Il mondo globalizzato e la facilità negli spostamenti da un continente all'altro è anche causa di diffusione rapida di contagi anche tra le malattie più temute. E così Giovanni D'Agata presidente e fondatore dello "Sportello dei Diritti", ritiene opportuno segnalare la preoccupazione delle autorità sanitarie, sorta in Europa dopo la verifica di alcuni casi di coronavirus tra Francia, Germania e Regno Unito.
I Coronavirus sono una grande famiglia di virus che causano una vasta gamma di malattie umane, che vanno dal raffreddore alla SARS. Il particolare ceppo isolato nei casi in questione, appartiene a un nuovo tipo di coronavirus (nCoV) che è stato rilevato per la prima volta a metà del 2012 e che non era mai stato identificato negli esseri umani o negli animali.
L'ECDC (Acronimo anglosassone di "Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie") ha diramato lo scorso 7 maggio un aggiornamento epidemiologico che ha riguardato le indagini supplementari che hanno confermato casi di coronavirus con un focolaio di particolare intensità in Arabia Saudita.
Negli ultimi giorni, il Ministero della salute del Regno dell'Arabia Saudita ha confermato 13 nuovi casi d'infezione che sono tuttora in corso indagini da parte delle autorità saudite. Sembra, tuttavia, che essi sono stati tutti associati con un gruppo di casi nella provincia orientale di Al-Ahsa del paese asiatico.
Sono, quindi, in tutto 30 i casi, di cui 18 mortali, poiché i primi sono stati individuati in Giordania con le date di esordio a partire dall'aprile 2012. Prima dei casi di Al-Ahsa, quello più recente erano stati riferiti in Unione europea in relazione ad un paziente trasportato il 19 marzo scorso in Germania dagli Emirati Arabi Uniti per cure mediche e segnalato dal Robert Koch Institute.
Ad oggi, 22 dei 30 casi di coronavirus sono stati segnalati dall'Arabia Saudita. Ci sono stati 6 casi diagnosticati in Europa, due in Germania e 4 nel Regno Unito, cui si deve aggiungere proprio in data odierna un caso accertato in Francia di un cittadino francese di ritorno da un viaggio a Dubai ed altri 3 sospetti. Dei primi casi in Germania e Regno Unito, tre erano persone provenienti per cure mediche e uno che è giunto nel Regno Unito con uno stato di malessere. Quest'ultimo ha portato al contagio di due persone della stessa famiglia nel Regno Unito, uno in un ambiente domestico e uno in un ambiente ospedaliero.
In seguito, ci sono state approfondite indagini, compreso l'uso di test sierologici, tra coloro che sono venuti in contatto con i contagiati in Europa. Ma né Germania né in Gran Bretagna è emersa alcuna evidenza di trasmissione da persona a persona in più.
Sorveglianza e linee guida clinica per nCoV è stato pubblicato dall'OMS con la guida di ECDC correlata a Stati membri dell'UE disponibili su questo sito Web al seguente link:
http://ecdc.europa.eu/en/activities/sciadvice/Lists/ECDC%20Reviews/ECDC_DispForm.aspx?List=512ff74f-77d4-4ad8-b6d6 bf0f23083f30&ID=1313&RootFolder=%2Fen%2Factivities%2Fsciadvice%2FLists%2FECDC%20Reviews
L'ECDC sta continuando a monitorare le informazioni sulla situazione della nCoV in tutto il mondo e sta effettuando una revisione della valutazione rapida del rischio individuato il 19 febbraio scorso alla luce di questo nuovo sviluppo. Le raccomandazioni del 19 febbraio 2013 sulla rapida valutazione del rischio sono reperibili nella guida di riferimento al seguente link http://ecdc.europa.eu/en/publications/Publications/novel-coronavirus-rapid-risk-assessment-update.pdf)
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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