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venerdì 27 dicembre 2019

La Sla bloccata nei topi, con iniezioni nel midollo spinale La nuova tecnica veicola il 'silenziatore' che blocca il gene mutato

La Sla bloccata nei topi, con iniezioni nel midollo spinale

La nuova tecnica veicola il 'silenziatore' che blocca il gene mutato

Bloccata nei topi la Sclerosi laterale amiotrofica (Sla) causata da una mutazione del gene Sod1: il risultato è stato ottenuto iniettando direttamente nel midollo spinale un virus reso inoffensivo che, veicolando una molecola di Rna capace di silenziare il gene malato, ha permesso di arrestare la degenerazione dei neuroni che controllano il movimento. Il risultato è pubblicato sulla rivista Nature Medicine da un gruppo internazionale di ricerca guidato dall'Università della California a San Diego.

"Al momento, questo approccio terapeutico offre la terapia più potente mai dimostrata in un modello murino di Sclerosi laterale amiotrofica legata a mutazione del gene SOD1", afferma Martin Marsala, docente del Dipartimento di anestesiologia alla UC San Diego School of Medicine. Il suo gruppo ha anche dimostrato che la tecnica è praticabile nei maiali e nei primati, dotati di un midollo spinale di dimensioni paragonabili a quelle umane.

La tecnica di iniezione è detta 'subpiale' perché consente di attraversare la pia madre, cioè la più interna delle meningi, le membrane che avvolgono e proteggono il sistema nervoso centrale. Una volta superata questa barriera, il virus-navetta riesce a raggiungere in modo uniforme tutte le cellule nervose, con risultati migliori rispetto a quando viene iniettato in vena o nel fluido cerebrospinale che circonda la pia madre.

La sperimentazione ha dimostrato che singole iniezioni a livello cervicale e lombare, somministrate a topi adulti con il gene Sod1 mutato ma ancora senza i sintomi della Sla, permettono di prevenire la degenerazione dei neuroni motori. La terapia somministrata a topi che già presentano i sintomi della Sla, invece, permette di arrestare la neurodegenerazione nel lungo periodo.

Durante i test non si sono manifestati gravi effetti collaterali per oltre un anno dal trattamento. In ogni caso, sottolinea Marsala, "verificare la sicurezza in animali più grandi e simili all'uomo sarà un passo cruciale verso la sperimentazione clinica". Uno scenario che secondo il ricercatore sarà di grande interesse anche per il trattamento di altre forme ereditarie di Sla e varie malattie neurodegenerative spinali.




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giovedì 26 dicembre 2019

GE Healthcare: soluzioni per la mammografia: biopsia con contrasto e compressione assistita

DAL COMFORT DELLE PAZIENTI A NUOVE SOLUZIONI DI IMAGING: GE HEALTHCARE IN PRIMA LINEA NELLA LOTTA CONTRO IL CANCRO AL SENO*

 

  • Al Congresso RSNA di Chicago presentata la prima soluzione mammografica per biopsia con contrasto
  • Intanto la rivista TIME premia il mammografo per la compressione assistita di GE Healthcare tra le migliori invenzioni in Sanità del 2019

 

Milano, dicembre 2019 Da un lato offrire la possibilità di eseguire esami con macchinari all'avanguardia che permettano ai medici di identificare lesioni maligne in maniera più precisa e in minor tempo, dall'altro garantire un maggior comfort alle donne che si sottopongono a mammografia: l'impegno di GE Healthcare al fianco di medici e pazienti nella lotta contro il cancro al seno prosegue.

In occasione del convegno annuale della Radiological Society of North America (RSNA), appena conclusosi a Chicago, GE Healthcare ha presentato infatti Serena Bright*2, la prima soluzione mammografica per biopsia con contrasto. Le procedure interventistiche e bioptiche sono infatti un passo necessario nella maggior parte delle diagnosi di cancro al seno. In precedenza, per le lesioni non osservate durante la mammografia o gli ultrasuoni, la biopsia con contrasto era tipicamente eseguita con la risonanza magnetica, che può essere più lunga, scomoda e costosa per le pazienti. Con Serena Bright, gli esami di biopsia al seno possono ora essere eseguiti con lo stesso macchinario per la mammografia e nella stessa stanza in cui viene eseguito l'esame di screening o diagnostica. Questo può aiutare a risparmiare tempo, ridurre i costi e, in ultima analisi, migliorare l'esperienza della paziente. Il macchinario aiuta quindi i medici ad evidenziare le aree di flusso sanguigno insolito così da localizzare le lesioni che devono essere sottoposte a biopsia.

Riconoscimento importante, invece, per il mammografo Pristina, premiato dalla rivista TIME come una delle migliori invenzioni per l'assistenza sanitaria nel 2019. Il sistema, grazie all'estensione Dueta, è il primo al mondo a consentire la compressione assistita da parte della paziente (grazie all'utilizzo di un telecomando wireless e al supporto di un tecnico) dando così un senso di controllo durante l'esame.

Una ricerca svolta dal Gustave Roussy di Parigi ha confermato che, quando la paziente può controllarlo, il livello di compressione (e quindi la qualità dell'esame) è significativamente più alto. Il 74% delle pazienti, inoltre, ha confermato che dopo questo genere di procedura si sottoporrebbe a un nuovo e più volentieri all'esame, favorendo così una migliore adesione agli screening al seno.

"La prevenzione e la diagnosi precoce del tumore della mammella sono tra i principali impegni di GE Healthcare a livello globale e in Italia: rendere le mammografie più confortevoli e precise è un passo importante per affrontare con ancor più probabilità di successo questa sfida" dichiara Antonio Spera, Presidente e AD di GE Healthcare Italia.



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venerdì 20 dicembre 2019

Salute. Medtronic acquisisce Klue: l'intelligenza artificiale in aiuto dei pazienti con diabete

MEDTRONIC ACQUISISCE KLUEL'INTELLIGENZA ARTIFICIALE IN AIUTO DEI PAZIENTI CON DIABETE

 

Milano, 20 dicembre 2019  Medtronic, leader mondiale in tecnologie, servizi e soluzioni mediche, ha annunciato di aver completato l'acquisizione di Klue, società di software focalizzata sul monitoraggio del comportamento in grado di fornire dati e informazioni in tempo reale relativamente al consumo di cibo. La tecnologia di Klue sarà incorporata nel sistema di microinfusori per insulina Medtronic PersonalizedClosed Loop (PCL), attualmente in fase di sviluppo. Il sistema PCL è progettato per automatizzare la somministrazione di insulina in tempo reale, in modo personalizzato e su misura dell'utente, con l'obiettivo di semplificare notevolmente la gestione del diabete per il paziente. Inoltre, la tecnologia Klue può essere sfruttata per migliorare la comprensione dei dati analitici e la visione del mercato dell'azienda leader nella tecnologia Smart CGM, in grado di aiutare le persone in terapia insulinica multiniettiva gestire le ipo e le iperglicemie.

Klue ha sviluppato una tecnologia che riconosce automaticamente quando una persona sta mangiando, quanto velocemente e quanto sta consumando. Utilizzando il rilevamento dei gesti tramite activity tracker combinato con una tecnologia di analisi, Klue ha sviluppato un avanzato software di intelligenza artificiale in grado di rilevare i pasti e fornire informazioni sui comportamenti alimentari degli utenti. Poiché il consumo di cibo è intrinsecamente correlato al fabbisogno di insulina, la capacità di automatizzare questo processo di abbinare il pasto alla giusta quantità di insulina rappresenterebbe la risposta alle richieste delle persone affette da diabete e semplificherebbe notevolmente la convivenza con questa condizione.

Nel febbraio 2019, Medtronic ha ricevuto la"BreakthroughDevice designation"dalla US Food and Drug Administration (FDA) per il sistema PCL. Oltre a Klue, la recente acquisizione di Nutrino Health e la loro expertise nella Data science in ambito nutrizionale, svolgeranno un ruolo chiave nello sviluppo di questa tecnologia innovativa. Entrambe le acquisizioni, infatti, rafforzano le capacità di Medtronic nell'automazione e nell'integrazione dell'intelligenza artificiale nei sistemi di gestione del diabete.

"Ci stiamo preparando a un'ulteriore svolta nella gestione del diabete per tutti quei pazienti che oggi utilizzano il nostro microinfusore beneficiando della migliore tecnologia ad oggi disponibile nel controllo delle ipo e iperglicemie – ha dichiarato Luigi Morgese, Business Director della Divisione Diabete di Medtronic Italia -. Un altro segnale a conferma della nostra volontà di innovare e di andare incontro alle sfide future della gestione del diabete volte a migliorare la qualità di vita dei nostri pazienti". 

"La tecnologia di rilevamento precoce dei pasti può rappresentare la svolta nella cura del diabete - ha dichiarato Katelijn Vleugels, CEO e fondatore di Klue -. Entrare a far parte di Medtronic costituisce un'eccezionale opportunità per far progredire le terapie per il diabete. Sono sicura che insieme raggiungeremo il nostro obiettivo condiviso diaiutare le persone affette dal diabete a rendere le loro vite più felici e più sane". 

La transazione dovrebbe essere neutrale rispetto agli utili per azione dell'esercizio 2020 e soddisfare le metriche finanziarie a lungo termine di Medtronic per le acquisizioni. Termini aggiuntivi della transazione non sono stati resi noti.

 

Klue

Klue era una società privata di tecnologie sanitarie con sede a San Jose, in California, che sviluppava un innovativo sistema operativo per la modifica dei comportamenti e per la terapia digitale in tempo reale. Inizialmente focalizzata sulla capacità di rilevare quando e come un utente mangia e beve, Klue sta ora progettando una piattaforma che evidenzia i modelli di consumo più importanti e agisce "sul momento", ovvero quando l'impatto è maggiore.

 

Medtronic Divisione Diabete 

Medtronic collabora con la comunità mondiale per cambiare la gestione del diabete. L'obiettivo di Medtronic è trasformare la gestione del diabete estendendo l'accesso alle terapie, integrando l'approccio al paziente e migliorando l'outcome, così da permettere alle persone con diabete di vivere in maggiore libertà e con un migliore stato di salute.

 

Medtronic

Medtronic, con sede a Dublino, è tra le più grandi aziende al mondo ad offrire tecnologie mediche, servizi e soluzioni in grado di alleviare il dolore, ridonare salute e prolungare la vita di milioni di persone in tutto il mondo. Medtronic impiega più di 86.000 persone e rende disponibili le sue terapie a clinici, ospedali e pazienti in più di 150 paesi. L'obiettivo di Medtronic è quello di collaborare con gli stakeholder di tutto il mondo per contribuire in modo sinergico ad incrementare l'efficienza dei Sistemi Sanitari.



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mercoledì 18 dicembre 2019

Salute: il peperoncino dimezza il rischio di morte per infarto e ictus

Un effetto indipendente dal tipo di alimentazione seguita

 

Il consumo di peperoncino dimezza il rischio

di morire di infarto o ictus

 

Uno studio italiano condotto su ventitremila persone, pubblicato sul Journal of the American College of Cardiology, mostra come consumare regolarmente questa spezia comporti una riduzione del rischio di mortalità cardiaca del 40 % e di quella per cause cerebrovascolari di oltre il 60%

 

Il peperoncino piccante è un ospite molto frequente sulle tavole degli Italiani, e nel corso dei secoli sono stati in tanti a decantarne virtù terapeutiche di vario tipo. Ora una ricerca condotta dal Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'I.R.C.C.S. Neuromed di Pozzilli, in collaborazione con il Dipartimento di Oncologia e Medicina Molecolare dell'Istituto Superiore di Sanità, dell'Università dell'Insubria di Varese e del Cardiocentro Mediterranea di Napoli, pubblicata sul Journal of the American College of Cardiology (JACC), mostra come le persone abituate a consumarlo regolarmente abbiano un rischio di mortalità per ogni causa ridotto del 23% rispetto a chi non lo gradisce.

 

Lo studio ha preso in esame 22.811 cittadini del Molise partecipanti allo studio Moli-sani. Seguendo il loro stato di salute per un periodo medio di circa 8 anni, e confrontandolo con le loro abitudini alimentari, i ricercatori Neuromed hanno potuto dimostrare come nelle persone che consumano regolarmente peperoncino (4 volte a settimana o più), il rischio di morire di infarto si abbatte del 40%, mentre la riduzione più forte si osserva sulla mortalità cerebrovascolare, che risulta più che dimezzata. 

 

Un dato molto interessante– dice Marialaura Bonaccio, ricercatrice epidemiologa di Neuromed e primo autore della pubblicazione - è che la protezione dal rischio di mortalità è risultato indipendente dal tipo di alimentazione seguita. In altri termini, qualcuno può seguire la salutare dieta mediterranea, qualcun altro mangiare in modo meno sano, ma per tutti il peperoncino esercita una funzione protettiva".

 

Lo studio Moli-sani è il primo a esplorare le proprietà di questa spezia piccante in relazione al rischio di morte in una popolazione europea e mediterranea come quella del Molise.

 

"Il peperoncino – commenta Licia Iacoviello, Direttore del Dipartimento di Epidemiologia e Prevenzione dell'IRCCS Neuromed e Professore di Igiene e Salute Pubblica dell'Università dell'Insubria a Varese, - è un componente fondamentale della nostra cultura alimentare. Lo vediamo appeso sui balconi e persino raffigurato nei gioielli. Nel corso dei secoli gli sono state attribuite proprietà di tutti i tipi, il più delle volte basate su aneddoti o usanze al limite della magia. È importante, ora, che la ricerca se ne occupi in modo concreto, con rigore ed evidenza scientifica. Come già osservato in Cina e negli Stati Uniti, le varie piante della specie capsicum, pur consumate con modalità diverse in tutto il mondo, possono esercitare un'azione protettiva verso la nostra salute".

 

Nuove ricerche dovranno essere ora avviate per capire le modalità biochimiche attraverso le quali agiscono il peperoncino e i suoi "parenti" sparsi nei vari angoli del globo (tutti accomunati dalla presenza di una sostanza denominata capsaicina). Ma per il momento i cultori del piccante hanno sicuramente un motivo in più per mantenere la loro abitudine.

 

Bonaccio M, Di Castelnuovo A, Costanzo S, Ruggiero E, De Curtis A, Persichillo M, Tabolacci C, Facchiano F, Cerletti C, Donati MB, de Gaetano G, Iacoviello L, on behalf of the Moli-sani Study Investigators. "Chili Pepper Consumption and Mortality in Italian Adults". Journal of the American College of Cardiology Volume 74, Issue 25, December 2019

DOI: 10.1016/j.jacc.2019.09.068

 

 

Lo studio Moli-sani

Partito nel marzo 2005, ha coinvolto circa 25.000 cittadini, residenti in Molise, per conoscere i fattori ambientali e genetici alla base delle malattie cardiovascolari e dei tumori. Lo studio Moli-sani, oggi basato presso l'IRCCS Neuromed, ha trasformato un'intera Regione italiana in un grande laboratorio scientifico.

 

 

L'IRCCS Neuromed

L'Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico (I.R.C.C.S.) Neuromed di Pozzilli (IS) rappresenta un punto di riferimento a livello italiano ed internazionale per la ricerca e la terapia nel campo delle malattie che colpiscono il sistema nervoso e cardiovascolare. Un centro in cui i medici, i ricercatori, il personale e gli stessi pazienti formano una alleanza rivolta a garantire il miglior livello di assistenza possibile e cure all'avanguardia, guidate degli sviluppi scientifici più avanzati.



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GE Healthcare: nasce il primo “centro di comando” basato su intelligenza artificiale per un ospedale europeo

ANALISI DEI DATI E MACHINE LEARNING: APRE A BRADFORD IL PRIMO "CENTRO DI COMANDO" BASATO SU INTELLIGENZA ARTIFICIALE PER UN OSPEDALE EUROPEO

 

Sviluppato da GE Healthcare, fornirà informazioni in tempo reale per aiutare il personale a prendere decisioni rapide sulla gestione del flusso dei pazienti e coordinarne le cure, riducendo i tempi di attesa

 

Bradford, Regno Unito, 17 dicembre 2019 Ridurre i tempi di attesa e rendere l'esperienza ospedaliera più semplice, veloce ed efficiente per i pazienti: il Bradford Teaching Hospitals NHS Foundation Trust è pronto a trasformare l'assistenza sanitaria con il nuovo Centro di Comando di GE Healthcare, divisione medicale di General Electric. Aperto ufficialmente il 12 novembre scorso, il Centro basato in Inghilterra è il primo a essere installato in un ospedale europeo.

 

Simile a una torre di controllo del traffico aereo, il Centro di comando ha l'obiettivo di trasformare il modo in cui sono prestati e organizzati i servizi sanitari per gestire al meglio un numero di pazienti in continua crescita. Grazie all'utilizzo dell'intelligenza artificiale, dell'analisi avanzata dei dati e del machine learning il nuovo sistema fornirà al personale informazioni in tempo reale per aiutarlo a prendere decisioni rapide sulla gestione del flusso dei pazienti in tutti gli ospedali del Bradford Teaching Hospitals NHS Foundation Trust, consentendo il coordinamento delle cure per ogni singola persona.

Il Centro di Comando sta già avendo impatto sia sui pazienti che sullo staff, trasformando il modo in cui l'assistenza viene prestata e organizzata con la riduzione dei tempi di trasferimento in ambulanza, spostamenti più dinamici ed efficienti delle persone in ospedale senza ritardi non necessari, ritorni a casa più rapidi e meno operazioni annullate a causa delle difficoltà legate all'inverno.

Il personale del NHS è stato fondamentale per la progettazione, la costruzione e l'attivazione del programma: il loro assiduo coinvolgimento avrà un impatto duraturo sull'attività del Centro di Comando, determinandone un perfezionamento continuo.

 

Situato al Bradford Royal Infirmary, l'ospedale principale del Trust, nel dettaglio il Centro di Comando individua i principali responsabili operativi e fornisce loro dati in tempo reale per consentire decisioni migliori e più rapide, in modo da intervenire per aiutare e supportare il personale di prima linea.  

Il team del Centro di Comando è composto da esperti del flusso di pazienti dell'ospedale: il team del sito clinico, l'ufficio ricoveri e il reparto di diagnostica virtuale, per la prima volta tutti uniti in un unico luogo per prendere decisioni multidisciplinari sul percorso dei pazienti.

Il Centro di Comando di Bradford permette al Trust di avere un'immagine completa dell'attività ospedaliera in tempo reale, in modo che il personale possa intervenire e apportare modifiche che influenzino direttamente la cura e il flusso dei pazienti. Il fornitore del sistema, GE Healthcare, ha aiutato il Trust a raccogliere e visualizzare questi dati. In questo modo l'attività del Trust si sposta dalle lavagne e dalle fredde sale di controllo verso un flusso di informazioni vive e fruibili con cui il personale può interagire. Una fotografia accurata dell'intera attività ospedaliera che permetterà allo staff di ridurre i tempi di ricerca delle informazioni rilevanti tramite i sistemi informatici.

Il personale del Centro di Comando monitorerà una "parete di analisi dei dati" che raccoglierà costantemente flussi di dati dal sistema di registrazione elettronica dei pazienti del Trust e attingerà a molte altre fonti separate provenienti da tutti gli ospedali per comprendere ciò che sta accadendo e perché, 24 ore al giorno, sette giorni su sette.

Oltre a consentire di affrontare i problemi persistenti, il sistema permetterà così di individuare tendenze e temi da segnalare, stabilendo eventuali priorità.

 

"Al Bradford Teaching Hospitals la domanda di servizi cresce ogni anno, con più di 400 pazienti che arrivano ogni giorno al nostro Pronto soccorso. Per questo dobbiamo costantemente migliorare la gestione delle loro esigenze attraverso le risorse di cui disponiamo", ha spiegato Sandra Shannon, Direttore Operativo e vice Direttore Generale del Trust. "Il Centro di Comando è un grande investimento con cui noi, in quanto Trust molto impegnato dal punto di vista della gestione dei pazienti acuti, possiamo migliorare le nostre prestazioni e l'esperienza delle persone che arrivano in ospedale, supportando l'efficienza del lavoro del nostro staff affinché possa garantire un'assistenza di qualità."

 

"Il Centro di Comando di Bradford sta già favorendo sia gli operatori sanitari che i pazienti", ha aggiunto Jeff Terry, amministratore delegato del Centro di Comando di GE Healthcare. "Bradford ha avuto il coraggio di dimostrare il potenziale di questo strumento nel contesto del Servizio sanitario nazionale inglese e così facendo ha creato un esempio che potrà essere esaminato e sviluppato dagli ospedali di tutta Europa".

 

Il Centro di Comando di Bradford è entrato in funzione all'inizio di quest'anno e si prevede che sarà pienamente operativo entro la primavera del 2020.



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Una soluzione a sostegno delle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono, firmata Rubner Haus in provincia di Massa e Carrara


Una residenza sostenibile dedicata al Dopo di noi, firmata Rubner Haus

L'Associazione Lunigianese Disabili (ALDI) propone una soluzione in provincia di Massa e Carrara a sostegno delle persone con disabilità grave dopo la morte dei parenti che li accudiscono

 

 

Cosa sarà di nostro figlio quando non ci saremo più noi ad assisterlo? Questa è la domanda più frequente che preoccupa le famiglie nelle quali è presente un membro disabile fisico o psichico. Grazie al contributo di Fondazione Carispezia, l'Associazione Lunigianese Disabili (ALDI) ha per questo motivo progettato una struttura con funzione di abitazione per ospitare persone disabili, che sarà realizzata da Rubner Haus nel pieno rispetto dell'ambiente.

 

A Filetto, una frazione di Villafranca in Lunigiana (MS), verrà realizzata a inizio 2020 una struttura di 365 mq che avrà lo scopo di aiutare 5 persone con disabilità, nella fase successiva alla perdita della persona che si prendeva cura di loro. "L'obiettivo - spiega l'Arch. Paolo Bestazzoni, presidente dell'Associazione Lunigianese Disabili - è quello di creare una vera e propria abitazione con un contesto familiare, in modo che gli ospiti possano sentirsi come a casa propria. Ci saranno 4 stanze, due doppie e due singole, che potranno essere arredate e personalizzate a proprio piacimento, una spaziosa cucina, dove gli ospiti potranno cimentarsi nel cucinare, un grande soggiorno dove potersi rilassare e una stanza dedicata ai laboratori per svolgere attività creative. Al piano superiore invece, saranno realizzati un ufficio e una sala per le riunioni/assemblee a disposizione di chi ne avesse bisogno. La casa ospiterà anche una persona che avrà il compito di essere punto di riferimento e supporto per gli ospiti."

 

La struttura sarà realizzata da Rubner Haus, in soli 4 mesi, a partire da Marzo 2020, con il particolare sistema costruttivo a telaio. "Le case in legno realizzate con il sistema costruttivo a telaio, come per questo progetto - spiega Dr. Ing. Daniel Gasser, Ricerca & Sviluppo Rubner Haus - sono caratterizzate da una speciale parete con una struttura che assicura eccellenti valori di isolamento termico. È infatti una tecnica di costruzione ecologica e sostenibile, con elementi perfettamente isolati e dimensionalmente stabili che garantiscono ottimi valori di isolamento termico sia in inverno che in estate. La struttura dell'abitazione risulta molto robusta e strutturalmente traspirante, con un elevato contributo alla tutela dell'ambiente grazie a un alto assorbimento di CO², oltre che a tempi di costruzione rapidi grazie all'alto grado di prefabbricazione."

 

"La volontà del committente – racconta Andrea Calabrese, Business Developer Rubner Haus - era quello di avere un edificio ad altissimo coefficiente energetico con lo scopo di avere minori costi di gestione nel corso del tempo. Questo tipo di abitazioni, infatti, essendo costruito con materiali naturali quali sughero e fibra di legno, oltre a favorire il benessere di chi le abita, permette un notevole risparmio sui costi di gestione, non incide sull'inquinamento e fornisce al proprietario un'immobile destinato a mantenere il suo valore nel tempo."

 

Naturale ed ecosostenibile al 100%, il legno Rubner proviene da zone alpine a deforestazione controllata che si estendono per 150km nei dintorni della segheria del gruppo in Austria. Da oltre 50 anni, Rubner Haus costruisce case in legno in cui la tradizione e le più moderne tecnologie diventano scienza del costruire in legno.

 


domenica 15 dicembre 2019

Con l'app "MyDentist" un aiuto alla cura e alla prevenzione odontoiatrica per i bambini con spettro dell'autismo

Con l'app "MyDentist" un aiuto alla cura e alla prevenzione odontoiatrica per i bambini con spettro dell'autismo 

Da un progetto di ricerca multidisciplinare è nato un servizio per la collettività che oggi coinvolge più di 130 pazienti tra 3 e 22 anni 

Un progetto di ricerca con apporti multidisciplinari, che in poco tempo ha saputo trasformarsi in un percorso concreto e innovativo per facilitare l'approccio alla cura e alla prevenzione odontoiatrica nei pazienti con autismo attraverso l'uso della tecnologia, in particolare per quanto riguarda i bambini. Tutto questo è "MyDentist", frutto della collaborazione fra il dipartimento di Informatica dell'Università di Pisa, l'Istituto di Informatica e Telematica del CNR, la Unità operativa di Odontostomatologia e Chirurgia del Cavo Orale dell'Azienda Ospedaliero-Universitaria Pisana e l'associazione "Autismo Pisa APS" (Pisa – Valdera - Valdicecina).

Il progetto "MyDentist" è nato nel 2016 con una tesi congiunta tra odontoiatri ed esperti informatici, riuniti nella definizione e poi nello sviluppo di una app in grado di supportare gli odontoiatri nel rapporto con i piccoli pazienti, mettendo a loro disposizione giochi, immagini e video delle sedute per familiarizzare con le procedure da seguire. Dopo la laurea, le dottoresse Mariasole Bondioli (Informatica umanistica) e Francesca Pardossi (Odontoiatria) hanno continuato a lavorare sotto la direzione della professoressa Maria Rita Giuca (Unità operativa di Odontostomatologia e chirurgia del cavo orale, diretta dal professor Mario Gabriele), che si occupa da anni di odontoiatria pediatrica negli ambulatori dell'Ospedale Santa Chiara, della professoressa Susanna Pelagatti, del dipartimento di Informatica, e con la partecipazione delle dottoresse Maria Claudia e Marina Buzzi, oltre che dell'ingegnere Caterina Senette, dell'IIT-CNR. Sono poi stati coinvolti nel programma il dottor Antonio Narzisi, dell'IRCCS Stella Maris, le logopediste Benedetta Vagelli e Valentina Semucci, della ASL-Nord Ovest, la psicologa Martina Pinzino, l'ingegnere Lucia Billeci, di IFC-CNR, e l'informatico Fabio Uscidda.

Grazie al contributo dell'associazione "Autismo Pisa APS" e al sostegno della rete di associazioni sul tema presenti sul territorio, "MyDentist" è cresciuto in brevissimo tempo diventando un vero e proprio servizio a disposizione della collettività, tanto che oggi sono più di 130 i pazienti con autismo, compresi tra i 3 e i 22 anni, che usufruiscono della relativa app.

"Far accettare la figura del dentista ai bambini con spettro dell'autismo - hanno sottolineato le professoresse Giuca e Pelagatti, responsabili del progetto - non è per niente scontato, così come non è sempre agevole poter intraprendere percorsi di prevenzione per mantenere la salute del cavo orale. Basandosi sull'utilizzo di una grande quantità di materiale multimediale, la web application 'MyDentist' supporta gli odontoiatri nella gestione di un percorso personalizzato per ogni piccolo paziente, in modo da metterlo a suo agio in un contesto per quanto possibile piacevole e amichevole e da facilitare un approccio collaborativo". "Il percorso per arrivare alla definizione e allo sviluppo della app - hanno aggiunto le due professoresse - è stato molto faticoso, ma i risultati ottenuti sono davvero straordinari, a dimostrazione di un progetto di ricerca e poi di un servizio che ha saputo operare per migliorare la vita concreta delle persone e soprattutto dei più deboli".

Nella foto, da sinistra: Il rettore Paolo Mancarella, Mariasole Bondioli, Marina Buzzi, Susanna Pelagatti, Benedetta Vagelli, Valentina Semucci, Francesca Pardossi, Lucia Billeci, Silvia Briani (Direttore AOUP), Maria Rita Giuca e Antonio Narzisi. Completano il gruppo di lavoro Caterina Senette, Maria Claudia Buzzi e Fabio Uscidda, nella foto assenti.





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AXA - Innovazione e Salute con startup UGO: servizio di assistenza con caregiver on-demand per accompagnamento e supporto durante visite, cicli di terapia, trattamenti medici

AXA accelera la spinta innovativa sul fronte Salute con nuovi servizi su misura per i clienti

Dopo essere stato pioniere sul fronte della Telemedicina, il Gruppo assicurativo AXA Italia completa la sua Offerta Salute con nuove soluzioni, come il video consulto con medici specialisti e il caregiver on demand per l'accompagnamento a visite e terapie mediche

 

Milano, 2 dicembre 2019 - In un contesto in cui cambiano i bisogni legati alla salute, AXA sceglie di essere il primo partner di riferimento per il cliente introducendo velocemente nuove soluzioni che vadano oltre l'assicurazione tradizionale e rispondano al modo in cui si interpreta oggi la sanità ed il benessere.

AXA è pioniere di un'offerta salute innovativa e al passo con i tempi, che mette a disposizione dei clienti protezione e tecnologia attraverso un ecosistema di servizi ad alto valore aggiunto, come il video consulto medico 24 ore su 24, l'invio della ricetta medica in farmacia e il recapito a domicilio dei farmaci, oltre a servizi di assistenza personalizzati, come un fisioterapista o un infermiere a domicilio (https://soluzionisalute.axa.it/ ).

La spinta all'innovazione del Gruppo prosegue oggi con l'introduzione del video consulto con medici specialisti come pediatra, ortopedico, cardiologo o ginecologo, disponibili 24 ore su 24, tutti i giorni dell'anno.

A seguito del consulto, il medico – se lo ritiene necessario - può prescrivere, visite di accertamento ed esami diagnostici, trasmettendo la prescrizione direttamente al cliente (non convenzionata con il SSN).

A questo si aggiunge un nuovo servizio di assistenza in caso di infortunio o malattia, per mettere a disposizione un caregiver on-demand per l'accompagnamento e il supporto durante visite, cicli di terapia, trattamenti medici.

Il servizio è realizzato anche grazie a UGO, la startup vincitrice della seconda edizione di "Officina Mps, idee per crescere": un percorso di contaminazione virtuosa sviluppato da Banca Monte dei Paschi di Siena, in partnership con Accenture, per scoprire e valorizzare idee innovative al fine di rafforzare l'esperienza cliente, migliorare i processi aziendali e lo sviluppo dell'offerta commerciale. Un progetto che dopo il successo delle prime due edizioni si è trasformato in un laboratorio permanente, una struttura organica della Banca dedicata alla crescita continua di realtà imprenditoriali ad alto contenuto innovativo.

Così un caregiver potrà gestire, in caso di visite mediche, trattamenti o cicli di terapia e riabilitazione, l'accompagnamento casa/struttura sanitaria e affiancare la persona in ospedale in ogni attività: orientarsi, fare l'accettazione, compilare moduli e richieste, procurarsi una carrozzina o un bicchier d'acqua, recepire le indicazioni del medico, ritirare referti, passare in farmacia per acquisti, rientrare a casa.

AXA Italia

Con 171.000 collaboratori e 105 milioni di clienti in 61 Paesi, il Gruppo AXA è tra i leader mondiali nel settore della protezione.

La missione di AXA è aiutare i propri clienti a vivere meglio: per questo collaboratori e distributori presenti sul territorio lavorano ogni giorno per creare prodotti e servizi innovativi e diventare veri partner delle persone e della società.

In Italia oltre 4.000.000 di clienti si affidano ad AXA, forte di una rete altamente professionale di circa 650 agenzie, della compagnia digitale QUIXA Assicurazioni e primario partner bancassicurativo, a partire dal Gruppo Montepaschi.



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sabato 14 dicembre 2019

Korian porta 'Fermata Alzheimer' dagli operatori socio-sanitari

Dopo il successo nelle piazze d'Italia, Korian porta "Fermata Alzheimer" dagli operatori socio-sanitari: un'esperienza immersiva nella patologia grazie al supporto di visori multimediali

 

  • Da Brescia a Bari, 16 tappe e eventi dedicati all'Alzheimer per "provare l'Alzheimer per 10 minuti"
  • 1.200.000 persone affette da demenza in Italia, di cui la metà da Alzheimer. Prevista una triplicazione dei casi nei prossimi 30 anni
  • 3 milioni di persone in Italia coinvolte nell'assistenza dei loro cari
  • Oltre il 70% dei caregiver è donna
  • 5.500 persone con demenza assistite in un anno nelle 41 strutture e nei 7 Centri Diurni Korian grazie al Positive Care

 

11 dicembre 2019. Dopo il grande successo del tour che ha visto il coinvolgimento delle piazze d'Italia da Treviso a Bari, da Sassari a Brescia, arriva agli operatori socio-sanitari "Fermata Alzheimer", il tour voluto da Korian per sensibilizzare sulle demenze che colpiscono solo in Italia 1 milione e 200 mila persone e 50 milioni nel mondo

 

Il Gruppo Korian, con centri in Italia, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi e Spagna, è leader europeo nei servizi di assistenza e cura, e vanta una forte expertise nella gestione di pazienti con demenza. L'Alzheimer e le demenze in genere sono infatti una delle prime cause di ricovero in residenze assistite. 

 

Con il contributo della tecnologia di visori multimediali, circa 200 operatori a Bologna (Forum Non Autosufficienza) e altrettanti a Firenze (Forum Risk Management) per un totale di 400 operatori socio-sanitari hanno potuto essere proiettati per 10 minuti in una "realtà parallela", quella della malattia, grazie a un visore con una rappresentazione in 3D.

 

"Purtroppo, l'Alzheimer e le demenze in genere sono una delle prime cause di ricovero dei pazienti presso le nostre strutture – dichiara Aladar Bruno Ianes, Direttore Medico di Korian Italia – "La crescita dei casi negli ultimi anni è vertiginosa e si stima che il numero triplicherà in 30 anni, per questo è importante fare informazione, sia alla popolazione, sia agli operatori stessi. Quindi come Korian abbiamo deciso di uscire dalle nostre cliniche e portare i nostri visori agli operatori perché vogliamo diffondere la nostra conoscenza sul tema a quante più persone possibili. L'esperienza del visore, poi, è unica, perché ti permette di vivere la patologia per 10 minuti e riesce a farti entrare nella psicologia dei nostri pazienti".

 

Korian offre ogni anno assistenza a 5500 pazienti affetti da questa patologia, forte di un approccio targato Korian che prende il nome di "Positive Care". Per le forme di Alzheimer e di demenza grave, Korian dispone inoltre in Italia di 17 centri specializzati dotati di un nucleo protetto e due Centri Diurni Integrati appositamente dedicati. In tutte queste strutture vengono offerte ai malati di Alzheimer le condizioni necessarie di tutela e gli stimoli riabilitativi adeguati alle loro compromesse capacità cognitive e funzionali attraverso specifici progetti di terapia non farmacologica, uno dei punti cardine della Positive Care.

 

Le testimonianze degli operatori del settore:

"Quella del visore è stata un'esperienza che ha toccato subito la mia sfera emotiva, uno strumento molto utile per sensibilizzare soprattutto chi come me lavora in questo ambito e tende a fermare l'abitudine a trattare con un paziente e a tornare a parlare prima di tutto con una persona"

– ha dichiarato Marco, operatore sociosanitario di Bologna

 

"Io lavoro in una casa di riposo e quest'esperienza mi ha aiutato a capire ancora di più quanto possa essere difficile da parte di un familiare accettare e prendersi cura del proprio caro che si ammala - ha dichiarato Maria, operatrice di Firenze - A livello pratico è stato molto utile per tutti quegli accorgimenti su colori e oggetti di cui non ero a conoscenza"

 

"Ringrazio Korian per aver fatto un uso intelligente della tecnologia, che così, anziché alienare, umanizza e sensibilizza"- ha aggiunto Francesco, di Parma.

 

 

POSITIVE CARE

Il Positive Care è la metodologia "brevettata" da Korian per supportare i propri pazienti. "Con il Positive Care – dichiara Aladar Bruno Ianes, Direttore Medico di Korian Italia - il paziente viene messo al centro del programma di cura: si tratta di offrire a ciascuno un percorso assistenziale personalizzato in base ai bisogni personali, qualunque sia la sua condizione di salute. Lo staff di Korian elabora un preciso percorso di cura personalizzato che prevede il coinvolgimento del team multidisciplinare, il quale definisce gli strumenti ed i percorsi specifici per ciascun paziente al fine di aiutarlo a preservare le proprie capacità in un ambiente adeguato, dove ci si senta sicuri e protetti". Il Positive Care è stato sviluppato dai team Korian oltre 15 anni fa ed è ispirato alla neuropsichiatra ed educatrice Maria Montessori che ha sviluppato quello che oggi è diventato noto come "metodo Montessori". Didier Armaingaud, Direttore Medico di Korian Group, insieme agli specialisti Korian, ha quindi sviluppato l'approccio Positive Care a partire dal concetto montessoriano dell'"aiutami a farlo da solo" secondo il quale essere indipendente è in primo luogo una questione di essere in grado di scegliere autonomamente. "Secondo gli studi Korian, l'approccio montessoriano può essere applicato anche alla cura degli anziani e di tutti quei pazienti affetti da malattie neurodegenerative come l'Alzheimer" - dichiara il Dottor Ianes - che prosegue: "L'idea è quella di affiancare alla migliore qualità assistenziale l'empatia, per cercare di preservare le capacità residue delle persone, la loro indipendenza e, non ultimo, ridar loro la gioia di vivere".

Il progetto prevede anche il coinvolgimento dei familiari e dei caregiver, che divengono centrali per la cura del loro caro, al fine di stimolare una partecipazione attiva che concretizzi il concetto di "umanizzazione delle cure". La centralità del caregiver non può essere ignorata: soltanto in Italia si calcolano 3 milioni di persone coinvolte nell'assistenza dei loro cari nel mondo si stima che questi sono per oltre il 70% donne 2.

 

Il Positive Care si avvale anche di innovative soluzioni architettoniche e di design appositamente studiate per migliorare le condizioni di vita quotidiana dei pazienti: "i nuovi progetti di Korian vanno ad abbandonare progressivamente la logica del "posto letto" per sostituirla con quella di uno spazio di residenza il più possibile familiare che consenta la prosecuzione di un progetto di vita, favorendo relazioni umane e affettive, attività, gesti, aspirazioni, pensieri ed emozioni", dichiara Aladar Bruno Ianes, Direttore Medico di Korian Italia.

 

Non per ultimo, il nuovo modo di configurare gli ambienti porta necessariamente a cambiare l'approccio di tutti i soggetti dell'assistenza; per questo Korian sta eseguendo un piano di formazione costante delle proprie equipe per un totale di 5000 operatori Korian coinvolti.

 

 





1 Fonte: dati dell'Osservatorio Demenze dell'Istituto Superiore di Sanità  

2 Il World Alzheimer Report 2018 ha calcolato che il numero di ore fornite dai caregiver in un anno è di circa 82 miliardi, e di queste il 71% è da attribuire alle donne  




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Salute: Proteine si, ma quante? A ciascuna età il giusto apporto


Proteine sì, ma quante? A ciascuna età il giusto apporto



Le raccomandazioni della Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS)

 

Roma, 14 dicembre 2019 – Nell'ambito del progetto di educazione nutrizionale Nutripiatto arrivano le raccomandazioni di SIPPS (Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale) per un corretto consumo di proteine.

Le proteine, infatti, pur essendo un elemento essenziale nella crescita dei bambini, possono rappresentare anche un pericolo per l'organismo, soprattutto nei più piccoli, con complicanze a livello renale, modifiche dell'appetito e obesità che sono, infatti, i rischi principali di un eccessivo consumo di proteine. I bambini di età inferiore ai 3 anni non devono superare il 12% di apporto proteico giornaliero. A raccomandarlo è la Società Italiana di Pediatria Preventiva e Sociale (SIPPS) che fornisce alcune precise indicazioni alimentari per non cadere in errori che possano compromettere la salute del bambino di oggi e dell'adulto di domani.

Fondamentali a tutte le età, ma soprattutto in età pediatrica, le proteine rappresentano "i mattoni" necessari a costruire nuovi tessuti e riparare quelli danneggiati. Sono 5 le categorie alimentari considerate fonte primaria di proteine (carne, uova, pesce, legumi, latte e derivati). A mettere in evidenza la giusta ripartizione nell'arco di una settimana è la SIPPS che raccomanda 4 porzioni di legumi, 4 di pesce, 1 uovo a settimana, 1 porzione di carne rossa, 2 porzioni di carne bianca e 2 porzioni di formaggio.

 

Le proteine sono in realtà contenute, sebbene in quantità inferiori, anche in altri alimenti: pasta, cereali, orzo, farro, avena, frutta secca, castagne, persino alcuni frutti e ortaggi. Basti pensare che una porzione di crusca di frumento apporta lo stesso quantitativo proteico di un vasetto di yogurt.

"È di estrema importanza prestare attenzione al nostro introito proteico e consumare una sola fonte primaria di proteine ad ogni pasto - sottolinea il Dottor Giuseppe Di Mauro, Presidente SIPPS - da scegliere, dunque, tra legumi, carne, pesce, uova o latte e derivati, ma mai combinandole nello stesso pasto. Troppo spesso si eccede nel consumo di proteine senza rendersene conto, come nel caso del panino con formaggio e prosciutto. Le proteine svolgono un ruolo di base nel mantenimento di un buono stato di salute pertanto, nel rispetto generale di sane abitudini alimentari, la costante attenzione alla frequenza di rotazione consigliata delle fonti proteiche, unitamente al consumo di porzioni equilibrate, è in grado di preservare e promuovere la salute dei nostri bambini."

L'indicazione prudenziale proposta dai LARN (Livelli di assunzione di riferimento per la popolazione italiana, 2014) per i bambini al di sotto dei 3 anni è prevedere un apporto proteico quotidiano che si trovi all'interno del range 8-12% dell'energia totale e comunque perentoriamente al di sotto del 15% dell'energia totale giornaliera.

"Dai 3 anni in poi, sulla base delle indicazioni del Larn – aggiunge la Dott.ssa Lisa Mariotti, Nutrizionista Pediatrica Dipartimento Medicina dell'Infanzia e dell'età Evolutiva ASST Fatebenefratelli-Sacco di Milano, consulente nutrizionista SIPPS - per l'apporto proteico, è bene rimanere nell'intervallo di riferimento 12-18% sulle calorie giornaliere. Il pericolo di un consumo eccessivo può portare a complicanze a livello renale, sovrappeso/obesità e modifiche dell'appetito".

Le proteine, dopo l'acqua, costituiscono la parte maggiore dei tessuti per questo sono uno dei principali alimenti indispensabili nella dieta dell'uomo. Hanno una funzione prevalentemente plastica (servono per lo sviluppo, la conservazione e il ripristino delle cellule) e, in misura minore, energetica. In particolare, i fabbisogni proteici di bambini e adolescenti (1-17 anni) sono calcolati per soddisfare le richieste necessarie per la crescita e per il mantenimento di una massa proteica in progressivo aumento.

"Le proteine non sono tutte uguali – conclude il Dott. Leo Venturelli, Responsabile comunicazione SIPPS - quelle di origine animale si definiscono complete, in quanto una singola porzione dell'alimento che le veicola è in grado di soddisfare pienamente il fabbisogno dell'organismo in termini proteici. Al contrario, le proteine derivanti da fonti vegetali quali i legumi si definiscono incomplete: in tal caso, una singola porzione non copre i fabbisogni proteici dell'organismo; per raggiungerli, è necessario consumare insieme un'altra fonte alimentare. Il classico consumo di pasta e fagioli è l'esempio principe di questo concetto: combinando le proteine dei legumi con i cereali la qualità proteica viene migliorata per via di una reciproca integrazione, permettendo di raggiungere il fabbisogno proteico ideale".

 

 

Nutripiatto è uno strumento di educazione nutrizionale sviluppato da Nestlé e rivolto ai bambini dai 4 ai 12 anni, studiato con il fine di promuovere i principi di un'alimentazione sana e bilanciata. Il progetto prevede un kit composto da un piatto "intelligente" e da una guida didattica che spiega come utilizzare il Nutripiatto e offre idee e consigli per soddisfare i fabbisogni nutrizionali dei bambini, tenendo anche conto delle differenti fasce di età. La guida prevede inoltre capitoli specifici relativi alla corretta idratazione e all'attività fisica da svolgere con gli amici e con i propri animali da compagnia. Nutripiatto rientra nel progetto internazionale Nestlé for Healthier Kids, che si pone l'ambizioso obiettivo di aiutare, entro il 2030, 50 milioni di bambini a vivere in modo più sano.



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GE Healthcare presenta in Italia il primo sistema CT cardiovascolare dedicato all’imaging cardiaco

GE HEALTHCARE PRESENTA IN ITALIA "CARDIOGRAPHE", IL PRIMO SISTEMA CT CARDIOVASCOLARE

DEDICATO ALL'IMAGING CARDIACO

 

Roma, 13 dicembre 2019 - Le malattie cardiovascolari continuano ad essere una delle principali cause di morte in tutto il mondo; spesso i pazienti che hanno bisogno più urgente di imaging cardiaco hanno una frequenza cardiaca elevata o instabile ed è quindi difficile utilizzare un sistema TC tradizionale. È per rispondere in maniera sempre più efficace a queste esigenze che è stato progettato CardioGraphe™, il primo sistema di tomografia cardiovascolare computerizzata (TC), presentato da GE Healthcare, la divisione medicale di General Electric, in occasione del 80° Congresso della Società Italiana di Cardiologia (SIC), in corso in questi giorni a Roma: la prima TAC progettata specificamente per l'imaging cardiovascolare ad alte prestazioni, accessibile e conveniente.

CardioGraphe è in grado di catturare un'immagine del cuore in un unico battito, riducendo la sfocatura causata dal movimento e accelerando l'esame per i pazienti. Con questa apparecchiatura è possibile anche diagnosticare malattie coronariche in pazienti apparentemente sani, in ambiente ambulatoriale, utilizzando una tecnologia di scansione che permette di vedere le arterie coronariche e di identificare un'eventuale malattia molti anni prima che provochi un attacco cardiaco o una morte cardiaca improvvisa. Il macchinario può quindi aiutare a stabilire se si tratta di una malattia potenzialmente pericolosa per la vita oppure no, così da stabilire quali siano i giusti trattamenti per ogni singolo paziente.

CardioGraphe è una tecnologia all'avanguardia anche per la sua modalità di utilizzo: il sistema rende l'imaging cardiovascolare non invasivo più accessibile in un ambiente ospedaliero tradizionale e, per la prima volta, anche in un reparto di unità coronarica, in uno studio medico o in un punto di cura per la pianificazione del trattamento degli interventi vascolari. Grazie all'innovativo design Stereo CT con campo visivo focalizzato, il sistema è compatto, facile da usare ed efficiente nel dosaggio.

Una scansione in un battito

Con i suoi due tubi a raggi X il macchinario di GE Healthcare si distingue per la velocità con cui mostra chiaramente le piccole strutture cardiache, come le arterie coronariche che spesso misurano da 1 a 3 millimetri di diametro. CardioGraphe crea un'immagine 3D delle coronarie, delle valvole, delle camere e del miocardio in un solo battito cardiaco e può anche eseguire studi di angiografia TC dell'aorta e delle carotidi, oltre che del cuore. La velocità di rotazione del sistema è di 0,24 secondi, attualmente la più veloce disponibile; in combinazione con il software di correzione intelligente del movimento SnapShot Freeze di GE, è possibile bloccare il movimento dell'arteria coronarica per i pazienti con frequenze cardiache elevate o instabili, rilevando i dettagli anatomici necessari per pianificare procedure quali l'intervento coronarico percutaneo (PCI) e la sostituzione della valvola aortica transcatetere (TAVR).

Nel corso dell'80° Congresso della Società Italiana di Cardiologia (SIC) sarà disponibile il modello in scala reale di CardioGraphe presso l'area "Innovation Village", un ampio spazio dove sarà possibile toccare con mano tutte le novità dell'Imaging Cardiologico.



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