Dopo la visione del programma di Giulia Innocenzi, Animali come Noi, andato in onda ieri su Rai Due in seconda serata, CIWF chiede al Ministro Lorenzin, che siano accertate le responsabilità dei mancati controlli negli allevamenti mostrati e che sia ripreso al più presto il progetto di legge sulla rotazione dei veterinari, fermo nonostante le promesse in diretta TV, di due anni fa, del Ministro.
CIWF invita inoltre Confagricoltura e i Ministeri della Salute e dell'Agricoltura a costituire subito insieme un tavolo di lavoro per la creazione di un'etichettatura secondo il metodo di allevamento.
Accertare le responsabilità – Durante il programma Animali come Noi le immmagini hanno mostrato animali malati, feriti, moribondi, che si cannibalizzavano l'uno l'altro, ammassati in capannoni fetidi invasi dai topi.
Una situazione inaccettabile, tanto più che alcuni allevamenti erano stati visitati da Giulia Innocenzi già nel 2015, e la situazione non sembra in alcun modo cambiata. Già dopo la visione del trailer, lunedì, CIWF ha contatto il Ministero della Salute e i NAS per chiedere conto dei controlli avvenuti fra il 2015 e oggi in quegli allevamenti.
Giulia Innocenzi ha fatto sapere ieri che secondo il comandante dei NAS Claudio Vincelli gli allevamenti in questione erano già stati controllati e sanzionati nel 2015. Una dimostrazione in più che i controlli non sono efficaci perché in un anno, in quegli allevamenti, niente è cambiato.
CIWF chiede che al Ministro Beatrice Lorenzin, al dottor Silvio Borrello, direttore della Direzione generale della sanità animale e dei farmaci veterinari, al dottor Ugo Santucci, responsabile per il Benessere Animale nella stessa direzione, di accertare al più presto le responsabilità. Chi doveva controllare quegli allevamenti?
Se le responsabilità non saranno accertate e rese pubbliche, sarà l'ennesima dimostrazione che il sistema degli allevamenti è fuori controllo.
Perché i controlli non sono efficaci? – CIWF chiede al Ministro Lorenzin che il progetto di rotazione dei veterinari per migliorarne l'efficienza diventi una priorità e che ci siano direttive nazionali chiare che garantiscano uniformità nell'applicazione delle norme sul territorio.
Riguardo alle migliaia di controlli che vengono effettuati secondo quanto riporta lo stesso Ministero, infatti, è forse lecito sollevare qualche dubbio.
Ad esempio, nel 2015, sono stati controllati 1900 allevamenti di suini.
Secondo i dati pubblicati dal Ministero, solo 5 di questi allevamenti hanno mostrato irregolarità relativamente alle mutilazioni. Molto difficile da credere, quando è noto che la mutilazione della coda, pur essendo un'operazione da eseguire solo in deroga alla direttiva europea sui suini 2008/120/CE, viene effettuata senza anestesia e sistematicamente negli allevamenti italiani.
Inoltre sembra irragionevole ormai continuare a pensare che le decine di allevamenti irregolari mostrati in questi anni da giornalisti e ong siano tutti i casi isolati.
Etichettatura secondo il metodo di allevamento – Gli animali sono allevati con benessere quando possono esprimere i loro comportamenti naturali. A differenza di quanto affermato ieri in trasmissione, i suini, ad esempio, non sono affatto animali aggressivi, ma piuttosto intelligenti e curiosi e, in condizioni di allevamento frustranti, reindirizzano la loro curiosità verso l'unica cosa che hanno intorno, cioè i propri simili.
I suini dovrebbero essere allevati all'aperto e non in capannoni chiusi (o perlomeno essere forniti di spazi e arricchimenti ambientali adeguati) e i consumatori hanno il diritto di sapere come sono stati allevati gli animali da cui derivano i prodotti che consumano.
Le immagini di ieri hanno dimostrato ancora una volta che l'allevamento intensivo e la corsa a far nascere sempre più maiali e pagare un prezzo sempre più basso non sono sostenibili, né per gli animali, né per la salute delle persone.
Dichiara Annamaria Pisapia, Direttore di CIWF Italia Onlus: "Il quadro dell'allevamento suinicolo italiano che è emerso dalla trasmissione di Giulia Innocenzi è terribile. Abbiamo visto condizioni di allevamento illegali e completamente inaccettabili. E non sono 'casi isolati' come dice l'industria perché sono anni che noi come CIWF denunciamo pubblicamente, e allo stesso Ministro Lorenzin, questi tipi di situazione. È scandaloso che il Ministero della Salute competente per il benessere animale non vi abbia ancora posto rimedio e che l'industria suinicola, per bocca della sua portavoce Parmigiani di Confagricoltura,continui a difendere l'indifendibile. Raccogliamo però con estremo interesse l'affermazione di Parmigiani che si è detta favorevole all'introduzione dell'etichettatura secondo il metodo di allevamento: la contatteremo al più presto, insieme ai ministeri competenti, per portare avanti questa istanza, doverosa verso gli animali e i diritti dei consumatori, che come CIWF chiediamo da anni' .
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