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sabato 30 aprile 2016
Sanità disastrata a Firenze. Colonsocopia? Ripassi a ottobre. Trova a pagamento in provincia. Sfascio senza alternative?
Firenze, 30 Aprile 2016. Un anziano signore ha bisogno di una colonscopia urgente, si rivolge all'Asl e il primo posto disponibile a Firenze e' per ottobre. Ma lui sta male ora. Che fare? Si attacca al telefono e trova in alcuni ospedali privatamente a mediamente 400 euro, poi ne trova uno a 230 per maggio. Preso a volo. Cosi' una lettera oggi su un quotidiano locale.
Io, sempre a Firenze, mi sono fatto, presso il SSN una colonscopia a meta' gennaio scorso a villa Ulivella, dopo una ventina di giorni dalla richiesta. Raccomandato? No! Ha fatto tutto il mio medico di fiducia con canali ufficiali e tradizionali, e il giorno dopo ho fatto anche la gastroscopia.
In gergo popolare questo si chiama "culo"! Non saprei come altro definirlo, visto che di storie come quella da cui siamo partiti se ne sentono tutti i giorni, anche in quello che viene chiamato il gioiellino della Toscana, il sistema sanitario che per anni e' stato amministrato dall'allora assessore e oggi governatori Rossi. E prima di queste due mie analisi me ne sono fatte anche altre, di quelle di cui ogni tanto si legge che ci vogliono mesi e mesi, tipo Tac, endoscopia, etc. All'epoca, dopo questo mio tour nel mondo della sanita' fiorentina come utente, ho fatto una osservazione ed una constatazione: perche' le macchine e il personale non lavorano a pieno regime, cioe' 24 ore su 24 o qualcosa del genere, magari facendo pagare meno il ticket a chi si sottopone alle analisi in ore difficili, tipo 4 di mattina, etc. Osservazione e constatazione che mi e' venuta in mente anche perche' non ho visto la ressa davanti ai laboratori di analisi, ma solo le code (anche allucinan
ti) e le facce tristi, sconsolate e rassegnate di chi si registrava per accedervi. Le costose macchine che hanno utilizzato sul mio corpo non erano prese d'assalto, c'era molto spazio e vuoti tra un'analisi e l'altra e il personale mi sembrava rilassato e competente... quindi l'ideale per loro stessi che per gli utenti del servizio.
Dov'e' la differenza tra quello che ho visto io e il signore che ha dovuto spendere 230 euro per un colonscopia, dovendo anche andare fuori citta'? Il caso o la fortuna? No! A queste cose non ci credo. Ma credo all'organizzazione, alla programmazione, alla professionalita' burocratica e alla consapevolezza -di chi opera in tutta la filiera che poi porta all'utente finale- di svolgere un servizio di pubblica, essenziale e fondamentale utilita' per la vita e il benessere delle persone. Consapevolezza, per chi politicamente da' le linee generali ed esecutivamente mette in pratica, da mettere l'utente al primo posto e, solo dopo, ma molto dopo, prendendo anche in considerazioni gli aspetti lavorativi del personale impegnato.
Mi rendo conto che sto parlando di una rivoluzione di competenze, di orari, di personale, di spesa e di attenzione. Cosi' come mi rendo conto che forse qualcuno mi rispondera' che tutto e' al massimo, i fondi sono quelli che sono, l'impegno c'e', etc etc.... Ma il signore che per una colonscopia si e' visto fissare l'apppuntamento ad ottobre, c'e'. Non e' il primo ed ho la certezza che non sara' l'ultimo. Quindi qualcosa non funziona. Io non sono ne' governatore, ne' assessore, ne' ministro, ne' operatore del settore. Sono un semplice utente, osservatore e consapevole che al primo posto va sempre messo l'utente. Altrimenti si e' e si sta fallendo la propria missione civica.
Ma tanto, so gia' come andra' a finire, qualcuno dira': questo vuole che si facciano le tac e le colonscopie alle 4 di mattina, ma questo e' matto, non sa di cosa sta parlando, non sa cosa direbbero i sindacati e i lavoratori costretti a turnazioni del genere.... e poi, ignorante, per certe cose ci sono i pronto soccorso.... suvvia -dico io- non siamo nati oggi, andate ad un pronto soccorso e poi ditemi, districandovi tra quelli che sono li' per un mal di testa o di pancia o perche' la guardia medica non ha voglia o il compito di essere per l'appunto una guardia e rimbalza tutto al pronto soccorso.....
Ci vuole "culo"! Capito?
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
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giovedì 28 aprile 2016
Zeiss presenta la lente "anallergica" per combattere le allergie
Milano, 28 aprile 2016 – Con un inverno mite come quello di quest'anno e le alte temperature, stiamo assistendo ad un anticipo delle bella stagione. I pollini di cipressi, tassi e noccioli sono infatti apparsi già da metà gennaio e raggiungeranno il culmine nelle prossime settimane. Insieme a questi, sono ovviamente anche arrivati i primi problemi per chi è più sensibile.
Il 2016 si preannuncia quindi come un anno impegnativo per quella fetta di italiani, sono infatti circa 6 milioni, che soffrono di allergie.
Nulla di grave, ma sicuramente è necessario correre ai ripari.
I consigli degli esperti e i rimedi della nonna non mancano, ma pochi si soffermano su come proteggere i propri occhi dalle allergie.
Prurito localizzato ed eccessiva lacrimazione sono sicuramente i primi sintomi, e chi indossa gli occhiali può essere più soggetto allo sviluppo di tali reazioni, a causa della possibile presenza di micro particelle di polline sugli occhiali, che essendo molto vicino agli occhi, possono rappresentare un possibile fattore del rischio di insorgenza. Le lenti degli occhiali, infatti, sono altamente elettrostatiche e perciò attraggono e permettono una facile adesione degli allergeni alla loro superficie.
Gli esperti Zeiss, per la stagione dei pollini 2016, hanno stilato un decalogo di consigli partici per proteggere i propri occhi dalle allergie:
1 // Utilizzare lenti con trattamento antistatico per limitare l'adesione degli allergeni come ad esempio lenti con trattamento Zeiss DuraVision Platinum, che grazie alle sue caratteristiche specifiche mantiene le lenti più pulite e ne aumenta la resistenza all'usura. Il trattamento antistatico deposto sulla superficie interna e brevettato dai laboratori Zeiss riesce a limitare l'adesione delle particelle e degli allergeni sulla superficie della Lente, conferendogli una maggior resistenza allo sporco. Esternamente lo strato Super Clean Coat permette invece una facile pulizia delle lenti e quindi la completa eliminazione delle micro particelle responsabili della reazione allergica.
2 // Utilizzare occhiali da sole avvolgenti con astine larghe per schermare gli occhi dall'aria e dal pulviscolo che in essa si nasconde
3 // Utilizzare pezzuole in microfibra o pezzuole umidificate, per pulire le lenti durante la giornata, come ad esempio le speciali salviettine umidificate ZEISS, che con la loro combinazione unica di agenti attivi permettono una pulizia delicata e accurata. Test indipendenti confermano che i tessuti ultrasottili di Zeiss offrono le prestazioni di pulizia più efficaci senza causare graffi. Questi tessuti dispongono di una struttura particolarmente fine che non danneggia le moderne lenti per occhiali o i loro trattamenti. Sono inoltre preinumidite con una speciale combinazione di due agenti attivi, prive di sostanze detergenti aggressive e profumazioni artificiali.
4 // Detergere regolarmente gli occhiali, quando si è a casa o in ufficio, con acqua e sapone non oleoso
5 // Idratare l'occhio giornalmente con gocce oculari lubrificanti, preferibilmente monodose.
6 // Se si utilizzano lenti a contatto preferire le giornaliere rispetto alle bimestrali, trimestrali o rigide. La loro pulizia, inoltre, deve essere molto più attenta perché la deposizione dei pollini è più frequente. Il consiglio degli esperti è utilizzare lenti come le Comfort 6 Zeiss che offrono un benessere visivo estremo. Le Comfort 6, essendo immerse in una soluzione multivitaminica contenete acido ialuronico e vitamine B6, B12 ed E, risulta perfettamente lubrificata e conferisce la sensazione di non avere la lente sull'occhio.
7 // Ridurre al massimo il tempo di utilizzo delle lenti a contatto nei momenti di massima presenza di pollini nell'aria. Questa è un'ulteriore accortezza per preservare l'occhio da fastidiose sensazioni. Il consiglio è quello di preferire gli occhiali da vista alle lenti a contatto.
8 // Evitare lo strofinamento degli occhi poiché questo gesto libera istamina, che aumenta il prurito. Inoltre il soggetto allergico solitamente ha una lacrimazione scarsa e la meccanica dello strofinamento potrebbe anche provocare delle lacerazioni alla cornea.
9 // Lavarsi spesso la faccia e alla sera, prima di dormire, fare una doccia, entrambe le azioni per lavare via gli allergeni che si sono posati durante la giornata sul nostro corpo.
10 // Ridurre anche a casa la possibilità di sviluppare allergie con semplici accortezze come:
× Tenete le finestre chiuse e arieggiate le stanze solo in determinati orari; nelle aree rurali la quantità minima di polline è presente nell'aria tra le ore 19 e mezzanotte, mentre nelle aree urbane dalle ore 6 alle ore 8
× Appendete asciugamani inumiditi in casa per intrappolare parte del polline che fluttua nell'aria
× Pulite regolarmente tappeti e moquette con l'aspirapolvere oppure sostituiteli con una pavimentazione in laminato o parquet
× Non spogliatevi in camera da letto, bensì preferibilmente in bagno, dove l'umidità, prodotta facendo una doccia, impedisce al polline presente sugli indumenti di fluttuare nella stanza.
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Due mesi dedicati alla prevenzione del cancro al seno alla Casa di Cura Santa Rita con percorsi dedicati alle diverse età della vita della donna
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Alzheimer: assistenza odontoiatrica per i malati
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mercoledì 27 aprile 2016
Lipossina. Asma cronica nei bambini: ecco cosa manca
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Scompenso cardiaco per oltre un milione di persone in Italia: dal 1 all’8 maggio campagna in 41 centri cardiologici per conoscere una patologia sottovalutata
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martedì 26 aprile 2016
REALE MUTUA DÀ UN CALCIO AL FUMO
Il 30 aprile p.v., presso la Piazza dei Mestieri (via Jacopo Durandi 13, Torino) ci si riunirà con l'intento di sensibilizzare i cittadini di ogni età sui vantaggi di una vita senza sigarette, mettendo a disposizione strumenti utili ad aumentare l'efficacia della prevenzione e dell'azione antifumo.
Il fulcro della giornata sarà "Polmoni in Fumo", un convegno medico aperto anche al pubblico non specializzato. Sarà altresì possibile sottoporsi a spirometria gratuita con personale sanitario qualificato, per offrire a tutti una prevenzione all'annoso problema della dipendenza da nicotina.
«Reale Mutua, da sempre attenta alla protezione delle famiglie, intende affermare il proprio ruolo di attore di riferimento anche in ambito salute - ha dichiarato Luca Filippone, Direttore Generale di Reale Mutua – Vogliamo fare la nostra parte per salvaguardare il benessere attuale e futuro dei cittadini non soltanto offrendo una gamma di prodotti specializzati, ma anche sensibilizzando tutti, soprattutto i giovani, al tema della prevenzione».
Obesità: troppi italiani mangiano male
In occasione della Giornata mondiale dell'obesità del 21 maggio 2016, gli esperti dell'Osservatorio nutrizionale Grana Padano (Ogp) hanno realizzato uno studio sul rapporto tra tipo di alimentazione e peso corporeo, analizzando 5mila interviste di italiani adulti.
Le abitudini alimentari emerse evidenziano uno scarso apporto di verdura, il 38.7 del campione non mangia due porzioni di verdura al giorno e la cattiva abitudine è prevalente nel maschio (45% rispetto 32%), per la frutta emerge che il 27% degli intervistati non mangiano due frutti al giorno e il 45% non mangia due volte a settimana il pesce, i cereali integrali non sono utilizzati dal 65% degli intervistati e il 56% di questi sono in sovrappeso o obesi. I dolci sono utilizzati da entrambi i sessi senza particolari differenze in quantità.
Le cattive abitudini sono per il 10% degli intervistati di non fare la prima colazione, il 20% mangia davanti alla televisione o al computer, il 25 % degli intervistati ha l'abitudine all'aperitivo che è quasi sempre accompagnato dal buffet. Il pasto completo ed equilibrato (primo e secondo con le verdure e la frutta) è fatto solo dal 16% degli intervistati a cena e il 10% a pranzo, la maggior parte delle persone fa pasti veloci e dissociati (o primo o secondo piatto), più della metà delle persone, il 60% non guarda le etichette nutrizionali e non si informa sulle caratteristiche dei prodotti nutrizionali. Il 40% utilizza alcolici, prevalentemente vino.
Analizzando i nutrienti, la quota proteica è di circa 1-1.2 grammi di proteine per Kg di peso, abbiamo quindi un'alimentazione normoproteica con una percentuale di fibra, vicina a quella raccomandata 29g invece che 30g. Analizzando i dati emerge una bassa introduzione di Vitamina D e bassa introduzione di minerali, prevalentemente ferro nelle donne, le persone bevono poco e difficilmente raggiungono 1.5 litri di acqua al giorno.
Il dato più evidente dall'indagine è che il 43% del campione passa quotidianamente 3 o più di 4 ore davanti alla televisione o ai giochi elettronici, l'attività quotidiana in casa è minima, meno di 1 ora al giorno nel 50% degli intervistati (nel 66% degli uomini). Se si considera l'attività lavorativa emerge chiaramente che chi ha un lavoro sedentario (50% degli intervistati) ha un BMI più elevato, infatti il 50% dei sedentari ha un BMI maggiore di 25. La tendenza al sovrappeso e obesità aumenta per chi è disoccupato o senza lavoro, oppure in pensione.
"La sedentarietà è molto diffusa nella nostra popolazione e l'attività fisica regolare è scarsa – spiega Maria Letizia Petroni, Presidente di ADI Associazione Italiana di dietetica della Lombardia e coordinatrice dell'Ogp - E' quindi fondamentale promuovere una sana alimentazione e un corretto stile di vita, promuovendo la Dieta Mediterranea abbinata ad una attività fisica regolare: per gli adulti è di almeno 150 minuti a settimana di attività fisica aerobica d'intensità moderata, praticata per almeno 10 minuti consecutivi, secondo le linee guida della SIO (Società Italiana Obesità) e ADI".
"Aggiungo che durante Expo2015 è stata lanciata la dieta del Grana Padano – sottolinea Petroni – con piatti basati su Grana Padano Dop che contiene la leucina, con l'effetto di contrastare la perdita di massa magra metabolicamente attiva durante il calo di peso ed aumentare il senso di sazietà, fattore assai importante per chi tende a mangiare troppo".
1) Raggiungere i 10.000 passi al giorno (utilizzando anche il contapassi)
2) Bere più di 1.5 litri acqua al giorno (almeno 8 bicchieri)
3) Cinque porzioni di frutta e verdura al giorno
4) Introdurre alimenti integrali
5) Limitare i grassi animali e preferire l'olio di oliva
6) Assumere almeno tre volte il pesce alla settimana
7) Una o due porzioni di latticini al giorno (latte\ yogurt)
8) Utilizzare almeno due volte alla settimana i legumi come fonte proteica
9) Limitare il sale aggiunto
10) Pesarsi regolarmente
La prima parte dell'intervista riguarda la raccolta di dati antropometrici. Peso (kg) e altezza (cm) e calcolo del BMI (KG\m2). Le successive 6 domande valutano lo stile di vita dei soggetti, più precisamente: L'abitudine al fumo; Il lavoro dal punto di vista della fatica fisica, quindi classificato come sedentario, manuale o pesante; Il tempo dedicato all'attività domestica, il tempo libero speso per hobby sedentari, il tempo dedicato ad un attività fisica moderata. Le abitudini alimentari vengono indagate con 28 domande riguardanti il consumo giornaliero di alimenti, bevande, e alcolici.
I restanti quesiti sulle abitudini alimentari riguardano le modalità di consumo dei pasti principali (domestico o fuori casa, in solitudine o in compagnia) e il tempo ad essi dedicato (es. pranzo consumato in 10 minuti o in più di 20), i comportamenti nei confronti del cibo, in particolare, se il soggetto è abituato a spiluccare, a mangiare spesso fuori pasto o se consuma solo i pasti principali.
Il campione esaminato, tra la popolazione adulta ha un età media di 53 anni, un BMI medio di 26.6, una circonferenza vita di 91 cm. (media di 87cm per le donne e 95,5 cm per gli uomini). I dati emersi riconfermano l'importanza dell'istruzione, il campione più istruito ha un BMI medio più basso rispetto a chi ha un livello scolastico più basso.
SCHEDA INFORMATIVA SULL' OSSERVATORIO NUTRIZIONALE GRANA PADANO
Indagine sugli errori nutrizionali e gli stili di vita
AD OGGI.
Ha coinvolto 1.451 Medici di Medicina Generale, 673 Pediatri, 372 Dietisti che hanno somministrato 27.271 anamnesi alimentari (interviste) di cui 7.251 in età pediatrica e 20.020 adulti.
GLI OBIETTIVI.
Educare l'intervistato ad una corretta alimentazione e suggerire uno stile di vita quale prevenzione primaria, secondo quanto identificato dal programma "Guadagnare Salute" del Ministero della Salute.
Ottenere una stima qualitativa dell'assunzione di nutrienti e delle abitudini quali fumo e attività fisica.
Fornire al medico un pratico strumento operativo per somministrare l'anamnesi nutrizionale.
Identificare i principali errori nutrizionali degli italiani e diffondere la cultura della corretta alimentazione.
METODOLOGIA.
Ogni medico, pediatra, dietista e operatore sanitario, effettua l'anamnesi in un'area riservata online dove risiede il software. L'anamnesi è somministrata solo a soggetti che non soffrono di importanti patologie ed è effettuata come una ricerca osservazionale (il medico intervista il suo assistito, o il genitore nel caso di minori) l'intervista è guidata da un questionario elettronico che raccoglie: età, sesso, peso e altezza per calcolare il BMI, la circonferenza addominale, lo svolgimento di attività fisica, il tempo trascorso in attività sedentarie (guardare la TV, utilizzare il PC, fare giochi elettronici) e l'abitudine al fumo.
La parte alimentare valuta la frequenza di assunzione settimanale o mensile dei più importanti e diffusi alimenti consumati in Italia, i dati dichiarati vengono elaborati dal software che calcola il contenuto in macronutrienti e micronutrienti e di conseguenza quanti se ne sono assunti con la dieta abituale. Il software elabora e somma i nutrienti assunti e li paragona al fabbisogno giornaliero di ogni individuo, distinto per età e sesso, per valutarne lo scostamento rispetto ai valori standard. Le eccedenze e deficienze di nutrienti significative vengono evidenziate per correggere l'errore nutrizionale emerso dall'anamnesi. Gli scostamenti dei nutrienti vengono poi riclassificati in cibi da assumere più o meno frequentemente. Oltre a ciò il software permette, solo al medico, di suggerire comportamenti personalizzati a seconda del quadro clinico dell'intervistato. I risultati e i suggerimenti vengono consegnati all'intervistato.
COMITATO SCIENTIFICO OGP:
Prof.ssa Maria Letizia Petroni: coordinatrice del board, Medico specializzato in medicina interna ed esperto di alimentazione, nutrizione clinica ed obesità, coordinatore di ricerche finalizzate per il Ministero della Salute e Docente incaricato di dietetica e nutrizione presso diverse Università italiane. Responsabile scientifico del centro obesità dell'ospedale Villa Igea di Forlì.
Dott.ssa Michela Barichella: Medico specializzato in scienza dell'alimentazione, Responsabile medico del Servizio dietetico ICP dell'Ospedale di Milano, Presidente di Brain and Malnutrition Association.
Prof. Claudio Maffeis: Medico Pediatra, esperto di nutrizione e obesità infantile, Docente di metabolismo e nutrizione in età evolutiva dell'Università di Verona, Direttore della UOS nutrizione clinica e obesità dell'Ospedale Borgo Roma, Verona.
Prof. Sergio Coccheri: Medico specializzato in cardiologia e angiologia Ordinario di Malattie cardiovascolari dell'Università di Bologna.
Prof. Davide Festi: Medico specializzato in gastroenterologia, Ordinario di Gastroenterologia, Direttore della Scuola di specializzazione e Preside del corso di laurea in dietetica dell'Università di Bologna.
Prof. Alessandro Lubisco: statistico, Docente di scienze statistiche dell'Università di Bologna).
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Nuovi agenti antivirali ad ampio spettro aprono la strada a un unico farmaco efficace contro i virus più pericolosi
La possibilità concreta di un approccio rivoluzionario per antivirali di nuova generazione
dimostrata da uno studio dell'Università di Siena e del Cnr. I risultati sono pubblicati su Pnas
Un unico farmaco contro tutte le infezioni virali, capace di colpire la proteina che i virus utilizzano per moltiplicarsi. E' questo l'obiettivo che sarà reso possibile grazie a uno studio condotto in collaborazione tra Università di Siena e il Cnr, che ha individuato nuove molecole capaci di inibire la proteina umana DDX3, di cui "si nutrono" i virus. La ricerca, diretta dal professor Maurizio Botta del dipartimento di Biotecnologie, chimica e farmacia dell'Università di Siena e dal professor Giovanni Maga dell'Istituto di Genetica Molecolare del CNR di Pavia, è appena stata pubblicata dalla prestigiosa rivista americana PNAS - Proceedings of the National Academy of Sciences.
Si tratta di un approccio che indica una vera rivoluzione per le terapie antivirali, in quanto sono state sviluppate molecole che invece di colpire i classici componenti virali, come succede con i farmaci attualmente in commercio, inibiscono una proteina umana, la RNA elicasi DDX3, che i virus utilizzano per infettare la cellula e replicarsi. Forti ed evidenti i vantaggi rispetto all'approccio terapeutico tradizionale: gli inibitori sviluppati sono in grado di essere efficaci contro tutti i virus, anche quelli mutanti, che risultano resistenti ai farmaci ora utilizzati.
Grazie ad un lungo lavoro di ricerca gli studiosi sono riusciti a progettare e sintetizzare la nuova famiglia di composti, che essendo più potenti e selettivi, sono in grado di colpire non solo il virus HIV, ma anche virus caratterizzati da morfologia e meccanismi di replicazione differenti, come quello dell'Epatite C (HCV), della febbre Dengue (DENV), e quello del Nilo Occidentale (WNV), della stessa famiglia del virus Zika.
Dal momento che il target è una proteina umana e non virale, il composto ha pienamente mantenuto il suo profilo di attività contro tutti i ceppi di HIV resistenti alla terapia utilizzata attualmente, come dimostrato dal professor Maurizio Zazzi del dipartimento di Scienze biomediche dell'Università di Siena.
Uno studio preliminare in vivo, effettuato in collaborazione col professor Maurizio Sanguinetti, dell'Università Cattolica di Roma, ha dimostrato che il composto non è tossico nei ratti, e che è in grado di biodistribuirsi nei tessuti.
"Il potenziale di questi composti è enorme – ha evidenziato il professor Botta - e potrebbe trovare applicazione nel trattamento dei pazienti immunodepressi che spesso sono soggetti ad altre infezioni virali, come nel caso dei pazienti HIV/HCV coinfetti. Inoltre, l'ampio spettro antivirale che caratterizza i composti potrebbe rappresentare una valida soluzione anche per il trattamento dei nuovi virus emergenti che si stanno diffondendo in maniera sempre più frequente ed estesa col fenomeno della globalizzazione, e per i quali non è spesso nota una cura efficace. Il nostro team sta continuando a lavorare strenuamente per conseguire questo obiettivo, per il quale ci aspettiamo risultati significativi, cioè la messa a punto di una nuova terapia antivirale completamente efficace nel giro di pochi anni".
"Qualche anno fa – ha spiegato il professor Maga - con il collega Botta avevamo sviluppato un inibitore dell'enzima cellulare DDX3, in grado di bloccare la replicazione del virus HIV. Dato che quella molecola colpiva un bersaglio cellulare, avevamo ipotizzato che potesse essere efficace anche contro i virus mutanti, resistenti ai farmaci anti-HIV utilizzati in terapia. Gli inibitori più potenti che siamo riusciti a creare proseguendo negli studi sono la dimostrazione della validità di quell'ipotesi. Sarà necessario continuare le ricerche per trasformare queste molecole in farmaci, ma possiamo considerare gli inibitori della proteina DDX3 i prototipi di antivirali ad ampio spettro, una classe di farmaci ad oggi non ancora disponibile".
Lo studio pubblicato è frutto di un lavoro multidisciplinare, che insieme alla componente chimica, ha visto il coinvolgimento anche di una forte componente biologica. Oltre ai gruppi prima citati sono coinvolti il team dei professori Miguel Martinez e Jose Estè (IrsiCaixa, Hospital Universitari Germans Trias i Pujol Universitat Autònoma de Barcelona)e del professor Andreas Meyerhans (Department of Experimental and Health Sciences, Universitat Pompeu Fabra, Barcelona).
Il progetto è stato sviluppato grazie al prezioso supporto della Regione Toscana, che per prima ha creduto in questo lavoro, e della First Health Pharmaceutical B.V. che ne ha sostenuto il successivo sviluppo. Inoltre questa ricerca è stata supportata da una generosa donazione della Fondazione Dario Fo e Franca Rame e da finanziamenti PRIN del MIUR.
Roma, 26 aprile 2016
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Le quattro indicazioni emerse dal primo convegno internazionale sulla Medicina della Riproduzione e Ginecologia Endocrinologica
«È indispensabile creare un contatto diretto tra ginecologi e centri specializzati in Medicina della Riproduzione al fine di non perdere tempo prezioso e indirizzare le coppie che sono alla ricerca di un figlio verso la strada più appropriata». L'appello arriva dal primo convegno internazionale di Medicina della Riproduzione e Ginecologia Endocrinologia organizzato dal centro ProCrea di Lugano, in collaborazione con il laboratorio Risch e ProCrea Lab. La due giorni di studio e confronto che si è svolta al LAC di Lugano il 21 e 22 aprile ha evidenziato in maniera forte la necessità di «creare un ponte di comunicazione tra i medici che visitano le pazienti per la prima volta e i centri specializzati», spiega Michael Jemec membro del comitato scientifico del convegno e direttore medico del centro ProCrea di Lugano. «Occorre un nuovo approccio alla Medicina della Riproduzione: non più due mondi distaccati, ma due ambiti che dialogano e si confrontano. E che hanno come unico obiettivo il benessere della paziente. Questo primo convegno ha voluto creare momenti di confronto e crescita reciproca».
Quattro gli elementi da tenere in considerazione.
1. Il tempo è il nemico da combattere. «Il tempo è il primo nemico della fertilità, soprattutto nella donna: più si lasciano passare gli anni e più si abbassano le possibilità di avere una gravidanza. È quindi importante che le coppie siano indirizzate subito verso specialisti in Medicina della riproduzione», spiega Marina Bellavia, membro del comitato scientifico del convegno e specialista di ProCrea.
2. La scienza negli ultimi anni ha fatto passi da gigante. Prosegue Bellavia: «Le continue ricerche che vengono fatte a livelli internazionale aprono scenari costantemente nuovi che possono contribuire a diagnosticare con sempre maggiore precisione il perché di una mancata gravidanza e ad individuare la possibile soluzione al problema di infertilità riscontrato. È però importante che queste informazioni siano accessibili a tutti».
3. La genetica. «È la vera novità nell'ambito della Medicina della Riproduzione e della procreazione assistita. Grazie ai nuovi test genetici è stato rivoluzionato l'approccio arrivando a migliorare complessivamente i tassi di successo delle terapie», spiega Giuditta Filippini, direttore di ProCrea Lab il laboratorio di genetica molecolare di ProCrea. Un esempio: «Con i test genetici possiamo andare maggiormente in profondità nel valutare la qualità del seme maschile, arrivando a individuare lo spermatozoo che presenta maggiori elementi di successo, quindi di fecondazione». Con la genetica si sono sviluppati anche percorsi diagnostici capaci di individuare malattie genetiche rare che possono essere trasmesse ai figli.
4. Un nuovo approccio all'endometriosi. «Parliamo di una malattia silenziosa, ancora troppo poco conosciuta - e quindi spesso difficilmente diagnosticata - che influisce in modo negativo sulle possibilità di diventare mamma», precisa Bellavia. «Le ultime linee guida della Eshre - European Society of Human Reproduction and Embryology - che abbiamo avuto l'opportunità di presentare, aprono di fatto una nuova frontiera per le donne che ne sono affette e sono alla ricerca di un figlio. La soluzione non deve essere necessariamente chirurgica con ricorso alla Fivet, ma ci sono situazioni dove è possibile intervenire con stimolazioni ormonali e inseminazione intrauterine per le quali le possibilità di una gravidanza sono ben 5 volte superiori rispetto solamente a qualche anno fa».
ProCrea - Con una lunga esperienza nel campo della medicina della riproduzione, ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un'équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare (www.procrealab.ch), ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell'infertilità con tecniche d'avanguardia. La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8.
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SALUTE: GIÙ SPERANZA VITA CON ADDIO A DIETA MEDITERRANEA
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La Commissione igiene e sanità del Senato approva il Ddl Lorenzin
E' un provvedimento atteso da decenni – afferma il Sottosegretario alla Salute Vito De Filippo che sta seguendo per il Governo Renzi l'iter parlamentare del provvedimento - che affronta questioni rilevanti dell'assetto sanitario offrendo risposte puntuali e largamente condivise. Ringrazio la relatrice del provvedimento, la sen.ce Emilia Di Biasi, presidente della stessa Commissione, per l'ottimo e appassionato lavoro svolto e i senatori della Commissione i quali hanno votato il testo all'unanimità dei presenti.
Il provvedimento, in particolare affronta il tema degli ordini e professioni sanitarie, oltre un milione di professionisti, avviando una loro riforma organica con un intervento diretto di riordino per il riassetto della normativa vigente risalente alla legge istitutiva degli ordini di cui al decreto legislativo del Capo provvisorio dello Stato 13 settembre 1946, n. 233, allo scopo di rendere, in maniera immediata, il sistema più aderente alle attuali esigenze odierne in particolare per quanto attiene all'interesse dei cittadini utenti. E' un ammodernamento della disciplina ordinistica delle professioni sanitarie in un contesto derivante che he scaturisce peraltro dai principi recati dalla direttiva 2005/36/CE, recepita con il decreto legislativo 9 novembre 2007, n. 206, nonché dalle proposte di modifica della predetta direttiva, tra le quali figura la previsione di un sistema di allerta per comportamenti non coerenti con la deontologia professionale. Si tratta di professioni che per la loro specificità rispetto ad altri ordinamenti professionali, garantendo un bene/diritto costituzionalmente garantito quale la salute, necessitano del mantenimento del ruolo di garanzia della qualità del livello di professionalità. La proposta di legge o non propone l'istituzione di nuovi enti pubblici bensì effettua e le seguenti operazione di ammodernamento: a) adegua la normativa di riferimento agli ordini vigilati dal Ministero della salute in riferimento al loro funzionamento interno; b) muta la denominazione di collegio in ordine per effetto del mutato quadro ordinamentale e formativo. Con l'intervento operato si sostituisce gran parte del predetto decreto legislativo n. 233 del 1946, inoltre, si dispone che tali enti pubblici non economici sono organi sussidiari dello Stato al fine di tutelare gli interessi pubblici connessi all'esercizio professionale, dotati di autonomia patrimoniale, finanziaria, regolamentare e disciplinare, ai quali, tuttavia, non si estendono le norme di contenimento della spesa pubblica e sottoposti alla vigilanza del Ministero della salute. Promuovono e assicurano l'indipendenza, l'autonomia e la responsabilità dell'esercizio professionale, la qualità tecnico-professionale, la valorizzazione della funzione sociale delle professioni, la salvaguardia dei princìpi etici dell'esercizio professionale indicati nei co-dici deontologici al fine di garantire la tutela della salute individuale e collettiva. Tra i compiti assegnati ai predetti enti figurano la tenuta e la pubblicità degli albi delle rispettive professioni e la verifica del possesso dei titoli abilitanti all'esercizio professionale, la valutazione delle attività di formazione continua, il rafforzamento dei codici deontologici, la trasparenza della comunicazione, l'istituzione di specifici organi disciplinari e la definizione di idonee procedure a garanzia dell'autonomia e terzietà del giudizio disciplinare, separando la funzione istruttoria da quella giudicante in particolare attraverso la costituzione di appositi uffici istruttori di albo cui partecipa, oltre agli iscritti a tal scopo sorteggiati, anche un rappresentante estraneo alle professioni medesime, nominato dal Ministro della salute.
Inoltre si trasformano gli attuali collegi delle professioni sanitarie e le rispettive federazioni nazionali in ordini delle medesime professioni e relative federazioni nazionali accorpando in un medesimo ordine, quello dei tecnici sanitari di radiologia medica professioni tra loro omogenee e compatibili, quali le professioni sanitarie tecniche, della prevenzione e della riabilitazione che pur regolamentate non hanno ancora albi professionali. Infine è prevista l'istituzione delle nuove professioni sanitarie di osteopata e chiropratico. Completa il quadro il passaggio a professioni sanitarie di biologi e psicologi, nonché l'istituzione dell'albo dei fisici nell'ordine dei chimici il passaggio di queste quattro professioni sotto la vigilanza del Ministero della Salute.
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domenica 24 aprile 2016
Lorenzin presenta Stati Generali della Ricerca Sanitaria
Martedì prossimo, 26 aprile, alle ore 11, presso l'Auditorium "Cosimo Piccinno" del ministero della Salute - Lungotevere Ripa 1, il ministro Beatrice Lorenzin presenterà gli Stati Generali della Ricerca Sanitaria.
La manifestazione si svolgerà il 27 e 28 aprile a Roma presso l'Auditorium del Massimo.
Prime informazioni sono già disponibili nel sito internet www.statigeneraliricercasanitaria.it.
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sabato 23 aprile 2016
Parte con successo “Autismo in Rete”, sala gremita di allievi per la “lectio” del prof. Francesco Di Salle direttore scientifico del piano formativo targato Espansione srl.
Il motivo è presto detto, ad aprire i lavori di “Autismo in Rete”, dopo il saluto istituzionale dell’Amministratore unico di Espansione srl Sergio Antonio Bolognese, è stata la “lectio magistralis” del prof. Francesco Di Salle, direttore scientifico del percorso formativo e uno dei massimi esperti mondiali di disturbi dello spettro autistico.
“L’idea del corso è nata da una chiacchierata con il prof. Di Salle - ha detto Sergio Bolognese - che ci ha introdotto in questo mondo e ci ha fatto capire quanto è importante promuovere un cambio di paradigma culturale per affrontare questa patologia che, purtroppo, è in aumento. Abbiamo voluto predisporre, con lui, uno strumento efficace affinché siano sempre di più le persone in grado di riconoscere per tempo i segni esterni della patologia e intervenire precocemente; il tempo, infatti, può fare una drammatica differenza”.
Centinaia gli allievi accorsi da tutta la Campania, ricordiamo infatti che, allo stato attuale, tale formazione interesserà 18 aziende per un totale di quasi 400 professionisti della riabilitazione e dell’educazione. Numeri destinati a crescere, visto il crescente interesse per il Metodo ABA Applied Behaviour Analisys ritenuto dal Ministero della Salute e dalla Regione Campania l’unico in grado di ottenere risultati significativi se applicato correttamente e precocemente.
Non ha deluso le attese il prof. Di Salle - ordinario di Neuroradiologia presso il Dipartimento di Medicina e Chirurgia dell’Università di Salerno, autore di centinaia di lavori e 78° nella speciale classifica dei Top Italian Scientists - che ha saputo catturare la platea e la stampa che è intervenuta compatta a supportare l’impegno verso questa particolare categoria di malati.
“Ero ordinario di Neuroimaging in Olanda - ha esordito Di Salle - ma la mia vita e i miei studi sono cambiati quando ho scoperto che il mio secondo figlio era affetto da questa patologia. Sono tornato in Italia e ho dedicato tutto il mio lavoro a studiare come affrontare questo problema con le armi della neuroradiologia, l’unica scienza che ci consente di vedere il cervello umano vivo e al lavoro. Mi scuso con i genitori che sono in sala, forse dovranno vedere immagini che li faranno soffrire ma che è necessario vedere perché sono casi di studio e perché dobbiamo imparare a conoscere le manifestazioni esterne della malattia se vogliamo poter applicare precocemente rimedi come il Metodo ABA”.
Con la semplicità dei grandi scienziati, Di Salle ha conquistato la platea di terapisti della riabilitazione, medici, psicologi e insegnanti che lo ha seguito con palpabile attenzione fino alla fine, conquistata anche dalla semplicità e chiarezza con cui lo scienziato ha saputo introdurre concetti complessi ad una platea dalle competenze variegate.
Sono già 18 le imprese sanitarie campane e 391 lavoratori. In Irpinia ha aderito, per il momento, la Cooperativa Sociale Il Sorriso Onlus; le altre imprese partecipanti al piano sono: Iuvenia, CRS Centro Riabilitazione Sanitaria, Villa dei Fiori, Fondazione Salerno ANFFAS Onlus, Il Trenino Impresa Sociale, Servizi Sanitari S.r.l., Nadir Cooperativa Sociale, Fondazione Emmaus Onlus, Megafono Verde, Centro Campano di Rosario Severino, Raggio di Sole, Centro di Medicina Psicosomatica Cooperativa Onlus, Mondo in Cammino Cooperativa Sociale, Meta Felix, CEM Casa di Cura S. Maria del Pozzo, Centro di Riabilitazione e Recupero Handicaps Abatese, Cooperativa Sociale Napoli Integrazione.
Per ulteriori informazioni su “Autismo in Rete” si può consultare il sito www.espansionersl.it.
Il gruppo Ausl Romagna Cultura a Videoregione
venerdì 22 aprile 2016
MANIFESTO per la SALUTE FEMMINILE
L'aspettativa di vita delle donne è migliorata ed è superiore a quella degli uomini, tuttavia gli anni aggiuntivi non sono necessariamente anni in salute.
La condizione della donna vede ancora una situazione di non piena parità di diritti e opportunità, e questo influenza negativamente lo stato di benessere psicofisico della componente femminile nella società.
La tutela di una maternità sana e consapevole non è solo una scelta individuale bensì costituisce un valore sociale incommensurabile, un investimento sul futuro che il Paese deve valorizzare.
La donna è il soggetto capace di prendersi cura degli altri, capace di fare spazio accogliente agli altri. A cominciare dallo spazio dentro di sé per il bambino durante la gravidanza, nutrendolo e difendendolo dalle malattie.
La riduzione dell'autonomia, la sofferenza, la disabilità e spesso la solitudine della donna negli ultimi anni della sua esistenza ci impongono di mettere in campo, fin dalla prima infanzia di ogni donna, azioni specifiche per la promozione e il mantenimento della sua salute. E' necessaria un'azione di sensibilizzazione sul tema che interessi tutte le fasi della vita, dalla nascita alla senescenza, coinvolgendo il contesto sociale nel quale viviamo. E' indispensabile ascoltare, capire i bisogni, confrontarsi, agire insieme ed informare correttamente le donne rendendole consapevoli delle opportunità di prevenzione e di miglioramento per la loro salute.
Nella Giornata Nazionale della Salute della Donna, che si celebra il 22 aprile in ricordo della nascita di Rita Levi Montalcini, scienziata che ha illuminato il nostro Paese, vincitrice del premio Nobel per la Medicina, donna straordinaria, il Ministero della Salute afferma il proprio impegno per la salute della donna che costituisce un obiettivo strategico prioritario propedeutico a tutti gli obiettivi sanitari.
Con questa Giornata si progettano ed illustrano le proposte di tutela della salute della donna, dall'infanzia alla terza età.
Il genere come determinante di salute deve diventare una nuova dimensione della medicina in tutte la aree mediche per garantire equità e appropriatezza della cura a tutte le donne.
E' necessario promuovere politiche di coinvolgimento di tutte le istituzioni, ricerca, società scientifiche, sperimentazione farmacologica, medicina di base, farmaceutica, e convogliare risorse economiche e professionali per operare un rinnovamento culturale che accompagni il progresso scientifico.
Il Manifesto è la base su cui costruire le iniziative dei prossimi cinque anni, con il contributo di tutte le forze del Servizio sanitario nazionale, delle altre Istituzioni che riconoscono in un impegno multisettoriale la leva vincente per raggiungere risultati significativi, degli stakeholders del mondo produttivo, del terzo settore e delle rappresentanze del mondo femminile e della società attiva in generale.
Riconosciamo a tal fine essenziale operare almeno nelle seguenti direttrici:
1. approccio alla salute femminile secondo la medicina di "genere", per il contrasto alle malattie croniche non trasmissibili, e attenzione alla ricerca scientifica mirata specificamente alle esigenze e peculiarità delle donne;
2. strategie di comunicazione per accrescere la consapevolezza delle donne sulle tematiche di salute, per sé e per la sua famiglia;
3. tutela e promozione della salute sessuale e riproduttiva, anche attraverso la prevenzione delle infezioni sessualmente trasmesse e la tutela della fertilità, favorendo una procreazione responsabile e consapevole e sostenendo la salute materna e neonatale;
4. disponibilità di un'alimentazione sana e nutriente, sin dal concepimento, per favorire una nascita sana;
5. disponibilità e accesso a efficienti strumenti per la prevenzione dei tumori femminili, anche attraverso la promozione degli screening di provata efficacia;
6. tutela della salute mentale della donna e contrasto alle condizioni che favoriscono l'insorgenza di disturbi mentali, soprattutto in alcune epoche della vita femminile, e attenzione per la peculiare relazione della donna adolescente con il suo corpo e per la conseguente prevenzione dei disturbi del comportamento alimentare, delle dipendenze, degli stili di vita scorretti;
7. prevenzione, individuazione e contrasto della violenza sulle donne, assistenza medica, supporto psicologico e riabilitazione e impegno per il diritto alla salute delle donne vulnerabili ed emarginate, con una speciale attenzione alla condizione sanitaria delle donne migranti;
8. tutela della salute della donna lavoratrice ed attenzione alle problematiche specifiche nel mondo del lavoro;
9. sicurezza della cosmesi e della medicina e chirurgia estetiche per una "sana" cura della bellezza;
10. strategie per favorire l'invecchiamento sano ed attivo dell'universo femminile
Il Ministero, per ciascuna delle linee direttrici sopra elencate, si impegna ad avviare una serie di iniziative, a partire da quelle suggerite dai tavoli tecnici riunitisi a Roma in occasione della I Giornata Nazionale per la salute della donna.
Roma, 22 aprile 2016
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