Ogni tumore è generalmente riconosciuto da un sistema immunitario correttamente funzionante come un "intruso" per l'organismo, tanto quanto un qualsiasi agente patogeno. In molte, ancora troppe, situazioni il tumore riesce però a crescere e a prendere il sopravvento sull'organismo, poiché ha sviluppato innumerevoli strategie per sfuggire all'attacco del sistema immunitario. Una di queste strategie è quella di rendersi fisicamente inaccessibile all'ingresso di alcune cellule del sistema immunitario, i linfociti; un'altra è invece quella di riuscire in qualche modo a renderle inattive, "spegnerle". Il gruppo di ricerca diretto dalla Prof.ssa Silvia Campello del Dipartimento di Biologia dell'Università degli Studi di Roma di "Tor Vergata" ha scoperto nuovi meccanismi che controllano proprio la capacità dei linfociti di insinuarsi all'interno dei tessuti, di moltiplicarsi per costituire un "esercito" sufficientemente numeroso per aggredire e sconfiggere "il nemico", e di riuscire a "trasformarsi" nel tipo cellulare più propriamente efficace nel svolgere tale funzione, andando incontro ad uno specifico e virtuoso destino. La scoperta consiste nell'aver evidenziato come tutte queste funzioni siano controllate dall'attività di un'unica molecola, Drp1. Drp1 è nota come proteina in grado di modulare la forma, e quindi la funzione dei centri energetici della cellula, i mitocondri. Tali organelli sono estremamente dinamici e giocano ruoli cruciali nella vita e nell'attività di moltissime cellule; spesso agiscono cambiando proprio la loro morfologia, con conseguenze dirette nel metabolismo, nella capacità riproduttiva, nonché nella loro morte programmata. Senza Drp1, i mitocondri sono allungati, producono energia in modo alterato e i linfociti che li contengono non maturano in modo corretto, sono poco mobili, poco efficaci, e molto più vulnerabili all'azione di "spegnimento" indotta dal tumore.
"La possibilità di 'manovrare' l'efficienza delle cellule del nostro sistema immunitario – afferma la dottoressa Campello – rappresenta una sfida tanto eccitante quanto promettente, come evidenziato dai traguardi raggiunti in questi ultimi anni, per esempio, in campo onco-ematologico. Immaginate ora di poter 'mettere il turbo' ai linfociti che devono aggredire ed infiltrare un tumore solido oppure di poterne ridurre l'aggressività laddove riconoscano un 'falso' invasore (come accade nelle malattie autoimmuni), utilizzando le dinamiche mitocondriali: abbiamo individuato un bersaglio terapeutico completamente nuovo rispetto a quelli cui si rivolgono i farmaci attualmente in uso"
Il Dr. Luca Simula, primo autore della pubblicazione apparsa sulla prestigiosa rivista americana Cell Reports del gruppo Editoriale Cell Press, spiega come Drp1 sia in grado di influire, sempre attraverso i mitocondri, sull'attività di difesa contro il tumore e soprattutto sul destino delle cellule del sistema immunitario: "La nostra scoperta, frutto di un lavoro di squadra tra diversi team interamente italiani, e svolto anche presso la Fondazione Santa Lucia di Roma, ha un impatto notevole sulla salute dell'individuo e in campo clinico, in quanto ottenere conoscenze di base sulle molecole chiave che modulano l'attività e l'efficienza del sistema immunitario implica aprirsi l'opportunità di identificare nuove strategie terapeutiche che aumentino l'azione dei linfociti nell'eliminare gli "invasori" dell'organismo, siano essi patogeni o tumori".
Gran parte della ricerca è stata sostenuta dall'Associazione Italiana per la Ricerca sul Cancro (AIRC) e dal Ministero della Salute, esibendo dunque la bandiera italiana anche in ambito di finanziamenti.
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