibo nel tratto digestivo puo' influenzare l'assorbimento del farmaco stesso. Alcuni farmaci possono anche influenzare il modo in cui vengono assorbiti i nutrienti. L'interazione farmaci-alcol e' nota. Per esempio, l'assunzione di alcol e alcuni farmaci da' luogo a stanchezza  e puo' rallentare le reazioni. L'invecchiamento, insomma, porta ad una diversa influenza dei farmaci nell'organismo, tanto vale farsene una ragione e regolare il tutto sotto controllo medico.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it
Ufficio stampa: Tel.055290606 – Email: ufficiostampa@aduc.it




lunedì 24 settembre 2012

Broccoli antitumore





Roma 24 Settembre 2012. Che broccoli, cavolfiori e cavolini di Bruxelles avessero proprieta' anticancerogene, per i tumori all'intestino, era cosa nota e confermata da due studi dell'Istituto britannico per l'alimentazione e dalla Universita' John Hopkins di Baltimora (USA). Questi studi rilevano che il consumo di un chilogrammo a settimana dei suddetti prodotti diminuisce del 50% il rischio di tumore all'intestino.
Ma la novita' e' che la assunzione di germogli di broccoli protegge dal cancro al seno perche' inibiscono lo sviluppo delle cellule staminali tumorali, interrompendo l'accrescersi della massa neoplastica. E' quanto emerge da uno studio pubblicato dalla University of Michigan Comprehensive Cancer Center sulla rivista Clinical Cancer Research. Il sulforafano, in particolare, sarebbe in grado, oltre che di prevenire il cancro al seno, di uccidere le cellule staminali che permettono alla neoplasia di svilupparsi. I germogli contengono, in misura 100 volte superiore alla pianta matura, isotiocianato (estero dell'acido isotiocianico), dal caratteristico odore di senape, che ha una azione "disintossicante" delle cellule. L'esperimento e' stato fatto sui ratti, trattati con l'estratto di germogli. Ma anche la pianta matura dei broccoli, contenente indolo-3-carbinolo, ha effetti inibitori del cancro al seno.
Una attivita' e informativa, consentirebbe ai consumatori di indirizzare le proprie scelte alimentari verso questi prodotti per il prossimo inverno che, oltretutto, sono ampiamente diffusi nel nostro Paese.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it
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Febbre del Nilo: 11 casi in Italia

Febbre del Nilo: in Italia confermati 11 casi

 

11 casi di febbre del Nilo Occidentale sono stati confermati in Italia nella stagione estiva 2012. Due nuovi sono stati  registrati nella provincia di Oristano e nove nelle province di cui 8 a Venezia ed 1 a Treviso.

Nella l'UE durante la scorsa settimana sono stati  confermati 27 nuovi casi di febbre del Nilo occidentale e 58 nel continente.

Tredici nuovi casi sono stati segnalati in Grecia dall' Hellenic Centre for Disease Control and Prevention (KEELPNO), tutti i casi sono in zone già colpite e dove erano stati segnalati altri  casi (Achaia 1, Chalkidiki 1, dramma 3, 1 Emazia, Kavala 1, Pella 1, Xanthi 5). Questi indici superano quasi di due volte i dati dell'anno scorso. Normalmente la malattia ha un decorso di media gravità clinica, ma ci sono stati decessi, come indicato nella valutazione del rischio ECDC pubblicata di recente sulla situazione epidemiologica della febbre del Nilo occidentale in Grecia.

In Ungheria, sono stati confermati due nuovi casi di febbre del Nilo occidentale e in Romania.

Nei paesi vicini, per la prima volta quest'anno è interessato anche il Kosovo che ha segnalato un probabile caso di febbre del Nilo occidentale, nella regione di Kosovski (Pristina). Trentuno nuovi casi sono stati registrati in Russia, 22 in Israele, tre  in Tunisia e uno in Croazia.

A tale proposito Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" evidenzia che la malattia è soprattutto diffusa nella regione dei tropici e subtropici, ma con l'avvio del turismo di massa la febbre del Nilo Occidentale si registra un aumento dei casi. Secondo le previsioni degli epidemiologi, il riscaldamento del clima provocherà un notevole ampliamento dell'aerea d'infezione in Europa. La febbre del Nilo Occidentale o encefalite del Nilo Occidentale è una malattia virale non ancora ben studiata, diffusa con le zanzare e caratterizzata inoltre da febbre ed infiammazione della membrana del cervello.

Tra le categorie più a rischio vi sono persone di età superiore ai 50 e gli immunodepressi (ad esempio, i pazienti sottoposti a trapianto). Tenendo conto, quindi, che l'80% degli infettati con WNV sono asintomatici e meno di 1% presenta sintomi gravi come meningite o encefalite, gli operatori della sanità dovrebbero adottare strategie preventive per evitare la possibilità di epidemie durante i periodi più a rischio. A causa dell'indisponibilità di un vaccino contro l'infezione umana WNV, la prevenzione clinica svolge un ruolo fondamentale nel ridurre la possibilità di esiti gravi della malattia. la popolazione, soprattutto nelle zone colpite, dovrebbe essere informata circa le caratteristiche tipiche della malattia ed agire attraverso strategie di controllo già a partire dall'ambiente domestico.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


domenica 23 settembre 2012

Arsenico nel riso ed in alcuni derivati dal riso


La FDA ha comunicato i dati preliminari sui livelli di arsenico nel riso ed in alcuni derivati dal riso. Nessun allarme, ma l'Agenzia Federale Usa consiglia una dieta equilibrata a base di vari tipi di cereali per evitare un eccesso di esposizione

Una raccolta di dati sarà completata e resa pubblica entro la fine del 2012, ma la FDA (Food and Drug Administration) l'agenzia federale americana che si occupa della sicurezza dei cibi e dei farmaci, ha dato la priorità per un'ulteriore valutazione sui livelli di arsenico nel riso e suoi derivati per stabilire una solida base scientifica al fine di effettuare ulteriori raccomandazioni ove necessarie.

Per essere puntuali, in data di ieri la stessa FDA ha però pubblicato i dati preliminari sui livelli di arsenico nel riso ed in alcuni prodotti del riso su una prima serie di rilevamenti su circa 200 campioni raccolti nel mercato statunitense.

L'ente statunitense si è messa al lavoro per raccogliere e analizzare un totale di circa 1200 campioni per esaminare la questione a fondo. Questa raccolta di dati, come anticipato, sarà completata entro la fine del 2012.  Una volta che l'indagine sarà terminata, la FDA ha comunicato che analizzerà questi risultati e deciderà se rilasciare o meno ulteriori raccomandazioni per la sicurezza dei consumatori USA.

La necessità di approfondire lo studio è stata determinata dal fatto che sulla base dei dati attualmente disponibili e della letteratura scientifica, non si è in possesso di un'adeguata base scientifica per raccomandare variazioni nei confronti dei consumatori per quanto riguarda il consumo di riso e di suoi derivati.

Il commissario della FDA Margaret A. Amburgo ha testualmente affermato che: "Siamo consapevoli che i consumatori sono preoccupati per questa materia.  Questo è il motivo per cui la FDA ha dato priorità nell'analisi dei livelli di arsenico nel riso.  La FDA si impegna a garantire di stabilire fino a che punto le sostanze come l'arsenico sono presenti nei nostri alimenti, quali rischi possono rappresentare, se tali rischi possono essere ridotti al minimo, e per la condivisione di ciò che sappiamo". Ed ha continuato: "Il nostro consiglio in questo momento è che i consumatori dovrebbero continuare a mangiare una dieta equilibrata che comprende una grande varietà di cereali, non solo per una buona nutrizione, ma anche per ridurre al minimo le conseguenze potenziali dovute al consumo di qualsiasi alimento particolare".

Come è noto, in natura ci sono due tipi di composti di arsenico che si trovano nell'acqua, cibo, aria e nel suolo: quello organico e quello inorganico.  Insieme, i due tipi sono indicati come arsenico totale.

L'arsenico e molti dei suoi composti sono veleni particolarmente potenti. L'arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema nervoso, portando, in caso d'intossicazione acuta, alla morte per shock. Composti contenenti arsenico sono cancerogeni e, in particolare, sono implicati nella patogenesi del carcinoma della vescica, nel carcinoma mammario e di alcune neoplasie dell'apparato tegumentario. Un'estesa letteratura scientifica disponibile su prestigiose riviste internazionali ha ormai provato che l'esposizione cronica all'arsenico ha effetti multipli sulla salute:

-  riduce le difese antiossidanti dell'organismo, dato che l'arsenico ha un'elevata affinità per i gruppi sulfidrilici delle proteine e di metaboliti endogeni come il glutatione;

- provoca stress ossidativo direttamente nell'ambiente intracellulare, inattivando diversi enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione (deidrogenasi, mono-ossigenasi, ecc.);

-  interferisce pesantemente con i meccanismi endocrini regolati dagli estrogeni (da cui il sospetto che possa causare tumori alla mammella);

 - può attaccare direttamente i filamenti di DNA e provocarne lesioni combinate di vario tipo.

Ma venendo all'indagine dell'FDA, i nuovi dati avrebbero dimostrato tracce di arsenico inorganico nei suoi campioni iniziali, che includono vari tipi di riso (non) Basmati, riso Basmati, riso integrale, cereali di riso (soffiato, non soffiato, cereali caldi, e cereali per l'infanzia), torte di riso e latte di riso.

L'analisi della FDA in merito ai campioni iniziali avrebbe evidenziato livelli medi di arsenico inorganico per il riso e vari prodotti del riso nel range tra 3,5 - 6,7 microgrammi di arsenico inorganico per porzione. Una sintesi dei primi 200 risultati può essere rintracciata al link www.fda.gov6.

La necessità di un'analisi più approfondita dei dati è dovuta principalmente dal fatto che ci sono molti tipi differenti di prodotti di riso e che vengono coltivate in zone diverse e in condizioni molto diverse tra loro. Saranno necessarie, quindi, ulteriori analisi per valutare come queste variazioni possono influenzare i risultati.

Quindi è corretto non destare alcun allarme per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", ma è necessario seguire il consiglio che non ci scorderemo mai di non dare. Ossia di seguire una dieta equilibrata e variegata non solo per una corretta e buona nutrizione, ma anche per evitare l'accumulo di sostanze che in elevate quantità possono essere tossiche e quindi pericolose per la nostra salute.

 




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sabato 22 settembre 2012

Arsenico nel riso ed in alcuni derivati dal riso

La FDA ha comunicato i dati preliminari sui livelli di arsenico nel riso ed in alcuni derivati dal riso. Nessun allarme, ma l'Agenzia Federale Usa consiglia una dieta equilibrata a base di vari tipi di cereali per evitare un eccesso di esposizione

Una raccolta di dati sarà completata e resa pubblica entro la fine del 2012, ma la FDA (Food and Drug Administration) l'agenzia federale americana che si occupa della sicurezza dei cibi e dei farmaci, ha dato la priorità per un'ulteriore valutazione sui livelli di arsenico nel riso e suoi derivati per stabilire una solida base scientifica al fine di effettuare ulteriori raccomandazioni ove necessarie.

Per essere puntuali, in data di ieri la stessa FDA ha però pubblicato i dati preliminari sui livelli di arsenico nel riso ed in alcuni prodotti del riso su una prima serie di rilevamenti su circa 200 campioni raccolti nel mercato statunitense.

L'ente statunitense si è messa al lavoro per raccogliere e analizzare un totale di circa 1200 campioni per esaminare la questione a fondo. Questa raccolta di dati, come anticipato, sarà completata entro la fine del 2012.  Una volta che l'indagine sarà terminata, la FDA ha comunicato che analizzerà questi risultati e deciderà se rilasciare o meno ulteriori raccomandazioni per la sicurezza dei consumatori USA.

La necessità di approfondire lo studio è stata determinata dal fatto che sulla base dei dati attualmente disponibili e della letteratura scientifica, non si è in possesso di un'adeguata base scientifica per raccomandare variazioni nei confronti dei consumatori per quanto riguarda il consumo di riso e di suoi derivati.

Il commissario della FDA Margaret A. Amburgo ha testualmente affermato che: "Siamo consapevoli che i consumatori sono preoccupati per questa materia.  Questo è il motivo per cui la FDA ha dato priorità nell'analisi dei livelli di arsenico nel riso.  La FDA si impegna a garantire di stabilire fino a che punto le sostanze come l'arsenico sono presenti nei nostri alimenti, quali rischi possono rappresentare, se tali rischi possono essere ridotti al minimo, e per la condivisione di ciò che sappiamo". Ed ha continuato: "Il nostro consiglio in questo momento è che i consumatori dovrebbero continuare a mangiare una dieta equilibrata che comprende una grande varietà di cereali, non solo per una buona nutrizione, ma anche per ridurre al minimo le conseguenze potenziali dovute al consumo di qualsiasi alimento particolare".

Come è noto, in natura ci sono due tipi di composti di arsenico che si trovano nell'acqua, cibo, aria e nel suolo: quello organico e quello inorganico.  Insieme, i due tipi sono indicati come arsenico totale.

L'arsenico e molti dei suoi composti sono veleni particolarmente potenti. L'arsenico uccide danneggiando in modo gravissimo il sistema digestivo ed il sistema nervoso, portando, in caso d'intossicazione acuta, alla morte per shock. Composti contenenti arsenico sono cancerogeni e, in particolare, sono implicati nella patogenesi del carcinoma della vescica, nel carcinoma mammario e di alcune neoplasie dell'apparato tegumentario. Un'estesa letteratura scientifica disponibile su prestigiose riviste internazionali ha ormai provato che l'esposizione cronica all'arsenico ha effetti multipli sulla salute:

-  riduce le difese antiossidanti dell'organismo, dato che l'arsenico ha un'elevata affinità per i gruppi sulfidrilici delle proteine e di metaboliti endogeni come il glutatione;

- provoca stress ossidativo direttamente nell'ambiente intracellulare, inattivando diversi enzimi coinvolti nelle reazioni di ossidoriduzione (deidrogenasi, mono-ossigenasi, ecc.);

-  interferisce pesantemente con i meccanismi endocrini regolati dagli estrogeni (da cui il sospetto che possa causare tumori alla mammella);

 - può attaccare direttamente i filamenti di DNA e provocarne lesioni combinate di vario tipo.

Ma venendo all'indagine dell'FDA, i nuovi dati avrebbero dimostrato tracce di arsenico inorganico nei suoi campioni iniziali, che includono vari tipi di riso (non) Basmati, riso Basmati, riso integrale, cereali di riso (soffiato, non soffiato, cereali caldi, e cereali per l'infanzia), torte di riso e latte di riso.

L'analisi della FDA in merito ai campioni iniziali avrebbe evidenziato livelli medi di arsenico inorganico per il riso e vari prodotti del riso nel range tra 3,5 - 6,7 microgrammi di arsenico inorganico per porzione. Una sintesi dei primi 200 risultati può essere rintracciata al link www.fda.gov6.

La necessità di un'analisi più approfondita dei dati è dovuta principalmente dal fatto che ci sono molti tipi differenti di prodotti di riso e che vengono coltivate in zone diverse e in condizioni molto diverse tra loro. Saranno necessarie, quindi, ulteriori analisi per valutare come queste variazioni possono influenzare i risultati.

Quindi è corretto non destare alcun allarme per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", ma è necessario seguire il consiglio che non ci scorderemo mai di non dare. Ossia di seguire una dieta equilibrata e variegata non solo per una corretta e buona nutrizione, ma anche per evitare l'accumulo di sostanze che in elevate quantità possono essere tossiche e quindi pericolose per la nostra salute.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Riso e Arsenico. La FDA americana avverte

Roma, 21 Settembre 2012. Arsenico e vecchi merletti era il titolo di un noto film che riscosse un notevole successo, oggi potremmo dire Arsenico e riso? La Food and Drug Administration americana (FDA), l'ente che controlla farmaci e alimenti, ha recentemente testato la presenza di Arsenico inorganico nel riso e prodotti derivati provenienti da vari Paesi. Ulteriori indagini verranno assunte nelle prossime settimane. I primi risultati sono stati pubblicati (1) in una apposita tabella. Ricordiamo che l'arsenico inorganico puo' provocare tumori ai polmoni, alla pelle, al fegato, all'apparato urinario e attraversando la placenta puo' causare danno fetale. Considerata la diffusione dell'Arsenico nell'ambiente, per cause naturali e indotte dall'uomo, la FDA consiglia di variare la propria alimentazione.
Visto che tra i campioni esaminati ne e' indicato uno proveniente dall'Italia, abbiamo chiesto al ministro alla Salute, Renato Balduzzi, di informare i cittadini sulla situazione italiana.

(1) http://www.fda.gov/Food/FoodSafety/FoodContaminantsAdulteration/Metals/ucm319924.htm

Primo Mastrantoni, segretario Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it

venerdì 21 settembre 2012

Malattie dimenticate. Cala il numero degli ammalati nel mondo ma si segnalano casi in Italia

Sono 15 le patologie - diffuse soprattutto nei Paesi del Sud del mondo

- che l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha inserito in uno speciale elenco delle malattie cosiddette "neglette" o "dimenticate".

Alcune hanno nomi che ai più non dicono nulla come la Filariasi linfatica, la Schistosomiasi, la Geoelmintiasi, la Oncocercosi, Tripanosomiasi americana (malattia di Chagas), ma compaiono anche la Leishmaniosi, la Tripanosomiasi africana (meglio nota come malattia del sonno), così come le più note la Lebbra (Morbo di Hansen), la Malaria ed il Tracoma.

Pur trattandosi di malattie che colpiscono soprattutto le popolazioni delle zone più arretrate del globo, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", sottolinea come costituiscano comunque un rischio per la parte più ricca e sviluppata del pianeta per l'inevitabilità del pericolo di contagi determinabili in conseguenza dei massicci flussi migratori degli ultimi anni ed il relativo spostamento di persone contagiate, con la conseguente necessità di non dover abbassare la guardia nonostante lo scarso interesse delle case farmaceutiche poco avvezze a sostenere investimenti per la cura di patologie che riguardano una fascia di popolazione che anche se numerosa, molto spesso non in grado di far fronte agli ordinari bisogni quotidiani.

La prova di tale necessità di attenzione circa il problema e di quella di continuare a sostenere e incentivare politiche sanitarie nei paesi dove sono ancora diffuse, é data dal fatto che anche nel Nostro Paese siano stati segnalati casi, l'ultimo portato all'attenzione dello "Sportello dei Diritti" proprio nella giornata di ieri e che riguarda una giovane cittadina d'origine brasiliana che sarebbe stata sottoposta alle cure degli specialisti del nosocomio leccese "Vito Fazzi" per un sospetto caso di lebbra. Si, di lebbra, proprio a distanza di pochi giorni della diffusione di dati circa il calo dei contagi nel resto del mondo da parte dell'OMS.

La settimana scorsa, l'organizzazione che fa capo alle Nazioni Unite aveva pubblicato un rapporto sugli ultimi 20 anni di lotta alla famigerata patologia causata dal batterio Mycobacterium leprae con la sbalorditiva cifra di oltre 14 milioni di malati curati, di cui 4 milioni dal 2000.

La diagnosi precoce e la terapia multifarmaco, disponibile gratuitamente dal 1995, si sono rivelati gli elementi chiave nell'eliminare la malattia. Secondo le cifre ufficiali, quasi 182 mila persone, principalmente in Asia e Africa, sono state colpite da questa malattia nel 2012, mentre nel 2011 i nuovi casi sono stati 219mila. Il tasso di prevalenza della malattia in oltre 20 anni e' calato del 90%, passando da 21,1 per 10mila abitanti a meno di 1 su 10mila nel 2000. Il calo e' stato costante: nel 1985 erano 5,2 milioni le persone malate, 805mila nel 1995, poi 753mila nel 1999 e 182mila nel 2011. La lebbra é stata eliminata da 119 dei 122 paesi in cui era considerata un problema di salute pubblica nel 1985. Delle sacche ad alta endemicità rimangono ancora in alcune aree di Brasile, Indonesia, Filippine, Repubblica democratica del Congo, Philippines, India, Madagascar, Mozambico, Nepal, e Tanzania.

Ma la segnalazione di casi anche in Italia dimostra come il nostro Paese non sia immune dai pericoli di contagio e che anzi dovrebbe tenere la guardia alta per sfatare il benché minimo rischio di un'epidemia.

 




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mercoledì 19 settembre 2012

Lattobacilli. Aumentano la risposta immunitaria?

Roma, 18 Settembre 2012. I lattobacilli  aumentano la risposta immunitaria difendendoci  dai microrganismi patogeni intestinali? Non sembra, almeno per alcuni tipi di lattobacilli quali il Bifidobacterium animalis , Bifidobacterium longum, Bifidobacteriu mlongumsubsp, Bifidobacterium pseudolongum, Lactobacillus casei , Lactobacillus gasseri, Lactobacillus helveticus, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus plantarum, Lactobacillus reuteri, Lactobacillus salivarius e Streptococcus thermophilus. A seguito di una richiesta della Commissione europea, al gruppo di esperti scientifici sui prodotti dietetici, l'alimentazione e le allergie (NDA) è stato chiesto di fornire un parere scientifico sui cambiamenti della funzione intestinale con stimolazione della risposta immunitaria e quindi difesa contro microrganismi patogeni gastro-intestinali. Sulla base dei dati presentati, il gruppo conclude che un rapporto di causa ed effetto non è stato stabilito tra  consumo e prote
 zione
(1).
Attenzione, quindi, alla pubblicita'!!

(1)
http://www.efsa.europa.eu/en/efsajournal/pub/2857.htm?emt=1

Primo Mastrantoni, segretario Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
URL: http://www.aduc.it





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Dimagrire con occhiali tecnologicamente sofisticati

Con degli occhiali tecnologicamente sofisticati è ormai possibile dimagrire

 

Sono in tanti che dicono che vogliono dimagrire. Le diete, sono diverse e tutte promettono risultati eccezionali. Ora, però, c'è una novità, che viene dalla tecnologia e dalla psicologia.E' un'invenzione del giapponese Michitaka Hirose, ricercatore presso il Centro ricerche avanzate e tecnologia dell'Università di Tokyo. Dimagrire grazie ad un paio di occhiali, per quanto strano possa sembrare, è ormai possibile. Si tratta, però, segnala Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti"di occhiali particolari, collegati a una speciale videocamera e anche a un piccolissimo computer in grado di indurre, attraverso un'illusione ottica, un senso di sazietà e di soddisfazione, con il risultato di fare mangiare meno chi li indossa, perché ha la sensazione di aver mangiato molto. Il sistema è stato realizzato sfruttando la tecnologia 2D, cioè quella della visione tridimensionale. A dire dello scienziato,grazie a questo strumento innovativo presto le diete dimagranti saranno solo un ricordo, come le estenuanti sedute in palestra per perdere peso.

In pratica, anche se non sempre è così, si mangia più del necessario, perché molte persone hanno la sensazione di mangiare poco. Il cervello non valuta sempre correttamente la quantità di cibo, è come se vedesse le porzioni più piccole di quanto non sono. Dunque, non è tanto lo stomaco che richiede più cibo, ma il cervello che lo percepisce in meno di quello che effettivamente è. Ecco il motivo per cui si mangia più del necessario.

Il ricercatore giapponese, dunque, ha inventato gli occhialini dimagranti basandosi sulla percezione opposta. Ingrandendo l'immagine delle porzioni nel piatto, il cervello ha l'impressione di avere più cibo di quanto non ne contenga il piatto, dunque questa illusione ottica dovrebbe anche indurre a mangiare di meno ricevendo l'impulso della sazietà. Gli occhiali dimagranti sono simili a quelli normali da vista, ma posseggono, pur miniaturizzati, strumenti tecnologici avanzatissimi. Anzitutto, al posto delle lenti ci sono due schermi semitrasparenti. Ai lati delle stanghette, due piccole telecamere. E sopra l'appoggio alla base del naso un computer anch'esso miniaturizzato e quasi invisibile, tanto ridotte sono le sue dimensioni. Le immagini raccolte dalle telecamere sono indirizzate al computer che le elabora e, dopo averle trasformate, le invia ai due schermi collocati davanti agli occhi. Le nuove immagini, ora modificate, percepite da chi porta quegli occhiali, appaiono assai realistiche. Ma, rispetto alla realtà, hanno subito una trasformazione decisiva. Il computer riconosce il cibo e ingrandisce, agli occhi di chi indossa gli occhiali, solo quello. In pratica, crea, sfruttando la stessa tecnologia oggi in uso per fare i film in 3D, un'immagine ingrandita del cibo che la persona ha nel piatto, ma, ripeto, solo quello. Il resto è alle dimensioni originali".

L'ingrandimento, per ora, è di una volta e mezza e l'effetto reale è che le persone hanno mangiato di meno. Al contrario, rimpicciolendo l'immagine del cibo, le stesse persone hanno mangiato di più, fino al 15%. Dunque, ingrandendo le immagini e riuscendo a mangiare il 10-15% in meno, si ottiene un grande vantaggio.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


martedì 18 settembre 2012

Alimentazione e salute: i ristoratori e le catene di fast food visualizzino il numero di calorie sui loro menu


L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 20% dei decessi a livello globale sono causati dalla cattiva alimentazione. È evidente, quindi, che politiche improntate a favorire una sana e corretta dieta possono ridurre i costi sociali determinati dagli effetti della cattiva alimentazione e soprattutto determinare il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.

 

Per fare un esempio, tra le istituzioni virtuose che dimostrano quanto sia importante la salute dei propri concittadini vi è l'amministrazione cittadina di Ottawa in Canada che ha recentemente comunicato di voler avviare discussioni con i proprietari di catene di fast food e ristoranti per convincerli a visualizzare sul loro menu il numero di calorie dei pasti offerti ai loro clienti accanto al grafico dei prezzi.

La capitale canadese prende spunto da alcuni ristoratori della stessa nazione che hanno già da tempo visualizzato informazioni di tale tipo sia sulle loro tovagliette che sugli imballaggi mentre alcune organizzazioni come il "Center for Science in the Public Interest", chiedono l'approvazione di  regolamento in materia che obblighi l'introduzione di tali informazioni in tutte le catene di fast food.

È inutile rimarcare, che l'assunzione quotidiana di molte calorie crea eccesso di peso causa di gravi problemi di salute e  che l'obesità ed il sovrappeso stiano costando al Welfare dei paesi europei miliardi di euro ogni anno. 

Ben venga, quindi, per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", anche nel vecchio Continente con un apposito regolamento europeo, stante la rilevanza della materia, l'introduzione di disposizioni analoghe che obblighino ristoratori  e catene di fast food ad indicare preventivamente il numero di calorie consumate all'interno dei propri esercizi.

 




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Alimentazione e salute: i ristoratori e le catene di fast food visualizzino il numero di calorie sui loro menu

Alimentazione e salute: i ristoratori e le catene di fast food visualizzino il numero di calorie sui loro menu

 

L'Organizzazione Mondiale della Sanità stima che il 20% dei decessi a livello globale sono causati dalla cattiva alimentazione. È evidente, quindi, che politiche improntate a favorire una sana e corretta dieta possono ridurre i costi sociali determinati dagli effetti della cattiva alimentazione e soprattutto determinare il miglioramento delle condizioni di vita dei cittadini.

Per fare un esempio, tra le istituzioni virtuose che dimostrano quanto sia importante la salute dei propri concittadini vi è l'amministrazione cittadina di Ottawa in Canada che ha recentemente comunicato di voler avviare discussioni con i proprietari di catene di fast food e ristoranti per convincerli a visualizzare sul loro menu il numero di calorie dei pasti offerti ai loro clienti accanto al grafico dei prezzi.

La capitale canadese prende spunto da alcuni ristoratori della stessa nazione che hanno già da tempo visualizzato informazioni di tale tipo sia sulle loro tovagliette che sugli imballaggi mentre alcune organizzazioni come il "Center for Science in the Public Interest", chiedono l'approvazione di  regolamento in materia che obblighi l'introduzione di tali informazioni in tutte le catene di fast food.

È inutile rimarcare, che l'assunzione quotidiana di molte calorie crea eccesso di peso causa di gravi problemi di salute e  che l'obesità ed il sovrappeso stiano costando al Welfare dei paesi europei miliardi di euro ogni anno. 

Ben venga, quindi, per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", anche nel vecchio Continente con un apposito regolamento europeo, stante la rilevanza della materia, l'introduzione di disposizioni analoghe che obblighino ristoratori  e catene di fast food ad indicare preventivamente il numero di calorie consumate all'interno dei propri esercizi.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


sabato 15 settembre 2012

Salute: unghie finte, pericolo chimico per presenza di dibutilftalato

Non è possibile avere delle belle mani se le unghie non sono curate. E unghie curate non significa necessariamente lunghe. Infatti una donna può decidere di avere le unghie corte perché il suo lavoro lo richiede, o perché lo considera più pratico, o perché si spezzano... e poi scegliere di avere delle unghie più lunghe in certi occasioni. E allora come fare? La soluzione può essere quella di indossare unghie artificiali. Una volta l'applicazione delle unghie artificiali poteva essere fatta solo dall'estetista o dal manicure, ma oggi sono disponibili kit completi, che con un minimo di pratica ci permettono di farla anche a casa da sole. Solo che  alcuni Kit contengono una colla in un tubetto che contiene dibutilftalato (DBP), sostanza vietata nei prodotti cosmetici dalla Direttiva sui cosmetici 76/768/CEE.

Il dibutilftalato è un liquido incolore filmante, poco volatile, impiegato come mezzo solvente in profumeria e come plastificante per materie plastiche. e quindi viene comunemente usato negli smalti  per farli durare più a lungo. Alcuni studi hanno dimostrato che si tratta di un distruttore endocrino. L'apparato endocrino è anche formato dalle ghiandole, le quali svolgono fondamentali processi di produzione ormonale, ed una giusta regolazione produttiva di questi ormoni mantiene in salute il nostro organismo.

A conferma della pericolosità di questa sostanza vi è uno studio del Dipartimento per le Sostanze Tossiche della California, riportato dal sito 'The daily green', nel quale si afferma che gli smalti e le colle usati per la decorazione e fissaggio delle unghie conterrebbero un trio tossico di sostanze chimiche, il dibutilftalato, il toluene e la formaldeide. Secondo lo studio, nonostante sulle etichette degli smalti sia riportata la dicitura ''non contiene sostanze pericolose'', in realtà questi tre elementi ci sarebbero e costituirebbero un fattore di rischio non tanto per le donne che 'indossano' lo smalto ma per i lavoranti del

A tale proposito Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", invita le società produttrici di smalti ad utilizzare componenti innocui per la salute nei loro prodotti.. Inoltre sollecita  leggi nuove che facciano piazza pulita di vecchie norme che non tutelano la sicurezza dei lavoratori e dei consumatori i quali ne hanno abbastanza di dover avere a che fare con un sistema che tollera queste situazioni..

 




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PROF NOTARANGELO: LEZIONE SULLA TERAPIA GENICA. MEYER FIRENZE LUN 17 SET


 

Il Meyer fulcro della ricerca scientifica raccontata in chiave divulgativa: il Professor Notarangelo spiega i progressi della terapia genica  

Open Conference lunedì 17 settembre dalle ore 17,30 nella Hall Serra dell'Ospedale Pediatrico di Firenze

 

 

Firenze- Il futuro della terapia genica raccontato in chiave divulgativa. Sarà questo il culmine dell'Open Conference che lunedì 17 settembre, alle ore 17,30, si terrà nella Hall Serra dell'Ospedale Pediatrico Meyer di Firenze. Per l'occasione interverrà uno dei massimi ricercatori a livello internazionale: il Professor Luigi Notarangelo, docente di Pediatria e Patologia dell'Harvard Medical School Children's Hospital Boston, Jeffrey Modell Chair of Pediatrics, Immunology Research nonché componente del Comitato Scientifico Internazionale del Meyer. Conosciuto in tutto il mondo per i suoi studi sulle Immunodeficienze e la terapia genica, il Professor Luigi Notarangelo interverrà sui progressi della terapia genica, tra illusioni e nuove speranze.

 

All'Open Conference interverranno il prof. Alberto Tesi, Rettore dell'Università degli Studi di Firenze.e il Dr. Alberto Zanobini, Dirigente del Settore Affari Generali di Regione Toscana. In rappresentanza dell'Assessore regionale per il Diritto alla Salute di Regione Toscana

 

L'importante appuntamento con la ricerca scientifica alla portata di tutti, si aprirà con l'introduzione del Professor Lorenzo Moretta, Presidente del Comitato Scientifico Internazionale dell'AOU Meyer.


"L'Ospedale Pediatrico Meyer – dichiara il Professor Moretta - è oggi una delle realtà più avanzate nella Pediatria Europea, sia per quanto riguarda l'eccellenza clinica che per un'attività di ricerca particolarmente qualificata. E' stato possibile raggiungere questo obiettivo perché, negli anni, è stata perseguita una strategia virtuosa, operando scelte basate sul merito e sull'eccellenza. Oltre ad un importante supporto alle attività di ricerca, sono stati incentivati gli studi più qualificati con l'assegnazione, nel corso della "Giornata della Ricerca", di premi per i contributi scientifici migliori da parte di giovani ricercatori. La particolare attenzione al futuro del Meyer si è anche concretizzata nel programma "Giovani Ricercatori" fortemente voluto dal Direttore Generale Dr. Tommaso Langiano e siostenuto dalla Fondazione Anna Meyer. Questo programma ha permesso ai giovani Ricercatori più qualificati di frequentare prestigiose Istituzioni internazionali per apprendere tecnologie avanzate e per stabilire importanti interazioni con scienziati leader nel panorama della Pediatria mondiale. La presenza, oggi, dei Membri del Comitato Scientifico Internazionale, con funzioni di indirizzo e di controllo, sottolinea ulteriormente come il Meyer rifugga da tempo dall'autoreferenzialità, ma si sia messo in gioco, sottoponendosi alla valutazione da parte di esperti internazionali  qualificati".

 

Dopo  l'intervento del Professor Notarangelo, spetterà al Dottor Lorenzo Genitori, Direttore della Neurochirurgia e Coordinatore Scientifico del Meyer affrontare le correlazioni tra medicina e musica, parlando dell'amicizia tra i due compositori Hydn e Mozart.

 

A concludere l'appuntamento. il concerto dedicato proprio a questi due compositori: "Pagine di Franz Joseph Haydn e Wolfang Amadeus Mozart" con Laura Pistoni al flauto e Simone Valeri al clavicembalo. 




Mucocis bambini: ritirato dal mercato

 

Ritirato dal mercato il Mucocis bambini. L'AIFA ha raccomandato di non utilizzare il farmaco nelle more del ritiro

 

L'AIFA (L'Agenzia Italiana del Farmaco) ha disposto il ritiro immediato, entro le 48,  dal mercato  del Mucocis sciroppo 200 ml 2% e ml 5% della ditta SO.SE.PHARM SRL.

Tale decisione, sottolinea Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", è dovuta alla

potenziale pericolosità del farmaco per la difformità nella composizione dei conservanti e degli aromi con  possibili conseguenze sulla salute.

L'AIFA ha raccomandato di non utilizzare il farmaco nelle more del ritiro.

La comunicazione della revoca, è stata anche trasmessa al Comando Carabinieri per la Tutela della Salute per verificare l'avvenuto ritiro da parte della società farmaceutica.

L'Aifa ha inoltre disposto il ritiro del medicinale Sinecod tosse sedativo 3mg/10g sciroppo flacone 200 ml lotto L03372A, della ditta Novartis Consumer Health S.p.A.

Il ritiro è stato è stato disposto a seguito della segnalazione della ditta relativa all'errata data di scadenza 09/2016, anziché 09/2014, riportata sulla confezione del medicinale.

 

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Redazione del CorrieredelWeb.it


Ass.Tison e IRST in prima fila in Africa contro i tumori

MALATTIE INFETTIve E TUMORI IN AFRICA, L'ASSOCIAZIONE TISON PROMOTORE DI UN CONGRESSO INTERNAZIONALE IN TANZANIA

 

Grazie all'organizzazione dell'Associazione Vittorio Tison e al contributo scientifico dell'IRCCS IRST, IOR - Istituto Oncologico Romagnolo e IOV – Istituto Oncologico Veneto, dal 17 al 19 settembre a Mwanza (Tanzania) si terrà un convegno internazionale su infezioni e tumori

 

 

FORLI' (FC) La correlazione tra infezioni e tumori in Africa, come contrastarne la diffusione e quali soluzioni terapeutiche adottare. Saranno questi i temi cardine dell'importante convegno internazionale "Infections and Cancer" che si terrà, da lunedì 17 a mercoledì 19 settembre a Mwanza (Tanzania) sotto patrocinio dell'Associazione Italiana di Oncologia Medica – AIOM e del Ministero della Salute e del Walfare della Repubblica di Tanzania, grazie all'organizzazione dell'Associazione Vittorio Tison con il fondamentale contributo scientifico dell'IRCCS IRST, IOR Istituto Oncologico Romagnolo e IOV – Istituto Oncologico Veneto.

 

Per l'altissimo livello dei professionisti presenti e le cogenti tematiche affrontatei tumori in Tanzania rappresentano la seconda causa di morte dopo le tre grandi malattie infettive quali malaria, Aids e tubercolosi il congresso rappresenta per l'intero panorama oncologico dell'Africa sub-sahariana, un evento estremamente rilevante, in grado di offrire un reale contributo alla crescita dei saperi e, dunque, del sistema sanitario locale.

 

Focus del convegno sarà la correlazione tra infezioni e tumori; argomento affrontato nelle tre giornate di studi e dibattito offrendo, in primis, una panoramica sull'epidemiologia della malattia oncologica, quindi delle migliori pratiche di diagnosi e trattamento dei tumori direttamente dovuti a infezioni batteriche, virali e parassitarie purtroppo molto diffuse nel continente africano. L'ultima sessione del congresso sarà dedicata all'Aids e alla presentazione dell'African-Italian Cooperative Group – AFRICOG, progetto di cooperazione per la promozione della ricerca scientifica tra Italia e centri africani. Fondato a Forlì lo scorso 28 agosto, l'AFRICOG è presieduto dal Prof. Dino Amadori (Direttore Scientifico IRCCS IRST) mentre vice presidente è il Prof. Lucio Crinò (Direttore Oncologia Medica, Ospedale S. Maria della Misericordia di Perugia), segretaria scientifica il Prof. Fabio Puglisi (Ricercatore presso Ospedale Universitario di Udine) e tesoriere, la Dott.ssa Patrizia Serra (IRST).

 

Tra i relatori, da sottolineare la presenza oltre che dei tre membri della presidenza del congresso – il Prof. Dino Amadori (IRST e Presidente dell'Associazione Tison), il Dott. Alberto Amadori (IOV) e dal Dott. Charles Majinge (General Director, Bugando Medical Center, Mwanza) – della Dott.ssa Barbara Ensoli, Dirigente di ricerca dell'Istituto Superiore di Sanità, tra i massimi esperti mondiali di Aids) e il Dott. John Changalucha (Direttore di Ricerca del NIMR Centre di Mwanza). 

 

 

 

 

L'Associazione Tison conferma così il proprio prezioso ruolo di promotore della lotta contro i tumori nel continente africano. Nata nel 1999 dalla volontà di alcuni amici e colleghi in memoria del Dottor Vittorio Tison, stimato anatomo-patologo faentino scomparso prematuramente, l'Associazione è presieduta dal Prof. Dino Amadori e opera in Tanzania. Scopo principale è quello di promuovere iniziative culturali e scientifiche di solidarietà, soprattutto in campo oncologico in Tanzania. Un campo nel quale interviene grazie anche al prezioso supporto volontario dei medici e dei professionisti dell'IRST.

 

In Tanzania il dottor Tison aveva dato un notevole contributo alla realizzazione di un Dispensario Poliambulatorio a Mbweni e l'Associazione, sin dall'inizio della sua fondazione, ha voluto portarne avanti idee e progetti. E' nato così, nel 2000, all'interno dell'ospedale cittadino "Bugando Medical Center" di Mwanza – città situata nella parte occidentale della Tanzania – il Laboratorio di Anatomia Patologica fortemente desiderato dal dottor Tison e intitolato alla sua memoria.

 

Un altro importante progetto, realizzato grazie anche all´impegno dell´IRST di Meldola, dello IOR – Istituto Oncologico Romagnolo e dello IOV – Istituto Oncologico Veneto, è stato la realizzazione dell'Unità Oncologica del "Bugando Medical Center" attiva già dal gennaio 2009. L'associazione sostiene a tale scopo la formazione di medici tanzanesi nella disciplina medica oncologica finanziando loro la permanenza in Italia per tutta la durata del corso di specializzazione nelle Università di Ferrara e Padova e dando loro la possibilità di svolgere il tirocinio formativo all'IRST. Per garantire supporto e continuità dell'assistenza oncologica a Mwanza, l'Associazione garantisce un turn over di oncologi italiani che ogni 20-30 giorni partono per assicurare la copertura assistenziale durante l´intero anno.

 

Notevole è poi l'impegno dell'Associazione Tison nell'ambito delle attività di prevenzione. Da quest'anno è stato avviato il "Progetto Vanda", un piano di controllo mirato alla diagnosi oncologica precoce nella popolazione femminile. Le attività del progetto, coordinate dal Dott. Nestori Masalu (Bugando Medical Center), a oggi hanno permesso di sottoporre a screening ben 1.500 donne nei vari distretti di Mwanza e nei dintorni del capoluogo tanzanese.

 

Tra i prossimi obiettivi dell'Associazione, indubbiamente impegnativo quanto significativo è il completamento del padiglione dedicato ai malati oncologici attualmente in costruzione presso il Bugando Medical Center, dove saranno collocati locali per l'assistenza e la terapia in regime di ricovero e Day Hospital. Nel nascente Polo Oncologico struttura sarà inoltre presente un Servizio di Medicina Nucleare e una Unità di Radioterapia dove sarà collocato un acceleratore lineare donato da un'azienda biomedicale.

 

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IRCCS Istituto Scientifico Romagnolo per lo Studio e la Cura dei Tumori (IRST) S.r.l.

Via Piero Maroncelli, 40 - 47014 Meldola (FC)

Tel. 0543.739100 - Fax 0543.739288

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