Ricercatori
dell’Istituto di genetica molecolare del Cnr di Pavia in collaborazione
con l’Ifom di Milano hanno dimostrato che la proteina Nova2, fino ad
ora considerata presente solo nel cervello, è espressa anche dalle
cellule che compongono i vasi sanguigni ed è direttamente collegata al
loro sviluppo. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications
Formare
nuovi vasi sanguigni, attraverso un processo chiamato angiogenesi, è
indispensabile perché i diversi tessuti e organi che compongono gli
organismi ricevano l’ossigeno e le sostanze nutrienti indispensabili
alla loro sopravvivenza. Questo processo è però determinante anche nella
progressione tumorale in quanto, fin dalle prime fasi del proprio
sviluppo, le cellule cancerose stimolano la formazione di nuovi vasi per
sostenere la propria crescita e disseminazione metastatica.
Lo studio dell’angiogenesi è cresciuto negli ultimi anni proprio al fine di sviluppare terapie anticancro innovative che fermino il tumore o che lo facciano regredire bloccando la formazione dei suoi vasi.
I
ricercatori dell’Istituto di genetica molecolare del Consiglio
nazionale delle ricerche (Igm-Cnr) di Pavia e dell’Ifom di Milano,
diretti rispettivamente da Claudia Ghigna e da Elisabetta Dejana, hanno
dimostrato che la proteina Nova2, che si credeva presente esclusivamente
nel cervello, in realtà è espressa anche nelle cellule dei vasi
sanguigni. Lo studio è stato pubblicato su Nature Communications.
“Per la prima volta il nostro gruppo ha dimostrato che un meccanismo
chiamato ‘splicing alternativo’, con cui i mattoni che formano i geni
umani possono essere tagliati e montati in vari modi, consentendo a un
singolo gene di produrre differenti proteine, funziona anche durante lo
sviluppo del sistema vascolare.
Grazie a questo processo Nova2 regola
l’angiogenesi ed è in grado di manipolare ed ampliare le informazioni
racchiuse nei geni, decidendo quando, dove e quali tipi di proteine, ma
soprattutto con che quantità, devono essere sintetizzate”, spiega
Ghigna.
Questa
scoperta evidenzia che lo splicing alternativo è cruciale per lo
sviluppo di un organismo e per la regolazione delle sue funzioni
biologiche, come il completamento della sequenza del genoma umano ha
dimostrato. Il nostro corredo genetico è costituito da 25.000 geni, un
numero analogo a quello di organismi molto meno complessi, ma lo
splicing alternativo produce quasi 90.000 tipi diversi di proteine
consentendo ai vari tessuti di differenziarsi. “In particolare, la
scoperta dimostra la notevole somiglianza anatomica, strutturale e
funzionale tra vasi sanguigni e nervi. Entrambi possiedono infatti
cellule specializzate molto simili ed utilizzano le stesse molecole per
guidare il loro corretto percorso e il raggiungimento dei tessuti
bersaglio all’interno di un organismo”, prosegue la ricercatrice.
Questi
studi seguono ancora vie sperimentali e necessitano di una comprensione
più approfondita dei meccanismi biologici che regolano la formazione di
nuovi vasi sanguigni. “Lo splicing alternativo è un processo
fondamentale per la progressione tumorale in quanto consente alle
cellule cancerose di produrre proteine che le cellule normali non hanno.
Approfondendo queste conoscenze potremmo avere informazioni importanti
per combattere numerose malattie umane, compreso il cancro, con lo
sviluppo di nuovi e più specifici approcci terapeutici”, conclude
Ghigna.
Didascalia immagine
Immagine dell’albero vascolare (in rosso) di un embrione di pesce zebra utilizzato per studiare il processo di angiogenesi durante lo sviluppo embrionale.

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