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domenica 8 febbraio 2015

Chirurgia estetica: “burqa di carne” o diritto di sentirsi meglio?

Negli ultimi giorni il tema della chirurgia estetica è tornato prepotentemente alla ribalta in seguito ad un intervento diretto e pungente del cardinale Gianfranco Ravasi, in occasione di un incontro dedicato al tema dell'uguaglianza e della differenza. Durante il suo discorso il cardinale ha parlato della chirurgia estetica come di “burqa di carne”, che spinge le donne a ricorrere sempre più spesso alla figura del chirurgo estetico, spingendole ad accettare uno stereotipo femminile irrispettoso delle differenze fisiche. Ma è davvero così? E perché questo intervento ha suscitato tanto scalpore sui mass media italiani, e in particolare sulla carta e sul web? Il tema della chirurgia estetica torna spesso come argomento di confronto e dibattito e - come sempre e in tutte le cose - occorrere cercare il giusto mezzo e il giusto equilibrio. Secondo quanto riportato dai media italiani, Monsignor Ravasi si dice impressionato “dall'altissimo numero di teenager che chiedono per il compleanno un seno nuovo”. Ma è davvero così?
In realtà, secondo i dati forniti da Marco Castelli, chirurgo estetico di esperienza internazionale, specie nella mastoplastica additiva a Varese e in Svizzera,  “le adolescenti che ricorrono al bisturi per aumentare il volume del loro seno sono davvero una piccola percentuale delle pazienti totali che ricorrono alla chirurgia estetica”. La maggior parte delle donne che ricorrono alla chirurgia estetica appartiene alla fascia di età compresa tra i 30 e i 55 anni e si tratta molto spesso di donne divorziate, che utilizza l’assegno del mantenimento del marito per farsi un ritocchino e riscattarsi socialmente. Spesso infatti un piccolo cambiamento fisico, una piccola miglioria estetica aiuta non solo a sentirsi meglio, ma aiuta a segnare una sorta di spartiacque tra il passato e il futuro, tra un matrimonio fallito alle spalle e le nuove speranze della vita che ci attende. 
Naturalmente, anche in queste circostanze, non è difficile trovare donne disposte a tutto pur di apparire giovani e belle, sfidando l’età, il buon gusto e il buon senso. E qui torna naturalmente in auge il concetto di “burqa di carne”, diventata ormai una normalità nello show business televisivo, dove vallette, veline, showgirl, conduttrici e pseudo attrici tendono a somigliarsi tutte, a colpi di zigomi alti, seni sempre più grandi e nasi all’insù. E allora, come venirne a capo?
 “Come sempre – ha commentato Marco Castelli – è opportuno lasciarsi guidare e consigliare dagli esperti del settore e smetterla di riconcorrere uno stereotipo di bellezza impossibile e inopportuna, che rende la chirurgia estetica eccessiva davvero fuori luogo ”. In breve, è la chirurgia estetica che deve aiutarci a sentirci meglio, che deve fare qualcosa per noi e non il contrario.

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