Rozzano, 1 ottobre 2015 - Il 30% di raggi in meno ai pazienti. È questo il risultato raggiunto in Humanitas che, da un anno, si è dotata di un software in grado di raccogliere, monitorare e gestire al meglio la dose di raggi erogati dalle apparecchiature radiologiche. DoseWatch, sviluppato da General Electric Healthcare, fornisce un supporto ai radiologi e ai tecnici dell'ospedale nel complesso bilanciamento tra la miglior qualità d'immagine diagnostica e l'erogazione della dose. Dati e risultati ottenuti grazie al supporto di questa nuova tecnologia saranno presentati in occasione del "DoseWatch User meeting italiano" che si terrà a Firenze l'1 e il 2 ottobre.
Humanitas crede fortemente nell'importanza della riduzione della dose di radiazioni nei riguardi dei propri pazienti. Per questo motivo ha anche attivato una campagna di sensibilizzazione interna all'ospedale che coinvolge i pazienti ma anche gli operatori sui benefici che l'utilizzo di DoseWatch comporta.
Da sempre attenta al continuo miglioramento della qualità della cura e all'innovazione tecnologica, Humanitas si è inoltre recentemente dotata di una Tac di ultima generazione General Electric Revolution Evo, che contribuisce ulteriormente alla riduzione della dose erogata durante gli esami. Anche questo macchinario si aggiunge a quelli già attivi nel Dipartimento di Diagnostica per Immagini dell'ospedale: 5 risonanze magnetiche, fra cui 3 Tesla e open con ambient light, Tac, PET-TC, EOS, Ecografi 3D, mammografi digitali.
"Anche la legge – spiega il dott. Luca Balzarini, direttore del dipartimento di Diagnostica per Immagini di Humanitas – pone l'attenzione sul controllo della dose somministrata ai pazienti. Esiste una regola definita ALARA ("as low as reasonably achievable") che impone di minimizzare sempre e comunque la dose erogata compatibilmente con la necessità di arrivare ad una diagnosi. Per questo motivo la Radiologia di Humanitas ha deciso di investire sul monitoraggio della dose". La sfida del radiologo oggi è quella di ottenere immagini diagnostiche di alta qualità con un dosaggio basso, trovando così la giusta via di mezzo fra la sola "bellezza formale" delle immagini ottenute con dosi elevate di radiazioni e immagini utili ma ottenute con dosi contenute. "Grazie a DoseWatch, che in Humanitas è stato installato in un apparecchio radiologico tradizionale, su un mammografo, su EOS, su 2 Tac e una Pet Tac – aggiunge Giovanni Tosi, fisico di Humanitas – abbiamo ottimizzato i nostri protocolli confrontandoci con l'esperienza di altri Centri ospedalieri di eccellenza dotati del software, riuscendo a ridurre la dose fino al 30%".
Com'è strutturato Dose Watch?
Il sistema è paragonabile a un grande archivio elettronico che raccoglie le informazioni relative a ogni esposizione ai raggi dei pazienti e ha un duplice obiettivo: interno (dice agli specialisti clinici come stanno lavorando e permette loro di misurarsi con altre strutture dotate di DoseWatch, circa 80 in Italia) ed esterno (permette ai pazienti di essere informati sulla dose acquisita e raccoglie queste informazioni in un fascicolo elettronico facilmente disponibile).
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