Ecco quindi il vademecum sulla chirurgia estetica redatto da Aicpe.
Primo: gli interventi prettamente estetici non sono mai a carico del Servizio Sanitario Nazionale. Tuttavia, periodicamente le cronache raccontano di casi di medici accusati di operare pazienti per motivi estetici facendoli passare per funzionali, come nell'indagine che riguarda il caso del dottor Matteo Tutino a Palermo.
«Sicuramente la maggioranza dei colleghi ospedalieri sono persone oneste, che lavorano duramente e seriamente in condizioni non sempre ottimali. Dall'altro lato i controlli compiuti dalla Guardia di Finanza nel 2014 parlano di una voragine nei conti dello Stato provocata dalle truffe al Servizio Sanitario Nazionale, fra le quali molto frequenti quelle che riguardano le operazioni di chirurgia estetica spacciate per interventi su gravi patologie, spesso addirittura tumorali– afferma il presidente di Aicpe, Mario Pelle Ceravolo -. Ben diverso è il caso in cui medici operano in ospedale in rispetto della legge in regime privato, il cosiddetto "intra moenia", anche per interventi di tipo estetico: in questi casi l'intervento non è a carico della sanità pubblica ma è pagato dal paziente, con costi equiparabili a quelli dei privati».
Secondo: esistono alcuni casi in cui il Ssn si fa carico degli interventi di chirurgia plastica fra i quali i più comuni sono quelli legati a esiti di malformazioni (acquisite o congenite) e traumi (come incidenti o ustioni). Altre possibili situazioni sono, ad esempio, il labbro leporino, asimmetrie mammarie importanti, il seno tuberoso, la gigantomastia e la ricostruzione del seno dopo un intervento di mastectomia.
A carico del Ssn anche gli interventi su obesi in casi ben codificati: quando l'obesità è grave, a rischio è anche la salute quindi la sanità pubblica si fa carico sia degli interventi per perdere peso (la chirurgia bariatrica), sia per correggere gli esiti del forte dimagrimento (per esempio l'addome pendulo). «Ci sono poi dei casi "border line", come le orecchie a ventola dei bambini, a carico del Ssn nel caso in cui tale inestetismo causi problemi psicologici. La rinosettoplastica ossia la correzione del setto nasale deviato, può essere eseguita nel pubblico, ma non così la correzione della "gobbetta" o dei difetti estetici del naso» aggiunge Pelle Ceravolo.
Altra cosa da sapere sulla chirurgia plastica è che per legge basta una laurea in Medicina e Chirurgia per operare, anche senza una specializzazione. «In Italia ogni medico appena laureato e abilitato superando un esame post lauream, è autorizzato dal codice civile a esercitare in tutte le specializzazioni, esclusa radiologia e anestesia – afferma il presidente Aicpe -. Dopo la laurea è possibile iscriversi ai corsi di specializzazione, che sono facoltativi e a cui si accede con concorso nazionale. Il titolo di specialista, certifica che è stata approfondita per vari anni una certa disciplina, ma chiunque, anche senza specializzazione, può eseguire tutti gli interventi, dal lifting al trapianto di cuore.
Solo nelle strutture sanitarie pubbliche è richiesta la specializzazione, nel privato non è necessario quindi, soprattutto nella chirurgia estetica, accade molto spesso che molti medici pratichino senza training e senza titoli. Eseguire un lifting o un rinoplastica estetica o un aumento di volume mammario, al contrario di quanto si crede, non sono assolutamente interventi facili; in alcuni casi sono operazioni estremamente complesse che non devono in alcun modo essere effettuate da chi non ha un'adeguata preparazione e i titoli per farlo» continua Mario Pelle Ceravolo
Quarto, per scegliere il chirurgo plastico non fermatevi alle apparenze o al sito internet. «Spesso i pazienti si basano sul passaparola e sul sentito dire, o magari si fanno lusingare dallo studio elegante o dalla pubblicità sulle riviste patinate o sulla" magica rete", o peggio dal prezzo sospettosamente conveniente. Piuttosto controllate il curriculum, l'aggiornamento e l'appartenenza a una società specialistica, come Aicpe» aggiunge Pelle Ceravolo.
Quinto, non fatevi fuorviare dai casi estremi di chirurgia plastica che spesso sono alla ribalta della cronaca. «I disastri chirurgici tanto illustrati nelle trasmissioni televisive esistono, ma sono episodi molto rari e, nella maggior parte dei casi, provengono da isolati sedicenti e purtroppo spesso "seducenti" pseudo-chirurghi, che lavorano senza preparazione e senza scrupoli. Le conseguenze di questi individui non possono e non devono gettare ombra su una specialità composta da professionisti seri preparati ed eticamente corretti.
Inoltre la stragrande maggioranza dei pazienti di chirurgia e medicina estetica appartengono ad una categoria ben lontana dalle vistose ed esuberanti soubrette televisive o dei giornaletti scandalistici. Dall'altro lato anche i nostri pazienti sono per lo più persone equilibrate che soffrono per un naso che causa loro disagio o perché si vergognano del torace piatto o di un invecchiamento precoce del volto. Insomma, persone normalissime che attraverso una chirurgia plastica "seria" ritrovano spesso il sorriso e la felicità» concludono i chirurghi di Aicpe.
AICPE. L'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), l'unica in Italia dedicata esclusivamente alla chirurgia estetica, è nata nel settembre 2011 per dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Ad AICPE, gemellata con l'American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS), la più importante società di chirurgia estetica al mondo, hanno aderito oltre 250 chirurghi in tutta Italia. Membri Aicpe possono essere esclusivamente professionisti con una specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, accomunati da un codice etico comportamentale che li distingue dentro e fuori la sala operatoria. L'associazione ha elaborato e pubblicato le prime Linee Guida del settore, consultabili sul sito internet, che stabiliscono i fondamentali parametri operativi dei principali interventi. Scopo di AICPE è tutelare pazienti e chirurghi plastici: disciplinando l'attività professionale con riferimento sia all'attività sanitaria, sia alle norme etiche; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica.
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