XXI Giornata Mondiale Alzheimer
Grande riscontro di pubblico al convegno a più voci,
perché "la malattia di Alzheimer non può e non deve essere affrontata da soli"
Milano, 20 settembre 2014 - Si celebra domani, 21 settembre 2014, la XXI Giornata Mondiale Alzheimer. Istituita nel 1994 dall'Organizzazione Mondiale della Sanità e Alzheimer's Disease International (ADI), testimonia la nascita di un movimento internazionale che vuole creare una coscienza pubblica sugli enormi problemi provocati da questa malattia. E far sì che famiglie, medici, ricercatori e organizzazioni lavorino insieme per dare risposte concrete ai bisogni dei malati e delle loro famiglie. Rappresenta il culmine del Mese Mondiale Alzheimer, ideato tre anni fa da ADI per meglio contrastare l'emarginazione sociale legata alla malattia.
La Federazione Alzheimer Italia, rappresentante di ADI per il nostro Paese, ha organizzato numerose iniziative in molte città italiane che si sono affiancate agli eventi in programma in tutto il mondo (i dettagli su alzheimer.it). In particolare ha registrato grande riscontro di presenze sia di familiari di malati che di operatori del settore il convegno scientifico in chiave divulgativa "Capire e rispondere ai comportamenti del malato di Alzheimer", organizzato oggi a Milano (presso la Sala Alessi di Palazzo Marino, sede del Comune) in collaborazione con ASP Golgi-Redaelli, Fondazione Golgi Cenci e UNAMSI (Unione Nazionale Medico Scientifica di Informazione). Obiettivo: far conoscere la malattia e capire cosa significa affrontare e gestire la vita a fianco di una persona malata.
"La base solida su cui si fonda il convegno di oggi e il messaggio che contestualmente abbiamo trasmesso a tutti i presenti è l'importanza della collaborazione e la necessità della sinergia. Una collaborazione tra enti, associazioni, famiglie, operatori, studiosi, istituzioni, giornalisti. Una sinergia che è dimostrazione della realtà: la malattia di Alzheimer non può e non deve essere affrontata da soli". Commentano così le protagoniste della mattinata di lavori: Silvia Vitali, geriatra responsabile aziendale per l'ASP Golgi-Redaelli dell'area Cure delle Demenze e della malattia di Alzheimer, e Gabriella Salvini Porro, presidente della Federazione Alzheimer Italia.
L'intervento di apertura del convegno "Un approccio centrato sulla persona per comprendere il comportamento del malato" è stato affidato a Murna Downs, prof.ssa in Studi sulla Demenza all'Università di Bradford UK e responsabile del Bradford Dementia Group per l'attività di ricerca e di formazione nel campo della qualità della cura per la persona con demenza.
L'intervento ha permesso di individuare i concetti chiave dell'approccio centrato sul malato come base fondamentale per comprenderne il comportamento. Tra i numerosi problemi che caratterizzano l'evoluzione della malattia di Alzheimer, infatti, i disturbi del comportamento sono quelli che maggiormente generano stress per il carer e per la famiglia, aumentano il carico assistenziale e contribuiscono in maniera determinante alla decisione di istituzionalizzare il malato. La possibilità di identificare precocemente questi disturbi, associata a un'adeguata informazione-educazione per la loro corretta gestione, può contribuire a migliorare l'assistenza del malato, a ridurre i motivi di stress e di carico assistenziale e di conseguenza a mantenere il malato all'interno del nucleo familiare.
Dalle stesse premesse è partito l'intervento di Barbara Manni, geriatra del Centro Disturbi Cogniti dell'ASL di Modena, dal titolo "Intervenire al domicilio nelle emergenze comportamentali: il modello della Geriatria territoriale Modenese". Rilevando che in Italia l'80% delle persone affette da demenza vivono in casa, Manni ha illustrato il Programma Aziendale Demenze di Modena dal 2011 che ha come obiettivo primario quello di fornire un servizio psicogeriatrico territoriale di facile e rapido accesso nelle emergenze comportamentali.
La prima parte del convegno si è conclusa con la premiazione dei vincitori della terza edizione del Premio giornalistico "Alzheimer: informare per conoscere - cura, ricerca, assistenza", indetto dalla Federazione Alzheimer e UNAMSI per promuovere la più sensibile, corretta e completa informazione sulla malattia di Alzheimer. Premiati da Gabriella Salvini Porro, Francesco Brancati (presidente UNAMSI) e Claudio Mariani (professore ordinario di neuorologia presso l'Università degli Studi di Milano - Ospedale Sacco), i 5 giornalisti sono: Gian Ugo Berti de Il Tirreno per la sezione "Quotidiani"; Stefania Culurgioni di Q Code Mag per i "Siti web"; Barbara Di Chiara di AdnKronos Salute per le "Agenzie di Stampa"; Marta Zanella di Scarp de' tenis - Radio Marconi per le "Radio-Tv"; Michele Farina del Corriere della Sera con una "menzione speciale".
La mattinata di lavori, affidata alla conduzione dei due geriatri Antonio Guaita (direttore della Fondazione Golgi Redaelli di Abbiategrasso) e Antonio Grillo (direttore medico dell'Area Servizi Socio-Sanitari dell'Istituto Redaelli di Milano), ha lasciato il passo alla seconda parte del convegno, presieduta da Teresa Suardi (direttore medico dell'Area Riabilitativa dell'Istituto Redaelli di Milano) e Mauro Colombo (responsabile della Programmazione e Coordinamento dell'Attività Scientifica dell'ASP Golgi Redaelli).
Gli interventi del pomeriggio della psicologa Roberta Vaccaro ("Il familiare di fronte ai problemi del comportamento del malato: intervento sulla competenza e la consapevolezza in un Nucleo Alzheimer") e della geriatra e psicologa Carla Gandolfi ("Risposta all'emergenza comportamentale: la creazione di letti dedicati nell'esperienza del Nucleo Alzheimer dell'Istituto Piero Redaelli di Milano"), entrambe dell'ASP Golgi Redaelli, hanno esemplificato il sostegno alla famiglia sia sul piano della competenza del caregiver nell'affrontare le problematiche comportamentali, sia sul piano organizzativo con il ripensamento di servizi esistenti. Infine, ad Antonino Frustaglia (direttore medico dell'Area Servizi Socio-Sanitari dell'Istituto Redaelli di Vimodrone) sono state affidate le conclusioni.
Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2014.
All'interno del convegno c'è stato spazio anche per informare il pubblico dei risultati del nuovo Rapporto Mondiale Alzheimer, presentato in Italia dalla Federazione Alzheimer per conto di ADI e intitolato "Demenza e riduzione del rischio: analisi dei fattori di protezione modificabili".
"Il Rapporto Mondiale Alzheimer 2014 presenta un'importante analisi critica dei potenziali fattori di rischio di demenza relativamente a quattro ambiti principali: evolutivo, psicologico e psicosociale, legato allo stile di vita e cardiovascolare", commenta Gabriella Salvini Porro, presidente Federazione Alzheimer Italia. "Inoltre, e prima di tutto, il Rapporto chiede che la demenza sia inserita nei Piani nazionali di salute pubblica al pari di altre importanti malattie non trasmissibili. In Italia il 27 giugno di quest'anno il Piano Demenze è stato presentato al Ministro della Salute Lorenzin. E il 14 novembre si terrà presso il Ministero la Conferenza Internazionale sulla Demenza cui partecipa anche la Federazione Alzheimer Italia. Auspico che il Piano entri in vigore al più presto per aiutare i malati e i loro familiari e rappresenti il primo passo per la creazione di una rete di servizi indispensabile".
Demenza è un termine usato per descrivere diverse malattie cerebrali che comportano l'alterazione progressiva di alcune funzioni (memoria, pensiero, ragionamento, linguaggio, orientamento, personalità e comportamento) di severità tale da interferire con gli atti quotidiani della vita. La demenza non ha confini sociali, economici, etnici o geografici. La malattia di Alzheimer è la più comune causa di demenza (rappresenta il 50-60% di tutti i casi). È un processo degenerativo che colpisce progressivamente le cellule cerebrali, provocando quell'insieme di sintomi che va sotto il nome di "demenza", cioè il declino progressivo e globale delle funzioni cognitive e il deterioramento della personalità e della vita di relazione. Nel 2013 le persone affette da demenza in tutto il mondo sono 44 milioni (nel 2010 se ne stimavano 35 milioni), con una previsione di raggiungere i 76 milioni nel 2030 (stima precedente: 66 milioni) e i 135 milioni nel 2050 (stima precedente: 115 milioni). In Italia si stima che la demenza colpisca circa un milione di persone, e di queste circa 600 mila soffrano della malattia di Alzheimer.
Federazione Alzheimer Italia, rappresentante unico per l'Italia di Alzheimer's Disease International (ADI), è la maggiore organizzazione nazionale non profit dedicata alla promozione della ricerca medica e scientifica sulle cause, la cura e l'assistenza per la malattia di Alzheimer, al supporto e sostegno dei malati e dei loro familiari, alla tutela dei loro diritti in sede sia amministrativa sia legislativa. Riunisce e coordina 47 associazioni che si occupano della malattia e opera a livello nazionale e locale per creare una rete di aiuto intorno ai malati ed ai loro familiari.
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