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lunedì 27 settembre 2021

Vaccinazione nei bambini: le raccomandazioni della Società Allergologia Pediatrica

Vaccinazione Covid e allergie nei bambini: un po' di chiarezza

Il timore di reazioni allergiche è fra i più diffusi in chi si deve vaccinare contro il Covid-19. 
Per questa ragione la Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica ha messo a punto delle raccomandazioni grazie alle quali è possibile suddividere i pazienti in tre fasce di rischio. 
Per la maggior parte degli allergici la luce è comunque verde

Milano, 27 settembre 2021 - Qualche perplessità nei confronti del vaccino anti Covid-19 viene sollevata dagli allergici: chi soffre delle classiche allergie stagionali corre qualche rischio in più? E chi ha avuto uno shock anafilattico? E gli asmatici? Dubbi che sono sentiti in maniera particolare quando si tratta di vaccinare un bambino. 

LE RACCOMANDAZIONI SIAIP SOTTO FORMA DI DECALOGO
Un aiuto viene dalla Società Italiana di Allergologia e Immunologia Pediatrica (SIAIP) che ha messo a punto delle raccomandazioni per la "Gestione della vaccinazione per Covid-19 in soggetti di età 12-18 anni con allergie, asma, anafilassi e immunodeficienze". 
 "L'idea di fornire uno strumento di questo tipo era nata in occasione dell'ultimo congresso SIAIP nel corso del quale molte relazioni sono state dedicate proprio al Covid-19" - spiega Gian Luigi MARSEGLIA Direttore della Clinica Pediatrica della Università degli Studi di Pavia, Policlinico San Matteo - Si tratta di una sorta di Decalogo che fornisce dei consigli utili in primo luogo ai medici, ma anche agli utenti su come gestire i soggetti con una storia di allergie e che è frutto del lavoro di un  gruppo di studio che abbiamo creato con questo proposito". 

LE TRE FASCE A RISCHIO
La premessa è che la vaccinazione è raccomandata in tutti i soggetti di età pari o superiore ai 12 anni che non abbiano specifiche controindicazioni.  
"Per quanto riguarda le allergie, abbiamo individuato tre fasce di rischio, basso, medio e alto, indicate rispettivamente in verde, giallo e rosso e per ciascuna di esse suggeriamo di seguire determinati comportamenti. Alla fine - aggiunge MARSEGLIA- seguendo i suggerimenti della SIAIP, il semaforo per la vaccinazione è quasi sempre verde. Ed ecco cosa consigliano di fare gli esperti per i diversi tipi di pazienti. 
È sicuramente rassicurante l'indicazione che riguarda la quasi totalità degli allergici: chi soffre del classico raffreddore da fieno o di asma, purché sia ben controllata dalle terapie, presenta un rischio analogo a quello degli individui non allergici e può essere quindi vaccinata senza alcun particolare problema"

INDICAZIONI PER CHI HA AVUTO UNA REAZIONE ALLERGICA
Lo stesso dicasi anche per chi in passato abbia presentato una reazione allergica in seguito all'assunzione di un alimento o a causa di una puntura d'insetto o per un'allergia al lattice, a patto che questa non si sia manifestata con un'anafilassi.
"Quest'ultimo è il fenomeno in assoluto più grave fra le reazioni allergiche, con la comparsa di sintomi che coinvolgono l'apparato respiratorio e cardiocircolatorio, spesso accompagnati da manifestazioni cutanee, gastrointestinali, neurologiche. Chi abbia avuto in precedenza un'anafilassi per esempio da alimenti, lattice o punture di insetti – prosegue MARSEGLIA - va considerato a rischio medio. In questi casi è necessaria molta cautela e prima dell'eseguire la vaccinazione è indicata l'esecuzione di una visita allergologica per confermare la diagnosi e fornire le opportune indicazioni".

COSA FARE CON LA FASCIA A RISCHIO MEDIO
Appartengono alla fascia di rischio medio anche gli asmatici con malattia non adeguatamente controllata - in cui si raccomanda per prima cosa di correggere la terapia in modo da raggiungere il miglior controllo possibile - sia coloro che abbiano avuto una reazione cutanea estesa dopo la somministrazione della prima dose del vaccino anti Covid-19, sia coloro che abbiano avuto reazioni allergiche a farmaci e vaccini. 
"In tutti i pazienti con rischio medio il documento SIAIP raccomanda una valutazione allergologica – precisa MARSEGLIA - e comunque la somministrazione del vaccino in un ambiente protetto; viene inoltre indicato di prolungare il periodo di osservazione dopo la vaccinazione a un minimo di 60 minuti".

CHI SONO I BAMBINI AD ALTO RISCHIO
Devono infine essere considerati ad alto rischio coloro che hanno avuto una reazione generalizzata dopo la somministrazione della prima dose del vaccino anti Covid-19 o ad altri farmaci o sostanze contenenti gli eccipienti presenti nel vaccino (che sono ritenuti responsabili della reazione allergica) e coloro che siano risultati positivi ai test cutanei per gli eccipienti del vaccino. 
"In questi soggetti la cautela è massima: deve essere consultato un allergologo e va valutato attentamente il rapporto rischi benefici. Nei casi in cui si decida di effettuare la vaccinazione – conclude MARSEGLIA - questa deve essere praticata in un ospedale che garantisca l'immediata disponibilità dei presidi necessari per affrontare l'emergenza di un'anafilassi o di uno shock anafilattico. Va comunque detto che il rischio di reazioni anafilattiche in seguito alla vaccinazione contro il Covid-19 è molto basso, si stima circa 11 casi per milione di dosi per i vaccini a mRNA".




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venerdì 10 settembre 2021

Integratori alimentari e farmacia, un matrimonio felice - Integratori Italia a Cosmofarma 2021

INTEGRATORI ALIMENTARI E FARMACIA, UN MATRIMONIO FELICE:

SI CONFERMANO ALLEATI ESSENZIALI PER IL CANALE FARMACIA (+ 4,5% DI FATTURATO DA GENNAIO A GIUGNO 2021*) E PER LE AZIENDE

 

Presente a Cosmofarma, il Vicepresidente di Integratori Italia Alessandro Colombo "Gli integratori, strumento importante per lo sviluppo della "Farmacia di Relazione"

 

Milano, 10 settembre 2021 – Si è svolta oggi, nel corso di Cosmofarma 2021, la tavola rotonda dal titolo "Il ruolo della farmacia nella nuova sanità del territorio" in cui sono stati presentati i dati del Barometro Farmacie 2021, ricerca condotta da Doxa Pharma su 400 farmacie, che rende conto dei nuovi valori al centro di questa professione nel periodo post-covid.

 

In particolare, ciò che emerge in modo rilevante è la crescita del concetto di farmacia "dei servizi", che si affianca alla cosiddetta "farmacia del benessere". Si tratta di un fenomeno che riguarda sia la percezione dei titolari stessi, intervistati nel campione, sia la segmentazione reale delle diverse tipologie di farmacia, che l'indagine di Doxa Pharma del 2021 fotografa soprattutto come il luogo della consulenza e della relazione (26%, + 3% rispetto al 2020) e della capacità di gestione proattiva di numerose categorie merceologiche (24%, + 3% rispetto al 2020). Tra i servizi a cui si orientano maggiormente i farmacisti emergono le attività di diagnosi, controllo e supporto terapeutico, oltre che quelle di formazione professionale.

 

All'evento ha partecipato anche Alessandro Colombo, Vicepresidente di Integratori Italia, a conferma del ruolo strategico, per il banco del farmacista, del mercato degli integratori alimentari. Si tratta di un settore ormai fondamentale per il canale farmacia in quanto legato ai concetti di salute, benessere e prevenzione; concetti basilari anche per realizzare quel modello di farmacia, che dall'indagine di Doxa Pharma risulta essere sempre più dominante chiamata "farmacia di relazione", nella quale, oltre ai servizi citati, viene sviluppata – e sostenuta – una relazione consulenziale diretta con cliente, necessaria per fidelizzarlo sempre di più a questo canale di vendita.

 

"Gli integratori rappresentano una categoria importante per il giro d'affari della farmacia ed addirittura eccellente per aiutare il farmacista a sviluppare pienamente la sua professionalità di consulente della salute verso il consumatore, vantaggio che questo canale di vendita presenta rispetto ad altri in cui non c'è la presenza di un operatore", ha dichiarato Alessandro Colombo.

 

Secondo recenti dati di New Line – Ricerche di Mercato, il fatturato del settore degli Integratori in farmacia è aumentato del 4,5% (da gennaio a giugno 2021 rispetto allo stesso periodo del 2020).

I segmenti che maggiormente stanno contribuendo alla crescita del canale farmacia sono gli integratori connessi al periodo pandemico, quali quelli legati al miglioramento delle funzioni immunitarie, le vitamine e i coadiuvanti del benessere mentale. Dati che testimoniano come "gli integratori, nell'ambito di uno stile di vita sano e corretto, secondo le più recenti linee guida sulla salute, possono essere uno strumento supplementare molto rilevante per realizzare anche in farmacia un modello di "prevenzione" verso numerose condizioni di mancato benessere, modello di cui si parla da anni.

 

"Integratori Italia, nell'ambito della propria missione associativa, continuerà a dare supporto ai farmacisti in un percorso che li conduca a rinforzare il loro ruolo di primo presidio territoriale della salute a 360°." conclude Colombo.

 

*rispetto allo stesso periodo del 2020

 

Integratori Italia

Integratori Italia, l'associazione italiana di categoria aderente a Confindustria, fa parte di Unione Italiana Food, che rappresenta 450 imprese e oltre 20 settori merceologici, che danno lavoro a 65.000 persone e sviluppano un fatturato di oltre 35 miliardi di euro. Unione Italiana Food aderisce a circa 28 organizzazioni europee e internazionali, mentre a livello nazionale aderisce a Confindustria. Per il settore integratori a livello europeo aderisce a Food Supplements Europe e a livello internazionale alla International Alliance of Dietary/Supplement Associations. Integratori Italia rappresenta in Italia il settore degli integratori alimentari e dei prodotti salutistici. La sua missione è quella di contribuire alla crescita della conoscenza, del corretto utilizzo e della qualità dell'integratore alimentare, per favorire scelte sempre più consapevoli del consumatore e lo sviluppo di questo settore in Italia.




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giovedì 5 agosto 2021

Salute. Probiotici contro i processi neuro-infiammatori

Probiotici, utili per proteggere e migliorare le funzioni cerebrali
 
La loro assunzione ha effetti positivi nel combattere la perdita di funzionalità cerebrali causata da infezioni, traumi o dall'invecchiamento, esiste infatti un'interazione tra la flora batterica intestinale e il cervello. A confermarlo, lo studio di un team di ricercatori del Cnr-Ibbc che ha individuato un mix di otto ceppi batterici vivi in grado di contrastare i processi neuro-infiammatori e di stimolare la neurogenesi adulta. La ricerca è stata pubblicata su Pharmacological Research
 
I processi neuro-infiammatori che si instaurano in seguito a infezioni, trauma cranici e a causa dell'invecchiamento possono alterare in maniera significativa la funzionalità cerebrale, con una ricaduta negativa sui processi cognitivi e sulla memoria. In questo contesto, un team di ricercatori dell'Istituto di biochimica e biologia cellulare del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Ibbc), ha condotto uno studio pubblicato sulla rivista Pharmacological Research. "È noto da tempo che l'interazione bilaterale fra la flora batterica intestinale e il cervello, il cosiddetto gut-microbioma-brain axis, gioca un ruolo fondamentale nella modulazione dei processi infiammatori sistemici, con conseguenti ripercussioni sul sistema nervoso centrale. La regolazione della flora batterica intestinale mediante l'assunzione di ceppi batterici vivi, i probiotici, rappresenta quindi un approccio molto promettente nella prevenzione e nella cura di numerose malattie", spiega Stefano Farioli Vecchioli, che fa parte del Gut-Brain Microbioma Group (Gbm Group) assieme a Carla Petrella, Francesca De Santa, Georgios Strimpakos, autori dello studio finanziato da Beingpharma srl.
 
"Il nostro lavoro in vivo ha dimostrato che l'assunzione per 15 giorni di un nuovo mix di otto ceppi batterici vivi (OttaBac) è in grado di proteggere e contrastare, in un modello murino, i processi infiammatori a carico del cervello e dell'intestino sottoposti a un'infezione acuta provocata da endotossine batteriche. Inoltre, questa ricerca dimostra per la prima volta che il mix di probiotici induce un aumento significativo di neurogenesi ippocampale, il processo di produzione di nuovi neuroni in grado di regolare i meccanismi di apprendimento e memoria ippocampo-dipendenti", prosegue Farioli Vecchioli. "È importante sottolineare che l'azione pro-neurogenica del probiotico oggetto di studio è chiaramente osservabile sia nel gruppo di controllo sia in quello sottoposto a infezione batterica. Stiamo conducendo ulteriori studi per identificare i meccanismi molecolari e i mediatori proteici alla base dell'azione pro-neurogenica e anti-infiammatoria del mix probiotico".
 
Importanti le ricadute che questa ricerca può avere per combattere la comparsa di deficit cognitivi in età avanzata, anche considerando l'aumento dell'aspettativa di vita. "Riteniamo che questo studio possa fornire indicazioni molto importanti per pianificare e realizzare strategie terapeutiche che prevedano l'utilizzo dei probiotici in ambiti pre-clinici e medici, con l'obiettivo di contrastare i processi infiammatori e migliorare le capacità cognitive, soprattutto nel corso dell'invecchiamento", conclude il ricercatore del Cnr-Ibbc.

   
  Roma, 5 agosto 2021
 
La scheda
Chi: Istituto di biochimica e biologia cellulare (Cnr-Ibbc)
Che cosa:   Uso di probiotici per prevenzione e contrastare i processi neuro-infiammatori che alterano le funzioni cognitive  Pharmacological Research, https://doi.org/10.1016/j.phrs.2021.105795




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lunedì 7 giugno 2021

Fattori sociali e prevenzione delle malattie del cuore

Educazione e condizione lavorativa tra i fattori cruciali per la prevenzione delle malattie del cuore

Lo dimostra uno studio internazionale condotto su ventimila persone in dieci anni e appena pubblicato sull'European Heart Journal; tra gli autori Giovanni Veronesi dell'Università dell'Insubria


Porre alle persone poche e semplici domande sulla loro situazione sociale, oltre a misurare la pressione sanguigna e il colesterolo, darà un quadro più preciso di chi potrebbe avere un attacco di cuore in futuro. Lo sostiene uno studio internazionale condotto, nel corso di un decennio, su 20mila partecipanti provenienti da tutta Europa e appena pubblicato sull'European Heart Journal.


Nell'articolo si mostra per la prima volta che fattori come livello di educazione, occupazione, stato civile, salute mentale, indice di massa corporea e attività fisica potrebbero essere cruciali per identificare chi è più a rischio di malattie cardiache. È stato infatti riscontrato che questi fattori alterano le decisioni di trattamento, sull'opportunità o meno di utilizzare farmaci preventivi chiamati statine, per ben una persona su dieci.


Il professor Giovanni Veronesi, del Centro ricerche in Epidemiologia e medicina preventiva (Epimed) dell'Università dell'Insubria, è tra gli autori dello studio, «che unisce – spiega – due filoni di ricerca caratterizzanti il nostro Centro: quello sulla predizione del rischio e quello sui determinanti psico-sociali delle malattie cardiovascolari. E apre scenari innovativi per la prevenzione primaria delle malattie cardiovascolari: si pensi ad una valutazione iniziale, accurata e a basso costo, sui soli fattori psico-sociali, una valutazione possibile anche a distanza per mantenere attiva la prevenzione in tempi di pandemia».


I risultati forniscono ai medici e agli esperti di salute pubblica nuovi algoritmi di previsione del rischio cardiovascolare convalidati e rafforzano ulteriormente l'argomento secondo cui i fattori psicosociali hanno rilevanza nella vita reale.



Varese e Como, 21 ottobre 2020

mercoledì 26 maggio 2021

Scoperto nuovo antibiotico contro le infezioni batteriche

Nuovo antibiotico scoperto nei laboratori dell'Insubria: un'arma contro le infezioni batteriche

La molecola, in grado di contrastare i meccanismi di resistenza, è stata individuata dal gruppo di ricerca di Biotecnologie microbiche guidato da Flavia Marinelli con un team internazionale; pubblicato un articolo scientifico su Acs Chemical Biology

Varese e Como, 26 maggio 2021 – Un nuovo antibiotico è stato scoperto nei laboratori dell'Università dell'Insubria: è di tipo glicopeptidico, siglato A50926 e prodotto per via biologica da un microrganismo particolare e considerato raro. A comunicarlo è il gruppo di ricerca di Biotecnologie microbiche guidato da Flavia Marinelli, Dipartimento di Biotecnologie e scienze della vita, che ha lavorato in sinergia con il team inglese di Andrew W. Truman del John Innes Centre di Norwich e quello tedesco di Jörn Kalinowski dell'Università di Bielefeld. Un articolo scientifico è stato pubblicato sulla prestigiosa rivista internazionale Acs Chemical Biology https://pubs.acs.org/doi/10.1021/acschembio.1c00170.

Spiega Flavia Marinelli, professore ordinario di Ordinario di Chimica e Biotecnologie delle fermentazioni: «L'impatto scientifico e sociale di questa scoperta, a cui si è arrivati attraverso un approccio genomico sul microorganismo produttore, è facilmente comprensibile se si considera che è stato stimato che nel 2050 le infezioni batteriche causeranno circa 10 milioni di morti all'anno, superando ampiamente i decessi per tumore, diabete o incidenti stradali, peraltro con una previsione di costi proibitiva per il sistema sanitario».

L'attuale pandemia di origine virale ha evidenziato la difficoltà nell'arginare le infezioni a livello globale in mancanza di adeguati strumenti di contrasto. Si stima che l'elevata ospedalizzazione dei pazienti affetti da Covid-19 e l'incremento dell'uso conseguente di antibiotici per infezioni batteriche secondarie avrà come effetto un ulteriore incremento del fenomeno dell'antibiotico-resistenza a livello ospedaliero.

Gli antibiotici sono uno strumento essenziale per contrastare diversi tipi di infezione, basti pensare che le operazioni chirurgiche, semplici o complesse, non potrebbero essere eseguite senza l'ausilio di questi farmaci. Da qui la crescente necessità di nuove molecole, come quella scoperta, in grado di contrastare i meccanismi di resistenza che oggi limitano drammaticamente l'uso dei farmaci esistenti.

  • Nella fotografia, da sinistra: Oleksandr Yushchuk, Andres Andreo Vidal, Flavia Marinelli, Elisa Binda, Melissa Bisaccia, Francesca Berini  


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giovedì 20 maggio 2021

Salute e benessere. Una camminata veloce aiuta a ritornare in forma e allunga la vita

Una camminata veloce aiuta a ritornare in forma e allunga la vita

Il trainer dei vip, Ione Acosta: "Con l'esercizio fisico e specifici integratori possiamo stimolare la produzione delle sirtuine, proteine che 'ringiovaniscono' i muscoli e ci fanno vivere di più"

Per il trainer dei vip - dal calciatore Modibo Diakité alle attrici internazionali Laia Costa e Ida Lundgren, fino alla principessa Arabella von Liechtenstein e a vip italiani come Carolina Rey, Luca Capuano e la cantante Fiordaliso - impegnarsi ad aumentare la velocità di quella che può essere una semplice passeggiata è un obiettivo facilmente raggiungibile. "Un piccolo impegno concreto ogni giorno che può aiutare a rimanere costanti, favorendo il raggiungimento dell'obiettivo", aggiunge.

 Lo studio britannico va anche oltre. I ricercatori hanno scoperto che chi cammina veloce può vivere fino a 20 anni di più. "La camminata veloce migliora il benessere cardiovascolare, che rappresenta un metro di giudizio sull'efficienza del cuore, e l'abilità di utilizzare l'ossigeno, che a sua volta rappresenta un indicatore dello stato di forma", spiega Acosta.

 Che l'esercizio fisico allunghi la vita e ringiovanisca il corpo è qualcosa che la scienza ha già dimostrato da tempo. L'esercizio fisico può essere considerato uno tra i più importanti "attivatori delle sirtuine", una classe di proteine naturalmente presenti nel nostro organismo che regolano importanti vie metaboliche e sono coinvolte, tra l'altro, nell'invecchiamento e nello stress. "L'esercizio fisico attiva queste 'proteine della longevità', che ci fanno vivere bene e più a lungo", dice Acosta. E al contempo hanno effetti benefici sul muscolo e in generale sulla forma fisica. "Integratori come Sirt500, specificatamente sviluppato per attivare le sirtuine, amplificano questo effetto", conclude.



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giovedì 13 maggio 2021

Sclerosi multipla: dal recettore GPR17 una spia precoce di danno infiammatorio e di demielinizzazione

Sclerosi multipla: dal recettore GPR17 una spia precoce di danno infiammatorio e di demielinizzazione

Uno studio condotto dall'Università degli Studi di Milano, con il supporto AISM e la sua Fondazione Italiana Sclerosi Multipla, e pubblicato sulla rivista International Journal of Molecular Sciences, evidenzia l'importanza del recettore GPR17 come marcatore di danno precoce anche nelle lesioni cerebrali umane. L'accumulo di GPR17 in aree cerebrali apparentemente sane, ancora non interessate dalla malattia, offre opportunità farmacologiche nuove e rende possibile pensare allo sviluppo di un 'tracciante' che rilevi l'accumulo precoce del recettore nelle aree cerebrali ancora intatte.


Milano, 13 maggio 2021. La sclerosi multipla è una malattia neurodegenerativa cronica di origine autoimmune che colpisce prevalentemente i giovani adulti e in misura maggiore le donne, con sintomi variabili, tra cui stanchezza, dolore o spasmi, difficoltà motorie, perdita della sensibilità agli arti e disturbi visivi. Questi sintomi, spesso molto invalidanti, sono legati alla presenza di lesioni cerebrali o spinali in cui si verificano fenomeni infiammatori che portano alla progressiva perdita di mielina, la struttura isolante che permette ai neuroni di trasmettere impulsi nervosi in modo veloce ed efficace. Nel tentativo di riparare le lesioni, alcune cellule progenitrici neuronali, chiamate precursori degli oligodendrociti (OPC) proliferano e differenziano, al fine di generare nuovi oligodendrociti, le cellule cioè in grado di produrre mielina, ma spesso falliscono a causa dell'ambiente infiammatorio locale.

Da diversi anni, il gruppo di ricerca diretto dalla Prof.ssa Maria Pia Abbracchio ha identificato GPR17, un recettore normalmente presente sulla superficie degli OPC, come uno dei possibili fattori che, se sregolati dalla malattia, contribuiscono al fallimento della rimielinizzazione. "Avevamo già dimostrato, in diversi modelli animali di malattia, che OPC immaturi esprimenti il recettore si accumulano ai bordi delle lesioni demielinizzanti" spiega il Dr. Davide Lecca, autore senior dello studio "Riteniamo che questo accumulo rifletta il tentativo degli OPC di riparare la lesione. Tuttavia, pur essendo cruciale per attivare il processo di maturazione, quando GPR17 rimane troppo a lungo nella membrana degli OPC senza essere degradato, il processo di maturazione si blocca, inficiando la riparazione della lesione".

Nello studio, per comprendere se quanto osservato nei modelli animali potesse avvenire anche nell'uomo, i ricercatori hanno caratterizzato campioni cerebrali post-mortem di persone con sclerosi multipla, forniti dalla MS Society Tissue Bank dell'Imperial College di Londra, e hanno analizzato la distribuzione di GPR17 in tutte le lesioni presenti in relazione al loro grado di attività. "Pur non avendo osservato differenze significative tra lesioni attive e inattive, abbiamo notato che in alcune aree del cervello apparentemente sane, prive di lesioni, ma caratterizzate da un principio di infiammazione, il numero degli OPC esprimenti GPR17 era maggiore rispetto a tutte le altre aree" spiega il Dr. Jacopo Angelini, uno dei primi autori dello studio. Questo suggerisce che, anche nella sclerosi multipla umana, il recettore possa comportarsi da "sensore" di danno, indicando in modo precoce l'insorgenza delle lesioni ancora prima che queste si formino.

"Nonostante negli ultimi anni siano stati fatti enormi passi in avanti nella terapia immunomodulante della sclerosi multipla, non esiste ad oggi una cura definitiva, e soprattutto non esistono trattamenti efficaci nel promuovere la riparazione del danno alla mielina" comunica il Dr. Davide Marangon, altro primo autore della ricerca. "Questa nuova scoperta valida i nostri precedenti dati su GPR17 nei tessuti di pazienti affetti da sclerosi multipla. L'accumulo di GPR17 in aree cerebrali apparentemente sane, ancora non interessate dalla malattia, offre opportunità farmacologiche finora irrealizzabili" conclude Davide Lecca. "È infatti possibile pensare allo sviluppo di un 'tracciante' che rilevi l'accumulo precoce del recettore nelle aree cerebrali ancora intatte, presupposto fondamentale per interventi farmacologici tempestivi che possano rafforzare le capacità riparative innate degli OPC, prima che queste vengano inficiate dall'eccessiva infiammazione locale".

Link all'articolo:

https://www.mdpi.com/1422-0067/22/9/4574




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martedì 11 maggio 2021

Pandemia, prestazioni sanitarie, adolescenti: lo sviluppo della telemedicina - come quella erogata da Net Medicare - in risposta alle conseguenze del Covid-19

PANDEMIA, PRESTAZIONI SANITARIE, ADOLESCENTI: LO SVILUPPO DELLA TELEMEDICINA COME RISPOSTA ALLE CONSEGUENZE DEL COVID-19

L'isolamento forzato ha creato o amplificato le situazioni di disagio, soprattutto nelle fasce più giovani. E ha diminuito l'accesso a prestazioni sanitarie, come visite ambulatoriali e diagnostica.

La telemedicina e l'e-health come quella erogata da Net-Medicare diventano valide alleate a supporto, specie se complementari alla medicina territoriale.

 

Bergamo, maggio 2021 – Riduzione complessiva del 37% delle prestazioni sanitarie (in particolare visite ambulatoriali -42%); significativo decremento nei ricoveri (-28%), nella diagnostica (-31%) e nei trattamenti terapeutici (-30%) soprattutto verso pazienti con patologie meno severe per i quali comunque il differire l'assistenza ha comportato un grave disagio e un impatto sullo stato di salute. Sono questi i dati emersi da una recente analisi effettuata[1] in circa 20 Paesi, tra i quali l'Italia, che compara i dati complessivi di ricoveri, diagnosi e terapie in piena pandemia Covid-19 con uguali periodi degli anni precedenti. Dati che fanno emergere forte e chiaro quanto le conseguenze del Covid-19 non riguardino solamente chi ha contratto il virus, ma tutti coloro che avevano o hanno delle manifestazioni cliniche in corso e causa pandemia, per diversi motivi, hanno subito un calo consistente delle prestazioni sanitarie.

 

A questo, si aggiunge il consistente aumento di problemi di tipo psicologico e psichiatrico a carico soprattutto gli adolescenti, come riportato da una recente ricerca dell'Università di Pittsburgh[2] che ha preso in esame, tra il 27 aprile e il 13 luglio 2020, 4909 soggetti per una valutazione di esposizione Covid-19 e sintomi psichiatrici. Comparando la popolazione adolescente verso quella adulta, la ricerca ha evidenziato l'aumento di severi sintomi depressivi, di ansia, di disturbi da stress post-traumatico, di intenti suicidi e problemi del sonno. La solitudine imposta uno degli elementi scatenanti anche dell'aumento del numero di ore trascorse sui social media, così come l'esposizione ai media e alle conseguenze del Covid-19.

 

È proprio l'ambito del benessere mentale quello che ha risentito, in positivo, della crescita in Italia di soluzioni di e-health, come la televisita e il telemonitoraggio di pazienti fragili. Pur scontando un forte ritardo nell'innovazione digitale in campo sanitario, la telemedicina si è affermata in modo sempre più concreto come tecnologia fondamentale per integrare l'assistenza sanitaria migliorandone efficienza ed efficacia e aiutare i cittadini ad accedere alle migliori cure possibili. Anche l'OMS ha inserito la telemedicina tra i servizi essenziali per il rafforzamento della risposta dei sistemi sanitari al Covid-19. La possibilità di assistere i pazienti da remoto, senza spostarsi fisicamente, sta rivoluzionando la medicina tradizionale in Italia, soprattutto in questa fase ancora emergenziale e la telemedicina si sta rivelando essenziale anche per gestire le infinite liste d'attesa esacerbate dalla pandemia e migliorare il "triage" prima del ricorso a strutture ambulatoriali.

 

Un esempio di sviluppo della telemedicina è offerto da Net-Medicare, il primo portale di medicina digitale multi-tenant in Italia, certificato CE e conforme al GDPR. Net-Medicare, startup innovativa dal 2020, rende più agevole il rapporto paziente-medico, supportando così diverse esigenze. Da un lato facilita il professionista medico, che può così erogare prestazioni e televisite 'sicure', dall'altro i pazienti, permettendo loro di non muoversi da casa, di essere seguiti con regolarità nelle fasi post-intervento, ad esempio, o nei percorsi di riabilitazione, come quelli previsti nell'ambito psicologico e psichiatrico. Inoltre, i dati sensibili sulla salute personale sono protetti da protocolli di sicurezza severi, così come i pagamenti e le fatturazioni. La piattaforma di telemedicina Net-Medicare tutela rigorosamente tutti i dati.

 



[1] Fonte: "Pandemic impacts on healthcare utilisation: a systematic review", pubblicata il 28 ottobre 2020 -  https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2020.10.26.20219352v1

[2] Fonte: "The psychiatric sequelae of the COVID-19 pandemic in adolescents, adults, and health care" pubblicata il 20 dicembre 2021 – https://pubmed.ncbi.nlm.nih.gov/33368805/



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CHIROPRATICA E PSICHE SENZA RICORSO ALL'USO DI FARMACI

 
 CHIROPRATICA E BENESSERE PSICOLOGICO
Viano (AIC): "La Chiropratica agevola il paziente a non usare farmaci intervenendo in modo naturale sul benessere psicofisico"

 
L'emergenza determinata dalla pandemia Covid-19 ha pesanti effetti sulla vita di tutti, ma ancora più gravi per le persone con sofferenza mentale, come anche per anziani e disabili. Proprio in questi giorni è stata diffusa dall'Oms la guida "Covid-19", che indica tra i servizi essenziali da garantire quelli per la salute mentale, che riguardano ogni anno in Italia circa 900 mila persone. Questa la segnalazione della Società Italiana di Psichiatria (Sip), con il sostegno della Società Europea di Psichiatria (Sep), che accoglie le indicazioni delle società scientifiche più accreditate, a tutela di chi ha disturbi mentali, e degli operatori che li assistono.
Dopo il Covid-19 si rischia un'ondata di patologie psicologiche e psichiatriche. La lunga quarantena, la solitudine e l'isolamento, i problemi economici, i lutti e lo smembramento delle famiglie hanno acuito le difficoltà della nostra società, colpendo in maniera ancor maggiore quella parte fragile della popolazione che già era in difficoltà. Le maggiori società scientifiche italiane e mondiali hanno avvertito da mesi il rischio di uno tsunami psicopatologico, che inonderà il già precario sistema sanitario nazionale. Ciò che si teme è anche uno smodato ricorso ai farmaci per fronteggiare l'emergenza legata a queste patologie. Per evitarlo è possibile fare ricorso alla Chiropratica. In che modo? Lo spiega il Dottore in Chiropratica Giancarlo Viano.
 

Come interviene la Chiropratica sul benessere psicologico?
«Per prima cosa va ricordato che lo stato emotivo di una persona non esiste solo nella sua mente, ma agisce in maniera uguale anche sul corpo, creando alterazioni del metabolismo e della struttura corporea: le tensioni emotive diventano istantaneamente tensioni corporee. La Chiropratica agisce positivamente sul sistema nervoso centrale che è celato all'interno della colonna vertebrale, ne favorisce il corretto funzionamento e al contempo aiuta a ridurre gli stati tensivi a livello muscolo-scheletrico».

Perché è possibile evitare l'uso di farmaci?
«Attraverso l'aggiustamento vertebrale chiropratico, i segmenti vertebrali che costituiscono la colonna riprendono a funzionare meglio e con maggiore libertà, la conseguenza diretta è che questo permette in primo luogo di ripristinare la normale trasmissione degli impulsi neurologici che intercorrono tra cervello e organi, in secondo luogo, l'aggiustamento chiropratico ha un effetto regolatore sul sistema nervoso. Tutto questo si traduce in una sensazione di benessere generale, di minore tensione e stress, e di riduzione o scomparsa di quelle condizioni che spingerebbero il paziente ad usare farmaci per sopprimere il sintomo».

Come funziona e cosa cura?
«Il range di azione della Chiropratica è vastissimo: attraverso la colonna vertebrale passano tutti i segnali neurologici che dal cervello vanno al resto del corpo e viceversa, quindi il Dottore Chiropratico, agendo in modo strutturato e specifico può generare effetti positivi sia sulla struttura muscolo scheletrica, sia sul metabolismo e la sfera emozionale».


Come si fa a sapere se la Chiropratica "fa al caso mio"?
«Basta rivolgersi ad un Dottore Chiropratico dell'Associazione Italiana Chiropratici contattando l'associazione stessa al numero 800 017806 ed esporre i propri quesiti o dubbi in merito. La Chiropratica è comunque una disciplina che tratta pazienti da 0 a 100+ anni ed ha protocolli specifici per affrontare in sicurezza una vasta gamma di problematiche, l'importante è rivolgersi ad un Dottore Chiropratico, e l'Associazione Italiana Chiropratici è il riferimento giusto».

Possono collaborare Chiropratica e medicina tradizionale?
«Già accade, sono molti i Dottori Chiropratici che interagiscono efficacemente con Dottori in Medicina di diverse specialità. Purtroppo in Italia i Dottori Chiropratici laureati secondo gli standard internazionali sulla professione sono pochissimi mentre c'è un elevato numero di operatori vari che dicono di fare "chiropratica" o dicono di essere "chiropratici" senza avere la suddetta formazione o addirittura con falsi titoli di studio o fantomatiche lauree da parte di istituzioni già segnalate nella black list del ministero dell'istruzione. Questo fa sì che molti medici e operatori sanitari sono stati esposti ad una visione della Chiropratica del tutto sbagliata, generando una vera e propria mal-informazione, è necessario quindi informare anche queste categorie in merito alla figura del Dottore Chiropratico».

Come si diventa Dottore in Chiropratica?
«Conseguendo una laurea magistrale presso college e università accreditate internazionalmente, è un percorso di un minimo di 5 anni a frequenza obbligatoria e a tempo pieno; in Italia questa formazione non esiste ancora, di conseguenza tutti i Dottori  Chiropratici si sono laureati all'estero, ma il paziente deve fare molta attenzione: vedere un "chiropratico" con una laurea estera appesa al muro non è una garanzia proprio perché esistono molte false lauree o percorsi di studio ben lontani dalla giusta formazione chiropratica. L'Associazione Italiana Chiropratici è una garanzia assoluta in questo senso, in quanto accetta e riunisce solo Dottori Chiropratici con la corretta formazione, a garanzia di sicurezza e professionalità».

L'Associazione Italiana Chiropratici (AIC) nasce nel 1974 per rappresentare la professione Chiropratica, promuoverla e per garantire ai pazienti operatori qualificati. La Chiropratica è una professione sanitaria primaria che riconosce la capacità intrinseca del corpo di raggiungere e mantenere uno stato sano individuando i fattori esterni ed interni che possono interferire con il corretto funzionamento e interazione tra tutti i sistemi corporei. Il Dottore Chiropratico individua i fattori causali ed elimina l'interferenza neurologica funzionale (sublussazione) ottimizzando l'integrità della colonna vertebrale. Assiste anche i pazienti nella identificazione e nella gestione degli stress di vita quotidiana che potrebbero compromettere quello stato di salute, in modo conservativo, e senza l'uso invasivo di farmaci o interventi chirurgici. In Italia sono membri AIC tutti i Dottori in Chiropratica che hanno conseguito la laurea presso i Colleges riconosciuti dall'Organismo Mondiale sulla Chiropratica.
 



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Coronavirus: il comitato per la sicurezza sanitaria aggiorna l'elenco comune dei test antigenici rapidi per la COVID-19


Coronavirus: il comitato per la sicurezza sanitaria aggiorna l'elenco comune dei test antigenici rapidi per la COVID-19

Il comitato per la sicurezza sanitaria ha convenuto di aggiornare l'elenco comune dei test antigenici rapidi per la COVID-19, compresi quelli i cui risultati sono reciprocamente riconosciuti dagli Stati membri dell'UE per le misure di sanità pubblica. A seguito dell'aggiornamento, l'elenco comune comprende ora 83 test, i risultati di 35 dei quali sono riconosciuti reciprocamente.

La Commissaria per la Salute e la sicurezza alimentare, Stella Kyriakides, ha dichiarato: "I test antigenici rapidi svolgono un ruolo cruciale nel rallentare la diffusione della COVID-19. La diagnostica è un elemento centrale nella risposta globale degli Stati membri alla pandemia. L'introduzione di un elenco più ampio di test antigenici rapidi riconosciuti renderà inoltre più facile per i cittadini beneficiare dei certificati verdi digitali e agevolerà la libera circolazione sicura all'interno dell'UE nei prossimi mesi."

La Commissione e il Centro comune di ricerca hanno concordato una nuova procedura per aggiornare l'elenco comune dei test antigenici rapidi e reciprocamente riconosciuti. A partire da oggi, i fabbricanti di test antigenici rapidi saranno in grado di presentare dati e informazioni per determinati test che soddisfano i criteri concordati dal Consiglio il 21 gennaio 2021. Sono inclusi solo i test rapidi effettuati da un operatore sanitario qualificato o da un altro operatore addestrato; sono invece esclusi i test antigenici rapidi autodiagnostici.

Nell'ambito della nuova procedura, il comitato per la sicurezza sanitaria sta altresì istituendo un gruppo di lavoro tecnico di esperti nazionali incaricato di esaminare i dati presentati dai paesi e dai fabbricanti e di proporre aggiornamenti al comitato stesso. Gli esperti collaboreranno inoltre con il Centro comune di ricerca e il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie al fine di mettere a punto una procedura comune per svolgere studi di convalida indipendenti atti a valutare la prestazione clinica dei test antigenici rapidi.

L'elenco comune aggiornato dei test antigenici rapidi per la COVID-19 può essere consultato qui. I fabbricanti possono presentare i dati sui test antigenici rapidi disponibili sul mercato qui. La raccomandazione del Consiglio relativa a un quadro comune per l'uso e la convalida dei test antigenici rapidi e il riconoscimento reciproco dei risultati dei test per la COVID-19 nell'UE è reperibile qui.                                   



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Biomedicale. Ad Eurosets il riconoscimento di Frost & Sullivan per ECMOLife, prodotto biomedicale più innovativo del 2021

Eurosets premiata da Frost & Sullivan per ECMOLife, prodotto più innovativo nel settore biomedicale per il 2021

Il riconoscimento conferma il successo del device per l'ossigenazione extracorporea, attualmente utilizzato in 60 ospedali nel mondo

Medolla (MO), 10 maggio 2021Frost & Sullivan ha assegnato ad Eurosets, azienda italiana di Medolla (MO) specializzata nella progettazione, produzione e commercializzazione di dispositivi biomedicali, il premio Global New Product Innovation 2021 per ECMOLife, un dispositivo innovativo per le terapie ECMO in grado di sostituire temporaneamente la funzione del cuore e dei polmoni.

"Ogni anno Frost & Sullivan premia le aziende che si sono contraddistinte nel campo dell'innovazione a livello mondiale – commenta Antonio Petralia, AD di Eurosets –. Il premio Best Practices che viene riconosciuto a ECMOLife come prodotto più innovativo nel settore biomedicale testimonia il valore del lavoro svolto sinora ed è la conferma di aver intrapreso la strada giusta. Abbiamo fatto leva sulla ricerca e sviluppo di una tecnologia all'avanguardia, ideando un prodotto innovativo che ci consente di supportare il lavoro dei professionisti sanitari nell'aiutare pazienti in condizioni critiche, portando concreti vantaggi, e che ha permesso, in questo periodo di pandemia, di salvare molte vite".

I premi Best Practices di Frost & Sullivan sono un riconoscimento a quelle aziende che, in mercati regionali e globali, si sono contraddistinte per aver raggiunto risultati d'eccellenza in aree quali leadership, innovazione tecnologica, servizio clienti e sviluppo strategico dei prodotti. Gli analisti del settore confrontano le varie aziende del mercato e misurano le prestazioni attraverso interviste, analisi e ricerche approfondite.

Il premio di Frost & Sullivan riconosce dunque le caratteristiche ed i vantaggi del prodotto, individuando in ECMOLife un device innovativo su cui investire.

ECMOLife è un dispositivo "salvavita" che permette una varietà di utilizzo molto ampia, in campi quali la Cardiochirurgia e l'Emodinamica, in Terapia Intensiva, nel trattamento di pazienti Covid critici, nel caso di shock cardiogeno post-intervento cardiochirurgico, per contrastare crisi respiratorie o come supporto nei trapianti polmonari e cardiaci. Consente dunque di stabilizzare pazienti in diverse aree terapeutiche, includendo l'ossigenazione extracorporea (ECMO) e il supporto circolatorio meccanico (MCS), terapie utilizzate per trattare ad esempio pazienti con insufficienze ventricolari, in arresto cardiaco o in insufficienza respiratoria, con sindrome da distress respiratorio acuto (ARDS), H1N1, SARS, o affetti da infezioni da Covid-19.

Il design di ECMOLife include tecnologie all'avanguardia per una biocompatibilità ottimale, dalla pompa a levitazione magnetica per minimizzare l'emolisi, all'utilizzo di circuiti trattati in Fosforicolina per ridurre il consumo piastrinico, elementi che testimoniano l'attenzione al paziente. ECMOLife è inoltre progettato per massimizzare la sicurezza stessa del paziente: il sistema di sensoristica non invasivo permette un monitoraggio efficace, il back-up integrato garantisce il funzionamento in ogni situazione e le batterie esterne consentono un'autonomia aggiuntiva, con una più facile gestione da parte dei medici. Infine, la versatilità è un'ulteriore caratteristica che contraddistingue ECMOLife: il design compatto ne facilita il trasporto e lo rende portatile e flessibile, sia all'esterno dell'ospedale, per stabilizzare pazienti che devono essere trasportati in struttura, sia per la movimentazione intra-ospedaliera del paziente.

"Il sistema ECMOLife, con la sua biocompatibilità ottimale, garantisce al paziente una perfusione paragonabile a quella nativa. Si tratta di uno dei pochi dispositivi attualmente disponibili sul mercato ad essere abilitati sia all'utilizzo in ospedale sia per il trasporto extra-ospedaliero – commenta Srinath Venkatasubramanian, Industry Analyst, Transformational Health di Frost & Sullivan –. ECMOLife è estremamente versatile e, grazie al design compatto, è un dispositivo applicabile in diversi ambiti clinici con grande facilità. Nonostante sia di recente introduzione, ECMOLife è già utilizzato in 60 ospedali nel mondo. Con il giusto prodotto e un'ottima presenza sul mercato, Eurosets ha tutto il potenziale per crescere rapidamente ampliando le indicazioni cliniche per l'uso dell'ECMO".

Con oltre 40 brevetti internazionali, Eurosets è stata individuata da Frost & Sullivan come azienda capofila nel settore dei dispositivi biomedicali per ECLS/ECMO. ECMOLife è difatti presente negli ospedali di 15 Paesi nel mondo. Ad oggi più di 400 pazienti sono stati trattati con ECMOLife e, "grazie a questa tecnologia d'avanguardia, abbiamo la possibilità di aumentare le probabilità di guarigione e di ridurre le percentuali di mortalità in caso di shock cardiaco o affezioni respiratorie gravi, anche causate dal Covid-19", conclude Petralia.





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venerdì 7 maggio 2021

Integratori Italia precisa: “Gli integratori a base di omega 3 contribuiscono alla salute cardiovascolare negli individui sani”

Integratori Italia precisa: "Gli integratori a base di omega 3

contribuiscono alla salute cardiovascolare negli individui sani"

 

7 maggio 2021– Con riferimento alla notizia "Integratori Omega 3 a rischio, chi non dovrebbe assumerli"1 pubblicata in questi giorni, Integratori Italia, l'associazione italiana di categoria aderente a Confindustria e che fa parte di Unione Italiana Food, sottolinea che:

 

  • lo studio citato ha analizzato e combinato i risultati di cinque studi di intervento randomizzati e controllati su circa 50.000 pazienti totali ad alto rischio (25.000 trattati con omega-3 e 25.000 trattati con il placebo).
  • il rischio di aumento di fibrillazione atriale è risultato basso, in termini assoluti: l'effetto osservato e documentato dai ricercatori è un aumento del 37% del rischio di sviluppare fibrillazione atriale durante il trattamento con omega-3. Si è osservato un eccesso di 179 casi di fibrillazione atriale tra 25.000 soggetti trattati per una media 5,7 anni. Il rischio assoluto, pertanto, è quantificabile in poco più di un caso in eccesso di fibrillazione atriale ogni 1.000 soggetti trattati per un anno.
  • tale eccesso di rischio va considerato dal medico nel definire il rapporto rischio-beneficio del trattamento farmacologico con omega-3 in pazienti ad alto rischio con le caratteristiche di quelli studiati in questa metanalisi: va sottolineato infatti che circa il 70% dei pazienti osservati risultava diabetico, ed una quota significativa era in prevenzione secondaria, avendo già subito un infarto o un evento cardiovascolare. L'eccesso di rischio di sviluppo di una fibrillazione atriale dovrà in altre parole essere valutato dal medico in relazione ai benefici attesi (sulla trigliceridemia, o sull'aggregazione piastrinica, o ancora sul rischio di aritmie ventricolari, che vengono invece ridotte da questi farmaci, come ricordano gli stessi autori).

 

Non esistono ad oggi elementi per ritenere che l'aumento del rischio di fibrillazione atriale possa riguardare anche le persone sane che utilizzano integratori di omega-3. L'impiego di questi integratori, nella popolazione sana (in prevenzione primaria) punta infatti a sfruttare gli effetti fisiologici degli omega-3 stessi, per esempio laddove l'apporto di questi acidi grassi con la dieta (derivano soprattutto dal pesce grasso) sia per vari motivi inadeguato, e non quelli di tipo terapeutico ottenibili impiegando farmaci specifici.

 

L'effetto favorevole degli acidi grassi omega 3 sulla salute cardiovascolare è noto da tempo e comprovato da un numero considerevole di studi e ricerche. Come indicato anche da alcune valutazioni espresse da EFSA (European Food Safety Authority), questi acidi grassi sono fondamentali per il normale sviluppo di organi e tessuti (in particolare retina, cervello e cuore) e per il loro corretto funzionamento. La letteratura scientifica in tema di omega 3 documenta che il loro uso (sia alimentare, sia come integratore) risulta utile per mantenere uno stato di benessere e salute e può ridurre alcuni fattori di rischio di malattie cardiovascolari.

giovedì 15 aprile 2021

I sintomi predittivi del Covid nei bambini


COVID-19 E BAMBINI: STORIA DI CONTATTO E MANCANZA DI GUSTO E OLFATTO SONO, INSIEME ALLA FEBBRE, I PRINCIPALI SEGNI PREDITTIVI PER LA DIAGNOSI 


Uno studio del Burlo Garofolo, con la collaborazione di 31 centri pediatrici sparsi su tutto il territorio nazionale, ha rilevato i segni predittivi più importanti per la diagnosi di Covid-19 in età pediatrica, e ne conferma la bassa severità nella popolazione di bambini e ragazzi in Italia 

 

Storia di contatto con casi accertati e mancanza di gusto e olfatto rappresentano, insieme alla febbre, i segni predittivi più importanti per fare diagnosi di Covid-19 nei bambini. Per il resto la manifestazione clinica della patologia è molto simile a quella di molti altri virus. A rilevarlo è uno studio condotto dall'Irccs materno infantile "Burlo Garofolo" di Trieste e recentemente pubblicato sulla prestigiosa rivista medica dell'Ecdc (Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie), Eurosurveillance

(https://www.eurosurveillance.org/content/10.2807/1560-7917.ES.2021.26.14.2001248 ). 

 

Nella ricerca sono stati analizzati circa 2500 bambini e ragazzi di età compresa tra 0 e 18 anni che tra febbraio e maggio 2020 sono stati testati per Sars-CoV-2. I casi sono stati raccolti dal Network Pediatrico Covid del Burlo Garofolo, coordinato dalla dottoressa Marzia Lazzerini, responsabile del Centro Collaboratore OMS, in collaborazione con la clinica pediatrica diretta dal professor Egidio Barbi. 

 

«I dati dei casi testati, – dichiara Marzia Lazzerini – provengono da 31 centri pediatrici sparsi su tutto il territorio nazionale, tra cui ricordiamo il Meyer di Firenze, il Gaslini di Genova e l'Ospedale Universitario di Verona. La febbre è risultata presente nell'81% dei casi, mentre i sintomi respiratori nel 60%. Sintomi neurologici come cefalea, irritabilità, perdita del gusto/olfatto, sono stati riscontrati in circa un bambino su cinque così come sintomi gastrointestinali e sintomi simil influenzali. Sintomi cutanei sono risultati più rari (4%), ma può essere dipeso dal fatto che questi casi non sono sempre indirizzati a un tampone». Lo studio ha inoltre confermato che il Covid-19 nei bambini può avere sintomi isolati. «Nel 25% dei casi, – prosegue Marzia Lazzerini – i bambini hanno manifestato solo febbre senza atri sintomi, nel 6% solo sintomi respiratori, senza febbre né altre manifestazioni, e in alcuni casi rari, ovvero l'1% della nostra casistica, solo sintomi gastrointestinali».

 

«Il senso dello studio – specifica Egidio Barbi – era quello di cercare di fornire ai pediatri degli elementi discriminativi aggiuntivi a quelli già noti in letteratura per rafforzare il sospetto clinico. In questo senso l'alta numerosità del campione e la natura multicentrica, sostanzialmente nazionale, della casistica rendono queste conclusioni particolarmente forti. Per la diagnosi il ruolo del tampone rimane centrale».




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sabato 10 aprile 2021

Benessere, l’olio extravergine è l’elisir di lunga vita: un must della dieta mediterranea con un mercato globale da 1,8 miliardi di dollari nel 2026 (+24%)

Di seguito trovate l'approfondimento che abbiamo condotto su testate internazionali in merito ai numerosi benefici per la salute e alla crescita dei consumi dell'olio extravergine d'oliva (+7,4% in Italia): in un recente studio pubblicato da ABC News si legge che l'olio Evo, ricco di composti come fenoli e grassi monoinsaturi, può diminuire il grado d'infiammazione e il livello di grassi nel sangue, aumentando invece la quantità di HDL, il colesterolo "buono" che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiache.

BENESSERE, L'OLIO EXTRAVERGINE È L'ELISIR DI LUNGA VITA: UN MUST DELLA DIETA MEDITERRANEA CON UN MERCATO GLOBALE DA 1,8 MILIARDI DI DOLLARI NEL 2026 (+24%)

L'olio extravergine d'oliva mette d'accordo tutti: simbolo della qualità Made in Italy, fa bene sia alla salute, contribuendo a ridurre il rischio di numerose malattie cardiache e cronico-degenerative, sia alle vendite. Prodotto sempre più richiesto in tutto il mondo, nel 2020 sono cresciuti i consumi in Italia (+7,4%), l'export globale (+15,6%) e intraeuropeo (+24,7%).

 

Con l'emergenza sanitaria in corso e con le conseguenti restrizioni imposte a ristoranti e locali le famiglie italiane sono tornate a cucinare a casa e a fare scorte di prodotti salutari e Made in Italy. Fra questi, creme, salse, vellutate, biscotti, grissini, taralli, cracker e chi più ne ha più ne metta. Tutti prodotti preparati con olio extravergine di oliva, un toccasana per l'organismo. Non è quindi un caso che la dieta mediterranea, di cui l'olio Evo è uno dei cardini principali, si sia classificata come migliore dieta al mondo del 2020 secondo US News & World Report. Povera di carne rossa, zuccheri e grassi saturi e ricca di cibi salutari come frutta, verdura, legumi, cereali e noci non solo ci fa stare bene, ma è ottima anche se si desidera perdere qualche chilo

Vale dunque la pena analizzare in che modo l'olio extravergine può contribuire al nostro benessere. In un recente studio pubblicato da ABC News si legge che l'olio Evo, ricco di composti come fenoli e grassi monoinsaturi, può diminuire il grado d'infiammazione e il livello di grassi nel sangue, aumentando invece la quantità di HDL, il colesterolo "buono" che aiuta a ridurre il rischio di malattie cardiache

"Le proprietà benefiche dell'olio extravergine sono legate principalmente alla sua composizione – ha confermato la dott.ssa Alice Parisi, biologa nutrizionista – L'alta concentrazione di polifenoli e tocoferoli, infatti, contrasta l'ossidazione delle macromolecole biologiche, ovvero DNA, proteine e lipidi, e aiuta a prevenire cancro, diabete e numerose malattie cronico-degenerative. Io ne raccomando il consumo a crudo, in quanto le alte temperature degradano i composti dell'olio". Non solo benefici per la salute, ma anche per la domanda: simbolo della qualità Made in Italy, l'olio extravergine d'oliva conquista i consumatori di tutto il mondo ed è sempre più richiesto all'estero. A testimoniarlo un recente report della Commissione Europea, che, per quanto riguarda l'Europa, ha registrato un +15,6% nelle esportazioni verso i paesi extraeuropei fra ottobre 2019 e settembre 2020, in particolare verso Australia (+37,5%), Brasile (+31%) e Canada (+28,1%). Relativamente all'Italia, invece, fra ottobre 2019 e agosto 2020 le esportazioni intraeuropee sono aumentate del 24,7%. Un export dinamico quindi che, insieme al +7,4% di vendite alla GDO dei primi undici mesi del 2020 registrate dall'ISMEA, ha compensato le perdite dovute alla chiusura del canale della ristorazione. Basti pensare che in Italia 9 famiglie su 10 consumano olio extravergine d'oliva tutti i giorni secondo Coldiretti. Con questi ritmi il mercato globale dell'olio extravergine, che nel 2020 valeva 1465,5 milioni di dollari, secondo WMFJ arriverà a valere oltre 1,8 miliardi di dollari entro il 2026, con un CAGR del 3.6%. "Durante il lockdown le persone hanno avuto modo di fermarsi e riflettere sulla propria alimentazione e questo ha influito su ciò che cercano sugli scaffali dei supermercati – ha affermato Federica Bigiogera, marketing manager di Vitavigor – Quanto emerge dalle indagini di mercato è evidente ora più che mai: i consumatori prediligono ingredienti di qualità, sani e preferibilmente nostrani. Per noi è importante fare tesoro di questi dati ed è anche per questo motivo che da oltre 60 anni utilizziamo per i nostri grissini solo olio extravergine d'oliva al 100%, evitando l'utilizzo di olio di palma, grassi animali o idrogenati, OGM e conservanti".



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Salute, boom di infiammazioni polmonari dovute al Covid (+80%): un nuovo studio scientifico rivela i benefici nella riabilitazione della laserterapia

Di seguito trovate l'approfondimento legato al boom a livello mondiale d'infezioni polmonari dovute al Covid-19 (+80%) e al nuovo studio scientifico pubblicato sulla National Library of Medicine condotto dai ricercatori Michael R. Hamblin, Principal Investigator al Wellman Center for Photomedicine del Massachusetts General Hospital, e Reza Fekrazad, capo del Lasers Research Center in Medical Sciences alla AJA University of Medical Science di Theran, da cui emerge che la fotobiomodulazione prodotta dalla laserterapia, in particolar modo le lunghezze d'onda nel range 650mm - 830mm a emissione continua, genera effetti ottimali sul recupero da infezioni polmonari e rappresenta una possibile soluzione per prevenirle.

SALUTE, BOOM DI INFIAMMAZIONI POLMONARI DOVUTE AL COVID (+80%): PER GLI ESPERTI UN VALIDO AIUTO NELLA RIABILITAZIONE ARRIVA DALLA LASERTERAPIA

Favorisce una migliore ossigenazione dei tessuti e degli organi correlati, riduce l'afflusso di neutrofili e casi di edema polmonare. 
Sono questi alcuni degli effetti benefici derivanti dall'ausilio della laserterapia nella prevenzione e nel recupero da infiammazioni polmonari dovute al Covid, in costante aumento a livello globale. 
Da ricerche internazionali è emerso infatti come, soltanto quest'anno, siano aumentate dell'80% rispetto al 2019.

L'emergenza sanitaria legata al Covid ha nuovamente posto i riflettori sulle infezioni polmonari, una delle patologie più frequenti causate dall'innesto di virus e batteri, in grado di arrecare danni spesso permanenti alle vie respiratorie

Uno scenario allarmante ingigantito proprio dall'epidemia in corso: basti pensare che secondo una recente ricerca del Columbia Asia Hospital pubblicata su The Hindu, i casi di polmonite acuta dovuti al Covid sono aumentati dell'80% rispetto allo scorso anno

Un quadro condiviso anche in Italia dove, secondo un report dell'Istituto Superiore di Sanità che ha indagato su oltre 5mila decessi legati al Covid, è stato riscontrato come l'80,5% del totale presentasse sintomi di infezioni polmonari. Ma quale può essere, secondo gli esperti, un valido rimedio nella riabilitazione da polmonite? 

Una recente indagine condotta dai ricercatori Michael R. Hamblin, Principal Investigator al Wellman Center for Photomedicine del Massachusetts General Hospital, e Reza Fekrazad, capo del Lasers Research Center in Medical Sciences alla AJA University of Medical Science di Theran, pubblicata sulla National Library of Medicine, ha evidenziato come la fotobiomodulazione prodotta dalla laserterapia, in particolar modo le lunghezze d'onda nel range 650mm - 830mm a emissione continua, generi effetti ottimali sul recupero da infezioni polmonari e sia una possibile soluzione per prevenirle. 

Tra i benefici indotti dalla laserterapia vanno annoverati la riduzione dell'edema polmonare e dell'afflusso di neutrofili, la rigenerazione dei tessuti e una migliore ossigenazione per tutti gli organi correlati

"Le evidenze scientifiche citate nell'articolo hanno avvalorato l'efficacia degli effetti di modulazione della risposta di infiammatoria e di biostimolazione per conto della laserterapia – ha spiegato il dott. Ingmar Angeletti, fisioterapista presso il Rihabilita Medical Center di Alzano Lombardo (BG) – In particolare si è resa fondamentale in alcuni nostri pazienti con nevriti post Covid e lesioni dello SPE (sciatico popliteo esterno) a seguito di stress traumatici durante le fasi di allettamento nei reparti di terapia intensiva. Sono stati trattati con la Theal Therapy e con le due lunghezze d'onda citate, con modalità stocastica e antinfiammatoria, utilizzando un controllo termico a 36 gradi e ottenendo significative riduzioni del dolore neuropatico. Inoltre mi auguro, considerando la recente ricerca pubblicata sulla National Library of Medicine, che Theal Therapy possa diventare lo standard operativo dei protocolli ospedalieri per la modulazione della risposta infiammatoria". 

Ma l'infiammazione polmonare non è la sola problematica più diffusa tra i pazienti ricoverati di Covid e che finiscono in terapia intensiva

Secondo una ricerca americana pubblicata dalla World Health Organization su Science Daily al primo posto vi è la perdita dell'olfatto e del gusto che provoca nel 65% dei pazienti uno stato confusionale e un senso di disorientamento

A seguire vi sono le lesioni da pressione che interessano cute e tessuti sottostanti, dovute alla pressione esercitata dalle intubazioni, come naso, fronte e zone sacrali, e il deficit del sistema nervoso periferico e centrale. I "guariti" mostrano anche segni di astenia, problematiche muscolo-scheletriche e sintomi da disturbo neuropsicologico. Per questo motivo diventa fondamentale un processo di riabilitazione attento e graduale che possa consentire il pieno recupero funzionale.



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lunedì 1 marzo 2021

CAMPAGNA VACCINAZIONI ANTI COVID-19 - MODALITA' DI PRENOTAZIONE


 

SOGGETTI ESTREMAMENTE VULNERABILI

Per i soggetti estremamente vulnerabili, così come individuati dal piano vaccini del Ministero della Salute, (All. 3 della Circolare del Ministero della Salute del 9 febbraio 2021), sono attivate 3 modalità di reclutamento:

1.     attraverso le strutture dove sono in carico per le cure e le terapie, da subito;

2.     attraverso il medico di famiglia, da subito;

3.     attraverso la prenotazione online, attiva da giovedì 4 marzo con i codici esenzione per patologia.

La prenotazione online riguarda i pazienti titolari dei seguenti codici esenzione:  RHG010 - 046.340 - RFG101 - RF0180  - RF0181  - RF0182  - RF0183 - 018.277.0 - 008.571.2 - 008.571.5 - 008.571.6  - RDG010 - 065.758.0 

Per la prenotazione sarà necessario il codice esenzione  e la  tessera sanitaria.

Al momento della prenotazione sarà possibile scegliere il luogo dove vaccinarsi, in base alla prima disponibilità utile.

I genitori/caregiver dei soggetti in Assistenza Domiciliare Integrata sottoposti a ventilazione meccanica assistitita possono prenotare la vaccinazione attraverso il numero 06164161841a partire delle 7:30 del 04/03/2021.

POPOLAZIONE FASCIA 79-78 ANNI

Da venerdì 5 marzo le persone nate negli anni 1942 e 1943 potranno prenotare qui il proprio vaccino anti COVID-19.

Per la prenotazione sarà necessaria la tessera sanitaria.

Al momento della prenotazione sarà possibile scegliere il luogo dove vaccinarsi, in base alla prima disponibilità utile. 

POPOLAZIONE FASCIA 65-64 ANNI

Da lunedì 8 marzo le persone nate negli anni 1956 e 1957 potranno prenotare  la vaccinazione, oltre che dal proprio medico di medicina generale, anche online.

Per la prenotazione sarà necessaria la tessera sanitaria.

Al momento della prenotazione sarà possibile scegliere il luogo dove vaccinarsi, in base alla prima disponibilità utile. 

 Di seguito il calendario delle prenotazioni

SOGGETTI ESTREMAMENTE VULNERABILI: dalle ore 00:00 del 4/3 in poi

CAREGIVER DEI SOGGETTI IN ADI CON VENTILAZIONE MECCANICA ASSISTITITA: delle 7:30 del 04/03/2021 solo tramite il numero 06164161841

FASCIA 79 - 78 anni:  dalle ore 00:00 del 5/3 in poi

FASCIA 65 - 64 anni: dalle ore 00:00 del 8/3 in poi

Possono prenotare la vaccinazione le persone assistite dal Servizio Sanitario Regionale (SSR) della Regione Lazio, ovvero tutti coloro che sono assistiti da un medico di famiglia convenzionato con il SSR della Regione Lazio.

Il ciclo di vaccinazione consiste in due dosi separate. Con la prenotazione del primo appuntamento sarà automaticamente prenotato anche il richiamo, da effettuare sempre nella stessa sede.

Al momento della prenotazione sarà possibile scegliere il luogo dove vaccinarsi, in base alla disponibilità. 72 ore prima dell'appuntamento prenotato, un sms ricorderà l'appuntamento fissato.

 

Per assistenza alla prenotazione o eventuali disdette contattare il numero 06 164161841. Attivo dal lunedì al venerdì con orario 7.30 - 19.30, sabato con orario 7.30 - 13.00.

 

Qui di seguito il link al sito della Regione Lazio

https://www.salutelazio.it/vaccinazione-anti-covid-19-pazienti-estremamente-vulnerabili-popolazione-79-78-e-65-64-anni

 

Per suggerimenti su come comportarvi con il farmaco di seguito il link con le raccomandazione della SIN (Società Italiana di Neurologia) al punto 4:

 

https://www.aism.it/raccomandazioni_aggiornate_sul_covid_19_le_persone_con_sclerosi_multipla_sm

 

Per dubbi o situazione particolare contattate il medico di medicina generale e/o il vostro neurologo.

 

 

 

 

AISM-ONLUS
Sezione di Roma
Via Cavour 181/A 




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