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martedì 30 settembre 2014

SANITÀ, DA DOMANI MESE DELLA PREVENZIONE PER TUMORE AL SENO



 

Nastro Rosa 2014

TUMORE AL SENO, INCIDENZA IN AUMENTO PER LE UNDER 40
OTTOBRE È IL MESE DELLA PREVENZIONE

Catania, tutte le iniziative a cura della Lega Italiana per la lotta contro i tumori
Da domani visite e controlli gratuiti telefonando al numero 0957598457

 

CATANIA – Prevenzione e sensibilizzazione: sono questi i principali obiettivi della ventiduesima Campagna "Nastro Rosa", che prenderà il via a ottobre grazie alle attività della Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori (LILT). Una campagna nata per fronteggiare uno dei tumori, quello alla mammella, che oggi ha un'incidenza sempre più alta soprattutto tra le under 40: «In un momento di grave crisi economica, come quella attuale – sottolinea Carlo Romano, presidente della sezione catanese della Lilt - la diagnosi e la cura sono diventate un lusso per pochi, basti pensare alle liste d'attesa, alle telefonate interminabili con i call center per prenotare un esame: criticità del sistema che non agevolano quel percorso di prevenzione oggi fondamentale per individuare il carcinoma allo stadio iniziale, quando il grado di malignità è basso e il processo di metastatizzazione nullo». Le associazioni di pazienti e la Lilt, che da anni operano su base volontaria e associativa, si adopereranno per infondere la cultura della prevenzione, offrendo una visita specialistica senologica gratuita, in collaborazione con alcune realtà ospedaliere d'eccellenza in ambito senologico (info, orari e prenotazioni al numero 0957598457, da lunedì a venerdì ore 16.30-18.30; e al numero 0957262805 dal lunedì al venerdì ore 9.00-11.00).

 

Le donne potranno prenotare la loro visita specialistica gratuita da domani (1 ottobre) fino al 31 ottobre: «Al fine di garantire la visita anche a chi si prenota negli ultimi giorni di ottobre – spiega Aurora Scalisi, componente direttivo Lilt – la campagna si protrarrà per gli operatori fino alla fine di dicembre. Nella fattispecie l'Unità Operativa Complessa multidisciplinare di senologia dell'ospedale Cannizzaro, così come il reparto di senologia della 1° Clinica Chirurgica di Catania, nell'attiva collaborazione alla campagna di prevenzione nazionale, dedicheranno gran parte del trimestre ottobre-dicembre a tale scopo, visitando centinaia di donne che verranno poi anche seguite nel loro eventuale iter di approfondimento».

 

L'attività di volontariato a sostegno della prevenzione oncologica punta molto anche sulla corretta informazione, attraverso le campagne di educazione alla salute organizzate dal Comitato Andos di Catania, presieduto da Francesca Catalano, che mensilmente organizza conferenze con relatori dedicati quotidianamente al percorso diagnostico terapeutico delle donne affette da carcinoma mammario, garantendo anche un consulto gratuito nella sede dell'associazione. Il volontariato Andos, presente nel capoluogo etneo da otre dieci anni - e collaborando attivamente con Lilt e presìdi universitari – offre anche attività di supporto psicologico alle donne già operate, rivisitando ogni anno il programma delle attività in base alle esigenze delle iscritte in un'instancabile e capillare attività territoriale.

 



Passeggiare nella natura combatte la depressione

Uno studio ha evidenziato i benefici per mente e corpo di una passeggiata in mezzo alla natura

 Sembra la cosiddetta scoperta dell'acqua calda, ma è la scienza a certificare ciò che pensavamo un pò tutti: una passeggiata in mezzo alla natura produce effetti benefici per il corpo, ma soprattutto per la mente. A rivelarlo una ricerca del James Hutton Institute, della De Montfort University e dell'Università del Michigan, coordinato dalla dottoressa Melissa R. Marselle dell'Edge Hill University. 

La ricerca è stata svolta su un campione di 1.991 partecipanti inglesi.Passeggiare lontani dai centri urbani, a contatto con la natura, è un vero e proprio antidepressivo naturale. Certo, chi è colpito da depressione difficilmente ha voglia di svolgere attività fisica. Anche se si tratta di una passeggiata. Eppure proprio questa potrebbe costituire una delle più valide vie d'uscita dalla situazione in cui ci si trova. Una passeggiata al giorno in un bosco, in campagna, al mare o al lago, comunque ben lontana dalla città è un valido aiuto contro lo stress quotidiano. La passeggiata è tanto utile da essere paragonata a un farmaco antidepressivo. Consigliata soprattutto a chi sta passando un brutto momento a causa - per esempio - della dipartita di un parente; la perdita del lavoro o la fine di una relazione sentimentale.

La testimonianza di quanto possa essere importante una passeggiata in termini antidepressivi è data dall'analisi di un campione di 1.991 volontari che hanno partecipato al programma inglese Walking for Health, atto a promuovere l'esecuzione di passeggiate settimanali. Al programma prendono parte oltre 70'000 escursionisti ogni anno. Le persone che stavano attraversando momenti particolarmente stressanti nella loro vita e che avevano preso parte al programma, hanno asserito di riuscire a fronteggiare la stessa situazione con un umore migliore a seguito delle passeggiate di gruppo all'aperto. 

Un grande beneficio alla psiche dei partecipanti è stato dato proprio dall'ambiente naturale. E' quindi fondamentale allontanarsi il più possibile dal caos e dall'asfalto cittadini.Non solo l'esercizio fisico, ma anche l'interazione sociale migliora la salute tanto a livello fisico, quanto a livello mentale. Non bisogna infatti dimenticare che le passeggiate monitorate erano svolte in ambienti naturali, ma anche in gruppo. Una delle autrici dello studio, la dottoressa Sara Warber, spiega: "ascoltiamo le persone dichiarare di sentirsi meglio dopo una passeggiata o l'essere usciti all'aperto ma non ci sono stati molti studi di grandi dimensioni a supportare la conclusione che questi comportamenti effettivamente migliorano la salute mentale e il benessere. 

Camminare è poco costoso, a basso rischio, ed è una forma accessibile di esercizio fisico. E si scopre che se fatto in combinazione con la natura e un gruppo di persone, può essere un rimedio contro lo stress molto potente, quanto sottoutilizzato. I nostri risultati suggeriscono che qualcosa di semplice come l'accoppiare il camminare all'aperto con un gruppo può migliorare in positivo non solo le emozioni quotidiane delle persone, ma può anche coadiuvare un approccio non farmacologico per condizioni gravi come la depressione".

La dottoressa Warber conclude dicendo: "Dato l'aumento dei problemi di salute mentale e l'inattività fisica nel mondo sviluppato, siamo costantemente esplorando nuovi modi accessibili per aiutare le persone a migliorare la loro qualità di vita e di benessere nel lungo termine. Le passeggiate di gruppo in ambienti naturali locali possono dare un contributo potenzialmente importante per la salute pubblica ed essere utili per aiutare le persone ad affrontare lo stress e fare esperienza nel migliorare le proprie emozioni".Camminare nella natura non porta solo vantaggi contro la depressione. 

Ma risulta efficacie anche nel ritardare l'insorgenza del cancro; aiuta a contrastare o evitare sovrappeso e obesità; riduce il rischio di malattie cardiache; abbassa la pressione; riduce il rischio di diabete; aumenta le dimensioni del cervello; migliora la memoria; contrasta l'insorgere di malattie degenerative quali demenza e Alzheimer.



Allarme infermieri dal Rapporto Pit salute 2014: dove si taglia di più si dimezza il personale e i servizi vanno a picco




 

Roma, 30 settembre 2014

 


Il dato ufficiale dell'"effetto spending". Il peso maggiore di critiche e segnalazioni dei cittadini è riservato alla scarsa assistenza medico/infermieristica: 36,4% nel 2013 rispetto al 21,7% del 2012. Gli assistiti denunciano la progressiva riduzione del personale e i relativi disagi proprio in  termini della qualità di assistenza erogata.

Silvestro (presidente Ipasvi e senatore in commissione Igiene e Sanità): "Basta tagli, si aggrediscano duplicazione e sprechi: ecco quali". E gli infermieri chiedono un'alleanza coi cittadini

 

 

La denuncia dei cittadini che arriva dal Rapporto Pit salute 2014 presentato oggi da Cittadinazattiva – Tribunale dei diritti del malato è chiara: mancano infermieri (e non solo) e anche per questo  i servizi si riducono e la loro qualità va a picco.

 

Assistenza territoriale in crisi
La carenza non si sente solo a livello ospedaliero. Anche l'assistenza residenziale, nuova frontiera delle cure anche secondo tutti i più recenti provvedimenti, fa acqua secondo i cittadini che segnalano nel Rapporto 2014 problemi proprio sulla base del contatto, delle indicazioni e dei servizi erogati attraverso infermieri e medici. Il peso maggiore delle critiche e delle segnalazioni sul totale dei contatti di assistenza residenziale è riservato alla scarsa assistenza medico/infermieristica: 36,4% nel 2013, valore in nettissimo aumento rispetto al 21,7% del 2012. Il dato evidenza un chiaro picco di segnalazioni, con i cittadini che denunciano la progressiva riduzione del personale presente in struttura, e i disagi che ne conseguono proprio in  termini della qualità di assistenza erogata: sono emblematiche le situazioni in cui i pazienti non possono disporre di assistenza appropriata, perché vi sono pochi infermieri o medici in reparto. Oltre all'aumento del rischio di non appropriata presa in carico per il paziente, è opportuno notare come aumenti anche la pressione su infermieri e medici, per l'elevato carico di lavoro, quando queste figure hanno la responsabilità di molti pazienti ma poco personale a disposizione. E come conseguenze si hanno anche liste di attesa sempre più lunghe. Sempre sul territorio, denuncia dei cittadini nel Rapporto Pit salute 2014 anche per le poche ore di assistenza domiciliare erogate, sempre per colpa della scarsezza di personale: il valore relativo è pari a 9,3% nel 2013,ma era 5,7% nel 2012.

 

L'equazione: meno personale = più malpractice percepita
A peggiorare poi, sempre per le stesse ragioni, sono i servizi di salute mentale e in generale il livello di percezione di malpractice aumenta al momento della presa in carico nelle strutture dei pazienti, senza un numero sufficiente di infermieri e medici che si occupano di questo evento. Stessa musica a livello di interventi di cura: i ranghi ridotti e l'impossibilità di controlli adeguati aumentano perfino le infezioni ospedaliere (quelle delle ferite passano dal 42,9% del 2012 al 50% del 2013).

Fino al "rifiuto del ricovero" : se la riduzione dei posti letto è la prima causa, a seguire c'è la chiusura dei reparti, ma anche la riduzione del personale "medico-infermieristico".

 

Silvestro: "Basta tagli, si aggrediscano duplicazioni e sprechi: ecco quali"
"E' una conferma di una situazione drammatica che denunciamo da tempo – commenta Annalisa Silvestro, presidente della Federazione dei Collegi Ipasvi e senatore in commissione Igiene e Sanità a Palazzo Madama –. Una situazione non recepita dal  Governo, che ipotizza ulteriori tagli lineari o "semilineari" come ora va di moda definirli, senza un vero controllo su come si spende e si amministrano i servizi. E soprattutto dalle Regioni che fanno del personale un vero e proprio bancomat: si aggrediscano le duplicazioni esistenti di centri decisionali, di funzioni e strutture che non danno risposte ai veri bisogni dei cittadini e che  assorbono risorse impropriamente e penalizzano l'equità di accesso alle cure. Queste, oltre agli altri sprechi, sono le cose su cui le Regioni devono coraggiosamente intervenire per ottenere veri e duraturi risparmi", afferma Silvestro.

Silvestro aggiunge: "E' interesse degli operatori, ma anche dei cittadini che questa situazione cambi: come Federazione siamo pronti a un'alleanza forte con Cittadinanzattiva che ne è testimone diretta perché professionisti della salute e assistiti possano fare fronte comune per stroncare disservizi e iniquità".

 

La Federazione denuncia Il vero effetto spendig sull'occupazione
E la Federazione fa il punto sulla reale situazione occupazionale degli infermieri, legata a doppio nodo ai tagli: "Non è corretto generalizzare sul calo di occupazione degli ultimi anni spesso denunciato secondo medie che non mettono in evidenza le cause della situazione", spiega Silvestro. Secondo l'analisi della Conferenza dei corsi di laurea delle professioni sanitarie forniti in anteprima dalla Federazione e basati sull'analisi del 100% della risposta occupazionale,  è vero che c'è stato un calo occupazionale a un anno dalla laurea passando dal 94% del 2007 al 63% del 2012, con -31 punti percentuali, ma è anche vero che, anche se in calo, a esempio nelle Regioni del Nord il tasso occupazionale sembra "tenere" ancora, sia pure nel generale contesto di peggioramento nazionale. E si stabilizza sulla media dell'80% di occupazione a un anno dalla laurea con il Piemonte che passa dal 98% del 2007 al 76% del 2012, la Lombardia da 97% a 88%, il Veneto da 98% a 85%, il Friuli Venezia Giulia da 97 a 83%, la Liguria da 97% a 81%.

La situazione (e quindi l'allarme) è grave invece al Sud e soprattutto nelle Regioni che hanno subito, appunto, i maxi-tagli dei piani di rientro: la Sardegna ("uscita" da poco dal piano di rientro) passa dal 95% al  69%, il Lazio dal 93% al 62%, l'Abruzzo dall'89% al 46%, il Molise dall'82% del 2009 al 46%, la Puglia dal 93% del 2007 al 52%, la Campania dall'86% al 47%, la Calabria dall''80% al 36%, la Sicilia dall'86% al 53 per cento.

"E' chiaro l'effetto spending review sul personale e sui servizi, come denuncia anche Cittadinanzattiva? Un dimezzamento degli  uni non può che portare al crollo degli altri. E' questo il vero allarme occupazione, anche per i cittadini", conclude Silvestro.

       

 

 


FEDERAZIONE NAZIONALE COLLEGI

Infermieri Professionali  Assistenti Sanitari  Vigilatrici d'Infanzia

ROMA - Via Agostino Depretis, 70

tel 06 46200101 – fax 064620031

www.ipasvi.it – comunicazione@ipasvi.it – stampa@ipasvi.it



lunedì 29 settembre 2014

Allarme per un virus che causa paralisi. La malattia sconosciuta ha già colpito 9 bambini


Un virus, non ancora identificato, sta causando sintomi simile alla poliomielite nei bambini colpiti. Negli Stati Uniti i responsabili sanitari hanno deciso di alzare il livello di allerta dato che il virus sta creando forte preoccupazione sull'eventualità, tutt'ora considerata remota, di un contagio su tutto il suolo statunitense. Intanto nove bambini sono stati ospedalizzati in Colorado per paralisi o terribile debolezza agli arti in seguito a malattie respiratorie.

I sanitari stanno ancora tentando di capire quale germe abbia causato gli allarmanti sintomi: tutti e nove i ragazzini avevano sofferto nelle due settimane precedenti di febbre, sintomi di raffreddamento, tosse. Gli esperti non ritengono si tratti di polio in quanto 8 dei 9 bambini sono in regola con le vaccinazioni e sospettano invece che responsabile possa essere il virus D68, che da mesi sta colpendo i piccoli americani con particolare severità.

Gli stessi Centri per il controllo e la prevenzione delle malattie (Cdc) hanno spedito una nota di allerta a tutti i medici, informando che in quattro degli otto bambini colpiti nell'area di Denver è stato individuato l'enterovirus 68. Lo status del nono bambino non è ancora chiaro.Gli esperti osservano che questo virus può causare paralisi, ma altri germi hanno la stessa capacità. 

Tutti I bambini colpiti erano sani e avevano un sistema immunitario normale. "Abbiamo bisogni di più informazioni, e chiediamo a tutti i medici di notificarci casi analoghi", ha detto Jane Seward dei Cdc. Tutti i casi si sono manifestati negli ultimi due mesi e tutti i bambini sono trattati al Children's Hospital Colorado in Aurora. I medici che li stanno curando non sanno ancora se la debolezza alle braccia e le gambe o la paralisi sia temporanea o no. 

Un'altra epidemia che si sta diffondendo dall'altra parte del globo e che richiede sempre la massima vigilanza da parte delle autorità sanitarie europee per il gran numero di viaggiatori che si spostano quotidianamente dal Nuovo al Vecchio Continente portando con sé oltre i propri bagagli ed effetti personali anche virus e malattie.

                                                                                                                                                              

Distributori Automatici di Sigarette: Lorenzin dispone ispezioni NAS per accertare eventuali illegalità


 

"Voglio sia chiaro che non tollereremo abusi che possano mettere

a repentaglio la salute dei minori".

 

In merito a quanto diffuso oggi da organi di informazione sulla presenza di distributori di sigarette "taroccati" che consentirebbero la dispensazione di prodotti di tabacco senza previa verifica ai sensi di legge dei documenti di identità necessari per accertare l'età dell'acquirente, consentendo quindi l'acquisto di sigarette anche a persone minorenni, il Ministro della Salute Beatrice Lorenzin ha immediatamente disposto controlli straordinari da parte dei NAS al fine di accertare la corretta applicazione della legge sul divieto di vendita di tabacchi a minori. "Il fumo di tabacco – ha detto il ministro Lorenzin - è accertato sia all'origine dello sviluppo di malattie dell'apparato cardiovascolare e tumori. Esso determina ogni anno, soltanto nel nostro Paese, migliaia di morti. In Italia c'è una legge che disciplina la materia e che fa divieto di vendere sigarette ai minorenni. Voglio sia chiaro che non tollereremo violazioni di tale legge, né abusi che possono mettere a repentaglio la salute. Ho dato mandato ai Nas, che  già effettuano controlli a campione in tutta Italia sul rispetto dei divieti di fumo, di fare ulteriori controlli stringenti sul territorio per accertare la presenza di eventuali sacche di illegalità."

 

In merito all'attività sin qui svolta dai NAS si rende noto che negli anni  2012 - 2014 nell'ambito dei controlli a tutela della salute dei "fumatori" e dei "non fumatori", è stato verificato anche il regolare funzionamento dei distributori automatici di sigarette, vale a dire se le sigarette vengono erogate solo con l'utilizzo di carte elettroniche della P.A. dalle quali si rilevino i dati anagrafici dell'utente e non mediante una qualsiasi carta con banda magnetica priva di valore identificativo (bancomat, carte raccolta punti, tessere mezzi di trasporto, ecc.). Su 2860 ispezioni effettuate sono state contestate 52 violazioni relative a distributori automatici di sigarette non correttamente funzionanti e/o installati secondo quanto previsto dalla legge.

 

 



Conferenza Ministeriale europea sulla salute della donna "salute della donna - un approccio life-course" 2 e 3 ottobre 2014


INVITO PER LA STAMPA

Conferenza ministeriale europea sulla salute della donna

 

"Salute della donna – Un approccio life - course"

 

Lorenzin: "La salute della donna è un tema che mi sta particolarmente a cuore. Sono convinta che tutelare la salute della donna significa tutelare la salute di un'intera famiglia, di un'intera comunità".

 

Si terrà a Roma nei giorni 2 e 3  ottobre prossimi presso la sede del Ministero della Salute di Via Giorgio Ribotta, 5 (zona Eur) - a partire dalle ore 9.00 -  la Conferenza ministeriale europea dal titolo "La salute della donna: un approccio life-course". L'evento sarà occasione di confronto, riflessione e scambio tra i vari Stati Membri sulle tematiche della salute femminile nelle diverse fasi della vita: dall'adolescenza alla senescenza, passando per l'età fertile e la menopausa.

"Tutelare la salute della donna – ha detto il ministro della Salute Beatrice Lorenzin – significa tutelare la salute di un'intera famiglia, di un'intera comunità. La promozione della salute delle donne consente di contribuire al miglioramento dello stato di salute di tutta la popolazione, ed è una misura della qualità, dell'efficacia ed equità del nostro sistema sanitario."

Le delegazioni degli Stati Membri che hanno attualmente confermato la presenza sono 17 (Croazia, Danimarca, Finlandia, Germania, Grecia, Lettonia, Lituania, Malta, Norvegia, Polonia, Portogallo, Regno Unito, Republica Ceca, Slovacchia, Spagna, Svezia, Svizzera) a cui si aggiungono i delegati di OMS e Commissione europea.

 

 

I giornalisti, fotografi, cineoperatori interessati a seguire l'evento debbono accreditarsi presso l'Ufficio stampa del Ministero della Salute:

 

Tel: 06/59945289 – 5397

 

 

Mail: ufficiostampasalute.eventi@gmail.com

           ufficiostampa@sanita.it

 

 

Conferenza stampa insediamento "Tavolo fertilità"

Ministero della Salute


Conferenza stampa insediamento "Tavolo fertilità"

 

 

In occasione dell'insediamento del "Tavolo consultivo in materia di tutela e conoscenza della fertilità e prevenzione delle cause di infertilità", mercoledì 1 ottobre prossimo alle ore 12.00 il Ministro della salute Beatrice Lorenzin terrà un conferenza stampa presso l'Auditorium di Lungotevere Ripa, 1.

 

 

Lancio Campagna informativa MANI FREDDE - Milano TAVOLA ROTONDA 24 OTTOBRE


La Lega italiana Sclerosi Sistemica Onlus, in collaborazione con ACLI, promuove la Tavola Rotonda: "Quando le mani sono fredde, diagnosi precoce ovvero il fenomeno di Raynaud" che si terrà a Milano il 24 ottobre 2014 alle 18 presso le Acli Milanesi, Auditorium L. CLERICI Via della Signora, 3.

Obiettivo dell'incontro è quello di presentare la campagna multilingue "Mani Fredde" pensata per giovani donne anche straniere e migranti e realizzata con il coordinamento Donne delle Acli che storicamente dà visibilità alla presenza femminile nel contesto sociale e promuove le competenze e i percorsi di assunzione di responsabilità femminile.

"Incrementare le informazioni verso l'opinione pubblica sulla diagnosi precoce della Sclerosi Sistemica è un dovere ed una necessità anche nei confronti di quelle donne che spesso non hanno accesso ai servizi ospedalieri pubblici rispetto alla diagnostica. Inquadrare il fenomeno delle - Mani Fredde - in fase iniziale può prevenire un decorso severo della malattia reumatica autoimmune e sistemica", afferma Manuela Aloise presidente della Onlus. "Il nostro messaggio è quello di ascoltare le mani, non è una metafora, ma un consiglio importante per riconoscere e arginare lo sviluppo di situazioni patologiche irreversibili, infatti il sintomo primo della Sclerosi Sistemica Progressiva è il fenomeno di Raynaud causato dal restringimento delle piccole arterie a livello delle dita di mani e piedi, naso orecchie e lingua".

Considerata patologia di genere (circa il 90% di pazienti è rappresentato dalle donne nella fascia di età prevalente 45-64 anni), la Sclerosi Sistemica Progressiva è una malattia reumatica e sistemica a carico del tessuto connettivo dovuta da un'alterazione del sistema immunitario. Colpisce i vasi sanguigni, la pelle e numerosi organi interni (cuore, polmoni, reni tratto gastro-esofageo), che nel tempo perdono la loro funzione primaria.

Alla Tavola Rotonda prenderanno parte Paolo Petracca, Agnese Ranghelli,  Anita Sonego, Giorgio Serino, Roberto Circià, Anna Rosa Racca, Gianni Bottalico.

L'evento, che si inserisce tra le inziative della Onlus dedicate a far emergere la patologia, ha il Patrocinio  di EXPO 2015, Provincia di Milano, Federfarma Nazionale, Fondazione Zoè (Zambon Open Education) e O.N.D.A.(Osservatorio Nazionale sulla salute della Donna), Media Partner Popular Science. Sponsor dell'iniziativa S.I.C.S. Editore Società Italiana di Comunicazione Scientifica e Sanitaria e  D.S. MEDICA

Maggiori informazioni  sono reperibili al sito www.sclerosistemica.info


La partecipazione è gratuita fino ad esaurimento posti. Ai fini organizzativi è consigliabile la conferma di partecipazione rispondendo alla segreteria organizzativa eventi@sclerosistemica.info oppure telefonando allo 02 898 66 586.

1 ottobre - Giornata mondiale della Paralisi cerebrale infantile. Due bambini italiani inseriti in un trial clinico con cellule staminali


1 ottobre - Giornata mondiale della Paralisi cerebrale infantile
Due bambini italiani inseriti in un trial clinico con cellule staminali.

Grazie a SSCB, la banca svizzera delle cellule staminali, un maschietto di 4 anni e una bimba di 8 fanno parte di uno dei più promettenti studi clinici al mondo sulla paralisi cerebrale infantile, patologia che colpisce un bambino ogni 400.


Due bambini italiani - un maschietto di 4 anni e una ragazzina di 8 - affetti da paralisi cerebrale infantile sono stati inseriti nel trial clinico coordinato dalla dottoressa Consuelo Mancias-Guerra all'ospedale universitario di Monterrey, in Messico. In occasione della giornata mondiale della paralisi cerebrale infantile, che si celebra mercoledì 1 ottobre, nuove speranze arrivano dalle cellule staminali: i due bambini stanno rispondendo bene alle cure, anche se una valutazione completa potrà essere fatta solamente dopo la Fase 2 dello studio che è stata avviata lo scorso giugno e terminerà nel 2016.

«Lo studio condotto con staminali autologhe prelevate dal midollo osseo è molto promettente. La Fase 1 si è positivamente conclusa: i risultati, che sono stati pubblicati su Cytotherapy, la rivista della International Society for Cellular Therapy, hanno confermato la validità del trattamento in termini di sicurezza. Inoltre, sulla base dello screening BDI (Battelle Developmental Inventory) si è osservato un aumento medio di 4,7 mesi dell'età evolutiva, in tutte le aree di valutazione, sia motoria che cognitiva, suggerendo un possibile aumento della funzione neurologica», precisa Veronica Albertini, direttore scientifico di SSCB, la banca svizzera delle cellule staminali con sede a Lugano che ha fatto da tramite tra le famiglie e i ricercatori messicani. «La Fase 2 del trial servirà a valutare l'effettivo valore terapeutico del trattamento».

La paralisi cerebrale infantile è una patologia che ha un'incidenza di 2-3 casi su 1.000 nati vivi ed è la causa più frequente di disabilità motoria nell'infanzia. Racchiude diverse sindromi cliniche caratterizzate da un disturbo generalmente associato a una lesione del cervello in fase di maturazione determinata, nella maggioranza dei casi, a un deficit di ossigeno durante la fase perinatale. Prosegue Albertini: «La paralisi cerebrale provoca danni permanenti al cervello in quasi il 50% dei neonati che la subiscono e che sopravvivono ad essa. Per questi pazienti, l'infusione cellulare rappresenta una potenziale opzione terapeutica grazie all'effetto di diversi meccanismi, tra cui certamente il meccanismo di immunomodulazione attraverso il rilascio di citochine e la secrezione di fattori di crescita».

Il bambino italiano di 4 anni è stato inserito nella sperimentazione fin dall'inizio, facendo parte del gruppo dei 18 pazienti della Fase 1 del trial messicano. Medici e genitori ne hanno registrato sensibili miglioramenti, sia nella sfera motoria sia in quella cognitiva. La Fase 2 dello studio ha ampliato a 60 il numero di pazienti. «Grazie agli ottimi rapporti con la dottoressa Mancias -conclude Albertini - abbiamo nuovamente ottenuto l'inclusione nello studio di una bambina italiana, i cui genitori si sono rivolti a noi per una consulenza. Come nel caso del primo bambino, anche per questa piccola paziente non erano disponibili le cellule staminali cordonali: ci siamo così attivati nella ricerca di una sperimentazione che utilizzasse cellule staminali provenienti da altre fonti». SSCB offre infatti un servizio di consulenza per accedere ai trial clinici.

«Crediamo – dice Patrizia Franconi, direttrice della banca delle cellule staminali di Lugano – che le responsabilità di una banca del cordone non debbano limitarsi al dovere di garantire i più alti standard di qualità nel processo di separazione e conservazione delle cellule staminali. SSCB, oltre a investire direttamente nella ricerca, ha scelto di svolgere un altro compito altrettanto importante, quello di avvicinare il mondo della ricerca alla realtà e ai problemi dei pazienti e delle loro famiglie».



SSCB Swiss Stem Cell Bank – Attiva dal 2005, SSCB è la prima struttura svizzera a proporre un servizio di conservazione privata delle cellule staminali del cordone ombelicale e gestisce interamente ed esclusivamente sul territorio svizzero le attività di laboratorio e di conservazione, nel rispetto più alti standard di qualità (SSCB è una delle pochissime banche private al mondo a essere certificata FACT-Netcord, il riferimento internazionale delle banche del cordone ombelicale, pubbliche e private). Nata a Lugano, all'interno dei moderni e sicuri spazi della Fondazione Cardiocentro Ticino, SSCB nel 2013 ha trasferito uffici, laboratori e strutture di stoccaggio all'interno del SIRM (Swiss Institute for Regenerative Medicine), il nuovo e moderno polo della ricerca biomedica ticinese ubicato a Taverne, a pochi chilometri da Lugano. SSCB conserva oggi 20 mila campioni di cellule staminali cordonali. www.stembank.ch

HI TECH E SANITÀ, PREMIATO ROBOT TERAPEUTA CONTRO AUTISMO




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"BEHAVIOURLABS", TECNOLOGIA A SUPPORTO DELLA SANITÀ

AUTISMO, ARRIVANO DA DALLAS I ROBOT FIRMATI 
DALLA STARTUP ETNEA.


Il team siciliano si è classificato al terzo posto al concorso nazionale CNI "Scintille". Via alla commercializzazione degli androidi intelligenti.



CATANIA - Riconoscimenti a pioggia per la catanese "BehaviourLabs", startup innovativa - supportata e finanziata dai business angels della Fondazione Sicilian Venture Philanthropy (SVPF) - che sviluppa soluzioni software per robot umanoidi a supporto della sanità e impegnata da mesi su un progetto hi-tech di terapia per il trattamento dell'autismo.

Il team di siciliani, capitanati da Daniele Lombardo (perito informatico e cofondatore), dopo aver collezionato riconoscimenti in tutto il mondo, è salito sul podio nazionale del Premio Scintille (classificandosi al terzo posto su 200 partecipanti), organizzato dal Consiglio Nazionale degli Ingegneri d'Italia: «Un premio – sottolinea il presidente di SVPF Elita Schillaci – che dimostra la qualità del progetto sposato dalla nostra Fondazione, crediamo infatti che esso rappresenti davvero il futuro dell'e-health. 

La sofisticata piattaforma software, chiamata "RoboMate", lega la robotica a numerose altre discipline, tra cui la logica, la linguistica, le neuroscienze, la psicologia, la letteratura e l'antropologia, distinguendosi come innovativo approccio per il disturbo autistico. Il robot infatti rileva i disagi del bambino, supportandolo nei percorsi di apprendimento».

Il progetto è entrato a far parte della gamma dei prodotti RoboKind, l'azienda statunitense di Dallas leader mondiale per la fabbricazione di automi con espressioni facciali e oggi partner di BehaviourLabs: «È notizia di queste settimane – spiega Lombardo – la commercializzazione in Italia e la vendita dei primi prototipi che utilizzano i nostri applicativi.

Il successo che stanno riscuotendo è notevole. Continueremo il nostro percorso di sensibilizzazione per far conoscere i vantaggi dell'utilizzo di questi robot al servizio della sanità: a fine ottobre saremo presenti allo Smau di Milano con un nostro stand e il 5 novembre parteciperemo come speaker del TEDx di Ginevra, il più importante evento "futurista" sull'innovazione tecnologica».


Codacons su truffa SSN

 

 

TRUFFA SSN: DIECI INDAGATI, ANCHE MASTRAPASQUA

 

CODACONS SI COSTITUISCE PARTE OFFESA. PRONTI A CHIEDERE MEGA-RISARCIMENTO IN FAVORE DEGLI UTENTI DELLA SANITA' PUBBLICA

 

 

 

Il Codacons si costituirà parte offesa nel procedimento aperto dalla Procura di Roma nell'ambito di una indagine su una presunta truffa ai danni del Sistema sanitario nazionale.

"Se saranno confermati gli illeciti contestati dalla Procura, chiederemo un mega-risarcimento danni in favore degli utenti della sanità pubblica – afferma il Presidente Carlo Rienzi – Il settore sanitario, infatti, risulta tra i più colpiti dai tagli di spesa decisi a livello nazionale e regionale, che hanno avuto ripercussioni negative sui servizi resi all'utenza. Per tale motivo una truffa al SSN, se confermata, configurerebbe un enorme danno economico e morale per i cittadini, perché ha sottratto soldi pubblici destinati alla collettività, e la costituzione di parte offesa del Codacons mirerà proprio a far ottenere agli utenti il giusto risarcimento" – conclude Rienzi.



Lo zucchero fa male?


Lo zucchero fa male?

Roma, 29 Settembre 2014. Lo zucchero fa male? Si', se preso in eccesso. E' un continuo sentire e leggere che lo zucchero fa male (per semplicita' indichiamo con zucchero il saccarosio, quello comunemente presente nelle nostre cucine, anche se e' corretto definire zucchero un qualsiasi glucide). L'eccessiva assunzione di zucchero, abbinata a inattivita' fisica, puo' portare a iperglicemia e obesita'. Parliamo di eccesso di assunzione che e' facile riscontrare in molti prodotti, dalle bibite alle merendine, ecc., ed e' facile abbondare. Per evitare dosaggi eccessivi si puo' evitare di aggiungere zucchero a prodotti gia' "zuccherati": pane, pasta, latte e frutta. Demonizzare lo zucchero, in quanto tale, come va di moda dire, non ha fondamento. Sono gli eccessi che sono dannosi.

Primo Mastrantoni, segretario Aduc

Alzheimer e demenze, studio GE Healthcare: 3 persone su 4 vorrebbero conoscere il loro disturbo anche se non ci fosse cura

 
DEMENZA, UNA RICERCA GE HEALTHCARE SVELA IL "VALORE DELLA CONOSCENZA":
3 PERSONE SU 4 VORREBBERO CONOSCERE IL LORO DISTURBO
ANCHE SE NON CI FOSSE CURA

·        Nel desiderio di sapere, le donne superano gli uomini

·        Ma un'indagine internazionale condotta in 10 Paesi riscontra che molti intervistati non hanno familiarità con diversi dei principali sintomi di disturbi neurologici


MILANO, 29 settembre 2014 – Sono 44 milioni le persone che soffrono di demenza nel mondo, e il numero è destinato a crescere. Per questo diventa sempre più importante il "Valore della conoscenza", nome della ricerca internazionale che GE Healthcare ha dedicato alla percezione dei disturbi neurologici oggi incurabili, tra cui i morbi di Alzheimer e Parkinson, intervistando 10.000 adulti in dieci Paesi. Dallo studio emerge una forte sete di sapere: tre persone su quattro vorrebbero conoscere la malattia neurologica dalla quale potrebbero essere affette, anche se per essa non esistesse alcuna cura. Una percentuale ancora più alta di intervistati, pari all'81%, vorrebbe identificare una malattia neurologica incurabile che interessi uno dei loro cari, con le donne (84%) più curiose rispetto agli uomini (76%).

"Queste statistiche dimostrano come le persone sentano fortemente l'esigenza di affrontare disturbi neurologici come la demenza – commenta Marc Wortmann, direttore esecutivo dell'Alzheimer Disease International, federazione di 80 associazioni impegnate contro la malattia nel mondo – In tutto il globo, quasi 44 milioni di persone soffrono di forme di demenza e, visto il progressivo invecchiamento della popolazione, questo numero è destinato a raddoppiare nei prossimi 20 anni. [1] Sebbene non esista ancora alcuna cura, per le persone affette da demenza una diagnosi tempestiva è utile a ottenere l'accesso ai trattamenti, ai servizi e al supporto attualmente disponibili, medicali e non. I governi e i sistemi sanitari devono garantire un accesso immediato agli strumenti diagnostici già disponibili per identificare con precisione disturbi come l'Alzheimer e il Parkinson, in modo che le persone possano gestirne i sintomi il prima possibile".

Quando agli intervistati è stato chiesto il motivo per cui vorrebbe sapere, infatti, la risposta più comune (71%) è stata proprio quella di poter iniziare il trattamento in grado di aiutarli a gestire i sintomi della malattia. Tra le altre motivazioni esposte dal campione, la possibilità di cambiare stile di vita in modo da rallentare – potenzialmente – gli effetti della demenza (66%), e la facoltà di prendere decisioni informate (62%). Non manca, chiaramente, chi preferirebbe non sapere, in modo da non sopportare preoccupazioni ritenute ingiustificate, ritenendo inutile l'essere conscio di una malattia senza essere in grado di controllarla.

Ben Newton, direttore PET-neurologia per GE Healthcare, ha commentato: "È comprensibile che la demenza sia un argomento spaventoso per le persone. Detto questo, anche se attualmente non esistono cure per molte malattie neurologiche, ci sono terapie e approcci in grado di modificarne i sintomi, qualora la malattia venga diagnosticata abbastanza presto. È interessante, ad esempio, notare come la maggioranza degli intervistati con esperienze di un disturbo neurologico sofferto da una persona cara abbia affermato che vorrebbe sapere. Nonostante non ci sia alcuna cura".

La ricerca ha anche sondato il riconoscimento dei possibili segni e sintomi di demenza da parte degli intervistati. E, mentre la maggioranza identifica la perdita di memoria (70%) e il disorientamento (61%) come segni di demenza, meno della metà degli intervistati è in grado di individuare altri sintomi molto comuni, tra cui la perdita di iniziativa, problemi del linguaggio, cambiamenti di comportamento, umore e personalità.

"Capire e conoscere tutti i sintomi di un disturbo neurologico è fondamentale per aiutare persone a noi care che mostrino i primi segni di demenza – ha concluso Newton – Agire prontamente di fronte a eventuali problemi permetterebbe ai pazienti di avere accesso a diagnosi e interventi precoci, che potrebbero aiutare a gestire e ritardare l'impatto della malattia".


 Demenza, conoscerla per affrontarla [2]

-          Ci sono più di 450 milioni di persone che convivono con disturbi neuropsichiatrici e neurodegenerativi.
-          Attualmente non vi è alcuna cura per la demenza.
-          Ogni quattro secondi viene diagnosticato un nuovo caso di demenza.
-          In tutto il mondo 44 milioni di persone sono affette da demenza, e questo numero è destinato a raddoppiare ogni 20 anni.
-          Demenza è un termine usato per descrivere diversi disturbi cerebrali che colpiscono la memoria, il pensiero, il comportamento e le emozioni.
-          I primi sintomi di demenza possono includere perdita di memoria, difficoltà nell'esecuzione di semplici attività quotidiane, problemi del linguaggio e cambiamenti di personalità.
-          La malattia di Alzheimer è la causa più comune di demenza. Altre forme includono disturbi vascolari, la demenza da corpi di Lewy e la demenza frontotemporale.
-          Nel 2010, i costi della demenza in tutto il mondo hanno superato l'1% del PIL globale, ammontando a 604.000.000.000 dollari. Se la cura della demenza rappresentasse una nazione, sarebbe la 18esima economia del mondo. Se fosse una società, sarebbe la più grande del mondo per fatturato annuo.

Per decenni, GE Healthcare ha prodotto scanner diagnostici, agenti di imaging e software per aiutare i medici a vedere più chiaramente all'interno del cervello e migliorare la gestione del paziente. Tra il 2010 e il 2020, GE Healthcare prevede di investire 500 milioni di dollari nella ricerca sulle malattie neurologiche: l'investimento attraversa tutte le linee di GE Healthcare e si concentra sullo sviluppo di nuove soluzioni di diagnostica neurologica, ampliando gli orizzonti della ricerca già in corso. I settori di intervento comprendono la diagnosi di disturbo da stress post-traumatico, morbo di Alzheimer, morbo di Parkinson, sclerosi multipla, ictus, trauma cranico e lesioni cerebrali traumatiche.

GE Healthcare ha anche lanciato "MIND", applicazione gratuita per iPad per le persone con malattie neurologiche e per chi fornisce assistenza ai malati. Creata e approvata da neurologi, la app "MIND" di GE Healthcare è progettata specificamente per le persone colpite da disturbi neurologici come il morbo di Alzheimer, Parkinson, ictus e trauma cranico e utilizza la musica e l'arte per permettere ai pazienti di svolgere attività che coinvolgono sia il livello emotivo che quello fisico, offrendo un'esperienza sia stimolante che divertente. MIND è disponibile su iTunes o presso mindonlinecampaign.com.

Informazioni sulla ricerca
Lo studio "Il valore della conoscenza" è stato condotto da Millward Brown a giugno 2014, intervistando in ciascuno dei dieci Paesi coinvolti un campione di 1.000 adulti accuratamente selezionati perché rispondessero ai requisiti richiesti dal progetto.

GE Healthcare
GE Healthcare fornisce tecnologie e servizi medicali progettati per rispondere alla necessità di un maggiore accesso alle cure ed una migliore qualità ed accessibilità alle stesse in tutto il mondo. GE (NYSE: GE) si occupa di cose che contano – grandi persone e grandi tecnologie che affrontano sfide difficili. Attraverso l'esperienza nell'imaging medicale, nella diagnostica, nelle tecnologie informatiche, nei sistemi di monitoraggio paziente, nella ricerca su nuovi farmaci e nello sviluppo di tecnologie dedicate alla ricerca farmacologica, nel miglioramento delle prestazioni cliniche, GE Healthcare sta aiutando i professionisti della medicina ad offrire migliori cure ai loro pazienti. Per maggiori informazioni su GE Healthcare visitare www.gehealthcare.it. Per le ultime novità GE Healthcare, consultare http://newsroom.gehealthcare.com.


[1] WHO 2012 Fact Sheet
[2] Alzheimer's Disease International, Department for Health, 2007 WHO Survey, WHO 2012 Fact Sheet





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Redazione del CorrieredelWeb.it

Alla ricerca della felicità in 5 città italiane. Ottobre mese del benessere psicologico

Alla ricerca della felicità, tra recensioni e "tweet". 

Ottobre mese del benessere psicologico. Genova, Cagliari, Arezzo, Bari e Reggio Emilia le città migliori, confermate anche da PaesiOnLine. 


Dal 1 al 31 ottobre in oltre 130 comuni italiani si celebra il mese del benessere psicologico, iniziativa promossa da SIPAP - Società Italiana Psicologi Area Professionale, campagna di sensibilizzazione e promozione della cultura del benessere della persona che punta a migliorare la qualità della vita. Trovare del tempo da dedicare a sé stessi, fare cose che rilassano e danno piacere, incontrare persone nuove, visitare città e luoghi interessanti. Queste alcune delle attività che aiutano ad essere felici e a ripristinare una situazione di equilibrio interiore. Ma dove andare a cercare la felicità?

Il tema della felicità ha assunto un'importanza sempre maggiore nell'attuale contesto, caratterizzato da ritmi sempre più frenetici e, talvolta, spersonalizzanti, al punto che recentemente Wired e Voices from the Blogs hanno deciso di stilare una classifica delle città più felici, partendo dall'analisi di oltre 40 milioni di tweet ogni giorno.

"I tweet presi in esame in questa ricerca non fanno, però, distinzione tra residenti e turisti. - Ha commentato Luca Grimaldi, responsabile editoriale del portale turistico PaesiOnLine (www.paesionline.it). - E' evidente che coloro che abitano in una determinata città, ne hanno una percezione completamente diversa rispetto a chi la vive da turista per un periodo di tempo limitato. Abbiamo, quindi, preso i dati di questa interessante ricerca e li abbiamo incrociati con quelli derivati dall'analisi dei post e delle recensioni inseriti dai nostri utenti, 850.000 solo in Italia, ricavando, così, un elenco con 5 città ideali per ricercare il proprio benessere psicologico."

La città più felice secondo Twitter è Genova (http://goo.gl/sRyhxO), una tendenza confermata anche dagli utenti di PaesiOnLine, che la promuovono con un voto generale di 8, segnalando ben 106 luoghi di interesse da non perdere. I vicoli del centro storico suscitano un fascino intramontabile sui turisti, ma è senza dubbio il suo famoso Acquario l'attrazione principale. Medaglia d'argento per Cagliari (http://goo.gl/7zXHi3), promossa dal portale con 7,6. Ben nota per il suo mare cristallino, il capoluogo sardo vanta anche un vasto patrimonio artistico culturale (tra gli esempi più importanti, bastione di Saint Remy), al punto che il tag "arte e cultura" viene usato quasi con la stessa frequenza di "sole e mare". Al sesto posto nella classifica di Wired e Voices from the Blogs, ma promossa sul podio da PaesiOnLine, troviamo Arezzo (http://goo.gl/4SJYVk), che ottiene un 8 pieno. Arte e buona tavola, queste le caratteristiche peculiari della cittadina toscana, che la rendono una meta
ideale per chi voglia rigenerarsi. Scendendo in Puglia, un altro scorcio di paradiso è offerto da Bari (http://goo.gl/cT2sNw), voto 7,6, città ricca di storia, arte e religione. Oltre a vantare alcuni dei più importanti esempi di architettura romanica pugliese, la città ospita le reliquie di San Nicola di Bari, noto anche al di fuori del mondo cristiano perché la sua figura ha dato origine al mito di Santa Claus. Ultima città segnalata, ma non per questo meno importante, Reggio Emilia
(http://goo.gl/wDTVUq), che, con un voto di 7,2, sembra essere la città antistress per eccellenza. Il comune emiliano, infatti, è l'unico tra quelli segnalati nella top ten di Wired e Voices from the Blogs ad avere il tag "bicy friendly". Il territorio pianeggiante e il traffico contenuto rendono la città perfetta per i ciclisti, garantendo, inoltre, un basso livello di inquinamento acustico e atmosferico. Da non perdere anche il centro storico della città, importante esempio di architettura cinque-settecentesca.




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Redazione del CorrieredelWeb.it

domenica 28 settembre 2014

Kylie Simonds 11 anni: la bimba malata di cancro che ha inventato lo zainetto per la chemioterapia

Tutto nasce da un compito di scuola: "Crea qualcosa che faciliti la vita di tutti i giorni". Kylie ha pensato alla sua e a quella degli altri bambini che vivono la sua malattia e a quell'ingombrante palo porta flebo, troppo pesante per loro

Si chiama Kylie Simonds una ragazzina di undici anni, come tante altre. Di Naugatuck, cittadina del Connecticut la sua forza ha commosso e conquistato l'America Tre anni fa, all'età di otto anni, ha scoperto quello che le avrebbe cambiato per sempre la vita: un cancro. Kylie è malata, un tumore al tessuto connettivo: maligno, molto raro e caratteristico dei bambini e ha continuato a combattere inventando uno speciale zainetto per aiutare i bambini a vivere meglio la chemioterapia.

Nonostante la malattia e le terapie, Kylie è determinata a vivere la sua vita: il pomeriggio è in ospedale per la chemio, ma la mattina continua ad andare a scuola. Ed è proprio dalla scuola che nasce l'idea del suo 'zainetto medico', da un compito dato dalla maestra alla classe: "Crea qualcosa che faciliti la vita di tutti i giorni", era la consegna.Kylie ha qualcosa da insegnarcii: ha pensato alla sua e a quella degli altri bambini che vivono la sua malattia. Alla Abc News ha raccontato che uno degli aspetti più scoccianti della chemio era l'asta della flebo, troppo pesante per una bambina. "Mi faceva inciampare continuamente.

 

Era davvero faticoso andare in giro. Avevo sempre bisogno di qualcuno che mi spingesse i pali, perché ero troppo debole".Ed ecco quindi l'idea: trasferire tutti quei tubi, quella sacca e il controllo per i dosaggi delle medicine in un semplice zainetto per la scuola. Quello di Hello Kitty per lei, che ha messo a punto grazie all'aiuto dei genitori e dei suoi medici.Un'idea sviluppata nel corso dell'ultimo anno per cui Kylie è ora impegnata a raccogliere le donazioni necessarie e che è diventato anche il protagonista di una campagna fondi per costruirne un prototipo funzionante da mettere in produzione. 

All'appello hanno già aderito diverse aziende e sono stati raccolti, secondo la stampa americana, già oltre 50mila dollari.Ma non solo, con quell'idea Kylie ha anche vinto quattro premi ad un concorso nazionale per giovani inventori e ricevuto parecchi elogi da esperti e dottori. Senza contare il grande numero di fan, fra cui molti bambini malati di cancro come lei, che la supportano in questa impresa.



Ebola, superati i 3'000 decessi.

Su un totale di 6'574 pazienti affetti da Ebola in cinque paesi africani ne sono morti 3'093. Lo "Sportello dei Diritti" continua a pubblicare gli aggiornamenti epidemiologici ufficiali perché non si abbassi la guardia

L'OMS ha pubblicato i suoi dati: su un totale di 6'574 pazienti affetti da Ebola, in cinque paesi africani, ne sono morti 3'093. E' stato tristemente superato il primato delle 3'000 unità. Cifre che c'inducono a ritenere di aver ragione quando abbiamo continuato anche nelle scorse settimane a pubblicare gli aggiornamenti epidemiologici ufficiali perché non si abbassi la guardia.In Guinea ci sono stati 648 morti su 1'074 casi, in Liberia, il paese più colpito, sono state interessate 3'458 persone, di queste non ce l'hanno fatta in 1'830, e in Sierra Leone il virus ha infettato 2'021 persone, di questa 605 sono state uccise.

Otto morti su 20 casi in Nigeria. I dati sono relativi al 23 settembre.E' stato comunicato da un giornalista dell'AFP che il Senegal ha annunciato l'apertura di un corridoio umanitario per permettere il trasporto aereo di aiuti nei tre paesi più colpiti. L'1 settembre anche la Costa d'Avorio, dove non si segnalano casi di Ebola, ha annunciato l'apertura di corridoi umanitari con la Guinea e la Liberia, pur mantenendo la chiusura delle frontiere con questi paesi fortemente colpiti dall'epidemia.Venerdì scorso, il presidente Barack Obama ha sottolineato che l'Africa occidentale è stata "travolta" dall'epidemia di Ebola e che il mondo non permetterà mai di arrendersi.Anche l'ECDC, l'Ente Europeo per la Prevenzione ed il Controllo delle Malattie ha pubblicato, come ogni settimana dallo scoppio dell'epidemia, i suoi dati sull'evoluzione della malattia che differiscono, di poco, con quelli dell'OMS.

Secondo l'Agenzia, dal dicembre 2013 e sino al 21 settembre 2014, sono 6.262 i casi ufficiali di Ebola (EVD), tra cui 2.917 morti, in Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone. Questo, come più volte ricordato, è il primo focolaio di EVD in Africa occidentale ed è senza precedenti nella dimensione e distribuzione geografica, che interessano densamente popolate aree urbane. Da segnalarsi anche i 373 casi riconosciuti tra gli operatori sanitari, tra cui 208 decessi. L'epidemia continua ad aumentare rapidamente e le cifre riportate sono ritenute sottostimate circa la vera ampiezza della diffusione. Basta guardare la differenza con il precedente aggiornamento dell'ECDC del 19 settembre, che vede l'aumento di 915 nuovi casi e 287 morti.

Un recente studio pubblicato dall'Ebola Response Team prevede più di 20 000 contagi (5 740 in Guinea, 9 890 in Liberia e 5 000 in Sierra Leone) fino inizio novembre 2014. Ad oggi, nessun caso è stato trovato positivi all'esterno della Guinea, Liberia, Nigeria e Sierra Leone, ad eccezione di un caso importato in Senegal (un cittadino della Guinea che era giunto  in  Guinea).Di seguito, riportiamo la distribuzione dei casi segnalati sino a questa settimana in Guinea, Sierra Leone, Liberia, Nigeria e Senegal, settimana 48/2013 al 39/2014 (dati a partire dal 21 settembre 2014 *)

Casi e morti di EVD, che hanno colpito West Africa paesi, a partire dal 21 settembre 2014, settimana 39

Paese                  Casi      Morti

Guinea              1 022         635

Sierra Leone     1 940         597

Liberia.             3 280      1 677

Nigeria                  20             8

Senegal                    1             0

TOTALE          6 263      2 917



sabato 27 settembre 2014

Avastin Roche: divieto di commercializzazione nell'Ue


L'antitumorale di Roche Avastin non potrà essere commercializzato nell'Ue per curare il glioblastoma ricorrente diagnosticato sui pazienti adulti. Lo ha indicato oggi l'Agenzia europea per i medicinali, che ha definitivamente confermato una decisione già presa in maggio.

Da parte sua il gigante farmaceutico renano valuterà ora i suoi futuri passi, anche alla luce di due studi che sono ancora in corso, ha indicato all'Awp una portavoce. Avastin è già approvato negli Stati Uniti e in oltre 60 altri paesi, ma principalmente per i casi di GBM ricorrenti. In Giappone, le indicazioni includono il trattamento del glioma maligno, il GBM recentemente diagnosticato ed è consentito anche in combinazione con chemioterapici vari.

Il glioblastoma  è la forma più comune e più maligna di cancro al cervello. Ogni anno nell'Unione europea vengono diagnostica circa 13'000 casi. Da parte sua Avastin è uno dei pilastri del fatturato di Roche: nel 2013 ha generato vendite per 6,25 miliardi di franchi.



Uso moderato di alcol aumenta il rischio di cancro al seno. Lo dice uno studio canadese

L'alcol è un noto cancerogeno, anche 1 o 2 bicchieri di vino al giorno comporta rischio 

La battaglia che anche Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti" porta avanti contro l'uso dannoso dell'alcol, oggi ha una nuova conferma nello studio canadese dell'Università di Victoria per la ricerca di Dipendenze BC (CARBC), pubblicato sulla rivista Alcoholism: Clinical and Experimental Research. Secondo il rapporto anche i bevitori moderati sono soggetti ad un elevato rischio di sviluppare il cancro al seno. Lo studio, suggerisce che i livelli di consumo indicati nelle linee guida del bere con basso rischio di incidentalità del Canada per le donne rappresentano ancora un rischio. 

Il Dr. Kara Thompson, ricercatore associato presso CARBC, ha osservato che anche uno o due bicchieri al giorno aumenta il rischio di cancro al seno dell 8 per cento. Inoltre ha detto  alla radio CBC News che lo ha intervistato "Se sei un bevitore di un bicchiere al giorno, fa aumentare il rischio di contrarre il cancro ". "Quando si aggiungono altri fattori di rischio, quale quello genetico e altre cose a quello, il rischio potrebbe salire in percentuale in modo sostanziale." I ricercatori hanno rivisto ed analizzato 60 studi che sono stati intrapresi prima del 2013, molti dei quali hanno avuto risultati contrastanti circa il legame tra consumo a basso dosaggio e il cancro al seno. Essi hanno scoperto che solo sei di questi studi erano "liberi di potenziali gravi pregiudizi", molti dei quali esaminati a causa del modo in cui i bevitori e gli ex bevitori sono stati classificati in quegli studi. I ricercatori autori dello studio hanno concluso l'intervista con:  "I risultati hanno confermato un aumento significativo del rischio di cancro al seno da consumo a basso dosaggio".

Anche se il rischio assoluto rimane minimo, uno dei co-autori, il dottor Tim Stockwell, ha evidenziato che i risultati dovrebbero tuttavia incoraggiare alla cautela. Ha detto:"In generale, meno consumo significa meno rischi per la salute". Il Centro per la Ricerca delle Dipendenze di BC stima che tra 250 e 500 donne canadesi muoiono di cancro al seno legato al loro consumo di alcol ogni anno. Ancora una volta, rileva Giovanni D'Agata, studi scientifici dimostrano gli effetti devastanti sulla salute di chi beve. È importante, quindi, rendere noti i risultati delle ricerche per far comprendere a tutti che bisogna evitare di bere perché le conseguenze negative per la salute si possono verificare anche dopo anni.


Sicurezza alimentare. Tonno contaminato da mercurio: allarme in Italia di Rasff, sistema di allerta rapido comunitario.


Dall'inizio dell'anno sono 221 le segnalazioni diffuse dal Rasff riguardanti la presenza di metalli pesanti negli alimenti e di queste 93 riguardano proprio l'eccesso di mercurio nel pesce. La Spagna è il paese che ha subito il più alto numero di notifiche (48). Ieri, 25 settembre, una nuova segnalazione diffusa dal sistema di allerta rapido per alimenti mangimi (Rasff) figura la notifica inviata dal nostro Ministero della Salute, di eccesso di mercurio nelle bistecche di tonno albacora importato dalla Spagna. 

Tale concentrazione di metalli pesanti dipende con l'aumentare dell'inquinamento dei mari. In particolare destano sempre più preoccupazione le concentrazioni elevate di mercurio nei pesci, soprattutto nelle specie di grandi dimensioni che accumulano maggiori metalli pesanti. In Italia nel 2014 si contano già 40 segnalazioni di pesce importato contaminato da mercurio, proveniente perlopiù da Spagna e Portogallo. Le concentrazioni rilevate nei lotti di Thunnus albacares sono di 2,1 mg/kg – ppm. Per le specie di grandi dimensioni i valori considerati sicuri non dovrebbero superare 1 mg/kg.m. A rischiare in questo caso sono soprattutto le donne incinte e i bambini, sensibili anche a concentrazioni considerate innocue per altri soggetti. Il consiglio degli esperti è di non comprare il pesce spada, lo smeriglio e il tonno, più saturi di metalli pesanti pericolosi per l'organismo umano.

Pertanto Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", consiglia i consumatori, quando si va in pescheria, di preferire pesci mediterranei di piccole dimensioni, come alici e sardine, ricchi di nutrienti e meno a rischio di estinzione. Il buonsenso e le linee guida dei nutrizionisti suggerirebbero di non superare i 100 grammi alla settimana di pesce spada o tonno, mentre per le altre specie complessivamente si può consumare fino a 300-400 grammi di pesce alla settimana, alla luce dei grandi benefici per la salute che ne derivano. L'importante è variare molto le specie da portare in tavola, seguendo la stagionalità anche per il pesce e preferendo il mercato ittico locale. Inoltre, per quanto riguarda questa partita di pesce, chiunque avesse acquistato questi prodotti è invitato a non consumarli e a consegnarli al rivenditore o al Servizio igiene degli alimenti e nutrizione della ASL locale



venerdì 26 settembre 2014

Venezia: concluso il meeting dei Capi delle Agenzie europee della Sicurezza alimentare

 

Sottosegretario De Filippo:

"One Health" è l'unica garanzia per la sicurezza alimentare di cittadini e consumatori"

 

"La strategia "One Health" è l'unica garanzia per la sicurezza alimentare di cittadini e consumatori e pertanto occorre investire risorse, tempo, controlli e progettazione per affermarla nel nostro Paese e in Europa": in queste parole del Sottosegretario Vito de Filippo è contenuto il senso finale dei due meeting internazionali sulla sicurezza alimentare conclusi quest'oggi a palazzo Ferro Fini, sede del Consiglio Regionale del Veneto. "One health" è un approccio strategico nuovo e significa proteggere la salute pubblica controllando l'interfaccia tra persone, animali e ambiente, ed è la scommessa che a Venezia hanno condiviso i maggiori esperti europei di controllo e verifica della sicurezza degli alimenti.


Nel suo intervento di apertura il Sottosegretario di Stato ha ricordato l'impegno del Governo italiano in materia di sicurezza alimentare e lotta alla contraffazione agroalimentare. Ha auspicato inoltre che il Consiglio accolga la proposta del Parlamento europeo, supportata dalla Presidenza italiana ed inserita nella revisione del regolamento sui controlli ufficiali, di creare un Centro di referenza europeo per l'autenticità e l'integrità della catena agroalimentare.



Ministro Lorenzin alla Casa Bianca per il Summit mondiale su "Global Health Security Agenda"

Lorenzin: "È necessaria una collaborazione ma anche una forte leadership e un forum permanente per identificare e attuare le priorità. Mai un summit GHSA è  stato così opportuno e tempestivo e il nostro Paese è particolarmente lieto della partecipazione attiva a questo incontro".

 

 

Il ministro della Salute Beatrice Lorenzin è  intervenuta alla Casa Bianca invitata dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama al summit mondiale su "Global Health Security Agenda" dove si discute di sicurezza e delle emergenze in tema di salute. In particolare si affrontano le problematiche degli agenti infettivi, sia microbici che virali, della loro sorveglianza e di come combatterli, incluso il problema della resistenza anti microbica, considerata un problema prioritario dall'Organizzazione mondiale della sanità.

In agenda l'emergenza Ebola che ha colpito i Paesi africani, e la necessità di un impegno comune con interventi integrati sia a livello locale che globale per evitare che l'epidemia si allarghi.

Il ministro della Salute ha spiegato che il nostro Paese, unico nel panorama mondiale, adotta la formula del "One Health", cioè la pratica di  tenere insieme la salute umana, animale e la sicurezza degli alimenti sotto il controllo di un singolo ministero, quello della Salute. Il che permette  di pianificare e affrontare in modo coordinato, efficace e tempestivo le problematiche che insorgono, fornendo ai cittadini un maggior senso di sicurezza e protezione. Tutto ciò accade in Italia fin dal 1958,  e questo approccio viene oggi considerato con enorme interesse e come esempio di organizzazione moderna e innovativa dai paesi presenti al summit.

È stata formalizzata la leadership dell'Italia nel campo delle immunizzazioni, decisa in estate al vertice di Giacarta; in una parola spetterà al nostro Paese predisporre i piani strategici di implementazione, comunicazione e monitoraggio sulle vaccinazioni nelle varie parti del mondo, in particolare per la prevenzione di quelle malattie infettive che possono causare anche estese epidemie. Importantissimo viene considerato l'aspetto educativo e di comunicazione nei confronti delle persone a favore delle vaccinazioni, a cominciare dal morbillo, attraverso campagne di informazione per le  immunizzazioni.

Di grande rilevanza l'impegno da noi assunto per il bacino del Mediterraneo: grazie alle solide relazioni bilaterali con i Paesi dell'area e alle collaborazioni in tema sanitario è stato chiesto all'Italia di rafforzare il cordone sanitario per le malattie infettive (come la Tbc) spesso favorite da quelle croniche, nonché dai problemi di malnutrizione. Questo perché il nostro Paese ha condotto e conduce una instancabile azione di controllo e pattugliamento del Sud del Mediterraneo in risposta all'emergenza umanitaria che porta verso le nostre coste migliaia e migliaia di migranti che fuggono dalle povertà  e dalle guerre in Africa e nel Medio oriente.

Riguardo all'emergenza Ebola, come presidente di turno della Ue, l'Italia ha rappresentato gli sforzi di coordinamento europeo operando su due fronti, così come suggerito dall'Organizzazione mondiale della sanità: aumentare il numero di strutture sanitarie nei Paesi colpiti dall' epidemia e rispondere ai requisiti di pronto intervento ove richiesti. L'Italia in tal senso sta dando il suo contributo in termini di fondi, attività di laboratorio e operatori sanitari.

Il ministro Lorenzin ha concluso il suo intervento sottolinenando come nessuno di questi sforzi nel campo della salute può essere implementato con successo se lasciato isolato ai singoli.  "È necessaria una collaborazione ma anche una forte leadership e un forum permanente per identificare e attuare le priorità. Mai un summit GHSA è  stato così opportuno e tempestivo e il nostro Paese è particolarmente lieto della partecipazione attiva a questo incontro".

 


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