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martedì 31 marzo 2020

Coronavirus: Vidas lancia pronto intervento psicologico per familiari in lutto e operatori sanitari

"Distanti ma non soli" pronto intervento psicologico di VIDAS dedicato a chi cura e a chi rimane


Counselling telefonico per familiari che hanno subito un lutto e operatori sanitari impegnati nell'emergenza Coronavirus

 

Milano, 31 marzo 2020 - Un pronto intervento psicologico per chi ha perso una persona cara e per operatori sanitari coinvolti nell'emergenza Coronavirus. È "Distanti ma non soli" il servizio di counselling telefonico che VIDAS - associazione impegnata dal 1982 nell'offrire assistenza sociosanitaria a persone con malattie inguaribili a Milano e in Lombardia - mette a disposizione di quanti, cittadini, medici, infermieri e personale sanitario in genere, sentono il bisogno di un supporto qualificato per affrontare le emozioni di questo difficile momento.

 

Il servizio, gestito da un team di sei psicologhe di VIDAS esperte sia nel sostegno al lutto sia nell'affrontare il burnout, mette a disposizione due numeri di telefono distinti, uno per ciascuna fascia di popolazione. I familiari possono rivolgersi al 348 8507331 tutti i giorni, dalle 9 alle 19, mentre agli operatori sanitari è dedicato il 344 0948447, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19, e il sabato, dalle 10 alle 17.

 

Dall'inizio dell'emergenza Covid-19 VIDAS non si è mai fermata, anzi si è attivata per dare il proprio contributo nel ridurre la pressione sulle strutture ospedaliere. Per questo, oltre a svolgere il consueto lavoro all'interno dei propri hospice, ha allargato la rete di assistenza domiciliare arrivando a garantire cure palliative direttamente nelle case di circa 215 pazienti ogni giorno. Ora, in questo frangente in cui in cui le condizioni della perdita sono così complesse e l'attività di medici e infermieri estenuante, l'associazione ha deciso di estendere attraverso il pronto intervento psicologico l'aiuto competente che già regolarmente offre ad assistiti e familiari oltre che agli operatori.

 

Perdere una persona cara è sempre un'esperienza dolorosa, al tempo del Covid-19 rischia di essere addirittura traumatica. Non poter assistere il proprio caro con continuità e stargli vicino nelle ultime ore della sua vita, non poterlo salutare e accompagnare al cimitero, può rendere il dolore ancora più intenso. Le psicologhe di VIDAS forniranno consulenza e sostegno ai familiari per aiutarli a comprendere meglio la propria sofferenza, trovare il modo per attraversarla, individuare le risorse necessarie per trasformare il dolore in una nuova possibilità di vivere pienamente la propria vita. Potranno inoltre offrire supporto su come comunicare la perdita a bambini e adolescenti.

 

Per medici, infermieri e personale sanitario prendersi cura delle persone in questa emergenza significa sperimentare molteplici emozioni in una cornice di urgenza e costante incertezza. Una prova dura che pone davanti a gravi rischi nel tentativo di salvare delle vite, nella quale gli stessi operatori restano esseri umani con le proprie paure, fragilità e bisogni. Le psicologhe di VIDAS saranno a loro disposizione per condividerne il vissuto, fornire ascolto e combattere il senso di solitudine.



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CORONAVIRUS. A ROMA DISTRIBUZIONE GRATUITA FARMACI PEDIATRICI URGENTI

CORONAVIRUS. A ROMA DISTRIBUZIONE GRATUITA FARMACI PEDIATRICI URGENTI
FIRMATO PROTOCOLLO DA GARANTE MINORI LAZIO E FEDERFARMA
 
Roma - Consegna di farmaci pediatrici e di prodotti per l'infanzia (tra cui pannolini, latte in polvere e omogenizzati) a domicilio a tutte quelle persone che sono impossibilitate a recarsi in farmacia. È quanto prevede il protocollo d'intesa firmato oggi dal Garante per l'infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio, Jacopo Marzetti, e dal presidente di Federfarma Roma, Vittorio Contarina.
"L'iniziativa e' rivolta a tutte quelle persone che sono impossibilitate a recarsi in farmacia e possono cosi' richiedere la consegna dei farmaci a domicilio - spiega Marzetti all'agenzia Dire - al fine di assicurare assistenza sanitaria, continuita' terapeutica e garantire la tutela del diritto alla salute dei minori. Allo stesso tempo, il protocollo prevede la possibilita' di richiedere il servizio a domicilio anche per i prodotti parafarmaceutici alle condizioni indicate nel protocollo". Il
servizio, erogato sul territorio di Roma e provincia, e' rivolto in particolare alle persone nel cui nucleo familiare c'e' la presenza di minori in eta' pediatrica e alle strutture residenziali che ospitano minori in eta' pediatrica.
"Abbiamo necessita' che le persone stiano a casa - fa sapere
Alfredo Procaccini, vicepresidente di Federfarma Roma - alcune poi
sono in difficolta' oggettiva, penso alle mamme o alle ragazze madri che non sanno, banalmente, come andare a fare la spesa e a
chi lasciare i figli. La cosa migliore era che le farmacie intervenissero con una consegna a domicilio. Crediamo che il servizio sara' apprezzato, perche' andiamo incontro ad un'esigenza del momento". Ad ogni spedizione, prosegue Procaccini, sara' poi aggiunto "sempre gratuitamente, grazie al contribuito di un'azienda, un flaconcino di vitamina D, un importante immunostimolante per i bambini, soprattutto in questo periodo in cui sono costretti a rimanere in casa e non riescono a prendere la giusta dose di sole". Il servizio verra' erogato dalle farmacie, che comunicheranno tramite e-mail inviata a
assiprofar@federfarmaroma.com, l'adesione al protocollo. L'elenco
delle farmacie aderenti sara' pubblicato sul sito del Garante per
l'infanzia e l'adolescenza della Regione Lazio e di Federfarma Roma.
All'atto della richiesta del servizio di consegna, si legge sul protocollo, il richiedente dovra' comunicare alla farmacia i farmaci pediatrici ovvero i prodotti per l'infanzia di cui ha necessita' indicando l'indirizzo di consegna. Per i farmaci per cui e' necessaria la prescrizione medica, la stessa dovra' essere gia' in possesso del richiedente e, per consentirne la corretta dispensazione, dovra' essere preventivamente acquisita dalla farmacia. Per il servizio di consegna sara' dovuto il pagamento di 5 euro, mentre il servizio sara' gratuito in caso di consegna di farmaci pediatrici urgenti e qualora l'importo totale dei farmaci non urgenti e dei prodotti dell'infanzia consegnati risultino superiori a 50 euro. La durata del servizio ha validita' fino al 3 aprile "e comunque- si legge infine nel
protocollo - fino alla data indicata da ulteriori DPCM che limitino lo spostamento delle persone".


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Da CD Elettrica un respiratore per la terapia sub intensiva di Legnano

Da CD Elettrica un respiratore per la terapia sub intensiva di Legnano

Mauro Colombo: «Per quanto possibile, aiutiamo i nostri ospedali»

 

«Sono convinto che aiutare i nostri ospedali sia un importante contributo nella battaglia contro il Covid-19». Mauro Colombo, amministratore delegato di CD Elettrica s.r.l Elettrotecnica Industriale di Villa Cortese, spiega così la donazione della sua azienda per l'acquisto di un respiratore destinato ai pazienti ricoverati in terapia sub-intensiva all'ospedale di Legnano.
«Donare all'ospedale è il modo più immediato per prendere parte attivamente alla battaglia -prosegue Colombo-. Ed è anche la procedura più efficace e veloce, grazie all'impegno della fondazione degli ospedali, che fa da collettore delle disponibilità e, lavorando a stretto contatto con la direzione ospedaliera, è in grado di incanalare i contributi verso l'acquisto di tutto quanto è necessario in prima linea».
Come tutte le imprese produttive che devono garantire la continuità operativa dei servizi, CD Elettrica è rimasta attiva, «seppur a ranghi ridotti, per senso di responsabilità e per rispettare le giuste limitazioni stabilite dal decreto», precisa Colombo. Che riguardo alla tenuta del nostro sistema economico aggiunge: «Dopo la crisi finanziaria del 2008, il Covid-19 è il secondo evento che in questo lungo periodo mina ogni certezza. Come è accaduto in precedenza, dovremo presto riadattare la nostra normalità a nuovi standard, in cui aumenterà la nostra dipendenza da internet e dall'economia dell'on demand. Invece, sul nostro territorio sarà indispensabile fare rete, perché penso che il distanziamento sociale che dovrà sicuramente continuare per diverso tempo favorirà il ritorno a filiere produttive locali».



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Covid-19. Susanna Esposito (UNIPR):"Mascherina solo in presenza di sintomi? No, necessaria per contrastare trasmissione asintomatica"


COVID-19: MASCHERINA EFFICACE SOLO IN PRESENZA DI SINTOMI? ERRATO.

NECESSARIA PER CONTRASTARE ANCHE TRASMISSIONE ASINTOMATICA E PRESINTOMATICA

SUSANNA ESPOSITO (WAidid): "PRESERVARE LE SCORTE LIMITATE DI MASCHERINE PER IL PERSONALE SANITARIO È CORRETTO, MA LE AUTORITÀ GARANTISCANO IL DISPOSITIVO ALMENO AI SOGGETTI PIÙ FRAGILI"

 

Roma, 31 marzo 2020 – "Scoraggiare l'utilizzo diffuso della mascherina chirurgica è errato e contribuisce a generare confusione nell'opinione pubblica che, oggi più di ieri, ha bisogno di essere rassicurata attraverso corrette informazioni e indicazioni univoche sugli accorgimenti da adottare per impedire il contagio e contrastare la diffusione del Covid-19. Il fatto che le mascherine siano difficilmente reperibili e che le scorte limitate siano correttamente destinate ai medici e agli infermieri che operano nel contesto sanitario non ci autorizza a sottovalutare il ruolo di barriera che, a tutti gli effetti, la mascherina chirurgica ricopre, soprattutto dopo le evidenze provenienti dalla Cina e dai Paesi limitrofi. Ovviamente chi è positivo per Covid-19 deve rimanere isolato fintantoché il tampone non si sia negativizzato e non può assolutamente uscire neanche con la mascherina. In chi sta bene, e per ragioni di stretta necessità deve uscire di casa anche se per pochi minuti, invece, la mascherina chirurgica è fondamentale per prevenire la potenziale trasmissione asintomatica o presintomatica1, 2".

Così Susanna Esposito, Presidente dell'Associazione Mondiale per le Malattie e i Disordini Immunologici (WAidid) e Professore Ordinario di Pediatria all'Università di Parma.

 

Una funzione protettiva, dunque quella della mascherina chirurgica, che può essere dimostrata dalla natura stessa del nuovo coronavirus: alcuni pazienti affetti da Covid-19, infatti, possono presentare sintomi lievi o essere persino asintomatici contagiando, seppur inconsapevolmente, le persone con cui vengono a contatto. Sono, infatti, le goccioline emesse durante la respirazione - parlando, tossendo o starnutendo - il veicolo principale di trasmissione. Oggi sappiamo che la distanza minima da mantenere per impedire il contagio è di almeno 1 metro. Ma l'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive i Disordini Immunologici (WAidid) fa notare come alcune goccioline del respiro possano essere più grandi di 5 micron (cosiddette droplets), trasmettendo il virus fino a 1,5-2 metri dalla persona che le emette. Dal momento che non sempre è possibile rispettare questa ampia distanza, e considerato che Covid-19 persiste per alcune ore sulle superfici, a rivelarsi di primaria importanza è proprio la mascherina che garantisce la propria efficacia per un tempo massimo di 4 ore. Una volta utilizzata, dovrà essere rimossa seguendo opportuni accorgimenti (mai toccare la parte anteriore della mascherina e sfilarla accuratamente dagli elastici) e gettarla immediatamente in un cestino coperto. Subito dopo igienizzare le mani.

 

"Attualmente l'OMS raccomanda l'utilizzo della mascherina in presenza di sintomi respiratori o se ci si sta prendendo cura di una persona con sintomi. Ma non basta – evidenzia la Professoressa Susanna Esposito -. È opportuno ricordare come il nuovo SARS-CoV-2 possa essere trasmesso da 1 a 2 giorni prima della manifestazione dei sintomi. Dunque, se la comunità tutta, medici e operatori sanitari in prima linea ma non solo, indossasse la mascherina coprendo naso e bocca, la propagazione del virus incontrerebbe di certo un importante ostacolo, come indicato dalle autorità sanitarie di Hong-Kong.3 L'OMS ha chiesto un aumento del 40% nella produzione di dispositivi di protezione, comprese le mascherine, per proteggere medici e personale sanitario e il limite a raccomandarne l'utilizzo non può essere la difficoltà di approvvigionamento. Le autorità sanitarie – conclude la Presidente WAidid - dovrebbero comunque essere in grado di garantirle almeno a quella parte più fragile della popolazione (over 65, persone con pneumopatie, cardiopatie, diabete e immunodepresse) maggiormente a rischio di complicanze gravi da Covid-19. Sarebbe, inoltre, opportuno formulare raccomandazioni ufficiali e una comunicazione appropriata sull'uso delle mascherine come quelle già fornite per altre misure preventive, come l'igiene delle mani. Pensando al futuro e alla 'nuova normalità', è assolutamente necessario considerare che le mascherine chirurgiche dovranno fare parte del nostro guardaroba quotidiano".

Data la difficoltà attuale nel reperire mascherine, l'Associazione Mondiale per le Malattie Infettive e i Disordini Immunologici (WAidid) raccomanda di scegliere la giusta tipologia a seconda delle attività che si svolgono e di alcune specifiche necessità:

·         MASCHERINA CHIRURGICA: deve essere utilizzata da tutta la popolazione. Nello specifico, quando si ha necessità di uscire di casa per fare la spesa, andare in farmacia, per situazioni di emergenza e per recarsi a lavoro laddove non fosse possibile operare da remoto (personale di uffici aperti al pubblico, forze dell'ordine, alimentari e farmacie)

·         FFP3: necessaria per gli operatori sanitari che operano in aree di degenza con "procedure o setting a rischio di generazione di aerosol"4. L'aerosol è quello generato da pazienti COVID-19 durante intubazione, tracheotomia e ventilazione forzata.

·         FFP2 CON VALVOLA DI ESALAZIONE: necessaria per i Soccorritori e il personale del Triage perché a contatto con persone potenzialmente contagiate. La valvola è di supporto a chi è costretto ad  utilizzarla  a  lungo tempo in  presenza  di  pazienti  potenzialmente malati

·         FFP2 SENZA VALVOLA: adatta a proteggere Medici di Medicina Generale e Guardia Medica.

In alternativa, potranno utilizzare quella con valvola, ma si consiglia di porvi sopra una mascherina  chirurgica così da limitare la diffusione della propria esalazione dalla valvola. Deve essere inoltre indossata dalle Forze dell'Ordine in caso di emergenza e ausilio ai Soccorritori 

 

Per gli addetti all'Ospedale, infermieri e/o gli stessi medici, quando non in reparto, si raccomanda di  utilizzare  la  mascherina chirurgica  per contrastare al massimo la diffusione del contagio.

L'uso delle mascherine deve essere sempre combinato con altre azioni di prevenzione, come il lavaggio frequente delle mani, il non toccarsi occhi, naso e bocca e il distanziamento sociale. Va, infatti, ricordato che nessuna misura da sola può fornire una protezione completa nei confronti delle infezioni, ma soltanto una serie di azioni è in grado di contrastare il contagio.

 

Bibliografia

1.       Rational use of face masks in the COVID-19 pandemic, Shuo Feng, Chen Shen, Nan Xia, Wei Song, Mengzhen Fan, Benjamin J Cowling, The Lancet: published March 20, 2020

https://www.thelancet.com/action/showPdf?pii=S2213-2600%2820%2930134-X

2.       https://www.sciencemag.org/news/2020/03/would-everyone-wearing-face-masks-help-us-slow-pandemic

3.       Hong-Kong Centre for Health Protection. Coronavirus Disease 2019 (COVID-19). https://www.chp.gov.hk/en/index.html Accessed on: March 26, 2020

4.       "Indicazioni ad interim per un utilizzo razionale delle protezioni per infezione da sars-cov-2 nelle attività sanitarie e sociosanitarie (assistenza a soggetti affetti da covid-19) nell'attuale scenario emergenziale SARS-CoV-2 - Gruppo di Lavoro ISS Prevenzione e Controllo delle Infezioni, 28 marzo 2020



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Salute. Come igienizzare e proteggere la pelle delle mani ai tempi del Covid-19

"LE NOSTRE MANI AI TEMPI DEL COVID-19: PROTAGONISTE INCONSAPEVOLI"
AIDECO spiega come detergere igienizzare e proteggere la pelle delle mani, diversa dal resto del corpo

                                                                   
Vale sempre, ma soprattutto in questo periodo, così diverso dalla normalità. 
 
Pandemia da coronavirus e sembra ormai superfluo ricordare quanto sia essenziale lavare le mani. Una delle forme primarie ed importanti di prevenzione delle infezioni batteriche, micotiche o virali, purtroppo come di quella che stiamo vivendo, è proprio l'igiene. 
Questa pratica, che a noi ancora oggi sembra banale, se ben eseguita e con esemplare costanza, ha salvato nel mondo milioni di vite, come da tanti anni ci ricorda l'Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) con la "Giornata Mondiale per il lavaggio delle mani". Questo momento ci ricorda l'importanza di questo gesto semplice, ma essenziale per la prevenzione delle infezioni trasmissibili.
 
Le mani sono la parte del corpo più esposta
Le prime e più importanti linee guida da seguire per lavarle bene sono infatti dell'OMS e con tutte le altre diffuse in questi giorni (dalle autorità competenti, fino ai social-media), hanno in comune la centralità della detersione e l'igiene delle mani ed il come metterle in atto nel più efficace dei modi.
Infatti, rammenta AIDECO, il continuo contatto con l'ambiente esterno, soprattutto tramite le mani, ci espone ai microrganismi ed ecco perché la necessaria costante attenzione che si deve porre alla loro igiene. La loro frequente pulizia è un fondamentale compendio per il mantenimento della salute dell'individuo ed oggi questo concetto ci è quanto mai chiaro: provvedere alla loro continua detersione o, in alcuni contesti, alla loro igienizzazione o disinfezione, può salvare la vita.
Per loro caratteristica anatomica-funzionale e per la peculiarità cutanea che distingue le mani dal resto del corpo, rappresentano un vero e proprio "lasciapassare" per i microrganismi, anche quelli patogeni. Il ripetuto, e spesso anche inconsapevole, continuo contatto con altre nostre parti corporee (viso, bocca, naso, occhi, capelli) e quelle degli altri (strette di mani, abbracci, carezze, contatti) instaura un vero e proprio circolo vizioso dal quale è difficile ma non impossibile uscirne.
Come ormai noto a tutti, una regolare ed accurata detersione è una prima forma di abbattimento della carica micro-organica che risiede sulla pelle. La veloce rimozione dello sporco e del film idrolipidico di superficie (con tutto quello che ingloba, microrganismi compresi) attraverso l'uso di un buon detergente è sicuramente un imprescindibile punto di partenza. 
 
Da AIDECO il glossario  dell'igiene
Per maggiore chiarezza è opportuno precisare alcuni concetti con un breve glossario: "detergere" corrisponde all'atto di portare via lo sporco, con tutto quello che comporta, microrganismi compresi; "igienizzare" significa pulire una superficie o un oggetto riducendo la carica batterica, spesso per rimozione meccanica tramite un supporto o dell'acqua, e contrastando le sostanze nocive presenti, con l'obiettivo di renderlo più pulito; "disinfettare" vuol dire igienizzare con maggiore accuratezza, ovvero eliminando non solo con un'azione meccanica gran parte dei batteri presenti su una superficie ma uccidendoli (i prodotti sono in genere presidi medico-chirurgici o anche medicinali); "sterilizzare" (pratica non routinaria, usata in campo medico) porta ad eliminare la totalità dei microrganismi. Inoltre va qui sottolineato che si definiscono "prodotti disinfettanti", quelli utilizzati per oggetti o superfici e "prodotti antisettici" quelli usati su tessuti e mucose umani o animali, integri o danneggiati.
 
Gel su base alcolica: utili fuori casa, ma attenzione alle formulazioni e al "fai da te" 
In un particolare momento come questo, solo quando la detersione non è praticabile, come fuori casa, nei luoghi di lavoro oppure (oggi in particolare) presso supermercati e negozi, è consigliabile l'utilizzo di igienizzanti, come ad esempio i famosi gel su base alcolica. In tal caso, ricorda AIDECO, è bene ricordare di evitare ancora di più il contatto con viso, occhi e bocca: alcune sostanze utilizzate in tali formulazioni, affinché siano efficaci, permangono maggiormente sulla cute delle mani e potrebbero causare alcune alterazioni e/o irritazioni cutanee specialmente in zone delicate come quelle appena citate. 
Andrebbe inoltre sconsigliato il ripetuto ed inappropriato utilizzo di igienizzanti troppo aggressivi, ad alto contenuto di profumo e soprattutto gli "home made": soprattutto con il "fai da te" il rischio di provocare danni alla pelle, come ad esempio dermatiti irritative o allergiche o peggio ancora /corrosione, ustioni, è alto.
 
AIDECO raccomanda l'importanza del giusto detergente mani
Ma un'eccessiva esposizione delle mani risente negativamente del continuo contatto con sostanze che possono arrecare danno a lungo termine: prodotti aggressivi, detergenti non specifici, contatti casuali con sostanze irritanti, oltre a quanto sopra esposto, possono peggiorare anche il quadro sintomatico di patologie pre-esistenti, come psoriasi, eczemi, dermatite atopica o disidrosi.
 
Anche lo stesso "detergente mani", se non è formulato in modo dermo-affine (tensioattivi troppo delipidizzanti, sostanze irritanti o sensibilizzanti, assenza di ingredienti ad azione idratante, restitutiva, decongestionante, antiossidante, pH troppo alcalino o troppo acido, etc.), può creare problemi ed alterazioni alla pelle, compromettendo la fisiologia cutanea di zona, specialmente quando usato numerose volte al giorno. 
Bisogna quindi preferire e selezionare prodotti "lavamani" progettati per rispettare la cute: efficacia nella detersione, delicatezza per la pelle.
 
AIDECO - guida alla scelta delle giuste formulazioni per mantenere la pelle idratata e protetta
Inoltre, per non rischiare di danneggiare eccessivamente giorno dopo giorno il naturale film idrolipidico di protezione e non rendere la pelle delle mani più debole e più sensibile alle aggressioni esterne, facilitando così la comparsa di desquamazione, screpolature, arrossamenti e fissurazioni, è fondamentale ricordare di applicare (più volte nell'arco della giornata e soprattutto prima di coricarsi la sera) una crema mani ad azione idratante/protettiva.
Da preferire le formulazioni su base lipidica (emulsioni Acqua in Olio – A/O), contenenti ingredienti idratanti, umettanti, reintegranti/resitutivi. Classici principi funzionali chiamati ad assolvere questi compiti sono ad esempio la vitamina E (INCI: TOCOPHEROL) altamente dermo-compatibile, dalle considerevoli attività antiossidanti e restitutive, la pro-vitamina B5 o Pantenolo (INCI: PANTHENOL) in grado migliorare il ripristino della barriera di protezione cutanea conferendo elasticità, le sostanze ri-lipidizzanti come gli oli (olio di mandorle dolci, INCI: PRUNUS AMIGDALUS OIL), i burri (burro di Karitè, INCI: BUTYROSPERMUM PARKII BUTTER) e le cere (cera d'api, INCI: CERA ALBA BEESWAX). 
La dermo-cosmetologia ha a disposizione un numero molto esteso di ingredienti validi a questo scopo, l'importante è sceglierli in base alla loro più alta eudermia, ossia alla loro capacità da un lato di non alterare in modo eccessivo la cute e dall'altro di saper riportare la pelle quanto più possibile al suo normale stato fisiologico.


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Quarantena e salute del sonno: i consigli degli esperti per scegliere gli integratori naturali giusti, dormire bene e alleviare l'ansia

Quarantena e salute del sonno: i consigli degli esperti per scegliere gli integratori naturali giusti, dormire bene e alleviare l'ansia

Le limitazioni e lo stress connessi all'emergenza che stiamo vivendo hanno effetti negativi sul sonno e sull'umore aggravando le condizioni dei pazienti affetti da ansia e attacchi di panico. I suggerimenti di Metagenics Academy: «Gli integratori alimentari che associano estratti vegetali, magnesio, vitamine B attive e melatonina possono essere un valido aiuto. Ma è fondamentale, anche in quarantena, curare stile di vita e alimentazione».  

 

Di norma un terzo degli italiani adulti ha sofferto di disturbi del sonno nel corso della propria vita, ma oggi la frequenza è in aumento a causa della crisi sanitaria che tutti stanno vivendo. In quarantena è fondamentale seguire alcune regole per mantenere il benessere psicofisico: a indicarle sono gli esperti di Metagenics Academy, la divisione di Metagenics (produttore di integratori alimentari ad alto impatto) impegnata nello studio e nella divulgazione della medicina funzionale. «Oltre allo stress e alle preoccupazioni connessi all'emergenza che stiamo vivendo – spiega Maurizio Salamone, direttore scientifico di Metagenics Italia – ci sono le limitazioni agli spostamenti, l'impossibilità di svolgere attività fisica all'aperto e lo stravolgimento dei ritmi quotidiani. Non possiamo pensare che tutto questo non si rifletta anche sulla nostra capacità di gestire lo stress e sulla qualità del sonno. Dormire male, oltretutto, acutizza ulteriormente l'ansia e il nervosismo, innescando un circolo vizioso che porta a sentirsi sempre stanchi».

 

Un grosso errore, che molti fanno, è quello di abusare di sonniferi, farmaci molto utili ma controindicati in molti gruppi di pazienti: «Si tratta di farmaci che devono essere assunti per un periodo limitato e dietro controllo medico – sottolinea Salamone –. Non solo possono indurre dipendenza, ma comportano anche una serie di possibili effetti indesiderati come disturbi della memoria, minore capacità di concentrazione, capogiri e sonnolenza diurna». Una soluzione non farmacologica è rappresentata dall'uso combinato di estratti vegetali e micronutrienti in grado di sostenere l'addormentamento e la qualità del sonno. «Estratti vegetali come valeriana, melissa e passiflora influiscono positivamente sulle attività del recettore GABA, un neurotrasmettitore con azione inibitoria che aiuta a rilassarsi, a ridurre stress e ansia e facilita il ciclo naturale del sonno, oltre ai noti effetti calmanti» spiega Salamone.

Il magnesio è un minerale indispensabile per contrastare stress, stanchezza, ansia ed eccessiva emotività. «Le quantità raccomandate, 240mg al giorno per adolescenti e adulti, spesso non vengono raggiunte con la sola dieta ed è quindi importante integrare» osserva Salamone. Attenzione alla forma con cui si assume il magnesio: «Per garantirne un assorbimento completo e graduale è preferibile assumere integratori che ne contengono due forme diverse: glicerofosfato di magnesio, che è molto ben tollerato il cui assorbimento avviene nella prima parte dell'intestino tenue, e bisglicinato di magnesio, il cui assorbimento avviene nella seconda parte dell'intestino tenue in un tratto abbastanza lungo». Inoltre, per ottenere un effetto ottimale sul sonno, un buon integratore dovrebbe contenere nella sua formulazione anche le vitamine B6, B9 e B12, la teanina e la melatonina.

 

Tutto questo va affiancato a un corretto stile di vita e a un'alimentazione equilibrata. Il primo consiglio da seguire, e il più impegnativo viste le restrizioni attive in questi giorni, è cercare di mantenere i propri ritmi e orari abituali. «È il ritmo regolare sonno-veglia a determinare la qualità del riposo notturno – spiega Salamone –. Per questo, anche se non bisogna andare a scuola o in ufficio, sarebbe bene svegliarsi e coricarsi sempre alla solita ora». Il lavoro da casa, che molti stanno sperimentando, non deve voler dire essere operativi e connessi ininterrottamente tutto il giorno: occorrono pause, e soprattutto stare lontani dagli schermi almeno un paio d'ore prima di addormentarsi. L'alimentazione ha un ruolo chiave nel garantire il buon riposo: «Anche se in questo periodo la tentazione è quella di "coccolarsi" con il cibo, bisogna sempre mantenere l'equilibrio – sottolinea Salamone –. Andare a letto subito dopo un pasto troppo abbondante porta a un sonno disturbato, ma bisogna evitare anche l'opposto, cioè coricarsi a stomaco vuoto, se non ci si vuole svegliare per la fame nel cuore della notte».

La mancanza di movimento è un altro tasto dolente e occorre sforzarsi di rimanere attivi pur stando in casa: «Un po' di esercizio fisico tutti i giorni rappresenta un grande aiuto per il sonno» conclude Salamone, che però avverte: «Gli esercizi non vanno mai fatti appena prima di andare a letto; in quel momento bisogna preferire esercizi di rilassamento, respirazione e/o meditazione».

 

Metagenics - Metagenics, produttore e distributore leader di micronutrizione di livello scientifico, è un gruppo attivo a livello globale. Metagenics Europe serve e coordina l'intero mercato europeo dalla sua sede centrale a Ostenda (Belgio). Questa è anche la sede dell'azienda di produzione. Metagenics Europe impiega 300 persone in Belgio, Paesi Bassi, Germania, Francia e Italia e ha registrato un fatturato totale di 68 milioni di euro nel 2019. La sede di Metagenics Italia è a Milano.




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MONNALISA CONVERTE PARTE DELLA PRODUZIONE IN MASCHERINE CHIRURGICHE IN TNT PER EMERGENZA CORONAVIRUS

MONNALISA CONVERTE PARTE DELLA PRODUZIONE IN MASCHERINE CHIRURGICHE IN TNT PER EMERGENZA CORONAVIRUS

Consegnati 2 lotti a sostegno delle amministrazioni, forze dell'ordine e personale medico di Arezzo e USL Toscana Sud

Arezzo, 31 marzo

Monnalisa, leader nel settore childrenswear di alta gamma, quotata  sul  mercato  AIM  Italia rinnova la sua disponibilità a fianco dell'emergenza COVID-19.

Dopo aver disposto il 5% del ricavato delle vendite online sul proprio sito monnalisa.com, a favore delle urgenti necessità della sua città, Arezzo, la società ha deciso di  destinare parte dei suoi sforzi produttivi alla realizzazione, di mascherine chirurgiche in TNT  (tessuto non tessuto).

La scorsa settimana, Monnalisa ha consegnato il primo lotto di mascherine usa e getta di circa 2000 unità, alle amministrazioni e forze dell'ordine locali. Questa settimana una tranche di altri 4200 pezzi saranno consegnati alla USL Toscana Sud, per le necessità del personale medico e paramedico. L'iniziativa solidale di Monnalisa è stata supportata anche dalla omonima fondazione, MONNALISA ONLUS.

"Siamo particolarmente grati alla città di Arezzo, che amiamo moltissimo e che ha avuto un ruolo fondamentale nella nostra storia imprenditoriale. Ci sentiamo parte integrante di questa comunità, che include le famiglie di molti dei nostri collaboratori. E' giusto "scendere in campo" e unire le forze, per supportare coloro che in questi giorni stanno lavorando per il bene di tutti; per questo abbiamo convertito parte della nostra produzione alla realizzazione mascherine chirurgiche in TNT",  hanno dichiarato Piero Iacomoni, fondatore di Monnalisa, e Barbara Bertocci, direttore creativo.

Monnalisa SpA (Aim Italia -Ticker MNL), quotata su listino AIM Italia dal 12 luglio 2018 e attiva nel settore del childrenswear di fascia alta, nasce ad Arezzo nel 1968. Distribuisce in oltre 60 Paesi, sia in flagship store diretti che nei più prestigiosi Department Store del mondo e in più di 700 punti vendita multibrand. Alla elevata qualità e stile made in Italy, si affiancano gli investimenti in ricerca e sviluppo, con grande attenzione ai temi della sostenibilità. Conforme alla norma SA8000 e alla certificazione ambientale ISO 14001. Da aprile 2016, è azienda certificata Elite-Borsa Italiana.



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lunedì 30 marzo 2020

Nanotecnologie permettono di ascoltare dialogo tra cellule a stella del cervello

Le nanotecnologie che permettono di ascoltare il dialogo tra le cellule a stella del cervello

 

Una ricerca coordinata dal Cnr-Isof in collaborazione con il Cnr-Imm dimostra che, sebbene siano "non eccitabili", gli astrociti hanno una propria attività bioelettrica di eccitazione e comunicazione. Pubblicato su Advanced Biosystems lo studio presenta possibili applicazioni nanotecnologiche per la cura di patologie come epilessia e ictus

 

Il cervello umano, che molti di noi pensano essere costituito solo da neuroni, è in realtà per la maggior parte formato da cellule, dette gliali, così dette perché al tempo della loro scoperta si riteneva fossero un mero "riempitivo" tra i neuroni. Gli studi degli ultimi 40 anni stanno dimostrando che questa visione neuro-centrica è ormai sorpassata e che gli astrociti, cellule gliali a forma di stella, hanno un ruolo centrale nella struttura del cervello e in funzioni come memoria ed apprendimento. Un lavoro pubblicato sulla rivista Advanced Biosystems e coordinato da Valentina Benfenati dell'Istituto per la sintesi organica e fotoreattività del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Isof), in collaborazione con Annalisa Convertino e Luca Maiolo dell'Istituto per la microelettronica e microsistemi, del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr-Imm) dimostra che, sebbene siano "non eccitabili", gli astrociti hanno una propria attività bioelettrica di eccitazione e comunicazione che però non è il "classico" impulso nervoso, bensì delle piccole e lente variazioni di segnale locale, dell'ordine di milionesimi di Volt o miliardesimi di Ampere e delle centinaia di millisecondi.

"In laboratorio (in vitro) abbiamo scoperto che nel cervello umano gli astrociti comunicano tra loro tramite onde di potenziale lente, sinora attribuite esclusivamente ai neuroni. In realtà, non era stato possibile registrarle a causa dei limiti delle neurotecnologie attualmente disponibili", spiega Valentina Benfenati. "Nei precedenti studi invece le metodologie utilizzate consentivano di ottenere e crescere solo cellule con una morfologia molto diversa da quella articolata a stella degli astrociti, necessaria perché gli astrociti possano funzionare correttamente. Pertanto, molte informazioni fondamentali sperimentale non erano disponibili a chi studia gli astrociti in vitro. Inoltre, essendo i segnali degli astrociti così piccoli e lenti, era necessario ingegnerizzare e sviluppare elettrodi di forma e dimensione adatta (nano-micrometrica) e sistemi di registrazione sviluppati ad-hoc".

"Nel nostro lavoro abbiamo vinto questa sfida grazie all'uso di una foresta di nanofili di silicio ricoperti di oro", prosegue Annalisa Convertino. "Le proprietà di queste nanostrutture consentono di differenziare gli astrociti e avere un accoppiamento elettrodo-cellula molto efficiente". "La combinazione di queste proprietà rende insomma la nostra matrice di microelettrodi un sistema di registrazione ideale", dice Luca Maiolo. "Gli astrociti cresciuti sui nanofili di silicio esprimono una morfologia e proprietà molecolari e funzionali più simili a quelle espresse in vivo".

Lo studio dei segnali extracellulari nel cervello è importante per capire il rapporto tra struttura e funzione. "Applicando protocolli che mimano condizioni di patologie come l'epilessia, per esempio, l'intensità di queste onde lente astrogliali aumenta solo a determinate frequenze. Un'informazione potenzialmente utile dal punto di vista applicativo in patologie come epilessia e ictus, dove è noto che l'alterazione dell'attività elettrica degli astrociti è coinvolta ma i meccanismi alla base di questa disfunzione non sono assolutamente chiari. Il lavoro apre una nuova visione, ovvero che gli astrociti contribuiscano attivamente all'attività bioelettrica cerebrale globale", dice Benfenati. "Stiamo cercando di validare i risultati in vivo, per verificare se questa onda lenta di comunicazione bioelettrica degli astrociti abbia un ruolo anche in processi di comunicazione cerebrale legati alla formazione della memoria o all'apprendimento".

"Il lavoro apre la strada all'utilizzo di nanotecnologie e interfacce che si integrino nel cervello, consentendone la comprensione e la cura di malattie, conclude Convertino. "Tecnologie che abbiano come bersaglio non più solo i neuroni ma consentano, con la stimolazione, registrazione e modulazione degli astrociti, una visione più completa di come funziona o si ammala il nostro cervello".

"L'approccio multidisciplinare si è rivelato vincente per affrontare tematiche così complesse: i ricercatori coinvolti provengono infatti da realtà e competenze scientifiche diverse e ciò ha permesso di guardare al fenomeno sotto nuove prospettive", commenta Roberto Zamboni, Direttore del Cnr-Isof. "Una visione attrattiva anche per strategie di più ampio respiro che coinvolgano partnership internazionali", commenta Luigi Ambrosio, responsabile italiano del gruppo di lavoro su "Materiali avanzati e nanotecnologie" della Commissione congiunta di cooperazione Italia-USA in Materials Science& Technology per conto del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Il lavoro è stato supportato principalmente dal Progetto di ricerca ASTROMAT finanziato dall'Air Force Office of Scientific Research, coordinato da Benfenati e Convertino. La generazione di interfacce gliali potrebbe avere un impatto anche sullo sviluppo di dispositivi avanzati per la salute che mirano a "riaccendere" il cervello e potrebbe rivoluzionare campi quali la bioingegneria, la robotica e l'intelligenza artificiale.

 

Roma, 30 marzo 2020

 

La scheda

 

Chi: Consiglio Nazionale delle Ricerche: Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività (CNR-ISOF) di Bologna, Istituto per la Microelettronica e Microsistemi (CNR-IMM), Istituto per i Polimeri, Composti e i Biomateriali, Istituto per lo Studio dei Materiali Nanostrutturati, Fondazione Istituto Italiano di Tecnologia (IIT), Rehab Technologies IIT-INAIL Lab, Via Morego 30, 16163 Genova, Italy; Università di Bologna, Dipartimento di Farmacia e Biotecnologie, FaBit, Bologna, Italy; US Air Force Research Laboratory, Wright-Patterson AFB, Dayton, OH, USA

Che cosa: pubblicazione sulla rivista E. Saracino, L. Maiolo,  D. Polese,  M. Semprini,  A. I. Borrachero‐Conejo,  J. Gasparetto,  S. Murtagh,  M. Sola,  L. Tomasi  F.Valle  L. Pazzini F. Formaggio  M. Chiappalone  S. Hussain  M. Caprini  M. Muccini  L. Ambrosio  G. Fortunato  R. Zamboni  A. Convertino  V. Benfenati A Glial‐Silicon Nanowire Electrode Junction Enabling Differentiation and Noninvasive Recording of Slow Oscillations from Primary Astrocytes

First published: 18 February 2020 

Covid-19: Essity dona oltre 51.000 dispositivi di protezione individuale alle strutture sanitarie in Toscana

Covid-19: Essity dona oltre 51.000 dispositivi di protezione individuale alle strutture sanitarie in Toscana

 

Altopascio, 30 marzo 2020 – In risposta all'urgente bisogno di presidi di sicurezza adeguati agli operatori sanitari impegnati in prima linea a fronteggiare l'emergenza Covid19, Essity – azienda leader nei settori dell'igiene e della salute nota per i suoi brand TENA, Nuvenia, Tempo, Tork, Demak'Up, Libero, Leukoplast, Jobst e Actimove – annuncia la donazione di 51.600 DPI a favore del territorio toscano.

 

Una fornitura che include mascherine, tute protettive, guanti, camici, occhiali e visiere per protezione facciale, nei prossimi giorni sarà messa a disposizione della Regione Toscana per la fornitura delle strutture ospedaliere del territorio e dell'Ospedale San Luca di Lucca per contrastare l'emergenza sanitaria.

Inoltre, in virtù della vicinanza territoriale e delle relazioni di lunga data, Essity ha deciso di donare alla Croce Verde di Lucca oltre mille mascherine insieme ad un sistema di sanificazione necessario per sanificare le ambulanze utilizzate dai volontari che stanno ora intensivamente operando nei comuni della lucchesia.

 

"La carenza dei dispositivi di protezione individuale richiede continue ed urgenti forniture e, con il nostro gesto, abbiamo voluto contribuire alla catena della solidarietà dando un aiuto concreto dove c'era più urgente bisogno. Essity è da sempre vicina al proprio territorio e oggi più che mai vogliamo scendere in campo al fianco di chi, ogni giorno, affronta in prima linea la battaglia contro il coronavirus", commenta Ivan Ferrini Operations Director Italia di Essity.

 

Essity ha inoltre effettuato una donazione di 20.000 euro alla Regione Lombardia, a sostegno degli ospedali del territorio nel quale l'azienda è presente con i propri uffici commerciali di Legnano (MI). In aggiunta sta predisponendo la donazione di un considerevole quantitativo di prodotti essenziali per l'igiene e la salute che verranno destinati al nuovo ospedale Covid-19 in costruzione alla Fiera di Milano. 

Covid-19: l'efficacia delle regole di auto-isolamento dipende dalle aspettative sulla loro durata

Covid-19: l'efficacia delle regole di auto-isolamento dipende dalle aspettative sulla loro durata

 

Un contributo alla gestione ottimale delle misure di contenimento della pandemia in atto arriva dell'economia sperimentale. Uno studio, condotto da quattro economisti italiani e pubblicato sui Working Papers del National Bureau of Economic Research (NBER WP), evidenzia come il rispetto delle restrizioni decise dal Governo italiano per contenere la diffusione del coronavirus sia strettamente legato alla percezione di quanto tali misure si estenderanno nel tempo.

 

L'epidemia di COVID-19 ha colpito in modo particolarmente drammatico l'Italia e sta costringendo l'intero Paese ad attuare rigorose misure di isolamento per rallentare il contagio. Molte altre nazioni hanno adottato provvedimenti simili. Si stima infatti che, al momento, più di due miliardi di persone siano soggetti a misure restrittive. L'efficacia di queste misure dipende dal rispetto delle limitazioni da parte dei cittadini, il cui comportamento può essere influenzato da molti fattori: la consapevolezza del rischio, la chiarezza delle regole, le sanzioni in caso di trasgressione, la fiducia nei confronti delle autorità pubbliche e la rilevanza dei costi economici e psicologici di isolamento.

 

La ricerca "Compliance with COVID-19 social-distancing measures in Italy: the role of expectations and duration", pubblicata oggi da quattro economisti comportamentali italiani – Mirco Tonin (Libera Università di Bolzano), Mario Macis (John Hopkins University), Guglielmo Briscese (University of Chicago) e Nicola Lacetera (University of Toronto) –  sui Working Papers del National Bureau of Economic Research, mira a comprendere l'effetto di un altro fattore chiave che può influenzare l'aderenza alle regole: le aspettative delle persone su quanto dureranno le misure di isolamento. Mentre Paesi come la Cina hanno introdotto misure di blocco "a oltranza", senza quindi annunciare una data di fine delle misure, l'Italia e altri Paesi hanno introdotto delle misure "a tempo", con una validità limitata, che può essere ovviamente prorogata. 

 

"In un sondaggio condotto in collaborazione con SWG, abbiamo chiesto ad un campione rappresentativo della popolazione italiana le intenzioni riguardo al rispetto delle misure di autoisolamento nel caso in cui queste vengano estese di alcune settimane, di alcuni mesi o a tempo indeterminato", spiega Mirco Tonin, ordinario di Politica Economica alla Facoltà di Economia unibz. I risultati mostrano come, effettivamente, la propensione a rispettare le misure dipende da come una eventuale proroga si colloca rispetto alle aspettative individuali. "Dinanzi ad una "sorpresa positiva" (cioè ad una estensione più breve del previsto), le persone sono maggiormente propense ad aumentare i propri sforzi di isolamento. Una sorpresa negativa (cioè una estensione più lunga del previsto) è associata, di converso, ad una minore propensione a mantenere o ad aumentare l'autoisolamento", aggiunge il docente unibz.

 

Dallo studio emergono anche altri aspetti che potrebbero essere utili, nell'immediato ma anche per future emergenze, a ripensare le modalità di comunicazione delle autorità pubbliche. In particolare, circa il 50% degli intervistati non ha ancora adottato tutte delle misure di distanziamento sociale raccomandate come, ad esempio, non incontrarsi con gli amici. La maggior parte delle persone è a conoscenza della data fino a quando sono in vigore le misure di isolamento (il 3 aprile), ma tra le persone di oltre 60 anni regna maggior confusione, visto che circa un terzo di essi indica una data sbagliata. Anche se quasi tutti si aspettano che le misure di isolamento continueranno oltre il 3 aprile, le previsioni sulla loro estensione non sembrano mettere d'accordo il campione intervistato. Queste variano ampiamente: il 40% prevede che saranno prorogate di alcune settimane, il 20% di alcuni mesi e il 40% a tempo indeterminato (fino a quando necessario). La popolazione anziana, in particolare, si aspetta che le misure finiscano prima. In caso di estensione, la maggior parte degli intervistati intende continuare con l'autoisolamento, indipendentemente dalla durata. Inoltre, in tale frangente più persone sono propense ad aumentare, piuttosto che a diminuire, i loro sforzi di autoisolamento.

 

Coloro i quali stanno già adottando le misure di autoisolamento indicate hanno una maggiore propensione a dichiarare che ridurrebbero il rispetto delle restrizioni in caso di prolungamento più lungo del previsto. Ciò potrebbe suggerire un "affaticamento da isolamento" e che gli sforzi delle persone maggiormente rispettose delle misure non possono essere dati per scontati. "Gli intervistati che, invece, hanno adottato solo alcune delle misure di isolamento indicate hanno una maggiore propensione a considerare di aumentare il loro autoisolamento se l'estensione è più corta di quanto si aspettano. Hanno invece una minore propensione ad aumentare gli sforzi se l'estensione è più lunga di quanto si aspettano", spiega il docente di unibz.

 

Alla luce di questi dati, le autorità pubbliche potrebbero considerare un adeguamento della comunicazione di crisi, mettendo in evidenza anche la durata delle restrizioni alle libertà personali. "È opportuno che vengano gestite anche le aspettative del pubblico, al fine di massimizzare il rispetto delle misure di contenimento del virus", conclude Tonin, "una loro estensione inaspettatamente lunga potrebbe infatti ridurre la propensione delle persone a conformarsi alle regole".

 

Nella foto: il prof. Mirco Tonin.

domenica 29 marzo 2020

CARENZA DI VITAMINA D: UN FATTORE DI RISCHIO PER L’INFEZIONE DA CORONAVIRUS?

LA CARENZA DI VITAMINA D: UN FATTORE DI RISCHIO PER L'INFEZIONE DA CORONAVIRUS?

I Proff. Giancarlo Isaia ed Enzo Medico dell'Università di Torino sul possibile ruolo preventivo e terapeutico della vitamina D nella gestione della pandemia da COVID-19

 

La presentazione clinica ed epidemiologica della pandemia da Coronavirus è certamente molto anomala e, alla ricerca di possibili concause o di specifici fattori di rischio, il Prof. Giancarlo Isaia, Docente di Geriatria e Presidente dell'Accademia di Medicina di Torino, e il Prof. Enzo Medico, Professore Ordinario di Istologia all'Università di Torino, anche a seguito delle recentissime raccomandazioni della British Dietetic Association, hanno approfondito il ruolo che potrebbe svolgere la carenza di Vitamina D, che in Italia interessa una vasta fetta della popolazione, soprattutto anziana. 

Sono così emersi alcuni dati che, sintetizzati in un documento (allegato), già sottoposto ai Soci dell'Accademia di Medicina di Torino, sono stati giudicati molto interessanti. In esso gli Autori suggeriscono ai medici, in associazione alle ben note misure di prevenzione di ordine generale, di assicurare adeguati livelli di Vitamina D nella popolazione, ma soprattutto nei soggetti già contagiati, nei loro congiunti, nel personale sanitario, negli anziani fragili, negli ospiti delle residenze assistenziali, nelle persone in regime di clausura e in tutti coloro che per vari motivi non si espongono adeguatamente alla luce solare. Inoltre, potrebbe anche essere considerata la somministrazione della forma attiva della Vitamina D, il Calcitriolo, per via endovenosa nei pazienti affetti da COVID- 19 e con funzionalità respiratoria particolarmente compromessa. 

Queste indicazioni derivano da numerose evidenze scientifiche che hanno mostrato: 

  1.      a)  Un ruolo attivo della Vitamina D sulla modulazione del sistema immune 
  2.      b)  La frequente associazione dell'Ipovitaminosi D con numerose patologie croniche che possono ridurre l'aspettativa di vita nelle persone anziane, tanto più in caso di infezione da COVID-19. 
  3.      c)  Un effetto della Vitamina D nella riduzione del rischio di infezioni respiratorie di origine virale, incluse quelle da coronavirus. 
  4.      d)  La capacità della vitamina D di contrastare il danno polmonare da iperinfiammazione. 

Inoltre, i primi dati preliminari raccolti in questi giorni a Torino indicano che i Pazienti ricoverati per COVID-19 presentano una elevatissima prevalenza di Ipovitaminosi D. Il compenso di questa diffusa carenza vitaminica può essere raggiunto innanzitutto esponendosi alla luce solare per quanto possibile, anche su balconi e terrazzi, alimentandosi con cibi ricchi di vitamina D e, sotto controllo medico, assumendo specifici preparati farmaceutici. 




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Parte la task force #INFERMIERIPERCOVID


#INFERMIERIPERCOVID: in 500 nella task force per intervenire nelle zone più colpite

Mangiacavalli: "Ora serve la grande risposta degli infermieri"

 

Nasce l'Unità infermieristica per COVID-19: 500 infermieri volontari per le zone più colpite.

Una task force di infermieri volontari (selezionati in base alle esperienze professionali "ritenute necessarie" tra le domande che arriveranno entro le 20 del 28 marzo) farà parte di "Infermieri per COVID" e saranno destinati dalla Protezione civile alle Regioni più colpite dal coronavirus.

A questi infermieri, siano essi dipendenti del Ssn, di strutture private anche non accreditate con questo o liberi professionisti, verranno corrisposti 200 euro al giorno oltre allo stipendio o al guadagno già percepito e se non assicurati in modo specifico a questo ci penserà la Protezione civile che rimborserà loro anche le spese di viaggio.

Per far parte della task force non serve l'autorizzazione del servizio sanitario regionale di appartenenza, ma per i dipendenti, con contratti di qualunque tipologia, l'assenso della struttura da cui dipendono.

"Una scelta obbligata – commenta Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche - perché si affianca alla task force analoga di 300 medici, professioni tutte che si sono dimostrate sul campo indispensabili per poter affrontare la pandemia, soprattutto nelle Regioni dove ormai si è al punto di saturazione".

"Una scelta naturale – prosegue - vista la visibilità e il coinvolgimento che istituzioni e cittadini riconoscono agli infermieri nell'emergenza. Dove però, purtroppo, oltre il 52% dei professionisti postivi sono nostri iscritti e dove i morti, nonostante l'età media più giovane della categoria, aumentano sempre di più e hanno ben superato i venti".

"Una scelta – aggiunge - che riconosce la necessaria multiprofessionalità essendo le regole del tutto analoghe a quelle dei medici. E di questo dobbiamo ringraziare il ministro della Salute Speranza e la Protezione civile che, insieme, hanno riconosciuta la professionalità e l'indispensabilità del contributo degli infermieri".

"Ora - afferma Mangiacavalli - serve la grande risposta degli infermieri che arriva come al solito ogniqualvolta c'è una chiamata da parte dei cittadini che chiedono aiuto. Ci auguriamo che gli infermieri tengano come sempre la testa alta perché dietro l'ordinanza ci sono loro, i nostri assistiti, quelli che nessun infermiere lascerà mai soli, quelli che sanno di poter contare su di noi, quelli che in questa orribile vicenda hanno visto gli infermieri come unico simbolo di vicinanza e umanità, oltre che di cura e assistenza: tutte prerogative cioè della nostra professione".

 




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CORONAVIRUS: 13 milioni e tre ricerche finanziate dalle Fondazioni Carlsberg per aiutare a combattere il virus

A sostegno dell'emergenza Covid-19 le Fondazioni Carlsberg donano 13 milioni di euro

Le Fondazioni Carlsberg, New Carlsberg e Tuborg, in un momento in cui l'epidemia da COVID-19 chiama il mondo ad una sfida senza precedentihanno stanziato un finanziamento straordinario di 13 milioni di euro a sostegnodella società e della ricerca.

Le tre Fondazioni della famiglia Carlsberg- Carlsberg, New Carlsberg e Tuborg  come da loro DNA scendono in campo a sostegno della società piagata da un'emergenza senza precedenti offrendo il loro sostegno con la donazione di 95 milioni di corone danesi, il corrispettivo di circa 13 milioni di euro così suddivisi:

• 8 milioni di euro circa da parte della Fondazione Carlsberg, che promuove e sostiene la ricerca scientifica in campi innovativi, per finanziare 3 progetti di ricerca sul Covid-19 da cui si prospettanorisultati di rilevanza internazionale su:
✓ metodi di diagnosi, trattamento e prevenzione del virus per gestire questa epidemia e per dare la possibilità al mondo di essere pronto in caso di epidemie future. La ricerca sarà condotta da un gruppo scientifico di ricercatori di Virologia di fama internazionale in collaborazione con l'Università di Copenaghen, l'Università di Aarhus e l'Istituto Serum;
✓ comprensione, anche attraverso l'analisi dei big data, dell'impatto delle nostre scelte sull'evoluzione del virus. Lo studio sarà condotto da un gruppo di ricercatori di scienze sociali e umanistiche in collaborazione con l'Università di Copenaghen, l'Università di Aarhus e il Politecnico Danese
✓ modelli di analisi per capire come e perché un virus può trasformarsi in un'epidemia globale, dalla formazione alla scomparsa,o come diventa parte delle malattie stagionali. La ricerca sarà condotta da un gruppo interdisciplinare presso l'Università di Roskilde.

video dedicati alle 3 ricerche possono essere visionati qui.

• 4 milioni di euro circa da parte dellaFondazione New Carlsberg, che promuove l'arte, per sostenere in Danimarca i musei colpiti dalla crisi attraverso l'attivazione di programmi che consentiranno loro di attirare i Visitatori quando riapriranno. Infatti, sulla base delle recenti restrizioni, anche molti musei in Danimarca sono temporaneamente chiusi.
• 800 mila euro circa da parte della Fondazione Tuborg, che sostiene l'impegno dei giovani per un futuro sostenibile, a un pool di professionisti che si occupa di emergenza nelle organizzazioni giovanili per avviare attività rivolte a sostenere persone colpite dal COVID-19La Fondazione monitorerà anche la necessità di sostenere i business colpiti dalla pandemia, come ad esempio i locali musicali che da sempre vengono sostenuti dalla Fondazione Tuborg.

 

 

 

 

Con queste donazioni, le Fondazioni della famiglia Carlsberg vogliono dare supporto a tutti coloro che stanno facendo la differenza per mitigare gli effetti della pandemia e per costruire una migliore resilienza per il futuro, come si evince dalle parole del professor Flemming Besenbacher, presidente della Fondazione Carlsberg:

"In un momento in cui il COVID-19 si sta sviluppando in modo esponenziale in tutto il mondo, siamo lieti di essere riusciti ad attivare una collaborazione tra alcuni dei principali ricercatori a livello globale per contribuire a risolvere le enormi sfide che stiamo affrontandoSin dalla loro creazione, le Fondazioni della famiglia Carlsberg si sono impegnate a supportare le Comunità in momenti criticiOggi, più che mai, abbiamo bisogno della scienza e dei ricercatori per trovare una soluzione in grado di risolvere la crisi sviluppare una conoscenza che duri nel tempo".



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