Grande apporto da parte dal mondo dell'imprenditoria con la KonsulGroup
Il corpo visto come strumento di un’intelligenza che non va offesa e quindi tutelata, preservata, curata, difesa, nel caso anche con l’offesa. La cura si ha mediante una corretta educazione alimentare, affinché già dalla prima colazione ci si possa amare; prosegue poi con una giusto atteggiamento verso gli stereotipi della moda; con un accentuato livello di autostima e si conclude con l’apprendimento delle tecniche di Wing Chun affinché la donna, ma anche l’uomo, possa difendersi da eventuali violenze fisiche, fino al corpo a corpo a terra.
Questa la mission del Comitato Organizzatore Volla Music Festival che, insieme alla sociologa professionista Bianca Baraini, propone un intervento nelle scuole medie superiori, in particolare per l'ultima classe. Un progetto proposto alla Regione Campania, che certamente troverà riscontro positivo, essendo parte della manifestazione, già patrocinata dalla stessa, "Inventa la tua città ecocompatibile, Premio Città-Futuro, I edizione" e che si rivolge a tutte le case di moda, già sottoscrittrici di un cartello contro la taglia 38, nonché ai centri benessere, agli istituti di educazione alimentare, ai nutrizionisti, ai medici, e a quanti si occupino di formazione a stretto contatto con i cosiddetti teenagers.
Un modello nuovo, quindi, che parta da dati statistici allucinanti: il problema riguarda per il 90% il sesso femminile, soprattutto ragazze e donne tra i 13 ed i 30 anni di età. Il fenomeno è quasi sconosciuto nel Terzo Mondo e sembra che, nei paesi industrializzati, sia indotto dal modello occidentale di aspetto fisico riconosciuto e legittimato per essere valutati “belli”.
Ciò non toglie che ultimamente si assiste anche a casi di sesso maschile. Quale l'obiettivo che si prefigge la presidentessa del comitato sopra citato? Ottenere un rapporto con il proprio corpo vissuto con amore, rispetto e prendendosi cura di se stessi. Ciò comporta il voler star bene e presentarsi in modo né svogliato né trasandato, ci si pone con interesse ad indossare abiti con un gioco di tagli, bordature, inserimenti di colori, mix di materiali che snelliscono, armonizzano ed addolciscono le forme.
Niente complessi, niente tristezza, solo voglia di esistere e rapportarsi con gioia e rispetto per la propria vita; solo questo senza razzismi ed etichette può dare la convivenza sociale senza pregiudizi e commenti offensivi; le case di moda infatti ne stanno dando un esempio con il suo progettare modelli per tutte le misure.
L'ambito operativo è quello di soggetti che vivono il disagio e la sofferenza arrecata dall’anoressia. Colloqui conoscitivi di come vive la persona, il contesto relazionale familiare e sociale, la dinamica interna, la consapevolezza di convivere con l’anoressia come problema, dramma o disagio.
La moda può portare degli stereotipi che vengono interpretati diversamente da coloro che soffrono di disturbi dell’alimentazione, enfatizzando corpi magri, snelli, quasi tendenti all’anoressia. La leva necessaria è riconoscersi così come si è, poter quindi indossare abbigliamenti consoni senza discriminare la propria espressione fisica. Valorizzare, attraverso il corpo, anche la mente. Allora, perché non iniziare proprio da coloro che propongono tali modelli?
Tutte le aziende che volessero aderire, possono inviare un'e-mail a redazionenewage@gmail.com.
La sottoscrizione ha un costo libero, mediante un'offerta in danaro, che andrà a coprire interamente le spese del progetto.
In cambio, il comitato offre, tramite l'agenzia di comunicazione virtuale ELLEI, un ufficio stampa su tutto il territorio nazionale.
Lidia Ianuario
338-3196357 - 346-5107357
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