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venerdì 28 dicembre 2012

Sotto le feste aumentano le malattie alimentari

Sotto le feste aumentano le malattie alimentari. Basta osservare tre semplici regole per evitare piacevoli sorprese

 

Periodo di feste e di mangerecci che ci spingono a prestare meno attenzione a ciò che mettiamo in bocca anche perché è opinione purtroppo ancora comune che col freddo scompaiano, come per incanto, germi e microbi.

Tra pesce e carni crude o poco cotte, tartare e macinati il rischio di essere colpiti da problemi gastrointestinali conseguenti ad infezioni tipo la campilobatteriosi, causa di gravi malattie diarroiche accompagnate da febbre, vomito e crampi nella parte inferiore dell'addome, sino ad arrivare alla salmonella o alla temutissima anisakis, è dietro l'angolo.

Il contagio, ovviamente, avviene per via alimentare attraverso il consumo di cibi contaminati da batteri.

Come dicevamo, sono troppe ancora le persone convinte che il freddo sia sufficiente ad abbattere completamente la flora batterica.

La verità è che le carni contaminate non possono essere riconosciute né dall'aspetto o dall'odore e anche la surgelazione non garantisce la sicurezza alimentare: i batteri vengono solo ridotti di numero, ma non completamente eliminati.

Le misure più efficaci per prevenire infezioni di tali tipo derivano da una corretta manipolazione e una sufficiente cottura degli alimenti.

A tal proposito, Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", ricorda tre semplici e fondamentali regole d'igiene:

1. La pulizia. Per la preparazione di carni e pesci e altre derrate alimentari (come per esempio le insalate) utilizzare se possibile taglieri separati. Dopo l'uso lavare accuratamente, con acqua calda e detergenti i taglieri, i coltelli e gli altri utensili da cucina usati e lasciarli asciugare all'aria oppure impiegando un asciuga piatti pulito o meglio ancora della carta da cucina monouso. Dopo avere toccato carne cruda, lavarsi sempre accuratamente le mani.

2. La separazione. Carni e liquidi provenienti da carni crude non devono mai entrare in contatto con alimenti pronti al consumo. Osservare il principio dei due piatti: non utilizzare mai lo stesso piatto per carne cruda e per carne preparata, salse o altri accompagnamenti.




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Redazione del CorrieredelWeb.it


domenica 23 dicembre 2012

Dopo la pensione si dorme meglio. Lo dice uno studio

Benessere: dopo la pensione si dorme meglio. Lo dice uno studio

 

Ricercatori basilesi e tedeschi hanno scoperto che l'allontanamento dallo stress induce il miglioramento del riposo oppure grazie al fatto che le persone adeguano il ritmo della giornata al proprio "orologio interno". Gli studiosi Sakari Lemola, dell'Università di Basilea, e David Richter, dell'Istituto tedesco sulla ricerca scientifica, hanno utilizzato dati del Gruppo tedesco di ricerca socioeconomico (SOEP), che dal 1984 ha svolto interviste in 12'000 economie domestiche. In totale, sono state sentite circa 14'200 persone fra i 18 e gli 85 anni.  Secondo la ricerca che Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", riporta, anche se la qualità del sonno peggiora con l'avanzare dell'età, al momento del pensionamento questa tendenza viene invertita. Un anno dopo la fine dell'attività lavorativa, la situazione torna però inesorabilmente a degradarsi.

Lo studio è stato pubblicato sulla versione online di "The Journals of Gerontology Series B: Psychological Sciences and Social Sciences".

La ricerca inoltre ha confermato altri studi di questo genere, secondo cui la "soddisfazione del sonno" diminuisce costantemente fra i 18 e i 60 anni. Sintomi come stanchezza diurna, difficoltà ad addormentarsi o svegliarsi troppo presto aumentano continuamente.

Sempre secondo gli scienziati esiste un legame fra la qualità del sonno e la stima del proprio stato di salute: chi si sente sano dorme meglio e vice versa. Un legame effettivo con alcune patologie era già noto. Persone che soffrono di obesità, problemi respiratori, cardiaci o dolori cronici dormono infatti peggio rispetto a quelle sane.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


venerdì 21 dicembre 2012

Epilessia infantile si può combattere con la epigenetica


L'epilessia infantile si può combattere con la epigenetica. Identificato il difetto alla base dell'epilessia associata all'instabilita' da triplette del gene Arx

Un team di ricercatori dell'Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli ha scoperto il difetto epigenetico alla base dell'epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica maligna legata al cromosoma X. Lo studio è stato finanziato dall'associazione francese 'Jerome Lejeune' e pubblicato sull'American Journal of Human Genetics. L'epilessia associata all'instabilità da triplette del gene Arx è una rara ma devastante forma di epilessia maligna che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi. La novità di questa ricerca consiste nella scoperta che "mutazioni del gene Arx danneggiano gravemente l'attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia". Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell'arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", lo studio crea le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico determinate da questa malattia.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


lunedì 17 dicembre 2012

Dr. Mezzana: e se Babbo Natale e la Befana si regalassero il ritocchino?

Nel 2009 solo l 1% degli uomini italiani ricorrevano a ritocchi estetici, in due anni il dato è arrivato al 15,54%.

Dr. Mezzana: La chirurgia estetica risponde adeguando gli interventi alle diverse esigenze di genere

Le richieste di  Babbo Natale ? Attenuare la pancia e le cosiddette  maniglie dell amore , mentre la  Befana  chiede interventi ai fianchi e all interno delle ginocchia.

Uomini e donne rispondono in maniera diversa a farmaci e trattamenti e hanno risposte diverse ai vari fattori di rischio. Anche la medicina e la chirurgia estetica presentano la stessa problematica, ma queste branche specialistiche sono nate per le donne. La richiesta maschile in passato era molto bassa, ultimamente, però le cose stanno cambiando: sembrerebbe che la crisi economica abbia portato a un calo generale degli interventi di tipo estetico (-2,4% negli Usa, dal 2008 al 2009), ma non per
gli uomini, le cui richieste di intervento sono cresciute dell 8,6%.
Secondo i dati rilevati dalla Ricerca Doxa 2011, gli uomini italiani sono completamente favorevoli alla Chirurgia Estetica. Nel 2009 solo l 1% degli italiani ricorrevano a ritocchi estetici, questo dato è aumentato esponenzialmente, fino a diventare, nel 2011 il 15,54%.

 I medici e i ricercatori professionisti dell estetica si stanno adeguando - spiega Paolo Mezzana, medico specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica ed è Responsabile Servizio di Dermatologia Oncologica USI Casa di Cura Marco Polo Roma - le tecniche che in passato venivano attuate solo sulle donne vengono adattate, con modifiche spesso sostanziali anche agli uomini. Ad esempio, alcuni laser per il ringiovanimento cutaneo, del viso, efficaci nelle donne, non possono essere
usati negli uomini per la presenza della barba. Infatti, potrebbero danneggiare in modo irreparabile i bulbi piliferi come cambia, d altra parte, da uomo a donna anche l infiltrazione di acido ialuronico per ripristinare i volumi di un viso .
Anche per la liposuzione: Babbo Natale cercherà di attenuare la pancia e le maniglie dell amore, la Befana oltre a queste aree, normalmente cerca una limatina ai fianchi e all interno delle ginocchia.
Ma attenzione - conclude Mezzana - è molto importante rivolgersi sempre a medici specialisti in chirurgia plastica e ad apposite strutture. La sicurezza ha un costo. E  sempre meglio diffidare da chi chiede una cifra sensibilmente più bassa rispetto alla concorrenza. Alcune variazioni di prezzo sono normali, ma va sempre considerato che un intervento chirurgico necessita di una struttura medica attrezzata (che ha un suo costo), oltre naturalmente al compenso del personale, composto anche da
anestesista e personale infermieristico.

Chi è Paolo Mezzana?
Il Dottor Paolo Mezzana è un apprezzato medico specializzato in Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica ed è Responsabile Servizio di Dermatologia Oncologica USI Casa di Cura Marco Polo Roma. E  Socio Ordinario della Società Italiana di Chirurgia Plastica, Ricostruttiva ed Estetica, iscritto all Ordine dei Medici di Roma e all Albo dei Medici Estetici di Roma e Provincia.
E  stato ricercatore dell IRCCS Fondazione G.B.Bietti per la linea di Chirurgia Oftalmoplastica ed è autore di numerose pubblicazioni.





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Redazione del CorrieredelWeb.it


Sicurezza alimentare: tè verde cinese avvelenato da pesticidi


Dopo la recente fila di scandali degli ultimi anni legati alla sicurezza alimentare che hanno colpito il Paese di Mezzo come quello della melamina nel 2008, agente chimico industriale che venne usata per migliorare la produzione di prodotti caseari fra cui il latte per neonati e che causò la morte di 300mila bambini, ora è la volta del  tè.

E' quanto emerge in Cina e Giappone dove e' allarme sulla vendita del tè verde Oolong avvelenato da pesticidi regolarmente venduto in Italia e nel mondo anche tramite il circuito di Internet. 

Un'azienda alimentare con base in Giappone, grande consumatrice della bevanda, è stata infatti costretta a richiamare circa 400mila confezioni di tè importato dalla Cina dopo che i test di rito sul contenuto delle bustine ha rivelato la presenza di pesticidi a livelli troppo elevati. La Ito En, azienda alimentare giapponese, ha confermato l'accaduto e ha spiegato per bocca di un portavoce che "dopo la denuncia di un'altra azienda giapponese, che lo scorso mese ha trovato delle tracce di veleno nel tè cinese, abbiamo deciso per i test. Intanto anche in Italia non migliora lo stato di contaminazione da fitofarmaci e altre sostanze di sintesi nei prodotti ortofrutticoli. Come emerge dall'edizione 2012 del rapporto "Pesticidi nel piatto" di Legambiente, elaborato a partire dai dati ufficiali forniti da Arpa, Asl e uffici regionali competenti, è risultato fuorilegge lo 0,6% dei campioni esaminati, praticamente la stessa percentuale dello scorso anno.

Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", dopo la frutta e vino italiani contaminati da fitofarmaci e altri pesticidi sta al Governo recepire questo nuovo campanello d'allarme prevedendo le dovute contromisure anche se al momento non ci sono immediati rischi per la salute.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


sabato 15 dicembre 2012

Meliane: denuncia contro una pillola anticoncezionale di terza generazione della Bayer

Meliane: denuncia contro una pillola di terza generazione. Una giovane donna francese accusa una pillola anticoncezionale della Bayer di averle causato gravi handicap. Ed in Italia? Lo "Sportello dei Diritti" sta valutando cause contro la Bayer anche in Italia

 

Secondo quanto scrive oggi il quotidiano Le Monde, una giovane donna francese di 25 anni, Marion Lejat, ha deciso di sporgere denuncia contro il gigante farmaceutico tedesco Bayer. Nel 2006 Marion, appena tre mesi dopo aver cominciato a prendere la pillola di terza generazione Meliane, ha subito un grave incidente vascolare cerebrale che le ha causato handicap pesanti. Da allora e' disabile al 65%. Nel caso di specie, il legame tra la pillola e il rischio di ictus è stato confermato nel mese di giugno dalla Commissione regionale per la riconciliazione e risarcimento per gli incidenti medici nella regione dell'Aquitania.

Il farmaco in questione, è un anticoncezionale appositamente creato dalla Bayer molto apprezzato dal pubblico femminile di tutte le età ed è una delle pillole anticoncezionali più diffuse in Italia.

Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", rileva come Bayer ed altri laboratori di produzione di questi contraccettivi di terza generazione e anche quelli di quarta generazione, non negano i rischi alla salute connessi con l'assunzione delle pillole.Nel mese di giugno Bayer ha diramato una nota in cui ha comunicato l'entità dei risarcimenti, accompagnati ai patteggiamenti, nei processi in cui la casa farmaceutica era imputata per i danni provocati dagli anticoncezionali: 142 milioni di dollari. La Food and Drug Administration (FDA) ha ordinato alla Bayer e a tutte le case farmaceutiche, che commercializzano anticoncezionali contenenti drospirenone, di rendere maggiormente visibile, sulle confezioni e nei foglietti illustrativi, il fatto che l'assunzione del farmaco potrebbe provocare embolie e trombosi. Il soldi spesi da Bayer sono riferiti alla chiusura di 651 cause, in cui si evidenziava la formazione di emboli, risultati anche fatali, per causa delle pillole Yaz e Yasmin. La FDA ha dichiarato che, sul campione di 835.000 donne esaminate, tutte consumatrici di pillole contenenti drospirenone, hanno rilevato il rischio di embolia triplicato rispetto alla norma. In realtà, le cause contro la Bayer, in relazione all'utilizzo di pillole anticoncezionali è di circa 11.900 fino ad aprile 2012, secondo il sito della Bloomberg, che ha riportato, per primo, la divulgazione della nota. Se si guarda alla situazione italiana non sembra, invece, esserci riscontro di queste sentenze. Le lamentele sui forum e a fondo di articoli che riportano la nota della Bayer, sono numerose: c'è chi lamenta trombosi ed embolie sofferte, oltre a "normali" effetti collaterali. In realtà, il drospirenone è stato sintetizzato, come ormone, perché ritenuto tra i meno peggiori in quanto a effetti collaterali: si prevedeva, infatti, al massimo una perdita di libido e problemi di ritenzione idrica. uno studio americano, con una casistica davvero ampia, dimostra che dopo 18 mesi di assunzione della Yasmin, così come di altre pillole, solo il 30% delle donne torna dal medico per farsela prescrivere nuovamente". La prescrizione della pillola, molte volte, viene fatta, senza effettuare la verifica di eventuali predisposizioni alla trombosi negli individui che vogliono utilizzarla". A fronte delle sentenze e dei patteggiamenti negli Stati Uniti, queste pillole vengono prescritte regolarmente in Italia, senza alcuna indicazione extra sulla confezione, ma solamente le note "usuali" all'interno del foglietto illustrativo, sotto la voce "effetti collaterali".Per tali ragioni lo "Sportello dei Diritti" sta valutando cause contro la Bayer anche in Italia, anche se al momento non ci sono notizie di avvenimenti processuali rilevanti, nonostante gli effetti collaterali portati dalle pillole contene




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Redazione del CorrieredelWeb.it


venerdì 14 dicembre 2012

Epilessia infantile

 Epilessia infantile, un difetto di link

Dall'epigenetica la cura dell'epilessia con disabilità intellettiva associata al cromosoma X. Una ricerca condotta dall'Istituto di genetica e biofisica "Adriano Buzzati Traverso" del Cnr identifica un link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia

Lo studio è stato pubblicato su American Journal of Human Genetics.

 

 

Scoperto il difetto epigenetico alla base dell'epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica maligna legata al cromosoma X. A identificare il link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia, lo studio realizzato da un team di ricercatori dell'Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, finanziato dall'associazione francese 'Jerome Lejeune'. La ricerca è stata pubblicata su American Journal of Human Genetics.

"L'epilessia associata all'instabilità da triplette del gene ARX, attivatore della trascrizione del Dna, è una rara ma devastante forma di epilessia maligna, che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi", afferma la responsabile del lavoro Maria Giuseppina Miano dell'Igb-Cnr. "Le alterazioni di ARX innescano alterazioni a carico del gene bersaglio KDM5C, la cui proteina, un regolatore epigenetico, svolge un ruolo fondamentale nello stabilire quali geni devono essere esclusivamente espressi per garantire un corretto sviluppo del cervello embrionale".

La novità di questa ricerca consiste nella scoperta che "mutazioni del gene ARX danneggiano gravemente l'attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia", continua la ricercatrice.  "Per comprendere le dinamiche alla base della patologia è stata analizzata quindi l'interazione irregolare tra i due geni e l'effetto che questo difetto ha sul differenziamento dei neuroni. Ciò ha consentito di identificare un'alterazione globale che avviene durante la maturazione dei neuroni GABAergici, una classe di interneuroni inibitori gravemente danneggiata nei bambini malati, provocando uno sbilanciamento funzionale dei geni".

Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell'arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. "Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Purtroppo, ad aggravare ulteriormente il quadro, spesso i neonati con tali deficit non rispondono alla terapia antiepilettica convenzionale", conclude Maria Giuseppina Miano. "In quest'ottica lo studio getta le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura delle epilessie refrattarie, in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico".

 

 

Roma, 14 dicembre 2012




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Andrea Pietrarota
Cavaliere al merito della Repubblica
----------------------------------------
sociologo della comunicazione, giornalista e consulente di comunicazione integrata
direttore responsabile di AlternativaSostenibile e fondatore del CorrieredelWeb.it
cell. +39 347 8271841
email: apietrarota@gmail.com e direttore@alternativasostenibile.it
skype: apietrarota
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Epilessia infantile, un difetto di link




Epilessia infantile, un difetto di link


 

Dall'epigenetica la cura dell'epilessia con disabilità intellettiva associata al cromosoma X. Una ricerca condotta dall'Istituto di genetica e biofisica "Adriano Buzzati Traverso" del Cnr identifica un link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia

Lo studio è stato pubblicato su American Journal of Human Genetics.

 

 

Scoperto il difetto epigenetico alla base dell'epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica maligna legata al cromosoma X. A identificare il link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia, lo studio realizzato da un team di ricercatori dell'Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, finanziato dall'associazione francese 'Jerome Lejeune'. La ricerca è stata pubblicata su American Journal of Human Genetics.

"L'epilessia associata all'instabilità da triplette del gene ARX, attivatore della trascrizione del Dna, è una rara ma devastante forma di epilessia maligna, che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi", afferma la responsabile del lavoro Maria Giuseppina Miano dell'Igb-Cnr. "Le alterazioni di ARX innescano alterazioni a carico del gene bersaglio KDM5C, la cui proteina, un regolatore epigenetico, svolge un ruolo fondamentale nello stabilire quali geni devono essere esclusivamente espressi per garantire un corretto sviluppo del cervello embrionale".

La novità di questa ricerca consiste nella scoperta che "mutazioni del gene ARX danneggiano gravemente l'attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia", continua la ricercatrice.  "Per comprendere le dinamiche alla base della patologia è stata analizzata quindi l'interazione irregolare tra i due geni e l'effetto che questo difetto ha sul differenziamento dei neuroni. Ciò ha consentito di identificare un'alterazione globale che avviene durante la maturazione dei neuroni GABAergici, una classe di interneuroni inibitori gravemente danneggiata nei bambini malati, provocando uno sbilanciamento funzionale dei geni".

Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell'arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. "Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Purtroppo, ad aggravare ulteriormente il quadro, spesso i neonati con tali deficit non rispondono alla terapia antiepilettica convenzionale", conclude Maria Giuseppina Miano. "In quest'ottica lo studio getta le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura delle epilessie refrattarie, in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico".

 

 

Roma, 14 dicembre 2012

 




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Lo studio è stato pubblicato su American Journal of Human Genetics.

 

 

Scoperto il difetto epigenetico alla base dell'epilessia con deficit di apprendimento nei bambini malati di una forma genetica maligna legata al cromosoma X. A identificare il link funzionale nel complesso labirinto dei difetti molecolari associati a questa malattia, lo studio realizzato da un team di ricercatori dell'Istituto di genetica e biofisica 'Adriano Buzzati Traverso' del Consiglio nazionale delle ricerche (Igb-Cnr) di Napoli, finanziato dall'associazione francese 'Jerome Lejeune'. La ricerca è stata pubblicata su American Journal of Human Genetics.

"L'epilessia associata all'instabilità da triplette del gene ARX, attivatore della trascrizione del Dna, è una rara ma devastante forma di epilessia maligna, che si manifesta nei primi mesi di vita dei bambini maschi", afferma la responsabile del lavoro Maria Giuseppina Miano dell'Igb-Cnr. "Le alterazioni di ARX innescano alterazioni a carico del gene bersaglio KDM5C, la cui proteina, un regolatore epigenetico, svolge un ruolo fondamentale nello stabilire quali geni devono essere esclusivamente espressi per garantire un corretto sviluppo del cervello embrionale".

La novità di questa ricerca consiste nella scoperta che "mutazioni del gene ARX danneggiano gravemente l'attivazione di KDM5C e, di conseguenza, il controllo epigenetico a valle, confermando una relazione diretta tra danno genetico e gravità della malattia", continua la ricercatrice.  "Per comprendere le dinamiche alla base della patologia è stata analizzata quindi l'interazione irregolare tra i due geni e l'effetto che questo difetto ha sul differenziamento dei neuroni. Ciò ha consentito di identificare un'alterazione globale che avviene durante la maturazione dei neuroni GABAergici, una classe di interneuroni inibitori gravemente danneggiata nei bambini malati, provocando uno sbilanciamento funzionale dei geni".

Questi bambini sin da piccoli presentano una disorganizzazione generale e caotica delle scariche elettriche con danni a carico della maturazione del cervello che, nell'arco di pochi anni, manifesta difetti di apprendimento invalidanti. "Ne deriva la necessità di somministrare loro tempestivamente farmaci antiepilettici che forniscano benefici efficaci, prima che si completi lo sviluppo cognitivo. Purtroppo, ad aggravare ulteriormente il quadro, spesso i neonati con tali deficit non rispondono alla terapia antiepilettica convenzionale", conclude Maria Giuseppina Miano. "In quest'ottica lo studio getta le basi per una ricerca mirata a sviluppare nuovi metodi di cura delle epilessie refrattarie, in grado di limitare i danni che le convulsioni producono sullo sviluppo neurologico".

 

 

Roma, 14 dicembre 2012

 




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Sanita': Federlazio Salute su visita Alemanno Aurelia Hospital



 

COMUNICATO STAMPA

 

SANITA': FEDERLAZIO SALUTE SU VISITA ALEMANNO AURELIA HOSPITAL

 

Roma, 14 dicembre 2012

 

"Significativa la visita del Sindaco di Roma, Gianni Alemanno, presso l'Aurelia Hospital del Gruppo Garofalo, nostro Associato" – è quanto dichiara in una nota Federlazio Salute -. "Il Sindaco, davanti a una platea di infermieri, medici, impiegati, operatori del servizio civile, ha confermato il suo impegno nel portare avanti una battaglia di difesa della sanità privata accreditata che ricopre, a tutti i livelli, il ruolo di servizio pubblico con un notevole abbattimento di costi per i cittadini e per il SSR" – continua Federlazio Salute –. "Il Sindaco Alemanno si è attivato in prima persona, affinché si mantenesse un dialogo aperto tra le Associazioni e il Commissario Bondi, per evitare eventuali rischi sociali. Durante la riunione di mercoledì presso il Ministero dell'Economia e delle Finanze, infatti, il Commissario Bondi si è riservato di approfondire i temi dibattuti fissando un nuovo incontro con le Strutture nella giornata di giovedì 20 dicembre p.v.".







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Redazione del CorrieredelWeb.it


giovedì 13 dicembre 2012

Rischio malattie: test del Dna acquistabili online? Ma sono efficaci e veritieri?

Lo "Sportello dei Diritti", da anni vigila sula rete evidenziandone i pregi ma anche i potenziali pericoli connessi ai difficili controlli cui può essere sottoposta, specie quando si tratta di commercio online. Se ne sentono, infatti, di tutti i colori di prodotti acquistabili su internet.

Questa volta Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", segnala la diffusione di un fenomeno che si sta allargando a macchia d'olio in tutta Europa, anche se in Italia se ne sente parlare poco o quasi nulla, per di più esistono già numerose società e siti internet in italiano che lo consentono. Stiamo parlando della possibilità offerta da alcune società che operano sul web di acquistare test per il Dna a prezzi stracciati e delle cui qualità, quindi, è lecito dubitare.

Bastano pochi euro per eseguire diversi tipi di analisi, da quello sulla paternità sino ad arrivare alle infedeltà coniugale, ma con qualche centinaio di euro si arriva addirittura ad un'analisi completa di oltre 200 potenziali difetti genetici, pericoli di dipendenza e rischi di malattie congenite.

In alcuni Paesi, tra cui la confinante Svizzera è scattato un vero e proprio allarme in virtù dell'elevato numero di cittadini che si sono già sottoposti a test del genere semplicemente dietro la promessa di poter conoscere la tendenza ad essere depresso o diventare schizofrenici, il rischio di tumori, diabete, calvizie, Parkinson, l'intelligenza della propria futura prole e così via.

Per tali ragioni, l'Accademia svizzera delle scienze mediche (Samw) in data di ieri ha lanciato un vero e proprio allarme prendendo una netta posizione contraria a queste offerte definite «poco scientifiche».

Pur precisando che la Samw non è contro i test genetici in sé, la dottoressa Katrin Crameri, membro dell'accademia, ha rilevato la scarsa serietà di diverse proposte rinvenibili in internet anche in virtù della palese assenza di consulenze mediche specifiche.

Risulta, infatti, che la gran parte delle persone che hanno acquistato un test, abbia preso cognizione dei risultati senza la mediazione di un medico. Ma vi è di più: in Svizzera, a differenza di altri Paesi tra cui il Nostro, effettuare  test genetici senza una necessità medica è contro la legge. Sono queste le ragioni per le quali sono in tanti a ricorrere agli acquisti online con  un aumento vertigionoso del numero degli svizzeri che effettua i testi per scoprire i rischi di malattie. Secondo un sondaggio di comparis.ch, uno svizzero su 25 si è già fatto un test genetico.

Nel frattempo, anche il governo confederale ha acceso i fari sulla questione prevedendo una modifica della legge vigente in senso restrittivo già in primavera.




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Redazione del CorrieredelWeb.it


mercoledì 12 dicembre 2012

Salute alimentare: richiamate dalla Buitoni in Svizzera tre varietà di pizze

Salute alimentare: richiamate dalla Buitoni in Svizzera tre varietà di pizze. Segnalati pezzi di metallo sul prodotto in Germania

 

In Germania, in due recentissime occasioni, alcuni consumatori hanno scoperto la spiacevole sorpresa di ritrovarsi frammenti di metallo su due tipi di pizza congelata. I prodotti incriminati riguarderebbero la pizza "La Toscana" del marchio Buitoni a sua volta facente parte del gruppo Nestlè.

A seguito della notizia, Nestlé Svizzera ha richiamato a scopo precauzionale tre varietà di pizza della stessa marca Buitoni "La Toscana  ed in particolare quelle al Prosciutto e Funghi, Salame calabrese e Margherita due Formaggi. La data di scadenza delle pizze interessate è compresa tra giugno e novembre 2013.

La stessa multinazionale dell'alimentare ha fatto sapere che il problema, è stato immediatamente. Mentre risulta che nessuna segnalazione in tal senso è giunta in altri Paesi.

Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", alla  luce di tale fatto  rileva  come in altri paesi a noi vicini, anche geograficamente, al primo segnale di prodotto difettoso o rischioso per la salute, siano le stesse società alimentari ad attivarsi prontamente per le opportune verifiche e per tutelare i consumatori.

In Italia, al contrario, ancora non si è giunti a tale sensibilità e si è spesso costretti a vedere l'intervento delle autorità di vigilanza o dei NAS prima che le imprese ammettano i propri errori.

Non ci resta a questo punto che continuare a vigilare come consumatori e a richiedere l'immediato intervento delle istituzioni al benché minimo sospetto di rischi per la salute.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Sperimentato un nuovo farmaco per curare la leucemia acuta

Sperimentato un  nuovo farmaco per curare la leucemia acuta. Il nuovo farmaco si chiamerà quizartinib oppure AC220

 

Lo studio e' stata presentato in questi giorni durante il meeting annuale della American Society of Hematology che si e' tenuto ad Atlanta dai ricercatori della Johns Hopkins University.

Il nuovo farmaco ha riguardato pazienti con leucemia mieloide acuta marcati con uno specifico tipo di mutazione genetica e ha mostrato risultati sorprendenti nella fase II dei trial clinici.  Come nel caso di Emma una bambina di 7 anni. La primavera scorsa, lei era vicino alla morte. Ma oggi, Emma, è quasi guarita da una leucemia linfoblastica acuta e grazie ad un trattamento completamente nuovo: i medici hanno inoculato un forma modificata del virus dell'AIDS, che fa scomparire le cellule tumorali. Il nuovo farmaco ha riguardato pazienti con leucemia mieloide acuta marcati con uno specifico tipo di mutazione genetica che ha mostrato risultati sorprendenti nella fase II dei trial clinici.  Come nel caso di Emma una bambina di 7 anni. La primavera scorsa, lei era vicino alla morte. Ma oggi, Emma, è quasi guarita da una leucemia linfoblastica acuta e grazie ad un trattamento completamente nuovo: i medici hanno inoculato un forma modificata del virus dell'AIDS, che fa scomparire le cellule tumorali. Il trattamento consiste nell'inoculare una forma attenuata dell'HIV al fine di riprogrammare il sistema immunitario, tra cui i linfociti T e quindi di distruggere le cellule tumorali. Le probabilità di guarigione non sono male ma riducono significativamente in caso di recidiva. Infatti piu' di un terzo di pazienti ad alto rischio di leucemia hanno mostrato di rispondere positivamente al nuovo farmaco sperimentale e la leucemia e' completamente scomparsa dal midollo osseo. Il nuovo farmaco si chiamerà quizartinib oppure AC220. Per lo studio i ricercatori hanno coinvolto 137 pazienti con leucemia mieloide acuta, la maggioranza dei quali era affetta da una mutazione nel gene FLT3-ITD nelle cellule leucemiche. Questo gene produce un enzima che segnala alle cellule del midollo osseo di dividersi e ricostituirsi. In alcuni dei pazienti con leucemia, la malattia ha mutato il gene in modo che l'enzima non funzioni in modo permanente, in modo che le cellule leucemiche crescano rapidamente e la patologia divenga difficile da trattare.

Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", occorre cautela, anche se i risultati sono molto incoraggianti. Secondo molti oncologi questa tecnica è rivoluzionaria ed alcuni  scienziati stanno già cercando di applicare questo metodo ad altri tumori come quello della mammella o della prostata. Nel frattempo, Emma non è ricaduta ed è tornata a scuola.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


martedì 11 dicembre 2012

Salute alimentare: richiamate dalla Buitoni in Svizzera tre varietà di pizze

Salute alimentare: richiamate dalla Buitoni in Svizzera tre varietà di pizze. Segnalati pezzi di metallo sul prodotto in Germania

 

In Germania, in due recentissime occasioni, alcuni consumatori hanno scoperto la spiacevole sorpresa di ritrovarsi frammenti di metallo su due tipi di pizza congelata. I prodotti incriminati riguarderebbero la pizza "La Toscana" del marchio Buitoni a sua volta facente parte del gruppo Nestlè.

A seguito della notizia, Nestlé Svizzera ha richiamato a scopo precauzionale tre varietà di pizza della stessa marca Buitoni "La Toscana  ed in particolare quelle al Prosciutto e Funghi, Salame calabrese e Margherita due Formaggi. La data di scadenza delle pizze interessate è compresa tra giugno e novembre 2013.

La stessa multinazionale dell'alimentare ha fatto sapere che il problema, è stato immediatamente. Mentre risulta che nessuna segnalazione in tal senso è giunta in altri Paesi.

Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", alla  luce di tale fatto  rileva  come in altri paesi a noi vicini, anche geograficamente, al primo segnale di prodotto difettoso o rischioso per la salute, siano le stesse società alimentari ad attivarsi prontamente per le opportune verifiche e per tutelare i consumatori.

In Italia, al contrario, ancora non si è giunti a tale sensibilità e si è spesso costretti a vedere l'intervento delle autorità di vigilanza o dei NAS prima che le imprese ammettano i propri errori.

Non ci resta a questo punto che continuare a vigilare come consumatori e a richiedere l'immediato intervento delle istituzioni al benché minimo sospetto di rischi per la salute.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


lunedì 10 dicembre 2012

Arp: nuovo sistema di potenziamento muscolare e recupero post traumatico. fai una seduta di prova gratuita




ARPWAVE SYSTEM ARRIVA A MILANO:
Il sistema - finora appannaggio delle società sportive professionistiche e della Nazionale di Calcio - per il potenziamento muscolare, per la riabilitazione post-traumatica e post-chirurgica, per trattamenti estetici, arriva a Milano grazie alla fisioterapista Stephanie Dietrich
Fai una seduta di prova a titolo gratuito
ARP – acronimo di Accelerated Recovery and Performance (Acceleratore del Recupero e delle Performance) – è un sistema all'avanguardia, che permette di ridurre il tempo di recupero in caso di traumi muscolari, curarsi a seguito di incidenti articolari rafforzando e tonificando la muscolatura e, per i cultori della forma, rimodellare il fisico. Permette un recupero del 60%-80% più veloce rispetto alle normali terapie tradizionali, quali Tecarterapia, TENS, Ultrasuoni, Laserterapia, Magnetoterapia e altre terapie fisiche.
L'ARP è nato e si è diffuso negli Stati Uniti, per arrivare poi anche in Italia, soprattutto nel mondo sportivo professionistico: è in dotazione alla Nazionale di Calcio e alle principali squadre di serie A, sia per il recupero rapido dopo traumi muscolari (ad esempio il Capitano della Nazionale Chiellini l'ha utilizzato durante gli Europei) sia per il potenziamento muscolare.
Stephanie Dietrich, giovane e preparata fisioterapista tedesca -specializzatasi nella terapia ARP sotto la guida del preparatore della Nazionale di Calcio olandese - ha scelto di svolgere la propria attività e applicare questo metodo in Italia, presso il Centro Medico Ambrosiano, mettendo a disposizione le proprie competenze certificate per la sua applicazione. Il sistema ARP viene ora proposto dal Centro Medico Ambrosiano anche a un pubblico più vasto, per un utilizzo terapeutico, riabilitativo ed estetico.
La terapia con ARP – un apparecchio per l'elettrostimolazione muscolare, che agisce in armonica sinergia con il corpo – è praticata dalla Dietrich secondo precisi protocolli, che permettono di tenere sotto controllo lo sforzo muscolare richiesto, non ha controindicazioni, a eccezione di gravidanza, malati di tumore e portatori di apparecchi elettrici.
Il Centro Medico Ambrosiano offre la possibilità di una seduta di prova a titolo gratuito ad atleti professionisti e non, ai propri pazienti e a tutti coloro che vogliono conoscere questo nuovo sistema. Per prenotazioni tel. 02/315112.
CMA - Centro Medico Ambrosiano
Via E. Biondi 1 - 20154 Milano
Dir. Sanitario Tullio Gambardella




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Cav. Andrea Pietrarota
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domenica 9 dicembre 2012

Cellule nervose "fabbricate" dall'urina


Cellule nervose "fabbricate" dall'urina. Dalla Cina nuova tecnica che riscrive la 'carta d'identità delle cellule. Nuove speranze per curare malattie neurodegenerative, come il Parkinson e l'Alzheimer con un semplice campione delle loro urine

 

La tecnica è stata messa a punto dai ricercatori dell'Accademia cinese delle scienze e pubblicata ieri su Nature Methods. Gli esperimenti sono stati condotti in laboratorio dai ricercatori cinesi guidati da Duanquing Pei che hanno cominciato isolando le cellule dai campioni di urina di tre volontari di 10, 25 e 37 anni. Già in passato altri liquidi biologici erano finiti sotto la lente dei ricercatori a caccia di cellule progenitrici: è il caso del liquido amniotico, presentato come una 'minierà di staminali da uno studio uscito nel 2007 su Nature Biotechnology, che aveva destato qualche perplessità nella comunità scientifica, e da un secondo lavoro pubblicato nel 2009 su Blood. Mentre per i ricercatori cinesi fabbricare cellule nervose partendo dall'urina umana lo consente una nuova tecnica che riprogramma le cellule presenti nell'urina per trasformarle in cellule progenitrici dei neuroni da usare per la ricerca sulle malattie neurodegenerative, come il Parkinson e l'Alzheimer, e per lo sviluppo di nuovi farmaci. Gli scienziati sottolineano come la procedura possa essere facilmente impiegata per generare cellule progenitrici neurali partendo dalle cellule di pazienti colpiti da malattie neurodegenerative come il Parkinson o l'Alzheimer: basterebbe un semplice campione delle loro urine per ottenere in laboratorio delle linee cellulari su cui fare ricerca per indagare i meccanismi alla base delle malattie e per testare l'efficacia di nuovi farmaci.

Con poche mosse si riscrive la 'carta d'identità delle cellule presenti nell'urina, trasformandole da cellule di tipo epiteliale a progenitrici di cellule nervose. In un secondo momento hanno introdotto al loro interno alcuni geni capaci di riprogrammare l'espressione del Dna. Una volta per tutte hanno messo le cellule in coltura con un cocktail di molecole capaci di dare la spinta decisiva alla trasformazione. Dopo pochi giorni le cellule hanno mostrato il loro nuovo volto: si sono infatti trasformate in progenitrici neurali capaci di differenziarsi in neuroni e altre cellule del sistema nervoso chiamate cellule gliali.

I primi risultati ottenuti in provetta sembrano confermare l'efficacia e l'efficienza della tecnica. In attesa di nuove conferme, i ricercatori hanno provato a testare in vivo il potenziale di queste cellule progenitrici, trapiantandole nel cervello di 12 cuccioli di topo. Dopo 4 settimane hanno potuto osservare la formazione di nuove cellule nervose senza l'insorgenza di pericolosi tumori.

Per Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", l'urina potrebbe così trasformarsi da rifiuto dell'organismo a preziosa risorsa per la ricerca per contrastare malattie neurodegenerative come l'Alzheimer e il Parkinson.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Farmaci e salute: i NAS nelle farmacie e depositi per sequestrare "Eminocs" e "Bupiforan"

Dopo le disposizioni dell'Aifa, Agenzia italiana del farmaco, che disponeva il ritiro dal mercato dei farmaci "Eminocs" e "Bupiforan" i Carabinieri dei Nas si sono presentati nei depositi farmaceutici e nelle farmacie di tutta Italia per verificare l'avvenuto ritiro dal mercato di alcuni lotti dei medicinali Eminocs 50 mg/ml soluzione orale in flacone da 100 ml, lotti n. 0136B, scad. 12/2013 e n. 08/04/10, scad. 04/2013, AIC 038049045 della ditta Alfa Wassermann SpA  e di alcuni lotti di Bupiforan 10 mg/ml iperbarica 10 fiale 2 ml; Bupiforan 7,5 mg/ml iperbarica 10 fiale 3 ml; Bupiforan 5 mg/ml iperbarica 10 fiale 4 ml; Bupiforan 2,5 mg/ml 10 fiale 10 ml; Bupiforan 5 mg/ml 5 10 fiale 10 ml, della ditta Baxter SpA. Il ritiro del Bupiforan è stato disposto a seguito della segnalazione della ditta, concernente reclami relativi a mancanza di efficacia provenienti dal mercato greco e italiano.

EMINOCS è indicato per il trattamento di breve durata dei seguenti disturbi acuti: infiammazioni dolorose in seguito a traumi, es. distorsioni; infiammazione e dolore post-operatori, es. dopo interventi chirurgici dentali od ortopedici; dismenorrea primaria.

BUPIFORAN può essere utilizzato in ogni tipo di anestesia periferica:infiltrazione locale;loco regionale;blocco simpatico;blocco endovenoso retrogrado e blocco endoarterioso (limitatamente alla forma senza Adrenalina);peridurale;sacrale;spinale sottoaracnoidea;tronculare;

BUPIFORAN è quindi indicata in tutti gli interventi della chirurgia generale, ortopedica, oculistica, otorinolaringoiatrica, stomatologica, ostetrico-ginecologica, dermatologica, sia impiegata da sola che associata a narcosi.

Tali decisioni, sottolinea Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", sono dovute a seguito delle analisi condotte nell'ambito del programma annuale di controllo della composizione dei medicinali per l'anno 2011, visto il parere non favorevole dell'Istituto Superiore di Sanità e in attesa dell'esito di ulteriori indagini e dell'aggiornamento del dossier registrativo da parte delle società farmaceutiche. L'Aifa ha anche raccomandato di non utilizzare i farmaci in attesa del ritiro definitivo.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


domenica 2 dicembre 2012

Salute a scuola: impetigine tra i banchi

A rischio sono soprattutto le scuole materne e le elementari, dove la trasmissione dei parassiti tra bambini e' molto facile. Lo Sportello dei diritti lancia l' allarme sulle precarie condizioni di pulizia e manutenzione delle strutture scolastiche della Penisola.

 

Pensavamo fossero solo segnalazioni isolate, ma quelle arrivate allo "Sportello dei Diritti" in merito a casi di infezioni cutanee contratte da bambini tra i banchi di scuola sono molteplici e riguardano la Penisola da Nord a Sud, isole comprese. Come altre volte, non avendo dati statistici a disposizione, né avendo le istituzioni quali l'ISS (Istituto Superiore di Sanità) o i Ministeri di Salute e Istruzione o anche le Regioni, messo a disposizione i numeri circa i contagi riguardanti patologie dell'epidemie che colpiscono soprattutto la cute più delicata come quella dei bambini, non possiamo affermare con certezza che si tratti di vere e proprie epidemie.

Certo è che molte mamme ed operatori della scuola addebitano l'insorgenza di tali rischi al sovraffollamento della aule e all'inadeguatezza degli istituiti scolastici, ancor più depressi dai tagli orizzontali all'istruzione, che si ripercuotono, inevitabilmente anche per ciò che riguarda gli aspetti igienico-sanitari. Le spendig review,  hanno portato a ridurre in maniera drastica il numero dei collaboratori scolastici e del personale ausiliario, anche quello addetto alla pulizia. 

Tali circostanze, senza alcun dubbio aumentano le probabilità di contagio e la diffusione di malattie sia per via aerea che dermatiti e patologie che riguardano la pelle e il cuoio capelluto, specie dei più piccoli che sono ovviamente un bersaglio facile per batteri e virus.

Non si tratta, quindi, dei classici pidocchi che fanno capolino sulle teste degli scolari anche nel 2012, ma anche di quella che qualcuno chiamata "ferita da scuola" meglio nota come impetigine, una fastidiosa infezione superficiale della pelle di origine batterica, causa di rossori e fastidiosi pruriti che si manifsta dapprima attraverso piccole bolle a contenuto chiaro (simili a lievi bruciature) circondate da un alone rosso  che diventano delle escoriazioni su cui si deposita una crosta di caratteristico color miele, quando scoppiano.

Le parti del corpo più colpite sono solitamente quelle più esposte ai contatti e quindi mani, viso e collo. L'evoluzione della malattia è solitamente benigna, anche se quando non viene curata, può in rari casi portare a complicazioni a livello renale.

Tale patologia, continua a registrare, infatti, un picco di diffusione all'inizio dell'anno scolastico andando a colpire specialmente i bambini delle scuole materne e primarie, e quindi compresi nella fascia d'età tra  i 3 e gli 11 anni.

Le segnalazioni pervenuteci, rileva Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" c'inducono ad allertare e far ricordare che il miglior rimedio è senz'altro la prevenzione che riguarda sia la pulizia personale dei più piccoli che una ovvia e necessaria maggior cura ed igienizzazione degli ambienti scolastici.

L'invito è quindi rivolto a tutte le autorità coinvolte, secondo le rispettive competenze e quindi direttori scolastici, ai  Sindaci, in quanto anche Autorità Sanitaria, alle ASL, ai provveditori agli studi ed infine ai Ministeri di Sanità e Istruzione che siano prese tutte le contromisure necessarie sia in termini di prevenzione, magari con operazioni d'informazione tra i genitori e con consulti di dermatologici, specialisti e pediatri, ma anche in quelli d'intervento sugli istituti scolastici attraverso un'accurata e approfondita igienizzazione quotidiana.

Vi è da ribadire, però, che tali indispensabili richieste, purtroppo cozzano con la spietata scure dei tagli all'istruzione che auspichiamo, anche per tali ragioni, non si perpetuino ulteriormente.

 




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mercoledì 28 novembre 2012

Alimenti e farmaci: 4 cibi da evitare durante l'assunzione di medicinali

Mentre i medici canadesi mettono in guardia contro una crescente lista di farmaci che possono interagire con il succo di pompelmo poiché possono causare effetti potenzialmente gravi, ci sono una serie di altri alimenti e bevande che possono interagire con farmaci comunemente prescritti.

Per esempio tutti quelli che abbassano il colesterolo come i farmaci fluidificanti del sangue in grado di interagire con gli alimenti altrimenti innocui.

La Vitamina K contenuta negli alimenti ricchi di warfarina (Coumadin) che è un farmaco anticoagulante cumarinico. Esso viene utilizzato nelle terapie mediche e, ad alte dosi, trova anche applicazione come topicida ed secondo gli studi degli Istituti della sanità nazionale della Gran Bretagna può rendere meno efficace gli effetti dei farmaci. Il farmaco contenente Warfarina (Coumadin) è comunemente prescritto. Più di 1.000.000 persone attualmente in Italia ne fanno uso abituale, secondo una stima degli esperti della sicurezza dei farmaci.

Gli alimenti che contengono elevate quantità di vitamina K sono le erbe come il prezzemolo e il coriandolo, verdure a foglia verde come spinaci e bietole, soia e ceci, formaggio e tè verde e bevande come l'acqua tonica.

Inoltre mangiare un sacco di liquirizia nera può aumentare le probabilità di tossicità per le persone che prendono il Lanoxin farmaco, che viene utilizzato per trattare l'insufficienza cardiaca e i disturbi del ritmo cardiaco aumentando, per azione diretta, la capacita` di contrazione del cuore nell`insufficienza cardiaca cronica e riduce, per azione indiretta, la frequenza cardiaca in alcune forme di aritmia. Secondo la US Food and Drug Administration la liquirizia può rendere meno efficace l'azione di alcuni farmaci  diuretici e per la pressione del sangue.

Il calcio contenuto nei latticini o negli integratori è in grado di "pasticciare con" l'assorbimento dei farmaci per la tiroide, o dedli antibiotici come la ciprofloxacina o levofloxacina. Poi c'è l'alcol, che può causare problemi per le persone che prendono una vasta gamma di farmaci, tra cui i farmaci che fluidificano il sangue come il Coumadin, antibiotici, antidepressivi, farmaci per diabetici, anti-psicotici come Thorazine. Secondo i sanitari gli effetti di una interazione dipendono dal farmaco ma , per esempio, con alcuni farmaci diabetici il consumo di alcol può produrre nausea o mal di testa.

Secondo Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", di fronte ad un assunto del genere è opportuno leggere attentamente le avvertenze sui bugiardini dei farmaci prescritti e di chiedere ad un medico o al farmacista se c'è qualcosa che deve essere evitato durante l'assunzione di un particolare farmaco.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


Sale negli alimenti. E' bene ridurre la quantita'


Roma, 28 Novembre 2012. Molti italiani consumano un po' troppo sale, cioe'  cloruro di sodio. Questo puo' essere un pericolo grave per la salute, perche' il consumo di sale in eccesso contribuisce allo sviluppo e all'escalation della pressione alta, una delle principali cause di malattie cardiache, renali e ictus. Il problema riguarda non solo gli adulti ma anche i bambini e le persone che non hanno problemi di pressione alta. Il sale e' ovunque, soprattutto negli alimenti confezionati e nei cibi al ristorante piu' che in quelli casalinghi ed e', quindi, difficile ridurre l'apporto di sodio. Consigli? In casa ci si puo' regolare, abituandosi a salare sempre meno, al supermercato si possono scegliere prodotti a basso contenuto di sodio (sempre a trovarli!), al ristorante siamo nelle mani del cuoco ma si puo' richiedere di non condire determinati alimenti. Insomma, il modo di diminuire le quantita' di sodio assunte c'e'.

Primo Mastrantoni, segretario 
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori





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martedì 27 novembre 2012

Il succo di pompelmo reagisce con un ampio numero di farmaci

Il succo di pompelmo reagisce con un ampio numero di farmaci.

L'allarme degli esperti di interazione dei medicinali con lo scopo di aumentare la consapevolezza del 'frutto proibito'

 

I medici canadesi lanciano l'allarme che altri farmaci da prescrizione sono stati distribuiti sul mercato in grado di interagire con il succo di pompelmo con effetti potenzialmente gravi come la morte improvvisa.

Il Dr. David Bailey, un farmacologo clinico del Lawson Research Institute di Londra, Ont., più di 20 anni fa ha scoperto l'interazione tra il pompelmo e alcuni farmaci.  Da allora, il numero di farmaci potenzialmente in grado di interagire è salito a più di 85.

Molti dei farmaci sono comuni, come ad esempio alcune statine per abbassare il colesterolo, gli antibiotici e bloccanti dei canali del calcio usati per trattare la pressione alta. Altri includono agenti utilizzati per combattere il cancro o per rinforzare il sistema immunitario in persone che hanno ricevuto un trapianto d'organo.

Secondo i ricercatori in un articolo pubblicato nel numero di lunedi del Canadian Medical Association Journal, dal titolo " Pompelmo-farmaco interazioni: frutto proibito o conseguenze evitabili? "  le persone con più di 45 anni che consumano  il pompelmo e contemporaneamente assumono i farmaci più prescritti, per questi vi è maggiore probabilità per subire gli effetti delle interazioni. Degli 85 farmaci noti che interagiscono con il pompelmo, 43 possono avere gravi effetti collaterali, tra cui la morte improvvisa, insufficienza renale acuta, insufficienza respiratoria, emorragie gastrointestinali e soppressione del midollo osseo in persone con sistema immunitario indebolito.

Gli autori hanno notato che il frutto intero o 200 ml di succo di pompelmo e altri agrumi come le arance di Siviglia (spesso utilizzate per preparare la marmellata), possono portare ad interazioni farmacologiche.

Studi predentemnete pubblicati hanno dimostrato che bere un bicchiere da 200 ml di succo di pompelmo una volta al giorno per tre giorni ha prodotto un 330 per cento di aumento della concentrazione di simvastatina, una statina comunemente utilizzata, nel sangue rispetto all'assunzione del farmaco con acqua.

I ricercatori inoltre hanno evidenziato che l'interazione può verificarsi anche se qualcuno mangia il pompelmo o ne beve il succo anche alcune ore prima di prendere un medicinale, come ad esempio a colazione e  l'assunzione del farmaco dopo cena.

Gli agrumi che interagiscono contengono principi attivi chiamati furanocumarine che irreversibilmente bloccano l'enzima che metabolizzano il farmaco.

Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti", auspica che alla luce di queste ricerche  nei foglietti illustrativi dei farmaci, quelli in cui sono indicate la posologia, le indicazioni terapeutiche, le controindicazioni, ecc. chiamati comunemente "bugiardini"  che i farmaci interessati non devono essere consumati con questi frutti che possono causare effetti collaterali anche gravi.

 




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Redazione del CorrieredelWeb.it


lunedì 26 novembre 2012

Dr.Mezzana: PDT possibile soluzione contro tumori della pelle e altre patologie della pelle

DAI RISULTATI DI UN PROGETTO DI RICERCA TUTTO ITALIANO
PDT - Photodynamic Therapy potrebbe essere la soluzione per prevenire
i tumori nelle pelli chiare e l'invecchiamento cutaneo con una tecnica
non invasiva

Dr. Mezzana: "Se confermati, i dati sperimentali finora raccolti,
permetteranno la diffusione di una metodica di semplice esecuzione per
il trattamento di pazienti con la tendenza a sviluppare tumori cutanei
di tipo epiteliale, con una forte riduzione della mortalità"


La PDT - Photodynamic Therapy potrebbe costituire la chiave anche per
la prevenzione dei tumori epiteliali nei soggetti a rischio, non solo
per la cura. Una scoperta che potrebbe cambiare drasticamente il mondo
dell'oncologia dermatologica. Sono ancora pochi i centri al mondo che
stanno sperimentando questa tecnica, la cui tecnologia è tutta
italiana ed è stata sviluppata da Espansione Marketing, azienda di
Bologna leader nel settore medicale, e portata avanti da un team di
medici esperti, tra
i quali il Dottor Paolo Mezzana, Specialista in Chirurgia Plastica e
responsabile del Servizio di Dermatologia Oncologica della Casa di
Cura Monospecialistica Oncologica U.S.I. Marco Polo di Roma, un centro
all'avanguardia per la prevenzione, la diagnosi e la cura dei tumori,
anche quelli della pelle.

"I risultati ottenuti fin'ora sono eccellenti. - Ha commentato il
dottor Mezzana. - Si tratta di una tecnica non invasiva che utilizza
una fonte di luce monocromatica a bassa intensità applicata a breve
distanza dalla cute. In questo modo, si riescono a distruggere
selettivamente le cellule mutate che per l'aumentata velocità di
replicazione assorbono e trasformano più rapidamente un farmaco,
l'acido aminolevulinico, che funge da marcatore biologico".

Nata come terapia per la cura delle cheratosi attiniche e degli
epiteliomi basocellulari, negli ultimi anni la PDT sta trovando
applicazione anche per la cura di altre patologie della pelle,
dall'acne alle verruche volgari, ai disordini dell'apparato
pilosebaceo, fino al fotoringiovanimento. La cheratosi attinica
rappresenta un indicatore di eccessiva esposizione cumulativa al sole
e, nello stesso tempo, costituisce un possibile precursore del
carcinoma spinocellulare invasivo. La sua incidenza
è in aumento in tutto il mondo. Un recente studio condotto in Italia,
effettuato su oltre 12.000 soggetti sopra i 45 anni, ha stimato una
prevalenza della patologia pari all'1,4% della popolazione (Naldi
2006). In una percentuale tra il 5 e il 20% le cheratosi attinniche
possono evolvere, per una mutazione UV-indotta, verso un carcinoma
invasivo a cellule squamose. Il team del Dr.Mezzana sta sperimentando
la metodica anche a scopo preventivo.

"Sono stati finora arruolati più di 30 soggetti, con fototipo chiaro e
una spiccata predisposizione allo sviluppo di neoformazioni epiteliali
precancerose, come le cheratosi attiniche o di veri e propri tumori
cutanei, che in passato erano stati più volte trattati con altre
terapie. La sostanza foto sensibilizzante utilizzata è il 5-ALA (acido
5 aminolevulinico), che applicato sulla cute circa un'ora prima del
trattamento, si lega selettivamente alle cellule malate rendendole
bersaglio di un
fascio luminoso, che ne determina la distruzione selettiva. Si tratta
di una metodica particolarmente innovativa, non solo perché sfrutta
Led ad elevata potenza (>100Mw/cmq), ma soprattutto perché, agendo ad
una distanza minima dai tessuti (circa 5-10 mm), garantisce l'assenza
di dispersione energetica, garantendo risultati apprezzabili già dalle
prime sedute. La tecnica utilizzata è l'unica PDT brevettata in cui
la distanza tra la cute e i Led non supera i 10 mm, ciò ottimizza
l'assorbimento
da parte delle cellule alterate, riducendo i tempi di esposizione e
diminuendo la convalescenza del paziente" - ha spiegato il dottor
Mezzana. - "Nei 14 mesi di follow-up i pazienti non hanno sviluppato
lesioni precancerose o vere e proprie neoplasie epiteliali nelle aree
trattate, mostrando peraltro anche miglioramenti a livello del danno
da foto invecchiamento - ha continuato il Dottor Paolo Mezzana -. Se
confermati, i dati sperimentali finora raccolti, permetteranno la
diffusione su scala
mondiale di una metodica di semplice esecuzione, pressocché priva di
complicanze, per il trattamento di pazienti con la tendenza a
sviluppare tumori cutanei di tipo epiteliale, con una forte riduzione
della morbilità e della mortalità" - ha concluso Mezzana.

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