Milano, 4 ottobre 2019 – La calza elastica è un'efficace metodo di prevenzione della trombosi venosa, evento che si manifesta nel 40-50% dei casi dopo un intervento chirurgico agli arti inferiori. Lo sottolinea il dott. Roberto Maria Carlesi, specialista in chirurgia vascolare dell'ASST Gaetano Pini-CTO. "Grazie all'azione della calza – spiega Carlesi – aumenta la velocità venosa, diminuisce il calibro delle vene superficiali, si ristabilisce la funzione valvolare venosa, si riduce la stasi venosa e l'edema è sotto controllo".
Esistono due tipologie di calze elastiche: preventive e terapeutiche. A differenziarle è la compressione esercitata dalla calza, quindi la sua consistenza indicata in millimetri di mercurio (mmHg): "Sotto i 20 mmHg abbiamo le calze preventive, sopra quelle terapeutiche. La pressione esterna della calza viene esercitata in due punti, alla caviglia e alla coscia. Per esempio, se un paziente allettato utilizza una calza elastica di 18 mmHg alla caviglia e 8 mmHg alla coscia, la velocità del flusso nella vena femorale aumenta del 138.4%".
Ma non sempre l'uso delle calze elastiche basta a scongiurare il rischio trombosi, dice Carlesi: "Oltre a indossare la calza elastica per almeno un mese, in alcuni casi è necessario sottoporsi a una terapia anticoagulante che riduce il rischio di trombosi al 1-2%".Inoltre, è importante indossare correttamente la calza elastica: "In numerosi studi di confronto tra calze utilizzate insieme alla profilassi farmacologica non è emersa alcuna differenza statisticamente significativa tra le calze sopra il ginocchio e i gambaletti. La decisione su quale tipo di calza elastica impiegare dopo l'intervento è quindi influenzata da diversi fattori quali la compliance, la facilità d'uso e i costi. Per questi motivi spesso la scelta ricade sulle calze a gambaletto che vengono indossate correttamente nel 70% dei casi. Le calze lunghe, invece, risultano meno confortevoli, producono un 'effetto laccio' durante la flessione del ginocchio e tendono a scendere quando la coscia ètroppo grossa, richiedendo a volte l'aiuto di un'altra persona per essere indossate e sono più costose".
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L'Azienda Socio Sanitaria Pini-CTO, punto di riferimento per l'ortopedia, la riabilitazione specialistica, la reumatologia e la neurologia, a livello nazionale, comprende a Milano tre presidi ospedalieri: il Gaetano Pini, il CTO e il Polo Riabilitativo Fanny FinziOttolenghi. L'ASST Gaetano Pini-CTO - evoluzione della Scuola Ortopedica milanese nata nel 1874 - è specializzata in patologie e traumi dell'apparato muscolo-scheletrico, reumatologia e fisiatria. L'Azienda accoglie ogni anno 823mila utenti e i suoi specialisti lavorano con le più sofisticate tecniche di imaging, attraverso sale operatorie sia convenzionali sia dotate di robotica, l'ASST Gaetano Pini-CTO è centro erogatore per la presa in carico dei pazienti cronici nell'ambito delle patologie reumatiche e della Malattia di Parkinson.
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