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venerdì 29 giugno 2018

SALUTE, AMERICAN CANCER SOCIETY: SU E-CIG SERVE PIU’ INFORMAZIONE, SONO MENO DANNOSE

SALUTE, AMERICAN CANCER SOCIETY: SU E-CIG SERVE PIU' INFORMAZIONE, SONO MENO DANNOSE

L'organizzazione americana: con sigarette elettroniche si evitano 7.000 sostanze chimiche e 70 cancerogeni


Roma, 29 giugno 2018. La sigaretta elettronica è meno dannosa della sigaretta tradizionale. Eppure è ancora grande la disinformazione che circonda i dispositivi elettronici che devono e possono essere conosciuti meglio, specie per i benefici che possono garantire in termini di tutela della salute e riduzione del rischio. A sottolinearlo è l'American Cancer Society, l'organizzazione no-profit americana fondata nel 1913 da sempre in prima linea nella lotta contro il cancro: "molti consumatori – avvertono i ricercatori dell'American Cancer Society - sono disinformati sui danni degli apparecchi elettronici che riscaldano nicotina: la maggior parte di essi crede infatti, erroneamente, che siano dannosi quanto l'uso del tabacco combusto".

La prestigiosa organizzazione statunitense infatti, nella pubblicazione sulla rivista bimestrale CA: A Cancer Journal for Physicians, condanna dunque sia l'uso della sigaretta tradizionale, ma soprattutto la deviata percezione sull'uso della sigaretta elettronica: "L'american Cancer Society – si legge nel commento - si impegnerà ad elaborare nuove ed efficaci strategie per contrastare l'uso di ogni forma di tabacco combusto: Il fumo di sigaretta è la principale causa di insorgenza del tumore, malattia che rappresenta il 98% delle morti correlate all'uso del tabacco". E sottolinea: "Pur non avendo tutte le informazioni sui rischi e i benefici delle sostanze presenti nelle sigarette elettroniche queste, non bruciando tabacco, disinnescano un processo di 7000 sostanze chimiche, tra le quali almeno 70 cancerogene. La deviata percezione sull'uso della sigaretta elettronica impone l'urgenza di una più corretta educazione del consumatore finale".

Nell'ambito del suo impegno, l'American Cancer Society ha sviluppato un vero e proprio piano di azione per contrastare l'uso del tabacco combusto, in particolare attraverso la tutela dei giovanissimi e dei gruppi demografici più a rischio e alla promozione di un quadro normativo per il tabacco e la nicotina. Obiettivo è la completa cessazione di tabacco combusto per tutti i fumatori ed evidenziare che - nonostante il dibattito sul potenziale deterrente della sigaretta elettronica all'uso della sigaretta tradizionale sia ancora aperto - l'inalazione del tabacco combusto comporti un rischio molto più elevato rispetto ai dispositivi di nuova generazione.

"Quella dell'American Cancer Society – ha commentato il Prof. Fabio Beatrice, docente all'Università di Torino e Direttore della Struttura Complessa di Otorinolaringoiatria e del Centro Antifumo dell'Ospedale San Giovanni Bosco di Torinoè una posizione di cui fare tesoro. La tutela della salute, attraverso il principio della riduzione del danno, parte dalla conoscenza e dalla consapevolezza che si può e forse si deve, specie nei casi di maggior resistenza alla cessazione del fumo di sigaretta tradizionale, percorrere un'alternativa pragmatica, concreta e soprattutto ricevibile come appunto il fumo elettronico, che riduce il danno di almeno il 95% rispetto al fumo di tabacco tradizionale".



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2 luglio, Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città

2 luglio, Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città

A ROMA IL 2 E 3 LUGLIO, VILLAGGIO DELLA SALUTE PER I CITTADINI IN PIAZZA SAN SILVESTRO

La Giornata si celebra per richiamare l'attenzione e stimolare l'azione dei Sindaci sulla necessità e l'urgenza di promuovere la salute nelle città come bene comune; promossa da Health City Institute e Cittadinanzattiva, con il patrocinio di Ministero della Salute, ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani, Istituto Superiore di Sanità

Il Villaggio della salute nelle città è realizzato grazie alla collaborazione di Cia-Agricoltori italiani, IBDO-Italian Barometer Diabetes Observatory, FederDiabete Lazio, IAPB Italia Onlus-Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità e FIDAL-Federazione italiana di atletica leggera


In occasione delle manifestazioni della prima Giornata nazionale per la salute e il benessere nelle città promossa da Health City Institute e Cittadinanzattiva, con il patrocinio di Ministero della Salute, ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani e Istituto Superiore di Sanità, il 2 e 3 luglio sarà allestito in Piazza San Silvestro, Roma, il Villaggio della salute nelle città. Dedicato all'informazione e alla prevenzione delle più comuni malattie legate alla vita urbana, come diabete e obesità, è realizzato in collaborazione con Cia-Agricoltori Italiani, IBDO-Italian Barometer Diabetes Observatory, FederDiabete Lazio, IAPB Italia Onlus-Agenzia Internazionale per la prevenzione della cecità e FIDAL-Federazione italiana di atletica leggera.

All'interno della tensostruttura a forma circolare sarà possibile effettuare percorsi interattivi, informativi ed educativi, dedicati alla promozione di corretti stili di vita alimentari e salutistici. Verrà illustrato il progetto di Health City Institute, ANCI-Gruppo Urban Health, CittadinanzAttiva e Cia-Agricoltori Italiani per creare nelle maggiori città italiane gli "Orti della salute", laboratori incentrati sulla promozione dei corretti stili di vita, che punta a coinvolgere i cittadini, a partire dai più giovani e dalle famiglie nelle scelte salutari; saranno promossi i progetti volti a promuovere l'attività motoria e gli stili di vita realizzati da Fidal, come "Bandiera Azzurra", in collaborazione con la Scuola del Cammino, che riconosce, qualificandole come Città della Corsa e del Cammino, i centri urbani che offrano ai propri cittadini la possibilità di praticare sport all'aria aperta in aree e percorsi certificati.

FederDiabete Lazio sensibilizzerà le persone sull'importanza della prevenzione e della diagnosi precoce del diabete, quale elemento imprescindibile di salvaguardia della salute. Il diabete è una pandemia in continua espansione, che colpisce in Italia oltre 3 milioni e mezzo di persone, 390 mila nel Lazio, di cui quasi 190 mila nella sola Capitale; in particolare, IAPB Italia Onlus informerà sulla prevenzione della retinopatia diabetica. 

L'iniziativa è inserita nell'ambito del progetto Cities Changing Diabetes®, un progetto internazionale realizzato da UCL-University College of London e Steno Diabetes Center e sostenuto da Novo Nordisk.

La Giornata nazionale della salute e del benessere nelle città

La Giornata è stata istituita, e viene celebrata il 2 luglio di ogni anno, promossa da Health City Institute e Cittadinanzattiva, con il patrocinio del Ministero della Salute, di ANCI - Associazione Nazionale Comuni Italiani e dell'Istituto Superiore di Sanità. Si propone di richiamare l'attenzione e stimolare l'azione dei Sindaci sulla necessità e urgenza di promuovere la salute nelle città come bene comune. L'esigenza di promuovere la salute e il benessere nelle cit nasce dalla crescita delle malattie croniche non trasmissibili come diabete e obesità, fenomeno strettamente legato all'aumento della popolazione urbana e che rappresenta oggi il principale rischio per la salute e lo sviluppo umano.


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Ad ottobre al via la 3° Edizione della Settimana Nazionale della Dislessia promossa da Associazione Italiana Dislessia


Ad ottobre al via la 3° Edizione
della Settimana Nazionale della Dislessia
promossa da Associazione Italiana Dislessia

 

1 - 7 ottobre 2018

 

L'iniziativa prevede il coinvolgimento di oltre 1.000 volontari e la collaborazione di 300 tra enti pubblici e istituzioni scolastiche per la realizzazione di un articolato programma di eventi di informazione e sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale

 

Bologna, 29 giugno 2018 – Dall'1 al 7 di ottobre 2018, Associazione Italiana Dislessia organizza la 3° edizione della Settimana Nazionale della Dislessia, in concomitanza a livello europeo, con la European Dyslexia Awareness Week.
 
L'iniziativa, dopo il successo delle scorse edizioni, prevede un ricco programma di eventi di informazione e sensibilizzazione su tutto il territorio nazionale, che vedrà impegnati oltre 1.000 volontari AID, in collaborazione con 300 istituzioni tra enti pubblici e istituti scolastici.
 
Filo conduttore della manifestazione di quest'anno sarà la sinergia di due elementi fondamentali nella visione dell'Associazione, sin dalla sua fondazione: il potenziale e la collaborazione.  Le persone con DSA possono riuscire ad esprimere e valorizzare il proprio potenziale, grazie alla cooperazione delle persone che li circondano siano essi genitori, docenti, specialisti o datori di lavoro, attraverso diverse strategie d'apprendimento o metodologie di lavoro.
 
Quest'anno, AID si pone l'obiettivo di includere nella riflessione sui DSA anche gli adulti, aprendosi a temi come l'accesso al mondo universitario, l'inserimento lavorativo e, più in generale, tutte le tematiche che riguardano il passaggio all'età adulta: un percorso di vita che necessita uno sviluppo positivo, in ogni suo aspetto, per consentire un'effettiva inclusione e una reale scoperta delle potenzialità personali.
 
A partire da inizio settembre, sul sito nazionale di AID, sarà disponibile una mappa navigabile degli eventi organizzati dalle sezioni AID in tutta Italia.

AID: Associazione Italiana Dislessia
AID - Associazione Italiana Dislessia - nasce con la volontà di fare crescere la consapevolezza e la sensibilità verso il disturbo della dislessia evolutiva, che in Italia interessa circa 2.000.000 di persone. L'Associazione conta oltre 18.000 soci e 98 sezioni attive distribuite su tutto il territorio nazionale. AID lavora per approfondire la conoscenza dei DSA e promuovere la ricerca, accrescere gli strumenti e migliorare le metodologie nella scuola, affrontare e risolvere le problematiche sociali legate ai DSA. L'Associazione, senza fini di lucro, è aperta ai genitori e familiari di bambini dislessici, ai dislessici adulti, agli insegnanti e ai tecnici (logopedisti, psicologi, medici).


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giovedì 28 giugno 2018

Leucemia Mieloide Acuta, il quizartinib riduce del 24% il rischio di morte rispetto alla chemioterapia nei pazienti con LMA recidivante/refrattaria con mutazioni di FLT3-ITD


Congresso EHA 2018

Leucemia Mieloide Acuta, il quizartinib riduce del 24% il rischio di morte rispetto alla chemioterapia nei pazienti con LMA recidivante/refrattaria con mutazioni di FLT3-ITD .

 

Roma, 19 giugno 2018 -  Daiichi Sankyo ha presentato in Svezia, al 23esimo Congresso dell'European Hematology Association (EHA), i risultati positivi dello studio pilota di fase III QuANTUM-R, che saranno alla base delle prossime sottomissioni alle autorità regolatorie di tutto il mondo. Con una riduzione del 24% del rischio di morte, il trattamento innovativo con quizartinib in monoterapia prolunga significativamente la sopravvivenza complessiva (6,2 mesi) rispetto alla chemioterapia di salvataggio (4,7 mesi) nei pazienti con leucemia mieloide acuta (LMA) recidivante o refrattaria con mutazioni FLT3-ITD, dopo il trattamento di prima linea. La probabilità di sopravvivenza a 1 anno è stata stimata al 27 % per i pazienti trattati con quizartinib rispetto al 20% per pazienti trattati con chemioterapia di salvataggio.

La leucemia mieloide acuta con mutazioni FLT3-ITD è una neoplasia maligna aggressiva del sangue e del midollo osseo che causa la crescita e l'accumulo incontrollati di globuli bianchi maligni che non funzionano regolarmente e interferiscono con la produzione delle cellule normali del sangue.1

Le mutazioni del gene FLT3 costituiscono una delle più comuni anomalie genetiche della Leucemia Mieloide Acuta.2  La mutazione FLT3-ITD è la più comune mutazione dell' FLT3 e colpisce all'incirca 1 paziente su 4 con LMA.3,4,5,6 I pazienti affetti da LMA con mutazioni FLT3-ITD hanno una prognosi complessiva peggiore, che comprende un aumento dell'incidenza di recidiva con un rischio di morte circa due volte maggiore dopo la segnalazione della recidiva stessa, nonché una maggiore probabilità di recidiva dopo trapianto di cellule staminali, rispetto ai pazienti senza questa mutazione.7,8 La sopravvivenza a cinque anni della LMA, tra il 2005 e il 2011, era all'incirca del 26%, la più bassa di tutte le leucemie.1"La leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria con mutazioni FLT3-ITD rappresenta un bisogno altamente insoddisfatto, dal momento che i pazienti affetti da  questa forma aggressiva della malattia hanno complessivamente una prognosi negativa, come evidenziato dai bassi tassi di risposta alle terapie attualmente disponibili, dall'alto rischio di recidive e dalla sopravvivenza complessiva più breve rispetto a coloro che soffrono della LMA senza mutazione -  ha spiegato il dottor Jorge E. Cortes, Vice Presidente del Dipartimento di Leucemia nella Divisione di Medicina Oncologica dell'Università del Texas - "Per questa specifica forma di leucemia, questi risultati rappresentano i primi dati clinici riportati che dimostrano che un agente in monoterapia può migliorare significativamente la sopravvivenza complessiva, suggerendo che il  quizartinib  possa potenzialmente aiutare i pazienti affetti da LMA a vivere più a lungo. Inoltre, nello studio, una percentuale maggiore di pazienti del braccio quizartinib hanno ricevuto un trapianto di cellule staminali rispetto al braccio chemioterapia."

 

I risultati di QuANTUM-R mostrano che nei pazienti affetti da LMA recidivante o refrattaria con mutazioni FLT3-ITD che hanno ricevuto il trattamento con il quizartinib in monoterapia è stata osservata una riduzione del rischio di morte del 24% rispetto ai pazienti trattati con chemioterapia di salvataggio (hazard ratio [HR] = 0,76- P=0,0177 - 95% CI 0,58-0,98). La sopravvivenza complessiva media è stata di 6,2 mesi (95% CI a due code 5,3-7,2) per il braccio quizartinib e 4,7 mesi (95% CI a due code 4,0-5,5) per il braccio chemioterapia di salvataggio. La probabilità di sopravvivenza stimata a 1 anno è stata del 27 % per i pazienti trattati con quizartinib e del 20% per pazienti trattati con chemioterapia di salvataggio. "I risultati di questo studio sono coerenti con quelli precedenti di fase II e dimostrano la validità della strategia di colpire la mutazione FLT3-ITD. Siamo incoraggiati da questi dati che saranno alla base delle sottomissioni presso le autorità regolatorie in tutto il mondo. Se approvato, il quizartinib ha il potenziale di ridefinire il trattamento dei pazienti con leucemia mieloide acuta recidivante o refrattaria con mutazioni FLT3-ITD. - ha commentato Antoine Yver, Vicepresidente esecutivo e Direttore globale del Dipartimento di ricerca e sviluppo oncologici di Daiichi Sankyo. "I dati raccolti, inoltre, approfondiscono la nostra conoscenza di questo tipo di LMA difficile da trattare, mentre continuiamo ad esplorare il potenziale ruolo del quizartinib in combinazione con la chemioterapia e altri meccanismi, al fine di sviluppare ulteriormente il trattamento anche nelle nuove diagnosi.".

 

Il profilo di sicurezza osservato nello studio QuANTUM-R appare coerente con quello osservato a dosi simili nel programma di sviluppo clinico del quizartinib. La durata media del trattamento con quizartinib è stata di 4 cicli di 28 giorni  (97 giorni; range: 1-1,182 giorni) versus 1 ciclo (range: 1-2) nel braccio con chemioterapia di salvataggio. L'intensità mediana della dose relativa per quizartinib era dell'89%.  L'incidenza degli eventi avversi emergenti dal trattamento sono comparabili tra i pazienti che hanno ricevuto il quizartinib in monoterapia (n=241) e quelli trattati con la chemio di salvataggio (n=94).  Gli eventi avversi più comuni (>30%, di qualunque grado) in pazienti riceventi quizartinib versus chemioterapia, includevano, rispettivamente: nausea (48 vs 42%), trombocitopenia (39 vs 34%), stanchezza (39 vs 29%), dolore muscoloscheletrico (38 vs 29%), iperpiressia (38 vs 45%), anemia (37 vs 32%), neutropenia (34 vs 26 percent), neutropenia febbrile (34 vs 28%), vomito (33 vs 21%) e ipocalcemia (32 vs 28%). Gli eventi avversi più comuni di grado ≥3 (>10% dei pazienti) sono stati: trombocitopenia (35 vs 34%), anemia (30 vs 29%), neutropenia (32 vs 25%), neutropenia febbrile (31 vs 21%), leucopenia (17 vs 16%), sepsi/shock settico (16 vs 18%), ipocalcemia (12 vs 9%) e polmonite (12 vs 9%). L'intervallo QTcF >500 msec è stato osservato in 8 pazienti (3,3%) e 2 dei 241 pazienti hanno interrotto il  trattamento con quizartinib  a causa del prolungamento dell'intervallo QTcF. Nel braccio con quizartinib non sono stati registrati eventi di grado 4 di prolungamento dell'intervallo QTcF (torsade de pointe, morte improvvisa o arresto cardiaco).

 

Informazioni sul trial QuANTUM-R

QuANTUM-R è uno studio pilota, globale, di fase III, randomizzato, in aperto, che in 19 Paesi ha arruolato 367 pazienti con LMA recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD. I soggetti sono stati randomizzati in rapporto di 2:1 per ricevere quizartinib in monoterapia (60 mg, con 30 mg di lead-in) oppure chemioterapia di salvataggio. L'endpoint primario dello studio era quello di determinare se quizartinib in monoterapia potesse prolungare la sopravvivenza globale rispetto alla chemioterapia di salvataggio, dopo la somministrazione della terapia di prima linea. L'endpoint secondario era la sopravvivenza libera da eventi.

 

Informazioni su quizartinib

Il Quizartinib è il prodotto di punta del franchise sperimentale sulla Leucemia Mieloide Acuta di Daiichi Sankyo Cancer Enterprise. E' un inibitore selettivo orale dell' FLT3, attualmente in fase III di sperimentazione a livello globale per la LMA recidivante/refrattaria (studio QuANTUM-R) e di nuova diagnosi (studio QuANTUM-First) con mutazioni FLT3-ITD, e in fase II di sviluppo in Giappone per la LMA recidivante/refrattaria con mutazioni FLT3-ITD.

Il quizartinib ha ottenuto, dalla Food and Drug Administration (FDA) statunitense, la designazione di "Fast Track" (procedura accelerata) per il trattamento della LMA recidivante/refrattaria, e la denominazione di farmaco orfano dalla stessa FDA e dall'Agenzia europea dei medicinali (EMA) per il trattamento della LMA. Il quizartinib è una molecola in fase di sperimentazione non approvata per alcuna indicazione in alcun Paese. La sicurezza e l'efficacia non sono state ancora determinate.

 

Daiichi Sankyo Cancer Enterprise

La vision di Daiichi Sankyo Cancer Enterprise consiste nell'applicazione di conoscenze e capacità innovative guidate da un pensiero non convenzionale per sviluppare trattamenti significativi per i pazienti affetti da cancro. L'azienda è impegnata a trasformare la scienza in valore per il paziente, e questo impegno è presente in tutte le sue attività.

L'obiettivo è quello di mettere a disposizione dei pazienti sette nuove molecole nei prossimi otto anni, dal 2018 al 2025, avvalendosi dei risultati dei SUOI tre pilastri: il Franchise Anticorpo Farmaco Coniugato, quello dedicato alla Leucemia Mieloide Acuta e quello di ricerca focalizzato sullo sviluppo delle nuove molecole (Fase I).

I Centri di ricerca della Daiichi Sankyo Cancer Enterprise includono due laboratori di bio/immuno-oncologia e "small molecules" in Giappone e Plexxikon Inc. a Berkeley (California), e il centro di R&S sulla struttura delle "small molecules". Tra i composti che si trovano nella fase cruciale di sviluppo figurano: DS-8201, un coniugato anticorpo-farmaco (ADC) per i carcinomi HER2-positivi della mammella, dello stomaco ed altri, il quizartinib, un inibitore orale selettivo di FLT3 per la leucemia mieloide acuta (AML) con mutazioni di FLT3-ITD di nuova diagnosi e recidivante/refrattaria, e il pexidartinib, un inibitore orale di CSF-1R per il tumore tenosinoviale a cellule giganti (TGCT).  



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Salute e alimentazione. Frutta, verdura e carboidrati integrali: così la fertilità si preserva anche a tavola

Frutta, verdura e carboidrati integrali: così la fertilità si preserva anche a tavola

Una dieta sana ed equilibrata aiuta a mantenere la capacità riproduttiva. «Attenzione a intolleranze alimentari, obesità e alcolici», osserva Marina Bellavia specialista del centro Procrea

 

La prevenzione della fertilità inizia dagli stili di vita. E i cibi che si mettono in tavola possono aiutare a mantenere in buona salute la propria capacità riproduttiva. In una società dove una coppia su cinque soffre di problemi di infertilità (dati OMS), è bene quindi prestare attenzione alle proprie abitudini. «Evitare il fumo, l'eccesso di alcol e l'uso di droghe: sono le prime raccomandazioni che rivolgiamo alle coppie che sono alla ricerca di un figlio», premette Marina Bellavia, ginecologa, specialista in Medicina della riproduzione del centro di fertilità ProCrea di Lugano

«L'alimentazione rientra tra le abitudini di vita che influiscono sulla nostra fertilità. Pur non essendoci delle ricette miracolose, sono diversi gli studi che indicano un'alimentazione equilibrata quale primo passo per conservare la propria capacità fertile».

Una ricerca della Harvard School of Public Health ha scoperto un calo dei problemi di infertilità nelle donne alla ricerca di un figlio che seguivano una dieta sana: chi segue regimi alimentari corretti riduce del 66% il rischio di infertilità per problemi di ovulazione. In una equilibrata alimentazione rientra anche l'assunzione di caffè. Nessuna controindicazione davanti al consumo di un paio di tazze al giorno, ma le donne che consumano più di cinque caffè al giorno, secondo uno studio danese della Fertility Clinic di Aarhus, avrebbero il 50% di probabilità in meno di ottenere il successo con una fertilizzazione in vitro.

Cosa mettere in tavola? In generale le raccomandazioni riguardano: «Evitare i grassi saturi, preferire pane, pasta e riso integrali, assumere proteine vegetali - dice Bellavia -. Una dieta corretta deve tener conto di prodotti stagionali e prevedere l'assunzione regolare di frutta e verdura. Sul fronte maschile viene raccomandata l'assunzione di antiossidanti - come per esempio ciliege, cioccolato fondente, carote e the verde - che permettono di combattere quello stress ossidativo determinato da colesterolo, diabete, fumo, che può danneggiare il processo di spermatogenesi, ovvero la produzione di spermatozoi».

Dalla tavola possono derivare anche problemi di infertilità. «Le intolleranze alimentari sono correlate alla capacità fertile», sottolinea la specialista di ProCrea. «Possono causare una diminuzione delle probabilità di impianto dell'embrione, aborti ricorrenti e ritardo di crescita intrauterina. Infatti, l'assunzione di cibi non tollerati provoca un'infiammazione cronica e quindi una risposta immunologica esagerata che può essere dannosa per la maturazione degli ovuli». Inoltre, «una problematica di malassorbimento, anche se non percepito dalla paziente, può portare ad un deficit di vitamina D e K, di ferro, acido folico e altri oligoelementi essenziali all'organogenesi del feto». Non solo. «Sovrappeso e obesità aumentano l'infertilità. Nell'uomo provocano la riduzione del numero e della motilità degli spermatozoi e aumentano in maniera significativa il danno al DNA dei gameti. Nella donna c'è un aumento dell'incidenza di aborti spontanei e si hanno importanti modifiche a livello follicolare, con alterazione dei livelli di ormoni chiave che possono influenzare negativamente l'ovulazione».

Per questo è fondamentale seguire un'alimentazione salutare, «ma anche fare dell'attività fisica: la sedentarietà è nemica della fertilità». Conclude Bellavia: «Da non dimenticare il fattore età che, in particolare nella donna, influisce in modo determinante sulle possibilità di avere una gravidanza».

 

 

ProCrea - Con una lunga esperienza nel campo della medicina della riproduzione, ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un'équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare, ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell'infertilità con tecniche d'avanguardia. La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8. 



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EDUCAZIONE ALIMENTARE: concluso con successo il progetto didattico "Io so che pesci pigliare"

Concluso con successo il progetto di educazione alimentare di Rizzoli Emanuelli "Io so che pesci pigliare"

 

L'iniziativa, che ha coinvolto oltre 25.000 bambini delle scuole primarie, puntava a far conoscere e tutelare le risorse del mare e a trasferire in maniera divertente le proprietà e i benefici del pesce in una corretta e sana alimentazione.

 

Parma, 28 giugno 2018 – Grazie al progetto didattico Rizzoli Emanuelli i ragazzi adesso sanno "che pesci pigliare"! L'iniziativa, che si è svolta nell'anno scolastico 2017-18, ha coinvolto oltre 415 scuole primarie di Lombardia, Piemonte, Veneto, Emilia-Romagna e provincia di Roma.

 

Rizzoli Emanuelli, storico protagonista nel mercato delle conserve ittiche da sempre attento ai temi della responsabilità sociale, ha realizzato il progetto "Io so che pesci pigliare" per sensibilizzare sulla tutela del mare, divulgare la conoscenza dell'intera filiera dalla pesca alla tavola e trasferire i principi nutrizionali e i benefici legati al consumo di pesce, un alimento prezioso che contribuisce a crescere e stare in salute.

 

Grazie a un creativo progetto interdisciplinare, la Scuola Primaria T. Righi dell'istituto Comprensivo Poviglio- Brescello di Reggio Emilia è arrivata prima, aggiudicandosi la LIM in palio. I bambini dell'istituto hanno realizzato originali elaborati dai titoli "La leggenda delle Alici", "Pesci al vento", "Il giro d'Italia", "Peschereccio Pesche-re" e "Rotorizzolandia",

composti da un coloratissimo libro sulla leggenda delle acciughe, un brogliaccio con tantissimi disegni, schede di approfondimento con poesie a tema e persino uno scacciapensieri marino sonoro.

 

Premiato anche "Il meraviglioso mondo delle acque", realizzato dalla Scuola Primaria "IV novembre" di Portogruaro Venezia, che partendo dallo studio dell'ambiente marino e della morfologia dei pesci, ha inventato una storia originale e divertente con protagonista un pesce, anche in inglese "The little fish". L'elaborato ha, inoltre, analizzato le caratteristiche nutritive dei pesci, i metodi di cottura attraverso la realizzazione di videoricette, e si è concluso con l'ideazione di un originale rebus.

 

Vince un tablet anche la Scuola Primaria Giuseppina Cibien di Belluno grazie a un elaborato interdisciplinare dal titolo "Adesso sappiamo che pesci pigliare". I bambini dell'istituto hanno cercato prima un legame con l'acqua del proprio territorio di montagna per realizzare poi una carta d'identità, comprensiva di zona FAO di provenienza, per ogni pesce. Il progetto è stato completato da ricette, cartellone di benvenuto, fantasiosi pesci di cartone, una simpatica canzone e un filmato.

 

"È stata una selezione davvero combattuta, siamo stati travolti da un vero mare di creatività e stimoli nuovi, complimenti a tutti i ragazzi, gli insegnanti e le famiglie per l'entusiasmo e l'impegno con cui hanno aderito al nostro progetto didattico. I contributi interpretano al meglio l'obiettivo dell'iniziativa, ovvero riscoprire il valore del mare e sensibilizzare verso un atteggiamento critico e più responsabile nelle scelte alimentari", ha dichiarato Federica Siri, Marketing & Trade Marketing Manager di Rizzoli Emanuelli.

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Con sede a Parma, Rizzoli Emanuelli è un'azienda storica nel mercato delle conserve ittiche, attiva dal 1906. Elevati standard qualitativi, grande attenzione alla selezione delle materie prime, la scelta di una pesca sostenibile rispettosa dell'ecosistema marino, l'utilizzo di packaging innovativi sono gli asset distintivi di questa società che coniuga nuove tecnologie di produzione con una lavorazione artigianale per mantenere inalterato tutto il gusto fresco di mare e le proprietà nutrizionali dei propri prodotti.

Rizzoli Emanuelli propone un'ampia selezione premium che comprende alici, tonno e sgombro in diverse linee per la famiglia e la ristorazione.




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mercoledì 27 giugno 2018

AMCLI - VACCINI: PARTE DA MILANO UN TOUR PER MISURARE L’APPLICAZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE VACCINALE

VACCINI: PARTE DA MILANO UN TOUR PER MISURARE L'APPLICAZIONE DEL PIANO NAZIONALE DI PREVENZIONE VACCINALE

Il progetto - promosso da AMCLI – Associazione Microbiologi Clinici Italiani – inizia il 2 luglio da Milano e toccherà Perugia e Cagliari. Focus su pertosse, morbillo, rosolia, parotite e varicella. 


Le strategie di contenimento ed eliminazione di queste malattie infettive sono possibili grazie alle vaccinazioni, ma anche grazie all'attuazione di sistemi di sorveglianza efficaci e di attività di laboratorio microbiologico di elevata qualità. Milano e la Lombardia all'avanguardia in Italia.

Milano, 27 giugno 2018 – Mentre resta acceso il dibattito sull'opportunità del piano nazionale di prevenzione vaccinale, con stravaganti proposte di riduzione del numero di vaccini da somministrarsi ai bambini, occorre non abbassare la guardia nel controllo sull'effettiva incidenza di queste infezioni. Un risultato alla portata del sistema paese, soprattutto se si riesce ad integrare la vigilanza e la diagnostica del laboratorio di microbiologia.

Parte con questo ambizioso obiettivo l'iniziativa promossa da AMCLI – Associazione Microbiologi Clinici Italiani, di concerto con l'Istituto Superiore di Sanità, e il contributo non condizionato di DiaSorin, che si articola in 3 incontri che si svolgeranno nel 2018. Il primo appuntamento è fissato per lunedì 2 luglio 2018, con inizio alle ore 14.00, presso l'Aula Magna dell'ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda di Milano.

Tutti i paesi dell'Unione europea hanno una lunga tradizione nell'attuazione di programmi di vaccinazione. Ad esempio, il livello di controllo sull'epatite B, sulla poliomielite e sul tetano è eccellente in molti paesi, tra i quali l'Italia. Nonostante ciò, per altre malattie infettive di rilevanza sociale prevenibili con le vaccinazioni, quali il morbillo, la parotite, la rosolia, la pertosse e la varicella, il livello di controllo è diminuito drasticamente negli ultimi decenni. In Italia, la riduzione costante nel tempo delle coperture vaccinali ha determinato un aumento di circolazione di queste malattie infettive e di presenza sempre più numerosa di pazienti critici suscettibili che si ammalano gravemente, a causa della perdita dei vantaggi dell'immunità di gregge.

Come ricorda Tiziana Lazzarotto, Microbiologa dell'Università di Bologna e Membro del Direttivo AMCLI, secondo gli ultimi dati disponibili, infatti, si sono registrati in Italia, nel 2017, un totale di 4.991 casi di morbillo, inclusi 4 decessi; 65 casi di rosolia e 503 casi di pertosse. Per quanto riguarda la varicella, dal 2009 al 2013 è stato osservato un dimezzamento dei casi di malattia, attestandosi oggi a circa 100 casi ogni 100.000 persone infette. Nonostante ciò, la varicella continua a rappresentare un problema di sanità pubblica, soprattutto in età pediatrica.

A marzo 2017, l'azione delle Istituzioni è stata fortemente concreta e finalizzata alla prevenzione attiva con l'introduzione del nuovo Piano nazionale di prevenzione vaccinale 2017-2019. Le strategie di contenimento ed eliminazione di queste malattie infettive accanto alle misure igienico-sanitarie generali e alle misure vaccinali prevedono la creazione di sistemi di sorveglianza efficaci e di attività di laboratorio microbiologico di elevata qualità.

"Come Associazione dei Microbiologi Clinici Italiani, di concerto con l'Istituto Superiore di Sanità, abbiamo ritenuto utile promuovere questo ciclo di incontri itineranti allo scopo di condividere con tutte le figure professionali coinvolte nel controllo delle infezioni/malattie prevenibili con le vaccinazioni i più recenti dati sulla sorveglianza, per comprendere l'impatto dei programmi di vaccinazione del Paese, la prevalenza e la diffusione della malattia, sulle strategie vaccinali, per comprendere il potenziale dei nuovi vaccini disponibili e sulla diagnosi clinica per comprendere la gestione armonizzata dei pazienti. Vogliamo riaffermare l'imprescindibile ruolo e contributo che la diagnosi microbiologica offre ogni giorno per comprendere la corretta esecuzione (nei tempi e nei modi) ed interpretazione della diagnostica di laboratorio" ha spiegato Pierangelo Clerici, Presidente AMCLI e Direttore dell'Unità Operativa di Microbiologia dell'Azienda Socio Sanitaria Territoriale Ovest milanese che modererà i lavori con Carlo Federico Perno, delegato AMCLI della regione Lombardia e Direttore dell'UO di Microbiologia dell'Ospedale Metropolitano Niguarda, Università di Milano.

La scelta di trattare le problematiche connesse alle infezioni/malattie causate dai Virus del Morbillo, Rosolia, Parotite, Varicella e dalla Bordetella pertussis, nasce dall'interesse che essi rivestono sia per loro diffusione sia per le recenti acquisizioni diagnostiche, prognostiche e terapeutiche.

AMCLI - Associazione Microbiologi Clinici Italiani - è stata costituita nel 1970 ed è articolata su delegazioni regionali. L'associazione scientifica ha sede a Milano ed è attualmente presieduta dal prof. Pierangelo Clerici, Direttore U.O. Microbiologia A.S.S.T Ovest Milanese, Legnano. Tra le finalità statutarie di AMCLI, lo sviluppo della Microbiologia clinica. Una delle peculiarità della società scientifica è operare attraverso gruppi di lavoro su specifiche materie d'interesse. Tra questi spiccano quello sulle Infezioni Sessualmente Trasmissibili, sulle infezioni nei Trapianti d'organo, sulle infezioni nell'anziano e nei neonati, sulla Neurovirologia, sulle Infezioni nel paziente critico, sulle infezioni materno-fetali, sull'immunologia e sulle malattie parassitarie.               



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sabato 23 giugno 2018

Cannabis light. Sul Portale del Ministero della Salute del parere del Consiglio superiore di sanità

Pubblicazione sul Portale del Ministero della Salute del parere del Consiglio superiore di sanità sulla "cannabis light"

 

"Dato l'interesse generale, ai sensi dell'articolo 3.5.3 del Regolamento di funzionamento del Consiglio superiore di sanità, ritengo opportuna la pubblicazione del parere reso dal Consiglio superiore di sanità sulla c.d. "cannabis light", in data 10 aprile 2018, ricordando che anche sui profili relativi alla liceità della vendita lo scorso 17 aprile il precedente Ministro ha chiesto un parere - ad oggi non ancora reso per i necessari approfondimenti istruttori - alla Avvocatura dello Stato e alle altre Amministrazioni competenti."

 

Il ministro della Salute  Giulia Grillo



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Salute femminile. Cistiti e Incontinenza in menopausa: ecco i consigli del dott. Filippini per risolvere il problema

La soluzione del dottor Maurizio Filippini, Responsabile del Modulo Funzionale di Endoscopia Ginecologica dell'Ospedale di Stato della Repubblica di San Marino

Incontinenza femminile e cistiti in menopausa: funziona l'approccio precoce al problema, la giusta dieta e una nuova applicazione del laser MonnaLisa Touch™


A cinque anni dal lancio del trattamento MonnaLisa Touch,il laser che cura i disturbi legati alla menopausa e alla sessualità femminile, si conferma l'efficacia della metodicanel risolvere le problematiche legate all'incontinenza urinaria di grado lieve e alle cistiti.

 

"La sindrome genito-urinaria della menopausa (GSM), in precedenza chiamata atrofia vulvovaginale, si manifesta concambiamenti morfologici della mucosa vaginale (assottigliamento dell'epitelio, perdita delle pieghe vaginali e riduzione del flusso sanguigno e delle secrezioni vaginali, condizioni che alterano la flora batterica vaginalee dell'apparato urinario - spiega il dottor Maurizio Filippini,Responsabile del Modulo Funzionale di Endoscopia Ginecologia dell'Ospedale di Stato della Repubblica di San Marino. Durante il processo di sperimentazione del trattamento laser MonnaLisa Touch, non era stata presa inizialmente in considerazione la sintomatologia legata all'apparato urinarioL'esperienza clinica ha però dimostrato un notevole miglioramento delle condizioni delle pazienti, sia per quanto riguarda l'incontinenza da sforzo sia per quella da iperattività vescicale, oltre che una significativa riduzione del numero di minzioni e del numero di episodi di urgenza da infiammazione." 

 

Come avviene nel tessuto vaginale, il progressivo declino degli estrogeni durante il climaterio porta all'atrofia dell'uroepitelio alla riduzione del contenuto di collagene, condizioni importanti che incidono sull'incontinenza urinaria. 

 

L'incontinenza legata alla componente da sforzo, così come quella legata all'urgenza minzionale, può causare una significativa disabilità nelle donne, con riduzione della qualità della vitaripercussioni sulle relazioni sociali e sulla sfera sessuale. Ad oggi, la metodica è stata applicata su 365 pazienti, pari 858 trattamenti totali, che hanno registrato un immediato beneficio nella risoluzione di questi disturbi.

 

Il sistema laser CO2 frazionatoirradiando gli strati più profondi della parete vaginale, riattivando la matrice extracellulare e la sintesi del collagene, ha effetti benefici nei tre strati della parete vaginale (al contrario degli estrogeni o di altre terapie che trattano solo l'epitelio). In questo modo, l'effetto di "rigenerazione" originato dal trattamento coinvolgeanche il basso tratto urinario (uretra e vescica), con un significativo miglioramento dei sintomi dell'invecchiamento urogenitale.

 

"Generalmente un approccio precoce al problema comporta misure conservative legate a azioni personali (svuotare periodicamente la vescica, cercando di urinare ogni due o tre ore può aiutare a prevenire le infezioni)approcci dietetici(l'uso di prodotti a base di mirtillo sembra diminuire la capacità dei batteri di aderire al rivestimento dell'uretra e della vescica), controllo dell'idratazione (aumentare l'assunzione di acqua di uno o due bicchieri al giorno può aiutare a limitare la durata dei sintomi e ridurre le infezioni)igiene personale (una corretta cura dell'area uretrale limita la quantità o il tipo di batteri che possono essere veicolati nell'uretra) e riabilitazione pelvica, ma i risultati sul lungo periodo sono spesso scarsi". 

 

In Italia la procedura laser MonnaLisa Touch™, che deve essere sempre eseguita da personale medico specializzato (urologo o ginecologo), è stata approvata dalla AOGOI(Associazione dei Ginecologi Italiani), così come dalla comunità scientifica internazionale: a livello mondiale sono più di 30 le pubblicazioni tra le più autorevoli che hanno convalidato il trattamento.

 

 

 

 

Approfondimenti:

 

Eur J Obstet Gynecol Reprod Biol. 2017 Jun

Safety and long-term efficacy of fractional CO2 laser treatment in women suffering from genitourinary syndrome of menopause.

Behnia-Willison F, Sarraf S, Miller J, Mohamadi B, Care AS, Lam A, Willison N, Behnia L, Salvatore S.

 

Maturitas. 2017 Sep

Laser therapy for the genitourinary syndrome of menopause. A systematic review and meta-analysis.

Pitsouni E, Grigoriadis T, Falagas ME, Salvatore S, Athanasiou S.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

MonnaLisa Touch

MonnaLisa Touch è la tecnica più avanzata di foto-ringiovanimento vaginale, sicura ed efficace in quanto basata su una tecnologia specifica sviluppata appositamente: si tratta di un laser a CO che emette impulsi delicati, progettato per il trattamento delle parti intime. MonnaLisa Touch corregge la riduzione di volume della mucosa, la rimodella e ne ripristina l'idratazione e l'elasticità, in modo indolore e senza gli effetti collaterali delle terapie farmacologiche.

Dopo aver eseguito con MonnaLisa Touch oltre 1 milione di trattamenti in tutto il mondo su donne tra i 40 e i 75 anni, i dati confermano che è efficace in oltre l'80% dei casi migliorando effettivamente la qualità della vita delle pazienti. Grazie a MonnaLisa Touch quasi tutte le donne trattate hanno dichiarato di essere pienamente soddisfatte del trattamento laser e di aver notato importanti risvolti positivi anche sulla qualità della propria vita già dopo la prima seduta. Una seduta dura circa una decina di minuti e un ciclo di trattamenti prevede 3-4 sedute.



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