Scampagnate, gite nei boschi e spiagge che iniziano ad essere frequentate, così entra nel vivo anche questa primavera che sta già facendo spazio ad un anticipo d'estate, interrotta solo da qualche acquazzone rinfrescante. Ma più si trascorre tempo all'aria aperta in campagna, nei prati, nei boschi o anche nelle spiagge e più aumentano i rischi di essere punti da qualche antipatico insetto. Non solo vespe e zanzare, con quest'ultime che iniziano ad infestare gli ambienti aperti ma mano che si prolungano i caldi e l'umidità dell'aria aumenta, ma si aggiungono i rischi connessi alle punture di un insetto assai fastidioso per non dire pericoloso: la temibile zecca.
Questo particolare parassita che si attacca al pelo dei nostri "fidi", ma che non esita a pungere qualsiasi animale a sangue caldo e quindi l'uomo, infatti, è portatore della Borrelia, un batterio responsabile di un'infezione assai diffusa ma poco conosciuta, chiamata malattia di Lyme, o borreliosi. Basti pensare che nel solo 2010 negli Stati Uniti questa infezione é stata identificata in 22mila americani con una diffusione così rapida, che é stata paragonata all'Aids.
In Italia, anche se pochi ne parlano, la borreliosi è la più diffusa e rilevante infezione trasmessa da vettore: è seconda solo alla malaria tra le malattie il cui contagio avviene tramite un vettore artropode e nel periodo 1992-1998 ha infettato circa mille persone. In regioni come la zona del Carso, il Trentino e la Liguria è addirittura considerata come una malattia endemica.
Lungi dal voler destare alcun tipo di allarme e volendo ricordare come la prevenzione sia sempre la miglior medicina, ricordiamo solamente che la malattia di Lyme colpisce la pelle, le articolazioni, gli organi interni e il sistema nervoso. I primi sintomi possono avere un carattere intermittente. Generalmente si presentano in estate e cominciano con una macchia rossa sulla pelle che si espande rapidamente, nella maggior parte dei casi sul dorso, poi nei casi più gravi e quando c'é scarsa informazione e una diagnosi troppo tardiva, possono svilupparsi disturbi più gravi anche di carattere neurologico come meningiti, mialgie, miocardite, linfocitoma cutaneo.
Inoltre, tale patologia si manifesta con disturbi muscolo-scheletrici, problemi alla cute e all'apparato cardiovascolare, disturbi del sonno e del sistema nervoso centrale e periferico.
Come già specificato, la borreliosi una volta tempestivamente diagnosticata, viene curata con una terapia antibiotica specifica, al fine di non consentire una cronicizzazione della malattia e gli effetti negativi indicati. È ovvio, rileva Giovanni D'Agata, presidente e fondatore dello "Sportello dei Diritti" che il modo più efficace per limitare l'infezione e le possibili conseguenze è quello di educare chi frequenta le aree endemiche per limitare il più possibile la puntura delle zecche: quando si frequentano aree boschive e prati bisogna usare vestiti chiari, che consentono una migliore individuazione di tali parassiti, e piuttosto spessi con calzature serrate alle caviglie e maniche lunghe chiuse ai polsi. Dovrebbe essere prassi di chiunque, dopo la scampagnata, effettuare un'attenta osservazione sui vestiti e sulle aree cutanee esposte, così da consentire la rimozione precoce di eventuali insetti, utilizzando una pinzetta, la quale non deve schiacciare la zecca, ma afferrarla nel punto in cui inserisce l'apparato boccale nella cute; la ferita dev'essere ovviamente disinfettata immediatamente. Il rischio di trasmissione di agenti infettivi, infatti, è tanto minore quanto più breve è la permanenza del parassita nella cute.
In ultimo, anche sulle spiagge sono stati segnalati casi di punture di zecche e conseguenti contagi, sia per la diffusissima prassi di portare i cani in spiaggia che per la presenza di randagi che in alcune località balneari si spostano indisturbati. È ovvio che un tuffo in mare può limitare i rischi di punture, ma un controllo della propria pelle dopo una giornata a mare non fa mai male.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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