Nonostante venga
soprannominata anche malattia del bacio è sbagliato pensare che si trasmetta solo
attraverso le effusioni: il pazienti affetti da mononucleosi, infatti,
aumentano esponenzialmente con l’arrivo della stagione autunnale e invernale a causa di starnuti e colpi di
tosse, sintomi inconfondibili delle patologie da raffreddamento contratte in
concomitanza con l’abbassamento delle temperature.
La mononucleosi è una patologia infettiva originata da un virus che
colpisce nella maggiori parte dei casi bambini e ragazzi. Ma quali sono i
segnali inconfondibili che accompagnano questa malattia? In primis si rileva febbre alta accompagnata da linfonodi e parotidi ingrossate, sudorazione notturna, mal di gola o faringite. A un più attento
esame dei valori sanguinei sono solitamente presenti anche incremento delle transaminasi e piastrinopenia (cioè livelli di piastine inferiori ai limiti
consentiti).
Il 10% delle persone che
vengono infettate dal virus della mononucleosi riscontrano la comparsa di rush cutanei sotto forma di piccole
macchie rossastre.
Se i sopra citati sintomi
sono accompagnati da stanchezza e
spossatezza è importante consultare un medico in grado di fare una diagnosi
mirata e procedere con una cura ad hoc per la mononucleosi. Nel caso poi di
pazienti con un sistema immunitario compromesso o malattie a esso correlate è
fondamentale l’intervento medico tempestivo per evitare il rischio di
complicanze.
Una volta completata la cura,
il paziente ritorna in salute in alcune settimane, anche se il senso di affaticamento
e l’ingrossamento della milza tende a persistere per un periodo più lungo,
solitamente di alcuni mesi.
Nonostante non esista una
cura preventiva o vaccino per fermare il contagio, è fondamentale evitare il
contatto con la saliva di pazienti infetti anche in seguito alla scomparsa dei
sintomi, in quanto il virus continua ad essere presente nell’organismo per
diversi mesi anche dopo l’apparente guarigione.


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