GRAZIE AL TESSUTO ADIPOSO SI PUO' RITARDARE L'INTERVENTO DI PROTESI
Il tessuto adiposo viene prelevato direttamente dal paziente, dopo una lavorazione estemporanea viene iniettato direttamente nelle articolazioni. Questo tipo di infiltrazione permette alle articolazioni di riprendere il loro corretto funzionamento.
La degenerazione delle cartilagini articolari rappresenta un disagio quotidiano dal grande impatto sociale, infatti, la sua patologia più rappresentativa, l'artrosi è tra le prime 10 cause di disabilità. Si tratta di una patologia che colpisce più del 50% della popolazione al di sopra dei 60 anni e circa il 10% tra i giovani.
Questa malattia colpisce le articolazioni e quindi incide negativamente sul loro funzionamento, soprattutto di anca, ginocchio e caviglia, ma prima di giungere a una forma degenerativa grave che le comprometta definitivamente e per la quale verrebbe richiesto un intervento chirurgico di implantologia protesica, esiste una fase intermedia che riesce a ritardare la fase chirurgica. Si tratta di una fase intermedia nella quale vengono effettuate una serie di iniezioni di tessuto adiposo all'interno delle articolazioni. All'interno del tessuto adiposo, grazie ad un processo minimo di lavorazione effettuato in maniera estemporanea, vengono isolate le cellule mesenchimali che vengono poi iniettate nella parte interessata. Con questa metodica è possibile procrastinare l'intervento chirurgico soprattutto in quei pazienti che non sono ancora considerati soggetti ideali alla sostituzione protesica.
"Quando usiamo le cellule mesenchimali stiamo riutilizzando le capacità rigenerative del tessuto umano per riparare i danni cartilaginei o tissutali. – ha spiegato il chirurgo ortopedico Piergiuseppe Perazzini - In ortopedia ovviamente le impieghiamo per le articolazioni cartilaginee, che si sono lesionate a causa di un trauma o per l'usura. Le cellule mesenchimali, opportunamente utilizzate e stimolate, si replicano dando la possibilità ai tessuti di ricostruirsi siano essi cartilaginei, ossei otendinei". Quali sono i vantaggi? "Preservare l'apparato scheletrico – ha sottolineato Perazzini – Si tratta di una metodica curativa che si pone come obiettivo quello di riuscire a rinviare la sostituzione protesica e quindi l'intervento chirurgico. Mi riferisco soprattutto a quei pazienti che hanno un'età compresa tra i 50 e i 60, che come unica sintomatologia avvertono gonfiore e dolore intermittente e soprattutto che non vedono compromesse le loro attività quotidiane".
Il potere rigenerativo del tessuto adiposo è stato scoperto e messo a punto dal chirurgo Gino Rigotti per la ricostruzione della mammella dopo una mastectomia. Carpito il funzionamento delle cellule mesenchimali, le quali si attivano per ripristinare una condizione ottimale nel sito dove vengono innestate, si è pensato di applicare questa metodica anche in altre parti del corpo, grazie ad un lavoro condiviso con l'equipé del chirurgo ortopedico Perazzini, che ad oggi utilizza questa metodica con buoni risultati e un positivo riscontro da parte dei pazienti.
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