Milano, 11 luglio 2016 – Paese che vai,
consumo di pesce che trovi, ma non sempre è quello raccomandato. Confrontando infatti il
consumo di pesce stimato dalla FAO[1]
con
le porzioni consigliate dalla Dieta Mediterranea – il modello
alimentare più avvalorato dai nutrizionisti - emerge che la quantità
giornaliera ottimale di proteine
derivanti dal pesce non viene sempre raggiunta, neppure in Italia,
patria della Dieta Mediterranea.
Secondo le stime, infatti, nel nostro
Paese l’effettivo consumo di proteine di pesce raggiungerebbe i 40 g a
settimana rispetto ai 60 g settimanali considerati
in linea con le raccomandazioni per una corretta alimentazione. Male
anche gli Stati Uniti e gran parte dei paesi Europei, tra i quali
l’unico esempio virtuoso è dato dalla Spagna con oltre 70 g di proteine
di pesce assunte a settimana.
In occasione del
1° Summit mondiale sulla Dieta Mediterranea in corso a Milano dal
6 all’8 luglio - organizzato da IFMeD (International Foundation of
Mediterranean Diet) in collaborazione con i rappresentanti delle più
autorevoli società scientifiche ed enti di ricerca
internazionali - la Prof.ssa Silvia Migliaccio dell’Università “Foro
Italico” di Roma ha tenuto un interessante intervento sul ruolo del
pesce all’interno della Dieta Mediterranea.
Un alimento il pesce
dall’elevato valore nutritivo, poiché fonte primaria di
alcuni nutrienti e micronutrienti fondamentali per il benessere
dell’organismo (proteine nobili altamente digeribili, acidi grassi
polinsaturi omega-3, sali minerali e vitamine) da consumare almeno 2
volte a settimana, fresco o in conserva.
Il pesce conservato
infatti è presente nella dieta dei popoli mediterranei fin
dall’antichità e rappresenta non solo un’ottima alternativa a quello
fresco dal punto di vista nutrizionale, ma ha dalla sua parte anche
praticità e versatilità di consumo.
“In
un contesto in cui la Dieta Mediterranea si rinnova, con la messa in
risalto di una cruciale componente socio-culturale, diventa fondamentale
prendere in considerazione da un lato
l’importanza di recuperare le nostre radici alimentari, dall’altro il
mutamento degli stili di vita, sempre più frenetici. Per questo,
relativamente ai consumi di pesce da incentivare, possiamo considerare
il pesce in scatola un valido alleato della Dieta
Mediterranea: infatti unisce la praticità di consumo ai benefici di una
composizione nutrizionale paragonabile al fresco”,
afferma la Professoressa Silvia Migliaccio, del Dipartimento di
Scienze dello Sport e della Salute Umana dell’Università “Foro Italico”
di Roma.
Oltre
ad essere il Paese a maggior assunzione di pesce, la Spagna si attesta
anche come primo al mondo nel consumo di tonno
in scatola (3,1 kg pro capite), a testimonianza del ruolo concreto che
le conserve di pesce hanno come alternativa pratica e gustosa al pesce
fresco, per portare in tavola porzioni di pesce in linea con le
raccomandazioni nutrizionali.
“Siamo
orgogliosi di essere main partner per l’Italia della Campagna Europea
di Promozione della Dieta Mediterranea
promossa da IFMED perché siamo convinti che questo modello alimentare,
che vede il pesce tra i propri alimenti chiave, rivesta un ruolo
fondamentale nel consentire a tutti i nostri consumatori di mantenere e
migliorare il proprio stato di salute.
- spiega
Luciano Pirovano, CSR Director di Bolton Alimentari – Crediamo
che i prodotti Rio Mare giochino un ruolo importante in tal senso
perché sono un valido alleato per raggiungere i livelli di consumo di
pesce raccomandati dalla Dieta Mediterranea e incontrare
le esigenze di gusto, benessere e praticità del consumatore di oggi”.
La corretta nutrizione, insieme alla sostenibilità della pesca, al rispetto per l’ambiente e al benessere sociale, è una delle
aree di azione della “Qualità Responsabile”,
il progetto
di Corporate Social Responsibility di Rio Mare che esprime l’impegno
aziendale per una Qualità a 360° perseguita responsabilmente, nel
rispetto dell’ambiente e delle persone, lungo tutta la filiera, dal
momento in cui il pesce viene pescato fino a quando il
prodotto arriva sulla tavola dei consumatori.
[1] Food and Agriculture Organization
of the United Nations. The State of World Fisheries and Aquaculture, 2014. Opportunities and challenges. Rome, 2014.
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