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domenica 28 aprile 2019

Salute: Innovazione per la qualità della vita di chi ha subìto danni cerebrali e di chi ha allergie e intolleranze alimentari

                                    

Innovazione per la qualità della vita di chi ha subìto danni cerebrali

e di chi ha allergie e intolleranze alimentari

Banca Etica sostiene due nuovi progetti di Equity crowdfunding su StarsUp

 

aprile 2019 _ Migliorare concretamente la qualità della vita di chi ha subìto lesioni cerebrali e di chi ha allergie e intolleranze alimentari: sono questi gli obiettivi di due progetti di innovation technology - selezionati da Banca Etica - su cui si può investire tramite equity crowdfunding sulla piattaforma starti .it 

Neurab è una start-up innovativa di Trento, che opera nell'ambito delle neurotecnologie e della telemedicina. La società si avvale di un team composto da psicologi, ricercatori, neuroscienziati ed esperti di Information Technology e ha l'obiettivo di introdurre sul mercato strumenti per la riabilitazione neurocognitiva di pazienti a seguito di danni cerebrali. Per questo propone un sistema informatico multipiattaforma di riabilitazione chiamato Neurotablet®. Allenando le diverse funzioni cognitive, grazie a training mirati, il prodotto sfrutta la plasticità cerebrale per restituire o compensare capacità cognitive perse. Il Neurotablet® è quindi pensato per tutti coloro che riportano difficoltà cognitive a seguito di traumi cranici, ictus, demenze, Parkinson, sclerosi multipla, ecc. Il tablet contiene 40 esercizi differenti, con un totale di oltre 10.000 livelli personalizzabili. Gli esercizi si adattano in automatico alle prestazioni del paziente, fornendo un training di intensità sempre ottimale. Il Neurotablet® è stato oggetto di sperimentazione presso il Dipartimento di Scienze Neurologiche, Biomediche e del Movimento dell'Università degli Studi di Verona ed è inserito nel registro dei dispositivi medici del ministero della Salute nella categoria "dispositivi per fisioterapia neurologica". La società utilizzerà le somme raccolte per business development, marketing, sviluppo prodotto e attuazione di progetti "proof of value". Per gli investitori ci sono anche importanti vantaggi fiscali: la legge, infatti, attribuisce, a determinate condizioni, agevolazioni fiscali a chi investe in startup innovative, sia come privato sia come società.

AllerGenio è una start-up innovativa di Firenze che opera nel campo delle tecnologie ICT applicate nel Food & Beverage (Food Tech) proponendo un software – e relativa App – per assicurare nuovi livelli di sicurezza alimentare come richiesto dalla normativa di settore, dai consumatori e dall'industria di riferimento. In particolare, la società ha sviluppato una WebApp che consente a chi svolge attività di ristorazione (ristoranti, gelaterie, pasticcerie, mense, catering, o gastronomie della GDO) di ottemperare al Regolamento UE n.1169/11 e a tutti i consumatori di alimentarsi in sicurezza rispetto ad allergie e/o intolleranze. Grazie a un data base e a un algoritmo, validato dal laboratorio di Scienze della Salute Umana dell'Università degli Studi di Firenze che le è valso il riconoscimento di spin-off accademico, la piattaforma digitale è in grado di identificare automaticamente gli allergeni presenti in oltre 18.000 ingredienti e fornirne il valore nutrizionale. È così possibile tutelare le persone allergiche ed intolleranti garantendo loro – gratuitamente – la possibilità di gustare un piatto fuori casa in totale sicurezza scegliendo i ristoranti certificato AllergenSafe™ e, nello stesso tempo, consentire ai ristoratori di conformarsi facilmente alle prescrizioni di legge e tutelare i propri clienti. Il modello di business è basato sulla vendita di licenze a prezzi accessibili al settore Ho. Re. Ca. L, a fronte di un servizio, scalabile, distintivo e totalmente replicabile in tutti i paesi UE, con un mercato complessivo di 2 milioni di attività e 17 milioni di consumatori allergici. Allergenio s.r.l. è considerata tra le migliori 100 start-up italiane. La versione demo del software è già stata positivamente sperimentata. La legge  attribuisce a chi investe in start-up innovative, sia come privato che come società, un'agevolazione fiscale del 30% sull'importo investito.

Come funziona l'equity crowdfunding

L'equity crowdfunding è una tipologia di investimento che permette agli investitori di entrare nel capitale sociale ("equity") di una società, condividendo in tal modo il "rischio d'impresa" con il socio o i soci già esistenti. Tramite l'investimento si acquisisce un vero e proprio titolo di partecipazione nella società e i relativi diritti amministrativi e patrimoniali, compresi eventuali dividendi futuri o realizzo di plusvalenze a seguito della cessione della partecipazione. Una volta effettuato l'investimento, se la raccolta si perfeziona (ossia se raccoglie entro la scadenza l'intero capitale richiesto di cui almeno il 5% da parte di un investitore professionale o fondazione bancaria o incubatore certificato come "investitore a supporto dell'innovazione") si diventa soci a tutti gli effetti della società emittente.

In caso di mancato perfezionamento dell'offerta, così come nei casi di esercizio del diritto di recesso o del diritto di revoca, i fondi già versati tornano nella piena disponibilità degli investitori.

 

La normativa stabilisce che:

  • l'equity crowdfunding è vigilato dalla CONSOB;

  • solo le «PMI», le imprese sociali e le startup innovative possono effettuare raccolta di capitale di rischio con operazioni di equity crowdfunding ;

  • le offerte possono essere pubblicate solamente attraverso portali on line gestiti da soggetti iscritti in un apposito registro gestito dalla CONSOB stessa, tra cui StarsUp.

 

La collaborazione tra Banca Etica e StarsUp - il primo portale autorizzato in Italia - nasce dalla reciproca condivisione dei valori di fondo di una finanza etica,  democratica e capace di mettere in relazione il risparmio privato con progetti imprenditoriali per il bene comune.

 

Banca Etica è la prima e unica banca italiana interamente dedita alla finanza etica, opera su tutto il territorio nazionale attraverso una rete di filiali, banchieri ambulanti e grazie ai servizi di home e mobile banking. Banca Etica raccoglie il risparmio di organizzazioni e cittadini responsabili e lo utilizza interamente per finanziare progetti finalizzati al benessere collettivo. Oggi Banca Etica conta 41.500 soci e 64 milioni di capitale sociale; una raccolta di risparmio di 1,3 miliardi di euro e finanziamenti per oltre un miliardo a favore di  iniziative di organizzazioni, famiglie e imprese nei settori della cooperazione e innovazione sociale, cooperazione internazionale, cultura e qualità della vita, tutela dell'ambiente, turismo responsabile, agricoltura biologica, diritto alla casa, legalità. Il Gruppo Banca Etica include Etica sgr, società di gestione del risparmio che propone esclusivamente fondi comuni di investimento etici, e la Fondazione Finanza Etica che promuove iniziative di studio e sensibilizzazione sull'educazione critica alla finanza. 



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Salute femminile. La ginnastica in acqua aiuta le donne in gravidanza

Secondo uno studio, riportato sul Journal of Obstetric, Gynecologic & Neonatal Nursing, l'aerobica svolta in acqua aiuti le donne in gravidanza.

 

E' solitamente consigliato alle donne in dolce attesa di fare esercizio fisico per evitare che il peso dell'utero e i cambiamenti ormonali causino lesioni e traumi perineali; tale attività secondo gli esperti risulta assolutamente sicura in acqua grazie all'eliminazione della gravità e alla resistenza al movimento attenuata.


La ginnastica in acqua aiuta le donne in gravidanza


Secondo i medici l'aerobica in acqua riduce il rischio di subire una lesione vaginale durante il parto. Uno studio che ha coinvolto donne incinta conferma tale teoria


L'acqua è la migliore alleata delle donne incinta. Un recente studio riportato sul Journal of Obstetric, Gynecologic & Neonatal Nursing ha dimostrato che le mamme in dolce attesa che hanno svolto esercizi acquatici dalla 20° alla 37° settimana di gestazione avevano quasi 13 volte più probabilità di avere un perineo intatto dopo il parto.

E' quanto riporta In a Bottle in un focus sul rapporto acqua e salute delle donne in gravidanza.

E' solitamente consigliato alle donne in dolce attesa di fare esercizio fisico per evitare che il peso dell'utero e i cambiamenti ormonali causino lesioni e traumi perineali; tale attività secondo gli esperti risulta assolutamente sicura in acqua grazie all'eliminazione della gravità e alla resistenza al movimento attenuata. I ricercatori dell'ospedale universitario San Cecilio di Granada, guidati dall'ostetrica Raquel Rodríguez Blanque, hanno quindi voluto approfondire in che modo l'aerobica in acqua aiuti a rafforzare il perineo e i muscoli maggiormente stressati durante il travaglio.

Per lo studio sono stati confrontati 65 donne incinte che hanno preso parte a un programma di "esercizio acquatico", consistente in 45 minuti di attività aerobica tre volte alla settimana, e 64 neomamme in dolce attesa che non svolgevano alcuna attività motoria. Dopo il parto, i ricercatori hanno scoperto che le donne che si esercitavano in acqua durante la gravidanza avevano 12,5 volte più la possibilità di avere un perineo intatto rispetto alle altre. Inoltre è emerso che l'85,9% di coloro che non hanno completato il programma acquatico ha usato analgesici durante il travaglio, rispetto al 72,3% di coloro che hanno fatto esercizi in  acqua. I ricercatori sperano che il loro studio porti a includere esercizi in acqua nelle linee guida da seguire per le donne in maternità.




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giovedì 25 aprile 2019

"La cura della persona con disabilità intellettiva" a cura della RNDI - Novità Galaad Edizioni


 
Galaad Edizioni
Novità
 

 

 

La cura della persona con disabilità intellettiva

a cura della RNDI - Rete Nazionale Disabilità Intellettiva

Il libro

Il secondo volume della collana Humana Materia rappresenta l'esito di un lavoro collettivo che si sviluppa attorno a due riferimenti essenziali, per tradizione – o, forse, per stanchezza – ritenuti del tutto incompatibili tra loro. Il primo riguarda la figura del disabile intellettivo, il secondo è costituito dalla psicoanalisi. I contributi raccolti nel presente lavoro mirano a riconoscere e mettere in luce, nell'accostarsi al disabile intellettivo, la presenza di una soggettività vitale: sia in lui, nel suo prodigarsi, fosse anche solo nel suo ripetersi, sia in chi scrive, nel suo porsi domande, nel sollevare quesiti, nel render conto di iniziative sviluppate nell'ambito di relazioni di lavoro. Di tutto questo, il libro intende offrire una panoramica la più estesa possibile, nella speranza che ciò possa rivelarsi utile per gli educatori, per gli operatori e in generale per chi è a contatto con persone portatrici di una disabilità intellettiva.

Con i contributi di: Claude Allione, Rossella Bo, Andrea Canevaro, Edgar Contesini, Ambrogio Cozzi, Federico D'Antonio, Ingrid Iencinella, Simone Korff-Sausse, Maria Vittoria Lodovichi, Franco Lolli, Emanuele Montorfano, Adriano Primadei, Fabio Sacconi, Alessandro Siciliano, Elena Veri, Angelo Villa.



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sabato 20 aprile 2019

Fonesa. Lo studio sul Mieloma Multiplo che parte da Torino e arriva a Chicago


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LO STUDIO SUL MIELOMA MULTIPLO CHE PARTE DA TORINO E ARRIVA A CHICAGO


Il Data Center della Fondazione Neoplasie Sangue (FONESA) di Torino coordina e gestisce i dati dello studio UNITO-MM-01/FORTE promosso dall'Università degli Studi di Torino e i risultati preliminari verranno presentati alla comunità scientifica al congresso ASCO (American Society of Clinical Oncology) che si terrà dal 31 maggio al 4 giugno 2019 a Chicago.

Torino, 19 Aprile 2019 – Il Data Center torinese di FONESA svolge un ruolo strategico negli studi clinici nel campo del mieloma multiplo.


È il caso dello studio UNITO-MM-01/FORTE promosso dall'Università degli Studi di Torino e tuttora in corso che coinvolge 474 pazienti con nuova diagnosi di mieloma multiplo. Il Data Center torinese di FONESA gestisce lo studio e si occupa della raccolta e dell'elaborazione dei dati insieme al personale medico di Torino.


I risultati preliminari indicano che le terapie testate risultano fra le più efficaci in questa malattia. Viene evidenziata una particolare efficacia della combinazione con il Carfilzomib, un nuovo inibitore del proteasoma, la Lenalidomide e il Desametasone nei pazienti definiti ad alto rischio. Si è visto, infatti, come gli approcci terapeutici che includono questi tre farmaci con o senza trapianto diano risultati simili in termini di risposta clinica. La malattia residua è stata anche valutata con nuove tecniche di biologia molecolare e oltre la metà dei pazienti risulta "molecolarmente negativa" cioè in una sorta di anticamera della guarigione. 

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I risultati sono stati inviati alla American Society of Clinical Oncology (ASCO) che organizza il più importante congresso al mondo con oltre 40.000 partecipanti. Ogni anno vengono sottoposti all'ASCO migliaia di lavori e report scientifici (6200 nel 2019), ma solo poche decine sono presentati oralmente al pubblico. Lo studio UNITO-MM-01/FORTE sarà tra questi e i risultati preliminari verranno esposti dalla Dott.ssa Francesca Gay, ematologa referente dello studio, domenica 2 giugno al congresso ASCO in programma a Chicago (USA) dal 31 maggio al 4 giugno 2019.


FONESA Onlus in breve

FONESA – Fondazione Neoplasie Sangue - Onlus, nasce nel giugno del 2004 a Torino presso il Presidio Ospedaliero delle Molinette. Realtà no profit impegnata nel sostegno economico, finanziario, operativo e gestionale alle attività di ricerca scientifica sulle malattie ematologiche, con una particolare attenzione al mieloma multiplo, fin dalla sua nascita, partecipa attivamente a gruppi cooperativi a livello europeo e mondiale, promuovendo lo scambio di informazioni e di dati tra ricercatori e scienziati. Tra le attività principali di FONESA l'introduzione di nuovi protocolli di cura e di farmaci di ultima generazione non ancora presenti in Italia ma già supportati da autorevoli studi e pubblicazioni scientifiche, la redazione di articoli scientifici e la partecipazione a congressi. Fondamentale poi il Data Center di FONESA, dove vengono raccolti ed elaborati i dati clinici riguardanti i pazienti affetti da emopatie maligne, al fine di garantire correttezza, qualità e aderenza ai protocolli sperimentali.









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giovedì 11 aprile 2019

Aspria Harbour Club: i consigli per un'alimentazione a sostegno dell'attività fisica pre e post allenamento

ASPRIA HARBOUR CLUB:

I CONSIGLI PER UN'ALIMENTAZIONE A SOSTEGNO DELL'ATTIVITA' FISICA

PRE E POST ALLENAMENTO

Lo sport è senza dubbio un toccasana per uno stile di vita all'insegna del benessere, non solo per il fisico ma anche per l'umore. Ma l'attività fisica non basta: una corretta alimentazione è fondamentale perricavare la giusta energia e svolgere un workoutdavvero efficace.  Tindaro Bongiovanni, nutrizionista di Aspria Harbour Club, rinomato Country Club in zona San Siro a Milanosvela i segreti per un allenamento al top:

"Per prima cosa è fondamentale iniziare la giornata con la giusta carica di energia: una fruit bowlcomposta da yogurt greco con lo 0% di grassi, 1 banana tagliata, una manciata di mirtilli , semi di chiasemi di lino. Questi ultimi in particolare vanno macinati con una macina grani o macina caffè manuale e aggiunti quando si prepara la fruit bowl: Il fatto di macinarli è una metodica importante in modo da ottimizzare l'assimilazione di tutte le proprietà nutraceutiche del lino. Questa è la colazione perfettaper chi ha in programma di allenarsi nelle due oresuccessive" spiega Bongiovanni, che prosegue: "gli alimenti da assumere prima del workout devono essere ricchi di carboidrati complessi, a moderato apporto proteico in modo da prevenire l'effetto dell'ipoglicemia reattiva che si manifesta tipicamente dopo i pasti. Sì quindi a pane e pasta di farro, spaghetti cotti al dente (la cottura è molto importante!), omelette, porridge e banane."

Dopo l'allenamento il corpo ha bisogno di recuperare e di ricaricare le riserve energetiche perse. La tecnica migliore è quella di rispettare il protocollo delle 4 R: "Re-idratare: bisogna reintegrare i liquidi e i minerali persi, quindi possiamo assumere oltre l'acqua, anche sport drinks, soluzioni reidratanti o spremuta di arance; Ripristinare il glicogeno, ovvero la forma energetica principale a lungo termine per il corpo, attraverso un adeguato apporto di carboidrati; Riparare e rigenerare i muscoli con proteine ad alto valore biologico come uova, carne di bovino o pesce, ed infine, Riposare: il sonno è un prezioso strumento per l'organismo." – afferma il nutrizionista che sottolinea come la maggior parte della popolazione è incline a cattive abitudini alimentari. Saltare la colazione, bere poco durante il giorno, essere inconsapevoli dell'indice glicemico degli alimenti che ingeriamo e infine, sostenere diete troppo rigide, rappresentano nemici famigerati di uno stile di vita sano, specialmente per gli sportivi.

Aspria Harbour Club è da sempre attento al benessere dei suoi ospiti, offrendo servizi personalizzati che spaziano dal fitness, alla nutrizione e al wellness. Un'oasi di relax dove coltivare la parte migliore di se stessi!

 


Aspria Harbour Club

Via Cascina Bellaria, 19

20153 Milano

 

Profilo di ASPRIA Harbour Club

Nel 2009 l'Harbour Club è entrato a far parte dell'Aspria Collection che, con i suoi club, Spa e hotel, è oggi al servizio di oltre 35.000 soci. Aspria è un gruppo prestigioso e pluripremiato che riunisce i migliori club privati di sport, di benessere e per la famiglia, hotel e centri Spa in tutta Europa. L'ampia "collezione" si estende tra Bruxelles, Berlino, Amburgo e Hannover fino, appunto, a Milano; è caratterizzata da un'offerta di grande qualità, con servizi personalizzati per rispondere alle esigenze di ciascun socio. Tra il 2001 e il 2012 Aspria è cresciuta passando da un club (l'apertura del club Aspria di Bruxelles risale a giugno 2001) a otto (Aspria Uhlenhorst ad Amburgo è stato inaugurato a Marzo 2012), incorporando, inoltre, l'offerta alberghiera ad Amburgo, Hannover, Berlino e ad Aspria Royal La Rasante a Bruxelles.



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sabato 6 aprile 2019

Essere giovani a 75 anni: a Monza un convegno dedicato al nuovo "invecchiamento attivo"

ESSERE GIOVANI A 75 ANNI: A MONZA UN CONVEGNO DEDICATO AL NUOVO "INVECCHIAMENTO ATTIVO"

#50annidisalute: come preannunciato, si susseguono le iniziative di Synlab CAM Monza in occasione del proprio cinquantesimo.

Lunedì 15 aprile si terrà un incontro aperto gratuitamente al pubblico.

  

Monza,  aprile 2019 –  Continua il cammino di Synlab CAM Monza verso i suoi primi 50 anni: il 2019 si anima di eventi e attività incentrati su ognuna delle aree che hanno contraddistinto la storia del centro polidiagnostico monzese. Si spazia dalla medical excellence all'impegno verso il territorio e la promozione della salute, dall'attenzione verso le generazioni future all'interesse nella medicina di genere, fino ai grandi investimenti nelle apparecchiature all'avanguardia per offrire le diagnosi più accurate.

 

Il prossimo appuntamento è per lunedì 15 aprile, quando, presso l'Auditorium "Angelo Gironi" di viale Elvezia, si terrà il convegno aperto al pubblico "Il nuovo anziano: ancora giovani a 75 anni?": una serata dedicata a quei sette milioni di italiani che, da dicembre 2018, "non sono più anziani". All'ultimo congresso nazionale di Geriatria e Gerontologia, infatti, l'inizio della terza età è stato ufficialmente spostato dopo i 75 anni. Ma quali risorse hanno a disposizione sessantacinquenni e settantenni di oggi per garantirsi una buona qualità di vita durante questi 10 anni appena guadagnati?

 

Durante l'incontro si cercherà di dare una risposta a questo quesito con la clinica (attraverso una voce autorevole nel campo della Geriatria), con la genetica (grazie a un innovativo progetto scientifico "antiaging"), con l'analisi del passato (tramite un excursus di storia della medicina) e avvalendosi dell'esperienza di tutti i giorni (grazie alle importanti testimonianze del territorio).

 

Il convegno, aperto gratuitamente al pubblico, inizierà alle ore 19:30 con il benvenuto di Alberto Angelini - Direttore Sanitario Polidiagnostico Synlab CAM Monza, che darà parola ai relatori: Maurizio G. Biraghi - Specialista in Oncologia, Coordinatore Progetti Scientifici Synlab Lombardia, Synlab CAM Monza, Angelo Bianchetti - Specialista in Geriatria e Neurologia, Responsabile Dipartimento Medicina e Riabilitazione Istituto Clinico S.Anna - Gruppo San Donato, Brescia; Segretario Scientifico Associazione Italiana di Psicogeriatria, Michele Riva - Ricercatore in Storia della Medicina, Università degli Studi Milano Bicocca, Tosco Giannesi - Presidente Auser Monza- Brianza e Désirée Chiara Merlini, Assessore alla Famiglia e alle Politiche Sociali del Comune di Monza. Modereranno il convegno Maurizio G. Biraghi e Giorgio Annoni - Direttore U.O. Clinicizzata di Geriatria Ospedale San Gerardo Monza, Direttore Scuola di Specializzazione in Geriatria Università degli Studi di Milano - Bicocca.

 

Il convegno ha ricevuto il patrocinio del Comune di Monza, Auser Monza - Brianza e OMCeOMB. La partecipazione è gratuita, ma è richiesta l'iscrizione 039.2397.450 - sara.casati@synlab.it.

   

SYNLAB CAM MONZA: da 50 anni cresciamo ogni giorno

Primo laboratorio di analisi mediche aperto nel 1970 nel cuore di Monza, il CAM diviene presto un punto di riferimento per la salute dei monzesi. Negli anni, il centro sviluppa l'indirizzo diagnostico, fino all'apertura, nel 1980, di un piccolo poliambulatorio, dove, tra i primi centri in Italia, si inizia a utilizzare la metodica ecografica. Nel 2001 viene inaugurata la sede di viale Brianza, che accoglie un ampio Polidiagnostico, il reparto di Fisioterapia con piscina riabilitativa, il blocco operatorio per la Day Surgery e nuovi spazi per la ricerca scientifica. La crescita costante della domanda porta il centro ad aprire, nel 2012, la sede di viale Elvezia: oltre seimila metri quadri dedicati all'educazione sanitaria, alla prevenzione e alla salute della popolazione del territorio (e non solo). A gennaio 2016 si inaugura Synlab CAMLei, il primo centro medico dedicato al benessere e alla Salute della Donna in ogni fase della vita. Nello stesso periodo, CAM entra a far parte di SYNLAB, il più grande gruppo europeo di diagnostica medica.




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GE Healthcare: una risonanza magnetica su ruote per raggiungere i pazienti nei luoghi più remoti

UNA RISONANZA MAGNETICA SU RUOTE PER RAGGIUNGERE I PAZIENTI NEI LUOGHI PIU' REMOTI*
  • Succede in Finlandia: una risonanza magnetica di GE Healthcare è stata installata su un camion così da poter raggiungere i pazienti nelle zone appena a sud del Circolo Polare Artico

Milano, 02 aprile 2019 Un camion nuovo di zecca con la scritta "RMI mobile" sulla fiancata, all'interno una risonanza magnetica di GE Healthcare, divisione medicale di General Electric, pronta per raggiungere i pazienti che ne hanno bisogno, anche nei luoghi più remoti della Finlandia. È questo il progetto messo in campo dall'Oulu University Hospital per garantire l'accesso all'assistenza sanitaria specialistica anche agli abitanti delle zone scarsamente popolate a nord del Paese.

Una soluzione fuori dagli schemi, anzi, fuori dall'ospedale. Questa tipologia di servizio si rivela di grande utilità in un Paese come la Finlandia dove le condizioni climatiche non sempre permettono ai cittadini di raggiungere la struttura clinica di riferimento.

La nuova risonanza magnetica mobile su ruote di GE Healthcare è la seconda acquistata dall'ospedale - la prima ha esaminato i pazienti per ben 11 anni – e verrà usata principalmente per i pazienti delle piccole città di Oulaskangas e Raahe, entro un raggio di circa cento miglia da Oulu.

GE Healthcare crea, supervisiona ed esegue l'intero progetto, fornendo l'attrezzatura e provvedendo alla manutenzione della stessa. La vera sfida sono le condizioni meteorologiche nordiche che la risonanza magnetica mobile deve affrontare. Il sistema deve infatti funzionare perfettamente anche in giornate estremamente fredde, anche in caso di forti nevicate. Le pareti, i pavimenti e le porte sono tutti riscaldati, l'unità mobile e il sistema RMI stesso sono perfettamente isolati, e ci sono diverse opzioni tra cui scegliere a seconda della temperatura esterna. Inoltre essendo in costante movimento, il macchinario è suscettibile a colpi e scossoni e necessita di monitoraggio costante.

"Ci sono determinate sfide e aspetti da considerare quando si installa un sistema delicato come una risonanza magnetica in un'unità mobile: durante l'installazione, e la manutenzione del sistema, oltre che durante le scansioni, devono essere considerati anche i cambiamenti di temperatura e le condizioni meteo," afferma Roope Salonen, ingegnere di GE Healthcare.  

Oltre agli elevati requisiti tecnici, molta attenzione viene dedicata all'esperienza del paziente. Il sistema SIGNA Voyager 1.5T è progettato per massimizzare la produttività e il flusso di lavoro offrendo al tempo stesso il potenziale clinico e il comfort necessario al paziente. Il tunnel largo 70 cm è spazioso e, nonostante la scansione MR possa produrre un leggero rumore, la tecnologia SilentScan lo riduce senza compromettere la qualità dell'immagine. Durante la scansione, il paziente viene dotato di cuffie ed incoraggiato ad ascoltare le sue canzoni preferite mentre la macchina fa il suo lavoro, così da distrarsi e rilassarsi il più possibile.



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SALUTE, EPAC A GOVERNO: SENZA FONDI DEDICATI A RISCHIO OBIETTIVI OMS SU EPATITE C



SALUTE, EPAC A GOVERNO: SENZA FONDI DEDICATI A RISCHIO OBIETTIVI OMS SU EPATITE C


L'allarme dell'associazione dei pazienti in occasione
della Giornata Mondiale della Salute indetta dall'OMS


Roma, 5 aprile 2019. "L'Italia può diventare il primo Paese europeo a raggiungere l'obiettivo dell'eliminazione totale dell'epatite C. Ma senza un impegno delle istituzioni e, in particolare, del Governo non sarà possibile garantire l'accesso alle cure a tutti i malati che ancora devono essere trattati. Abbiamo alla portata di mano un obiettivo storico che, tuttavia, senza le risorse necessarie rischia di rivelarsi una
meta irraggiungibile".

È quanto afferma Ivan Gardini, Presidente di EpaC Onlus, l'associazione dei pazienti con epatite C e malattie del fegato, in vista della Giornata Mondiale della Salute indetta dall'Organizzazione Mondiale
della Sanità (OMS) e in programma per domenica 7 aprile. La stessa OMS, nell'ambito della Global health sector strategy on viral hepatitis 2016 – 2021, ha indicato nel 2030 l'orizzonte temporale per l'eliminazione dell'epatite C, esortando tutti i governi ad adottare strategie nazionali per affrontare e sconfiggere l'HCV.

"Nel nostro Paese – ha aggiunto Gardini – secondo le nostre stime il numero dei malati di epatite C, noti e non noti, ancora da curare si aggira tra i 230mila e 300mila. Il trattamento di 70/80mila pazienti l'anno renderebbe possibile, nel giro di 3 o 4 anni, eliminare completamente l'HCV in Italia. Quello in corso è l'anno decisivo per questa battaglia. Entro il 2019 i farmaci antivirali ad azione diretta, attualmente rimborsati attraverso il meccanismo del fondo per i farmaci innovativi, verranno progressivamente esclusi dal fondo stesso, con il rischio di rallentare i trattamenti e incrementare le complicanze nei pazienti ancora malati: cirrosi, tumore, trapianto. L'analisi dei dati è impietosa: un paziente su tre arriva alle strutture ospedaliere per essere curato con un fegato già in cirrosi o in uno stadio molto avanzato della malattia. Tutto questo nonostante ci siano risorse per farmaci, strutture, bravi specialisti e farmaci che eliminano l'infezione quasi nel 100% dei casi. È necessario dunque un rinnovato impegno da parte delle istituzioni, in particolare della Ministra della Salute, Giulia Grillo, per scongiurare uno scenario estremamente preoccupante. Servono piani regionali di eliminazione e un fondo dedicato ai farmaci ma anche e soprattutto per le necessarie attività di screening e accesso alle cure. Il Governo ci ascolti" conclude il Presidente di EpaC Onlus.



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Giovani e diabete: più autonomi e consapevoli con la tecnologia che "si indossa" _vedi ricerca IQVIA-Theras


Sabato 06 aprile a Bari c/o Convegno Associazioni Italiane Giovani con Diabete (AGD)

Giovani e diabete: più autonomi e consapevoli
grazie alla rivoluzione tecnologica che "indossano" sempre più volentieri

Una rivoluzione tra i giovani con diabete emersa anche dalla ricerca IQVIA-Theras che conferma la soddisfazione per l'innovatività e la tecnologia di dispositivi senza fili per l'infusione di insulina (Omnipod) e il monitoraggio in continuo della glicemia (Dexcom G6)

Bari, 05 aprile 2019 – Tra i giovani è la malattia metabolica più diffusa che colpisce circa 20 mila piccoli italiani. Se ne discute domani a Bari c/o Hotel Excelsior nel corso del Convegno AGD "Ricerche, cure e tecnologie: quale futuro per I giovani con diabete di tipo 1". Tra le tecnologie condivise, emergono le innovazioni che Theras Group sta proponendo nella gestione del diabete, nati per essere proprio "indossati" perchè senza fili e tubi, sviluppati per il rilascio di insulina e il monitoraggio in continuo della glicemia.

"Dai risultati della ricerca, è apprezzato soprattutto dai giovani l'innovatività e la tecnologia dei sistemi, la percezione di utilizzare gli strumenti più avanzati, la miglior terapia possibile per il diabete – spiega Isabella Cecchini, Head of Primary Market Research IQVIA che ha condotto la ricerca sui portatori di device per il diabete - Tra i giovani intervistati emergono tutti i vantaggi degli strumenti che favoriscono il sentirsi "normali" e tecnologici, aprono alla socializzazione, a condividere con gli altri la propria malattia. Si rafforza una soddisfazione che deriva dall'affidabilità delle misurazioni, che si traduce in un benessere fisico, superiore livello di autonomia e incremento di consapevolezza e stima". L'esperienza dei pazienti e dei loro caregiver ha messo in luce non solo l'effetto positivo dei nuovi device sulla gestione della malattia, ma anche e soprattutto il grande impatto che gli strumenti hanno avuto sulla qualità della vita.

"Dopo quella dell'insulina, sono due le grandi rivoluzioni tecnologiche nel diabete – spiega nel corso del suo intervento c/o il Convegno Isabella Alessandrini, Medical&Scientific Advisor Theras-Group - La prima è il dispositivo (POD) che si indossa per 72 ore senza doverlo cambiare, senza tubi e cateteri. La più recente, invece, permette un monitoraggio "in real time" della glicemia in modo più semplice, accurato, sicuro e con un elevato livello di predittività. Siamo molto attenti alle esigenze dei nostri pazienti, soprattutto quelli nella fascia più giovane che si ritrova a gestire il diabete, specie nella fase adolescenziale già ricca di cambiamenti fisici e psicologici. L'innovazione tecnologica sviluppata da Theras Group è in grado di offrire soluzioni innovative scientificamente e tecnologicamente evolute e in linea anche ai bisogni dei più giovani alla ricerca di una maggiore autonomia e attenzione anche nell'estetica e vestibilità dello strumento".

In linea con quanto indicato, due sono le innovazioni che Theras Group sta proponendo nella gestione del diabete. Il primo è il sistema Omnipod, un microinfusore che rilascia insulina e che si indossa comodamente, senza fili, molto piccolo e impermeabile.

Il secondo è il nuovissimo sistema di monitoraggio glicemico in continuo ad altissima precisione, una sorta di "GPS della glicemia" (Dexcom G6, ora disponibile anche in Italia), una vera e propria guida intelligente e automatica nel mondo della glicemia. L'autocalibrazione automatica (che evita le 2 punture capillari al giorno), i livelli di sicurezza ed efficacia, il sistema di applicazione automatico, le dimensioni ridotte, la lunga durata (da sostituire dopo 10 giorni, senza ricalibrazioni perchè automatico), fanno di questo dispositivo l'ultima generazione di monitoraggio in continuo della glicemia, in grado di segnalare i pericoli in anticipo e in tempo utile per intervenire.

Per quanti devono gestir quotidianamente il diabete, "Indossare" la tecnologia si sta rivelando una scelta vincente nella direzione di una maggiore sicurezza, autonomia e consapevolezza. Soprattutto per un pubblico molto giovane ed esigente come quello under 16. 



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CNR-Humanitas: un nuovo approccio alla terapia genica per malattie genomiche

Un nuovo approccio alla terapia genica per le malattie 'genomiche'

Eliminare le numerose alterazioni genomiche attualmente incurabili trapiantando un intero cromosoma nelle cellule che presentano il difetto genetico. Questo il nuovo metodo proposto da un team di ricercatori del Cnr-Irgb e Humanitas per il contrasto alle malattie genomiche, come la Malattia granulomatosa cronica o la Distrofia di Duchenne. Il lavoro pubblicato su Stem Cells

 

Negli ultimi anni abbiamo assistito alla messa a punto di interessanti approcci alla terapia genica per le malattie ereditarie, basati sulla tecnologia CRISPR/Cas9 e sull'uso di speciali vettori virali che hanno semplificato notevolmente la correzione di piccole alterazioni genetiche. Purtroppo non tutte le patologie ereditarie sono curabili con queste strategie, poiché alcune di esse sono dovute ad alterazioni genomiche di grandi dimensioni come aneuploidie, duplicazioni, inversioni e altri riarrangiamenti complessi. Ricercatori dell'Istituto di ricerca genetica e biomedica (Cnr-Irgb) e dell'Irccs Humanitas di Milano hanno messo a punto un nuovo metodo che potrebbe consentire di curare anche queste malattie. Lo studio è pubblicato sulla rivista Stem Cells.

"Questo nuovo metodo si basa sull'idea di trapiantare un intero cromosoma nelle cellule che presentano il difetto genetico", spiega Marianna Paulis del Cnr-Irgb. "Il principio è che sostituendo l'intero cromosoma si eliminano numerose alterazioni genomiche attualmente incurabili. Per trapianto cromosomico si intende proprio la sostituzione del cromosoma alterato con quello di un donatore sano: in tal modo il genoma della cellula torna perfettamente normale".

Finora era possibile trasferire un intero cromosoma da una cellula all'altra, ma si riteneva che non fosse possibile eliminare nel contempo il cromosoma danneggiato. "Dopo anni di esperimenti su modelli sperimentali abbiamo potuto dimostrare che con questo approccio è possibile curare in provetta cellule di una grave immunodeficienza quale la Malattia Granulomatosa Cronica, in cui alcune cellule del sangue non sono in grado di eliminare le infezioni", prosegue Paulis. "Ora abbiamo riprogrammato le cellule del portatore di questa patologia ottenendo cellule staminali pluripotenti capaci di differenziarsi verso qualsiasi tipo di tessuto, ed in particolare in quelli che presentano il difetto funzionale. Le cellule così resettate sono state corrette con il trapianto cromosomico e poi differenziate nelle cellule del sistema immunitario (granulociti) che sono quelle non funzionanti in questa malattia. Tali cellule hanno acquisito il nuovo cromosoma sano con la contemporanea eliminazione del cromosoma danneggiato".

Nel presente lavoro, gli autori hanno dimostrato che le cellule corrette avevano riacquistato la capacità di eliminare i batteri patogeni, il che equivale ad aver potenzialmente curato la malattia.  Il passaggio successivo su cui i ricercatori stanno lavorando è quello di trasferire la metodica del trapianto di cromosoma a cellule umane. Sono molte le malattie che potrebbero trarre giovamento da questo approccio, prima fra tutte la Distrofia di Duchenne, una grave malattia muscolare. La ricerca è stata resa possibile dal sostegno economico della Fondazione Nicola del Roscio.

 


La scheda

 

Chi: Cnr-Irgb, Irccs Humanitas

Che cosa: Castelli A, Susani L, Menale C, Muggeo S, Caldana E, Strina D, Cassani B, Recordati C, Scanziani E, Ficara F, Villa A, Vezzoni P, Paulis M. Chromosome Transplantation: Correction of the Chronic Granulomatous Disease Defect in Mouse iPSCs. Stem Cells. 2019 Mar 20. doi: 10.1002/stem.3006



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mercoledì 3 aprile 2019

FIBROSI CISTICA. LIFC: “MONITORAGGIO RISORSE E UNIFORMITA’ DELLE CURE, LE NUOVE SFIDE PER UNA PATOLOGIA CHE CAMBIA”


Su iniziativa della Senatrice Paola Binetti in collaborazione con Lega Italiana Fibrosi Cistica

FIBROSI CISTICA. "25 ANNI DI TUTELE E DIRITTI DALLA LEGGE 548/93": COSA E' CAMBIATO

 

LIFC: "MONITORAGGIO RISORSE E UNIFORMITA' DELLE CURE, LE NUOVE SFIDE PER UNA PATOLOGIA CHE CAMBIA"

 

 

Roma, 3 aprile 2019. Fibrosi cistica: si allunga l'aspettativa di vita per i pazienti. È il momento di impegnarsi a fondo per migliorarne anche la qualità. È l'appello promosso dalla Lega Italiana Fibrosi Cistica (LIFC) nel corso dell'evento realizzato su iniziativa della Senatrice Paola Binetti, in collaborazione con la Lega Italiana Fibrosi Cistica, "25 anni di tutele e diritti dalla Legge 548/93", in corso a Roma presso la Sala dell'Istituto di Santa Maria in Aquiro (ISMA) presso il Senato della Repubblica.

 

Tra il 2014 e il 2016 l'aspettativa di vita per i malati di fibrosi cistica è cresciuta del 5,38% passando da 35,3 a 37,2 anni. Un dato che assume valore ancor più significativo se confrontato con quanto accadeva nel periodo immediatamente precedente l'entrata in vigore della Legge 548/93 sulle Disposizioni per la Prevenzione e la Cura della Fibrosi Cistica. Tra il 1988 e il 1991, infatti, l'età mediana di sopravvivenza si attesta sui 14,7 anni (+152 per cento al 2016). È quanto emerge dall'analisi dei report storici del Registro Italiano Fibrosi Cistica (RIFC). La popolazione adulta nel 2016 rappresenta il 56,7% del totale dei soggetti affetti dalla patologia.

 

"Siamo di fronte a una trasformazione importante della malattia, che non può più essere considerata solo pediatrica. – commenta Gianna Puppo Fornaro, Presidente LIFC – Nel nostro Paese, la lungimirante Legge n. 548 del 1993 ha istituito in ogni Regione un Centro specializzato per la cura della fibrosi cistica, assicurato ai malati la gratuità dei farmaci prescritti dai centri e stanziato fondi per la ricerca, oltre ad aver implementato il ricorso allo screening neonatale. Tutti elementi che hanno contribuito ad allungare l'aspettativa di vita, a partire dalla necessità di garantire alle persone in età adulta la migliore qualità della vita che passa anche dalla piena realizzazione professionale e dalla possibilità di curarsi presso strutture adeguate, non più pensate a misura di bambino".

 

In particolare, la LIFC pone l'accento sulla necessità di adottare strumenti di monitoraggio in grado di ottimizzare e controllare l'uso delle risorse pubbliche a sostegno delle strutture dedicate ai malati di fibrosi cistica, al fine di garantire ai pazienti uniformità ed elevati standard di cura. Un intervento in linea con il bisogno di garantire, su tutto il territorio nazionale, la corretta applicazione della Legge 548/1993.  

 

"Rendere efficiente e uniforme la Sanità su tutto il territorio nazionale, garantire equità nell'accesso alle cure e collaborare alla costruzione di modelli organizzativi più efficienti, in grado di garantire una corretta presa in carico del paziente, sono linee d'intervento sulle quali da anni abbiamo aperto un confronto con le Istituzioni, tra cui il Ministero della Salute, che intendiamo portare avanti nell'interesse delle persone affette da fibrosi cistica, la malattia genetica grave più diffusa", aggiunge Gianna Puppo Fornaro.

 

A chiudere i lavori della giornata il tavolo scientifico che ha visto protagonisti il Presidente della Società Italiana per lo Studio della Fibrosi Cistica Valeria Raia, il Direttore Centro Fibrosi Cistica dell'Istituto Gaslini Carlo Castellani, il Professore ordinario malattie dell'apparato respiratorio del Policlinico di Milano Francesco Blasi, il Professore Ordinario Chirurgia Toracica dell'Università degli Studi di Milano Luigi Santambrogio. Coordinati da Cesare Braggion, già Responsabile della Struttura Semplice Dipartimentale U.O. Fibrosi Cistica dell'Azienda Ospedaliero-Universitario A. Meyer.




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