Pensavamo fossero solo segnalazioni isolate, ma quelle arrivate allo "Sportello dei Diritti" in merito a casi di infezioni cutanee contratte da bambini tra i banchi di scuola sono molteplici e riguardano la Penisola da Nord a Sud, isole comprese. Come altre volte, non avendo dati statistici a disposizione, né avendo le istituzioni quali l'ISS (Istituto Superiore di Sanità) o i Ministeri di Salute e Istruzione o anche le Regioni, messo a disposizione i numeri circa i contagi riguardanti patologie dell'epidemie che colpiscono soprattutto la cute più delicata come quella dei bambini, non possiamo affermare con certezza che si tratti di vere e proprie epidemie.
Certo è che molte mamme ed operatori della scuola addebitano l'insorgenza di tali rischi al sovraffollamento della aule e all'inadeguatezza degli istituiti scolastici, ancor più depressi dai tagli orizzontali all'istruzione, che si ripercuotono, inevitabilmente anche per ciò che riguarda gli aspetti igienico-sanitari. Le spendig review, hanno portato a ridurre in maniera drastica il numero dei collaboratori scolastici e del personale ausiliario, anche quello addetto alla pulizia.
Tali circostanze, senza alcun dubbio aumentano le probabilità di contagio e la diffusione di malattie sia per via aerea che dermatiti e patologie che riguardano la pelle e il cuoio capelluto, specie dei più piccoli che sono ovviamente un bersaglio facile per batteri e virus.
Non si tratta, quindi, dei classici pidocchi che fanno capolino sulle teste degli scolari anche nel 2012, ma anche di quella che qualcuno chiamata "ferita da scuola" meglio nota come impetigine, una fastidiosa infezione superficiale della pelle di origine batterica, causa di rossori e fastidiosi pruriti che si manifsta dapprima attraverso piccole bolle a contenuto chiaro (simili a lievi bruciature) circondate da un alone rosso che diventano delle escoriazioni su cui si deposita una crosta di caratteristico color miele, quando scoppiano.
Le parti del corpo più colpite sono solitamente quelle più esposte ai contatti e quindi mani, viso e collo. L'evoluzione della malattia è solitamente benigna, anche se quando non viene curata, può in rari casi portare a complicazioni a livello renale.
Tale patologia, continua a registrare, infatti, un picco di diffusione all'inizio dell'anno scolastico andando a colpire specialmente i bambini delle scuole materne e primarie, e quindi compresi nella fascia d'età tra i 3 e gli 11 anni.
Le segnalazioni pervenuteci, rileva Giovanni D'Agata, fondatore dello "Sportello dei Diritti" c'inducono ad allertare e far ricordare che il miglior rimedio è senz'altro la prevenzione che riguarda sia la pulizia personale dei più piccoli che una ovvia e necessaria maggior cura ed igienizzazione degli ambienti scolastici.
L'invito è quindi rivolto a tutte le autorità coinvolte, secondo le rispettive competenze e quindi direttori scolastici, ai Sindaci, in quanto anche Autorità Sanitaria, alle ASL, ai provveditori agli studi ed infine ai Ministeri di Sanità e Istruzione che siano prese tutte le contromisure necessarie sia in termini di prevenzione, magari con operazioni d'informazione tra i genitori e con consulti di dermatologici, specialisti e pediatri, ma anche in quelli d'intervento sugli istituti scolastici attraverso un'accurata e approfondita igienizzazione quotidiana.
Vi è da ribadire, però, che tali indispensabili richieste, purtroppo cozzano con la spietata scure dei tagli all'istruzione che auspichiamo, anche per tali ragioni, non si perpetuino ulteriormente.
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