La sola chirurgia per il trattamento del tumore al pancreas non basta più. Oggi, meno del 20% dei pazienti è candidabile per una chirurgia con intento "curativo", con una sopravvivenza a 5 anni pari all'8,1% e a 10 anni pari al 3%*. Questo dimostra che l'intervento chirurgico, da solo, non è da considerarsi risolutivo della malattia.
L'Ospedale Pederzoli di Peschiera del Garda, da sempre riconosciuto come una delle eccellenze nel trattamento del tumore al pancreas, punta su quella che si definisce "strategia terapeutica". Questo metodo affonda le radici nell'approccio multidisciplinare che ha caratterizzato lo stile del gruppo chirurgico fondato dal Professor Paolo Pederzoli fin dagli anni '80 e che vede coinvolti all'interno del percorso diagnostico/terapeutico diverse figure specialistiche. La valutazione del paziente viene affidata a un'équipe di specialisti: oncologi, radiologi, chirurghi e psicoterapeuti, che insieme, a seguito della diagnosi, applicano terapie personalizzate.
"Strategia significa inserire il paziente in un protocollo "mirato" che può prevedere l'utilizzo della chemioterapia prima dell'intervento chirurgico, altre volte invece l'ordine dei trattamenti deve essere invertito - ha spiegato il dottor Roberto Girelli, responsabile del centro terapie complementari del tumore al pancreas dell'Ospedale Pederzoli - Il chirurgo lavora spalla a spalla con l'oncologo, il radioterapista e con tutti i membri dell'équipe multidisciplinare. L'approccio alla chirurgia pancreatica moderna non è più esclusivo, come succedeva anni fa: oggi il chirurgo è inserito in un team multidisciplinare e discute ogni singolo caso con gli altri specialisti dedicati allo scopo di prescrivere un trattamento sempre più "personalizzato".
L'approccio multidisciplinare, le strategie terapeutiche, insieme agli aspetti tecnici relativi alla chirurgia pancreatica, sono i temi affrontati nel V corso organizzato dall'Unità di chirurgia pancreaticarivolto ai chirurghi. Una tre giorni di corso, 28, 29 e 30 ottobre a cui aderiranno 35 chirurghi provenienti da tutta Italia che potranno approfondire tematiche relativa alla diagnosi, alla gestione del paziente sottoposto a chirurgia pancreatica maggiore, l'iter terapeutico, l'approccio multidisciplinare, il trattamento delle complicanze e la chirurgia mini invasiva anche per mezzo del robot.
La chirurgia robotica ha un ruolo fondamentale nel trattamento del tumore al pancreas proprio per il suo carattere di mini invasività. "Utilizziamo il robot per quello che viene considerato l'intervento più complesso della chirurgia oncologica addominale noto come duodeno cefalo pancreasectomia. Siamo attualmente l'unica struttura nel Nord Italia ad usare questo approccio - ha sottolineato il dottor Giovanni Butturini, responsabile dell'Unità di chirurgia pancreatica dell'Ospedale Pederzoli - Sono diversi i vantaggi che questo tipo di metodica offre: maggior sicurezza per il chirurgo e per il paziente oltre a tutti i vantaggi della mini-invasività. Si tratta di un'esperienza che noi affrontiamo con entusiasmo e passione e possiamo dire che i risultati ottenuti sono soddisfacenti".
Inserito in un contesto europeo, l'Ospedale Pederzolisi confronta costantemente con strutture europee ad alto volume di interventi, per condividere esperienze e conoscenze. "I risultati di questa condivisione di esperienza ci permettono di sviluppare trials clinici che coinvolgono un grande numero di pazienti: questo favorisce studi in grado di fornire risposte a problematiche ancora aperte sia in chirurgia pancreatica che nello specifico nel trattamento del tumore al pancreas - ha commentato la dottoressa Isabella Frigerio membro del Consiglio direttivo dell'Associazione europea dei chirurghi epato-bilio-pancreatici (AHPBA). Questo confronto di respiro europeo ci permette di fornire una formazione di altissimo livello".
*Fonte dati: Airc
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