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venerdì 30 ottobre 2015

Incontro Lorenzin-da Silva alla Fao. I temi: malnutrizione, alimentazione, diete, salute animale.


Ministero della Salute

 

Il Ministro della Salute, Beatrice Lorenzin, ha incontrato nella sede della Fao il Direttore generale José Graziano da Silva per un confronto sui problemi della alimentazione, sulla scia dei temi affrontati durante la seconda Conferenza internazionale sulla nutrizione dello scorso novembre e durante l'Expo di Milano.


 "La corretta alimentazione è la colonna portante della prevenzione: una dieta sana ed equilibrata garantisce una vita lunga e in salute, limitando e ritardando l'insorgere di malattie e contribuendo ad assicurare la sostenibilità dei sistemi sanitari", ha ricordato il Ministro Lorenzin. 

L'intesa tra il Ministero della Salute e la Fao è di proseguire in una stretta collaborazione per affrontare assieme, attraverso interventi sui sistemi alimentari,  i temi correlati alla nutrizione che impattano sulla salute delle popolazioni.

In particolare si è discusso della malnutrizione, per difetto e per eccesso, con le gravi conseguenze per la salute (dall'obesità alle malattie croniche non trasmissibili); dei cambiamenti climatici e del loro effetto sulla diffusione delle malattie; della necessità di assicurare il benessere animale e contrastare le malattie veterinarie (quali l'Afta epizootica), foriere di gravi rischi per la salute  e per le economie dei paesi interessati.

E' stata ribadita da ambo le parti l'importanza di  favorire l'allattamento al seno, primo passo per difendere la salute dei bambini, prestando la massima attenzione alle esigenze e ai bisogni della donna che allatta;  è stato deciso di salvaguardare e promuovere la cultura alimentare basata sulle tradizioni locali, sostenendo  i modelli dietetici che si ispirano alla dieta mediterranea e contrastando al tempo stesso i regimi alimentari sbilanciati, ad esempio  quelli basati sul "quick food",  fritti e ricchi di grassi e di sale.  

La Fao intende promuovere anche un consumo adeguato di pesce, utile per rispondere alle esigenze nutrizionali, qualitative e quantitative.

Beatrice Lorenzin e José Graziano da Silva hanno convenuto sulla necessità di "non disperdere l'eredità di Expo" e di proporre azioni che tengano conto dell'inscindibile legame tra ambiente, cibo e salute. Si è deciso pertanto di avviare tavoli tecnici per affrontare in modo pragmatico le seguenti priorità: la salute animale, con particolare attenzione al problema dell'antibiotico resistenza (Amr), con un approccio "one health" ; la difesa delle diete tradizionali e in particolare la promozione di quella mediterranea,  tenendo conto della sua valenza come strumento di benessere e di prevenzione; l'importanza della corretta comunicazione per una piena consapevolezza del  cibo come nutrimento  ma anche come valore culturale e sociale.




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Dentix apre in Piemonte. Nuovo polo della salute dentale ad Alessandria

Quindici anni di esperienza, oltre 160 cliniche di successo in tutto il mondo. Dentix, il nuovo volto dell'odontoiatria, leader in Spagna, sbarca in Piemonte, ad Alessandria, con il quinto polo italiano. 

15 le nuove assunzioni, tutte del territorio, per la clinica di 300 m2 a due passi dal centro storico di Alessandria, che va ad aggiungersi a Bergamo, Cremona, Milano e Monza.


Alessandria, 30 ottobre 2015 – Dentix, azienda leader nel settore odontoiatrico con oltre 160 cliniche nel mondo (principalmente in Spagna e in America) ha aperto la sua quinta clinica italiana ad Alessandria; 300 mq in via S. Lorenzo, nel centro storico della città, a 500 metri dalla stazione ferroviaria, lungo la via "emblema" del piccolo commercio cittadino, portando energia nuova tra i tanti negozi a conduzione familiare. 

Dopo aver inaugurato le sedi di Bergamo, Cremona, Milano e Monza, Dentix sceglie il Piemonte e precisamente Alessandria come ulteriore polo di cura, con l'obiettivo di arrivare nei prossimi mesi all'apertura di 30 cliniche in Italia, raggiungendo, entro la fine del 2016, il numero complessivo di 250 centri tra Europa ed America.

Tutte cliniche a gestione diretta, vera forza di Dentix, che non si avvale d'intermediari e punta su un investimento costante in innovazione e tecnologie all'avanguardia.

I pazienti, bambini e adulti, possono trovare nello stesso centro tutti i medici specialisti preposti alla salute dentale, ortodontisti, chirurghi, implantologi e molti altri professionisti pronti a eseguire trattamenti di parodontologia, endodonzia, estetica dentale, protesi, ortodonzia e impianti dentali.  

In totale, sono 15 le nuove assunzioni previste per il centro ad Alessandria, con un ritorno positivo anche in termini di indotto. Basti pensare agli investimenti generati in pubblicità, pulizie, vigilanza, manutenzioni e molto altro ancora. 

Lo staff della nuova clinica Dentix, inoltre, è tutto del territorio e per prassi ogni paziente è affidato a un professionista con il quale instaurare un rapporto di fiducia e cure personalizzate con dispositivi medici all'avanguardia tecnologica, come la Tac 3D, il laboratorio integrale CAD-CAM, la videocamera intraorale in grado di assicurare soluzioni ottimali per un immediato recupero funzionale e estetico. 

Come in ogni città, infine, per rendere facilmente accessibili le cure, Dentix ha scelto di posizionarsi in un palazzo storico nel centro cittadino, adiacente a piazza Marconi, in cui quotidianamente si tiene il mercato, contribuendo quindi alla rivitalizzazione del cuore della città.
  
«Siamo certi che il nostro metodo potrà avvicinare nuovamente tutti coloro che a causa della crisi, hanno scelto di rimandare le cure. Per noi, questa apertura è motivo di orgoglio ma anche di responsabilità. Vogliamo, infatti, che la preparazione professionale, la flessibilità del servizio offerto e l'attenzione alle necessità di ogni paziente, nostri tratti distintivi, siano a disposizione dei cittadini di Alessandria, di tutti coloro che sono consapevoli dell'importanza che la salute e l'igiene orale rivestono per il benessere sistemico di tutto l'organismo e che sono, giustamente, attenti ed esigenti nel prendersene cura» - commenta Marcello Giannico, Direttore generale Dentix Italia. 

Dentix è attiva ad Alessandria, in via San Lorenzo 26 (angolo via Legnano), 6 giorni su 7, dal lunedì al sabato, dalle ore 9 alle 20. L'attesa per appuntamento è entro le 24 ore e la prima visita è gratuita.

Dentix è un'azienda odontoiatrica esperta, con un modello di business differente rispetto ad altre catene o alle assicurazioni sanitarie private e che si sviluppa grazie a cliniche di proprietà e non a cliniche in franchising.

Ogni clinica di Dentix è composta da un'équipe di professionisti con il Direttore Sanitario che si occupa del coordinamento del lavoro degli odontoiatri, offrendo così un servizio completo che permette di soddisfare le richieste dei pazienti.

Inoltre, un gruppo di esperti odontoiatri compone il dipartimento di qualità che, a livello nazionale, garantisce la massima qualità nei trattamenti per ottenere la soddisfazione dei pazienti.

Tutti i centri Dentix dispongono delle ultime novità tecnologiche, come la tecnologia CAD-CAM e l'apparecchiatura Digital TAC e la radiografia panoramica con risparmio di tempi e attese. Per quanto riguarda gli impianti, Dentix usa solamente impianti di alta gamma.

Grazie all'impegno della compagnia per la soddisfazione dei propri pazienti, questi godono di un'attenzione personalizzata e cortese e di una garanzia scritta e a lungo termine. Questa filosofia si riflette nell'alto indice delle raccomandazioni, tanto che circa il 40% dei pazienti, si rivolge a Dentix grazie al consiglio di amici, familiari o conoscenti.

Con un'esperienza di oltre 15 anni, Dentix è una compagnia leader del settore odontoiatrico, a capitale 100% spagnolo. Dentix è un'azienda familiare e con un proprio modello commerciale che si basa sulle cliniche di proprietà ed estraneo al franchising. Azienda antesignana dell'odontoiatria all'avanguardia alla portata di tutti, Dentix conta più di 160 cliniche in tutto il mondo, di cui 5 in Italia, 3.000 collaboratori e   oltre 140.000 pazienti visitati durante il solo primo semestre del 2015.

La pasta col sugo combatte i radicali liberi

Roma, 30 ottobre 2015. Condire la pasta con abbondante sugo rosso fa bene alla salute. Gli effetti benefici del sugo sono dovuti al licopene, una sostanza contenuta nel pomodoro, al quale da' il colore rosso, e  che ha la particolare proprieta' di cedere elettroni ai radicali liberi che si formano nel nostro organismo, che hanno un ruolo attivo nella formazione delle cellule cancerogene. Il licopene, quindi, svolge una azione anticancerogena ed ha un attivita' superiore ad altre sostanze con effetto antiossidante, quali il betacarotene e il tocoferolo. Piu' il colore e' rosso maggiore risulta la quantita' di licopene e la bollitura del sugo non ne altera le proprieta'.

Primo Mastrantoni, segretario dell'Aduc




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Parte da Genova l’appello della scienza per i vaccini



Parte da Genova l'appello della scienza per i vaccini:
il Festival della Scienza promuove il documento
dell'Associazione degli Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI)

Un invito alle istituzioni:
"In Italia da due anni non si vaccina abbastanza"

Genova, 30 ottobre 2015. In metà delle regioni italiane non si vaccina abbastanza: il piano vaccinale nazionale per tetano, poliomielite, difterite, epatite B, pertosse e Hib non copre completamente la popolazione per la quale è previsto. Con il rischio di contagio, da bambino a bambino. Manca inoltre la copertura totale in tutta Italia per malattie come rosolia, parotite, morbillo, pneumococco, meningococco. Parte proprio da questi dati preoccupanti, e da Genova, l'appello dell'associazione Ospedali Pediatrici Italiani (AOPI), che riunisce in rete 12 ospedali pediatrici di tutto il territorio nazionale. Un documento già firmato da undici ospedali in tutta Italia: per esprimere preoccupazione, e invitare le autorità competenti a mettere in atto tutte le strategie per raggiungere livelli di copertura vaccinale utili alla protezione della popolazione infantile da malattie a volte mortali, spesso gravemente invalidanti.

"Nel biennio 2012-14 vi è stata una riduzione della percentuale di copertura di tutte le vaccinazioni – sottolinea Paolo Petralia, direttore generale dell'Ospedale Gaslini e presidente degli Ospedali Pedriatrici Italiani – in circa il 50% delle regioni italiane il piano vaccinale nazionale per tetano, poliomielite, difterite, epatite B, pertosse e Hib è realizzato in meno del 95% della popolazione per la quale è prevista, ovvero in tali regioni la bassa adesione alle vaccinazioni rende possibile la trasmissione da bambino a bambino. La percentuale dei vaccinati risulta particolarmente bassa ed inferiore al 95% in tutte le regioni per la rosolia, parotite, morbillo, pneumococco, meningococco".

Le vaccinazioni sono considerate fra le scoperte scientifiche più importanti per il genere umano, ma continuano in qualche misura a far paura. I dati del Ministero della Salute si riferiscono alle coperture vaccinali a 24 mesi d'età relative al 2013 e riguardano la maggior parte delle immunizzazioni offerte gratuitamente: poliomielite, tetano, difterite, epatite B, pertosse, Haemophilus influenzae b, morbillo, parotite e rosolia. Le prime quattro dell'elenco sono considerate "obbligatorie", eppure registrano un tasso di immunizzazioni inferiore al 95%; tasso che cala ulteriormente e drasticamente per le vaccinazioni - consigliate o raccomandate - contro il morbillo, la parotite e la rosolia. La percentuale delle persone non coperte implica un forte rischio per tutti. I dati sono ancora contenuti, ma è il trend degli ultimi due anni che in prospettiva preoccupa le autorità sanitarie: l'andamento "in netta diminuzione delle coperture a 24 mesi", rileva l'Istituto Superiore di Sanità, "rende indispensabile interventi urgenti".

Dall'Ospedale Gaslini di Genova, dunque, parte l'appello sottoscritto dal Festival della Scienza: "La specifica attività pluridecennale degli ospedali aderenti all'AOPI a favore dei bambini, particolarmente nei reparti di malattie infettive – si legge - permette di affermare che la scomparsa della poliomielite, del tetano e della difterite e la netta riduzione dei casi di pertosse, epatite B, meningite, parotite, morbillo e polmonite da pneumococco sono l'effetto positivo della più efficace terapia della storia della medicina: le vaccinazioni. Come tutte le terapie, possono determinare effetti collaterali, nel caso dei vaccini con frequenza e gravità media infinitamente inferiore rispetto alle malattie per le quali tale terapia è messa in atto".

L'appello è stato sottoscritto anche dall'Ospedale Bambino Gesù di Roma, dal Santobono- Pausilipon di Napoli, dal Burlo Garofolo di Trieste, dal Meyer di Firenze, Città della Salute e della Scienza di Torino, Azienda Ospedali Riuniti Ancona – Presidio G. Salesi di Ancona, Ospedale dei Bambini Spedali Civili Brescia, Ospedale di Padova, Istituti Clinici di Perfezionamento di Milano, Arnas Civico Di Cristina Benfratelli di Palermo, Ospedale Pediatrico "Giovanni XXIII" di Bari. La preoccupazione è stata inoltre condivisa dagli scienziati ospiti del Festival, a partire dall'immunologo Alberto Mantovani e l'oncologo Lucio Luzzatto, che hanno fatto riferimento alla questione dei vaccini nelle loro conferenze.

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Chirurgia plastica: «No alla responsabilità solidale, altrimenti si rischia che nessuno paghi per i danni ai pazienti»

L'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) ha inviato una lettera a ministri e giudici del Tribunale per invitarli a fare chiarezza sulla problematica di assicurazioni e condanne solidali, denunciando una situazione che rischia di danneggiare sia medici sia pazienti.

«La situazione attuale è insostenibile e il rischio reale per i pazienti è che nessuno li risarcisca nel caso in cui subiscano un danno in sala operatoria». È la denuncia dei chirurghi plastici dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe) che hanno inviato una lettera a ministri e giudici di Tribunale per esprimere una solida protesta contro una norma che calpesta i diritti dei medici e dei pazienti, al tempo stesso.

«Per legge ogni chirurgo plastico ha l'obbligo di stipulare un'assicurazione per la responsabilità professionale – scrivono i chirurghi di Aicpe -. Le polizze richiedono premi elevatissimi, che oscillano tra i 15 e i 20mila euro annui, tariffe queste difficilmente sostenibili in special modo per i professionisti più giovani».

Il quadro peggiora in quanto «nell'ultimo periodo un numero crescente di chirurghi plastici segnala di subire condanne civili "solidali" e cioè condivise con l'equipe o altri colleghi con cui hanno operato o con la struttura, quindi la clinica o l'ospedale, strutture queste che spesso sono sprovviste di assicurazione non essendo obbligati per legge a stipularla».

I recenti orientamenti della Corte di Cassazione sostengono che attribuire una responsabilità solidale, e cioè estesa a tutti i soggetti coinvolti nell'intervento chirurgico, sia l'unica soluzione idonea a garantire il risarcimento per il paziente: ciò implica che l'errore del singolo si riverbera su tutti gli operatori che partecipano all'intervento (altri chirurghi plastici, anestesisti…) oltre che sulla struttura.

«Il risultato di questo scenario è che, per il principio della responsabilità solidale, un soggetto rischi di dover pagare per tutti, anche per errori che non ha commesso. Ad aggravare questo contesto esiste un'altra situazione che inficia la validità del principio di "condanna solidale" : tutte le assicurazioni coprono solo la quota di responsabilità dell'assicurato, con esclusione di ogni responsabilità derivata in via solidale».

Quindi in caso di condanna esiste il rischio che la compagnia possa per legge rifiutarsi di pagare il danno al paziente. «Ciò renderebbe la polizza per responsabilità professionale del tutto inefficace, con conseguente danno sia per il professionista, non tutelato, sia per il paziente, che il più delle volte non vede riconosciuto il suo diritto al risarcimento» afferma ancora Aicpe.

La richiesta di Aicpe al mondo della politica e ai Tribunali è quindi di «fare chiarezza» per evitare che «avvenga, in termini più diffusi, quello che già sta avvenendo: ovvero che i medici da un lato si assicurino perché costretti dalla legge, e dall'altro, in considerazione del rischio di non operatività della polizza, si spossessino di qualunque proprietà per evitare una rivalsa sui loro beni personali ingiusta in quanto conseguente al rifiuto di rimborso da parte della compagnia assicurativa». La conseguenza ultima di questo processo vizioso ricadrebbe sui i pazienti i quali non vedrebbero, in caso di giusto risarcimento, riconosciuti i loro diritti e, dopo lungo tempo perso e alti costi investiti in una causa risarcitoria, non otterrebbero alcun risultato.

«Voltaire sosteneva che la civiltà di un popolo si misura dalle sue carceri, ma anche dall'efficacia e dalla funzionalità della giustizia» aggiungono i chirurghi plastici di Aicpe.

AICPE. L'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), l'unica in Italia dedicata esclusivamente alla chirurgia estetica, è nata nel settembre 2011 per dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Ad AICPE, gemellata con l'American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS), la più importante società di chirurgia estetica al mondo, hanno aderito oltre 250 chirurghi in tutta Italia.

Membri Aicpe possono essere esclusivamente professionisti con una specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, accomunati da un codice etico comportamentale che li distingue dentro e fuori la sala operatoria.

L'associazione ha elaborato e pubblicato le prime Linee Guida del settore, consultabili sul sito internet, che stabiliscono i fondamentali parametri operativi dei principali interventi. Scopo di AICPE è tutelare pazienti e chirurghi plastici: disciplinando l'attività professionale con riferimento sia all'attività sanitaria, sia alle norme etiche; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica.

giovedì 29 ottobre 2015

OMS: SOLO 1 SU 10 HA TAGLIATO CONSUMI CARNE

Solo uno su dieci (11 per cento) ha contenuto il proprio consumo di carne ed insaccati dopo le notizie diffuse con la pubblicazione del rapporto Oms. E' quanto emerge dall'indagine on line elaborata dal sito www.coldiretti.it sugli effetti negativi di un allarmismo ingiustificato in un Paese come l'Italia dove la dieta bilanciata basata sui principi della dieta mediterranea ha garantito una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini. 

"Si tratta di un segnale importante che dimostra il buon lavoro di informazione che è stato fatto a partire dalle Istituzioni, ma è anche il frutto delle precisazioni della stessa Oms che ha chiarito che nessun alimento deve essere eliminato dalla dieta", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo nel sottolineare che occorre continuare sulla strada della corretta informazione per non mettere a rischio un settore che dà lavoro a 180mila persone, genera un fatturato di 32 miliardi ed è uno dei simboli dell'Italia all'estero. 

Il consumo di carne degli italiani con 78 chili a testa – sottolinea la Coldiretti - è ben al di sotto di quelli di Paesi come gli Stati Uniti con 125 chili a persona o degli australiani con 120 chili, ma anche dei cugini francesi con 87 chili a testa. Non si tiene peraltro conto che - precisa la Coldiretti - i cibi sotto accusa come hot dog e bacon che nei paesi anglosassoni mangiano quotidianamente a colazione non fanno parte della tradizione italiana. 

Se dal punto di vista qualitativo la carne italiana – continua la Coldiretti - è meno grassa, la trasformazione in salumi avviene naturalmente solo con il sale. Proprio quest'anno peraltro - precisa la Coldiretti - la carne ed è diventata la seconda voce del budget alimentare delle famiglie italiane dopo l'ortofrutta con una rivoluzione epocale per le tavole nazionali che non era mai avvenuta in questo secolo. La spesa degli italiani per gli acquisti è scesa a 97 euro al mese per la carne che, con una incidenza del 22 per cento sul totale, perde per la prima volta il primato, secondo l'analisi della Coldiretti.


EXPO: COLDIRETTI, NO A INSETTI MA OK A SUPER PANINO “DOC” DA 3 METRI


Niente insetti, ma un panino doc da record è stato preparato con la piu' grande pagnotta di pane di Altamura a denominazione di Origine (DOP) mai sfornata prima, dal peso di 1,5 quintali e lunga 3 metri, che è stata farcita con i migliori salumi Dop della tradizione italiana, dal prosciutto di Parma a quello di San Daniele, dal culatello di Zibello alla salsiccia di Calabria fino al salame di Cinta senese Dop. 

L'iniziativa è degli allevatori e dei produttori della Coldiretti che, sono scesi in campo ad Expo con la giornata della carne italiana con un simbolo del made in Italy proprio nel momento in cui dall'Unione europea viene il primo via libera agli insetti nel piatto che appena l'8 per cento degli italiani assaggerebbe secondo Coldiretti/IPR marketing. 

Mentre l'allarme dell'Oms sembra estendersi ad un altro must nazionale come il caffe, ad Expo è stata anche allestita la prima esposizione dei salumi tipici regionali a denominazione di origine che rimarrà aperta fino alla chiusura di Expo con l'obiettivo - sottolinea la Coldiretti - di fare chiarezza sul consumo di carne in Italia, sulle caratteristiche del sistema produttivo Made in Italy e sulle sue specifiche caratteristiche qualitative ma anche di verificare gli effetti sui comportamenti di acquisto degli italiani. 

Per sconfiggere la paura ad assaggiare le specialità a base di carne Made in Italy - informa la Coldiretti - sono stati invitati autorevoli ospiti, ma degustazioni sono state offerte anche ai visitatori italiani e stranieri che non sembrano credere agli allarmi generici dell'Oms. Il super panino verrà donato al Banco Alimentare, l'organizzazione di volontariato che destina i prodotti alimentari alle persone indigenti. Una iniziativa di solidarietà, questa – conclude la Coldiretti – che si è ripetuta più volte nel corso dei sei mesi dell'Expo.


L'immagine raffigura dei grilli fritti che potrebbero presto entrare nella nostra alimentazione dopo il primo via libera dell'Unione europea

UE: COLDIRETTI, DA 91% NO A CARNE CLONATA, ITALIA LEADER SALUMI “DOC”


Il 91 per cento degli Italiani non mangerebbe carne o latte proveniente da animali clonati. E' quanto emerge da una indagine Coldiretti/IPR marketing in relazione all'adozione, da parte del Parlamento europeo, della risoluzione sui "novel food" nel cui ambito di applicazione rientrerebbero anche gli alimenti derivanti da animali clonati. 

L'Italia – ricorda la Coldiretti - può contare sulla leadership europea nella produzione di salumi di qualità con 40 prodotti a denominazione di origine realizzati secondo precisi disciplinari di produzione dall'allevamento, all'alimentazione degli animali fino alla trasformazione. 

Nell'occasione della giornata della carne a Expo, la Coldiretti ha allestito la piu' grande esposizione dei salumi tipici regionali a denominazione di origine, dopo lo diffusione delle studio dell'Oms sul consumo della carne rossa. 

Dal culatello di Zibello alla coppa piacentina, dal prosciutto di San Daniele a quello di Parma, le caratteristiche di naturalità e di qualità - sottolinea la Coldiretti - hanno contributo al prestigio della norcineria italiana in tutto il mondo contribuendo a realizzare un fatturato nella filiera delle carni suine italiana pari a 20 miliardi e a dare lavoro a 105mila persone, dei quali circa la metà negli allevamenti. 

Un patrimonio messo a rischio dagli allarmismi che colpiscono anche la filiera delle carni bovine dove lavorano 80mila persone che generano un fatturato di 12 miliardi di euro. Le carni Made in Italy - sottolinea la Coldiretti - sono più sane, perché magre, non trattate con ormoni e ottenute nel rispetto di rigidi disciplinari di produzione "Doc" che assicurano il benessere e la qualità dell'alimentazione degli animali. 

A dover rassicurare i consumatori italiani è tra l'altro - rivela la Coldiretti - una frase riportata sullo stesso studio dell'Oms dove si afferma chiaramente che "E' necessario capire quali sono i reali margini di rischio ed entro che dosi e limiti vale la pena di preoccuparsi davvero". Basti pensare agli Usa, dove il consumo di prodotti a base di carne è superiore del 60 per cento superiore all'Italia e dove l'utilizzo di ormoni e di altre sostanze atte a favorire la crescita degli animali è considerato del tutto lecito. Il consumo di carne degli italiani con 78 chili a testa – sottolinea la Coldiretti - è ben al di sotto di quelli di Paesi come gli Stati Uniti con 125 chili a persona o degli australiani con 120 chili, ma anche dei cugini francesi con 87 chili a testa. 

Non si tiene peraltro conto che - precisa la Coldiretti - i cibi sotto accusa come hot dog e bacon che nei paesi anglosassoni mangiano quotidianamente a colazione non fanno parte della tradizione italiana. Se dal punto di vista qualitativo la carne italiana – continua la Coldiretti - è meno grassa, la trasformazione in salumi avviene naturalmente solo con il sale. Proprio quest'anno peraltro - precisa la Coldiretti - la carne ed è diventata la seconda voce del budget alimentare delle famiglie italiane dopo l'ortofrutta con una rivoluzione epocale per le tavole nazionali che non era mai avvenuta in questo secolo. 

La spesa degli italiani per gli acquisti è scesa a 97 euro al mese per la carne che, con una incidenza del 22 per cento sul totale, perde per la prima volta il primato, secondo l'analisi della Coldiretti. "Occorre evitare gli effetti negativi di un allarmismo ingiustificato in un Paese come l'Italia dove la dieta bilanciata basata sui principi della dieta mediterranea ha garantito una longevità da primato con 84,6 anni per le donne e i 79,8 anni per gli uomini", ha affermato il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo.




Le immagini raffigurano il super panino da tre metri sfornato dalla Coldiretti e l'esposizione dei salumi tipici regionali a denominazione di origine allestita a Expo

The challenges of migration require migrant-sensitive health systems for today and for the future

WORLD HEALTH ORGANIZATION REGIONAL OFFICE FOR EUROPE
 


Statement by the WHO Regional Director for Europe Dr Zsuzsanna Jakab

The flow of refugees and migrants to countries in the WHO European Region continues at a steady, and at times even accelerated, pace. Earlier this month, the International Organization for Migration reported an unprecedented number of arrivals, with daily totals exceeding those during peak summer days when arrivals by sea are highest. Overall, to date, nearly 700 000 refugees and migrants have entered the European Region in 2015, in addition to the nearly 2 million refugees in Turkey. According to the Office of the United Nations High Commissioner for Refugees, today, there are more than 60 million refugees, asylum-seekers and internally displaced persons worldwide, as a result of conflict and persecution. The number of people globally displaced by conflict every single day has nearly quadrupled – from almost 11 000 in 2010 to 42 500 in 2014. These figures underscore the fact that the influx of migrants into the Region is not an isolated crisis; it is an ongoing reality that will impact the countries of Europe for some time to come.

It is therefore vital to take a long-term view and to use that perspective to strengthen health policies and systems in a way that will help them to address the health challenges of migration today and in the future. This is Europe's obligation and responsibility as part of the Health 2020 policy framework, which seeks to achieve better and more equitable health for all. Moreover, in September 2015, all 193 States Members of the United Nations unanimously adopted the 2030 Agenda for Sustainable Development, which makes numerous references to migrants and migration, and pledges that “no one will be left behind” on the road to sustainable development.

As the WHO Regional Office for Europe works closely with public health authorities across the European Region, we must collectively focus efforts on attaining migrant-sensitive health policies and systems; in other words, health policies and systems that are prepared and equipped to deal with the unique and diverse health issues of refugees and migrants arriving in the Region and that respect their human rights and dignity. The health sector has a vital role to play in ensuring the well-being of people in transit, as well as in preserving health as one of their basic human rights. Many such people arrive in Europe after harrowing experiences in conflict zones and arduous journeys. We must strive to ensure that refugees and migrants not only have access to health services as and when required, but also that such services can be appropriately adapted to the demographic changes and diversity within society. On this path we must fully respect the human rights and dignity of migrants; we need to ensure solidarity and to provide a welcoming environment.

Specifically, migrant-sensitive health systems should offer relevant interpretation and cultural mediation in order to ensure that refugees and migrants can overcome health system barriers related to the user’s diverse cultural and linguistic needs. Migrant-sensitive health systems also ensure that providers have adequate skills to deal with the complexity of multiculturalism. This means that front-line health workers – both at entry points and in countries where refugees and migrants ultimately settle – must have the proper tools and training to manage the diverse needs of this population. Dedicated health professionals require knowledge and information to help them provide effective care for people suffering from a range of issues and conditions, such as exposure to violence, noncommunicable diseases (NCDs) exacerbated by lack of treatment, mental health issues, and more. We should also seek to strengthen health information systems to better track, monitor and deliver data about these mobile populations. A health system's ability to provide adequate care will be enhanced by more comprehensive and more reliable information about the health challenges facing migrants and refugees.

The process of adapting health systems to make them migrant-sensitive is complex and resource-intensive and requires a multisectoral approach. With this in mind, the WHO Regional Office for Europe supports countries by conducting a series of joint assessment missions to identify gaps and opportunities, and to make recommendations. We will continue these assessments and will also provide training on managing the public health aspects of migration, where applicable.

Furthermore, a high-level meeting in November, hosted by the Ministry of Health of Italy, will give public health experts and national health authorities the opportunity to come together to agree on a common approach to addressing the challenges posed by recent surges in migrant and refugee populations by developing migrant-sensitive health systems and policies.

With the approaching winter season, we are particularly concerned about the increased vulnerability of refugees and migrants. When such populations sleep outdoors or in cold shelters at temperatures below 16 °C, they are more prone to suffer from hypothermia, frostbite and other health conditions. The risk increases if they lack proper clothing, food and medical care. The elderly, children and people with health problems are more vulnerable to the consequences of cold weather. The most important actions to take to reduce exposure to cold are:
• providing heated shelters, warm meals and proper clothing;
• taking particular care of the vulnerable;
• providing influenza vaccine; and
• detecting and treating cold-related diseases.

The health problems of refugees and migrants are similar to those of the rest of the population. The most frequent health problems facing newly arrived migrants include accidental injuries, hypothermia, burns, cardiovascular events, pregnancy- and delivery-related complications, diabetes and hypertension. Female migrants frequently face specific challenges, particularly with regard to maternal, newborn and child health, sexual and reproductive health, and violence. The exposure of migrants to the risks associated with population movements – psychosocial disorders, reproductive health problems, higher neonatal mortality, drug abuse, nutrition disorders, alcoholism and exposure to violence – increases their vulnerability to NCDs. The key issue with regard to NCDs is the interruption of care, due either to lack of access or to the decimation of health-care systems and providers; displacement results in interruption of the continuous treatment that is crucial for chronic conditions. Lack of hygiene can lead to skin infections.

The refugee and migrant crisis of today clearly demands immediate action from the health sector and many other crucial actors. However, the inevitable enduring impact also demands that we support health systems with policies and programmes relevant to migrant health needs in the future. This will not only benefit those arriving in Europe but also protect the receiving population. I commit to working with countries to make migrant-sensitive health systems an attainable goal for the European Region, and I encourage Member States to similarly make this a focus and a priority.

For more information on migration and health in the WHO European Region, please visit: http://www.euro.who.int/en/health-topics/health-determinants/migration-and-health 

Donazione organi: Ministri Lorenzin e Pinotti siglano protocollo d'intesa


Ministero della Salute

 

Oggi,  29 Ottobre alle ore 17,30 presso il Ministero della Salute, Lungotevere Ripa 1 Roma, il Ministro Beatrice Lorenzin e il Ministro della Difesa Roberta Pinotti sigleranno un protocollo d'intesa per promuovere la cultura della donazione di organi, tessuti e cellule tra il personale delle Forze Armate.



Da Philips le innovazioni che migliorano la vita delle persone all’Innovation Experience 2015

In occasione dell'Innovation Experience 2015, Philips presenta le innovazioni che migliorano la vita delle persone.


Milano, ItaliaPhilips, che da oltre 120 anni mette la persona al centro della sua innovazione, ha scelto Milano, la città di Expo 2015, per l'Innovation Experience: un evento esperienziale per scoprire e vivere l'innovazione che "conta davvero", quella cioè che risponde concretamente ai bisogni delle persone migliorandone la qualità della vita.

Stefano Folli, Presidente e Amministratore Delegato Philips Italia, Israele e Grecia dichiara: "La nostra capacità di creare valore si sintetizza nell'essere innovatori per portare benessere. In Philips vogliamo che le persone stiano bene, vivano bene e possano godersi appieno la vita. Per questo, il nostro obiettivo è di aiutare concretamente le persone in tutte le fasi del loro benessere: dalla prevenzione al sostegno di uno stile di vita sano, dalla diagnosi precoce al trattamento fino alle cure domiciliari e ad un modo diverso di vivere la luce".

"Internet of healthy things", "Illuminazione connessa" e "Ospedale del futuro", sono le tematiche di grande attualità affrontate nel corso dell'evento da tre grandi esperti internazionali del management Philips.

Attraverso un percorso esperienziale sono presentate le innovazioni Philips nell'ambito della cura e salute della persona e dell'illuminazione: dalle soluzioni cloud-based per la cura collaborativa medico-paziente, ai programmi per la salute, dall'orologio connesso dotato di un sensore ottico brevettato del battito cardiaco e un accelerometro per il rilevamento delle abitudini giornaliere, al primo prototipo di applicazione per i pazienti affetti da diabete. 

E ancora: il sistema di illuminazione connesso dedicato all'office basato sulla tecnologia Power over Ethernet, che riceve energia e informazioni su una singola connessione ed è in grado di fornire ai facility manager una visione integrata dei modelli di occupazione dell'edificio e dei consumi energetici; così come i sistemi di illuminazione cittadina da remoto con luce LED connessa o il sistema di illuminazione intelligente Philips HUE che abbina la tecnologia LED e connessione wireless per vivere e pensare in un modo tutto nuovo la luce a casa.



INTERNET OF HEALTHY THINGS
Entro il 2050 la popolazione degli over ottanta passerà da 125 a 434 milioni. La popolazione mondiale è quindi destinata ad essere sempre più anziana e più numerosa.  Questo trend è molto forte in Italia, secondo paese al mondo per età media dopo Il Giappone.

Inoltre, l'allungarsi della vita e l'adozione di stili di vita non sempre salutari, causano una sempre più ampia diffusione di patologie croniche. In risposta a ciò, il sistema sanitario deve affrontare più richieste e soprattutto più costi. Su quest'ultimo aspetto, ad esempio, i costi sanitari in Italia legati all'obesità, patologia divenuta oggi allarmante per la sua grande diffusione, ammontano a 11 miliardi di Euro/anno[1].

Nella visione di Philips la modalità con cui il progresso si applica alla crescita dell'umanità deve cambiare e il ruolo cruciale deve essere svolto dalle nuove tecnologie digitali. Anche la sanità può trarre beneficio delle innovazioni tecnologiche grazie alle nuove possibilità di interconnessione che possono stimolare la "cura continua" di sé, attraverso app specifiche sulla salute, sistemi di analisi dei dati sanitari attraverso cloud, gestione digitale delle strutture ospedaliere e molto altro.

 "Oggi ci sono più di 100.000 applicazioni dedicate alla salute per smart device. Stiamo, infatti, assistendo ad un importante fenomeno che vede i device interagire sempre più con le applicazioni sanitarie." Afferma Liat Ben-Zur, Sr Vice President, Digital Technology Philips. "Grazie alle nuove soluzioni digitali ogni individuo, in qualsiasi fase della propria storia clinica  (ricovero ospedaliero, degenza,  convalescenza domiciliare o il semplice adottare uno stile di vita più sano), può beneficiare della migliore assistenza." conclude Liat Ben-Zur.

L'ILLUMINAZIONE CONNESSA
Nel grande processo di trasformazione attraverso la digitalizzazione anche la luce gioca un ruolo fondamentale: si sta vivendo una nuova era dell'illuminazione guidata dall'innovazione digitale. 

"I vecchi sistemi di illuminazione sono stati sostituiti con la nuova tecnologia LED. Si prevede che il prossimo anno 14 miliardi di questi punti luce saranno convertiti e la maggior parte di questi è destinata a rimanere per i prossimi 20 anni. Questo rappresenta una grande opportunità per conferire alla luce un ruolo cruciale nel miglioramento della qualità della vita delle persone " afferma Kees van der Klauw Sr Vice President Program Manager Lighting Solutions, Research Philips.

L'utilizzo della tecnologia LED rappresenta una grande rivoluzione. Ma si è andati oltre: si parla, oggi, di luce connessa: sistemi e soluzioni di illuminazione che possono essere collegati in modalità wireless e comunicare con le persone che le utilizzano rendendo le loro esperienze più coinvolgenti, personalizzate e sicure. La luce si accende in casa con lo smartphone, migliora la produttività in ufficio, fa rivivere le bellezze architettoniche valorizzando il patrimonio artistico, rende sicuri strade e quartieri nelle città.

"Sistemi di illuminazione connessi per abitazioni, città, stadi, uffici,ospedali possono rendere ancora più vicino e realistico l'ideale di smart city dove, in futuro, i sistemi di illuminazione connessi saranno in grado persino di rispondere alle variazioni meteorologiche, alle condizioni del traffico, agli eventi e saranno dotati di sensori capaci di monitorare la qualità dell'aria, il livello dell'inquinamento acustico etc." conclude Kees van der Klauw


L'OSPEDALE DEL FUTURO
Il potere della digitalizzazione permetterà di vincere la più importante sfida per il benessere dell'umanità, quella di mettere il paziente nelle condizioni di poter "collaborare" con il medico con un ruolo attivo e consapevole.

"400 milioni di persone nel mondo soffrono di diabete, 65 milioni di malattie polmonari ostruttive e più di 41 milioni di persone convivono con malattie cardiache. La sfida dell' healthcare di fronte a questi numeri è, innanzitutto, sociale. La buona notizia è che oggi abbiamo moltissime nuove tecnologie e  un ritmo di innovazione davvero sbalorditivo. Questo ci permette finalmente di pensare all'assistenza sanitaria in un modo completamente nuovo, rivoluzionario e di progettare un futuro sanitario sostenibile per le generazioni future". dichiara Jeroen Tas, CEO HIS

In un futuro ormai prossimo, infatti, i medici comunicheranno e consulteranno le informazioni su banche dati digitali, i pazienti saranno monitorati con servizi per smart device che collegano 24 ore su 24 i reparti ospedalieri all'assistito; le piattaforme opensource potenzieranno la connessione tra sistemi sanitari o semplici reparti.  L'ospedale del futuro è all'insegna dello "share and connect". Grazie alle tecnologie digitali, si può finalmente pensare di attuare il grande salto alla telemedicina e alla cura dei pazienti da remoto portando le cure fuori dall'ospedale, riducendo i costi per la sanità e aumentando il comfort dei pazienti che possono curarsi a casa propria con tutto il supporto e l'affetto di cui hanno bisogno.




Royal Philips
Royal Philips (NYSE: PHG, AEX: PHIA) è un'azienda diversificata nel campo della salute e del benessere, il cui obiettivo è migliorare la vita delle persone con innovazioni di valore nel campo dell'Healthcare, del Consumer Lifestyle e del Lighting. Philips, con headquarter in Olanda e con vendite pari a 21,4 miliardi di euro nel 2014, ha circa 106.000 dipendenti in oltre 100 nazioni. L'azienda è leader nell'ambito delle soluzioni per le terapie cardiache, intensive e a domicilio, nonché per l'illuminazione a risparmio energetico e nuove applicazioni per l'illuminazione, oltre a soluzioni per la cura della persona quali la rasatura e l'igiene orale. Tutte le notizie relative a Philips sono disponibili su www.philips.it/newscenter


[1] Secondo quanto rilevato nel III° rapporto per l'Obesità in Italia dell'Istituto Auxologico Italiano

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