IN ITALIA UN TASSO DI MORTALITÀ MATERNA TRA I MIGLIORI A LIVELLO GLOBALE
L’Organizzazione
Mondiale della Sanità presenta oggi il Rapporto Globale sulla Mortalità
Materna e scatta una fotografia del fenomeno negli ultimi 25 anni.
Ridotta la mortalità del 44% a livello globale, ma in Africa Subshariana
muoiono ancora 546 donne ogni 100 000 nascite. Italia nella top ten
mondiale per basso tasso di mortalità materna, esempio di eccellenza tra
i Paesi del G7.
A livello globale, negli ultimi 25 anni, quasi 11 milioni di donne hanno perso la vita
per dare alla luce il loro bambino o per complicanze durante la
gravidanza, una cifra pari alla somma degli abitanti di Londra e
Berlino. Ma una buona notizia c’è. Nel mondo, la mortalità materna si è ridotta di quasi il 44% negli ultimi 25 anni, passando dalle 532 mila vittime del 1990 a 303 mila di quest’anno,
con un rapporto globale stimato di 216 morti materne ogni 100 mila
nascite, in netto calo rispetto al 1990 che quando si attestava a 385.
E’ quanto è emerso dal Rapporto Globale sulla Mortalità Materna realizzato dall’Organizzazione Mondale della Sanità
in collaborazione con UNICEF, UNFPA, Banca Mondiale e la Divisione
Popolazione delle Nazioni Unite, presentato oggi presso l’Istituto
Superiore di Sanità, e che scatta una fotografia dei progressi compiuti nell'ambito degli Obiettivi di Sviluppo del Millennio.
La riduzione drastica della mortalità materna avvenuta anche in Italia la colloca nella top ten mondiale dei Paesi con i più bassi tassi di mortalità materna, con un numero di 4 morti materne ogni 100mila nascite tra i migliori al mondo ai livelli di Francia, Inghilterra, Germania e Stati Uniti.
"Gli
Obiettivi di Sviluppo del Millennio hanno innescato degli sforzi senza
precedenti per ridurre la mortalità materna e abbiamo fatto un
importante passo avanti" ha dichiarato Flavia Bustreo Vice Direttore Generale, Salute della Famiglia, delle Donne e dei Bambini dell’OMS. "Negli
ultimi 25 anni, globalmente siamo riusciti quasi a dimezzare il rischio
di una donna di morire per cause legate alla gravidanza. Ma questo non è
sufficiente. L’Italia, che ha raggiunto uno dei risultati tra i
migliori al mondo per la salute materna grazie ad un sistema sanitario
efficiente e agli screening durante tutta la gravidanza, può giocare un
ruolo chiave sia nel contesto del prossimo G7, che nell’impegno preso
dal Premier Matteo Renzi in materia di cooperazione internazionale per
sostenerci nel porre fine entro il 2030 a queste morti evitabili”.
Il
raggiungimento di questo obiettivo richiede un grande impegno, nei
prossimi 15 anni, anche nella formazione di ostetriche e operatori
sanitari soprattutto nei Paesi in cui il tasso di mortalità materna è
ancora elevato.
“L’Italia
è onorata di ospitare la conferenza sul rapporto globale di mortalità
materna dell’OMS, non solo per la storica collaborazione che abbiamo da
anni con la più prestigiosa organizzazione mondiale in tema di salute e
sanità – ha dichiarato Walter Ricciardi Presidente dell’Istituto Superiore di Sanità – ma
anche perché ci offre l’occasione di accendere i riflettori su una
sanità buona come quella che fa del nostro sistema di sorveglianza
un’eccellenza e un modello per tutto il Sud dell’Europa. Un sistema che,
in linea con gli obiettivi dell’OMS permette l’aggiornamento continuo
dei professionisti sanitari e la razionalizzazione dell’assistenza al
fine di prevenire le morti evitabili”.
DOVE LA GRAVIDANZA È ANCORA UN RISCHIO PER LA VITA
Nel mondo, nonostante gli sforzi, infatti, solo 9 Paesi (Bhutan, Capo Verde, Cambogia, Iran, Repubblica Democratica Popolare del Laos, Maldive, Mongolia, Ruanda e Timor Est) hanno raggiunto l’obiettivo
di ridurre la mortalità materna di almeno il 75% entro il 2015. E
nonostante i progressi, in alcuni di questi Paesi i tassi di mortalità
materna rimangono superiori alla media globale. “Come abbiamo visto
con tutti gli Obiettivi di Sviluppo del Millennio relativi alla salute,
il rafforzamento del sistema sanitario deve essere integrato ad altre
azioni per ridurre la mortalità materna – ha spiegato Flavia Bustreo –
L'educazione delle donne e delle ragazze, in particolare di coloro che
vivono ai margini della società, è la chiave per la sopravvivenza loro e
dei loro figli. L’Istruzione è l’unica leva che fornisce loro le
conoscenze base per cambiare pratiche tradizionali che mettono in
pericolo la vita sia loro che dei loro figli."
Ed è nei Paesi in via di sviluppo che si registra il 99% delle morti materne di tutto il mondo, Il 66% dei casi nella sola Africa sub-sahariana,
nonostante si sia comunque registrato un miglioramento importante con
il 44% di morti materne in meno dal 1990 ad oggi, passando da 987 a 546
ogni 100 mila donne.
In Asia orientale si registra il miglior
risultato per la salute materna: il tasso di mortalità è sceso
drasticamente del 72%. Mentre nelle regioni sviluppate, il tasso di
mortalità materna è sceso del 48% tra il 1990 e il 2015 (passando da 23 a
12 casi ogni 100 000).
“Per
aiutare i Paesi a raggiungere l'ambizioso obiettivo di porre fine alle
morti materne evitabili entro il 2030, l’OMS ha presentato da poco la
nuova Strategia Globale per la salute delle donne, dei bambini e degli
adolescenti lanciata dal Segretario Generale delle Nazioni Unite
all’Assemblea Generale lo scorso Settembre 2015. La risposta da parte
dei paesi ed altri stakeholder della comunità internazionale è stata
immediata e forte, con un impegno iniziale del valore totale di 25
miliardi di dollari. Il nuovo obiettivo è la riduzione dei decessi
materni a meno di 70 ogni 100 000 nascite e per raggiungerlo tutti i
Paesi dovranno andare avanti ad un ritmo ancora più veloce portando il
tasso di riduzione della mortalità materna annuo da 2,3% a 7,5%” commenta Flavia Bustreo.
I
progressi ottenuti sino ad ora sono dovuti, in parte, a un migliore
accesso degli interventi semplici, ma efficaci, come l'assistenza
prenatale e l’assistenza qualificata durante e immediatamente dopo il
parto. Garantire assistenza qualificata durante la gravidanza e al
momento della nascita permette di ridurre il rischio di infezione, così
come la somministrazione dell’ossitocina immediatamente dopo il parto
per ridurre il rischio di emorragie. Monitorare la gravidanza permette
di individuare e affrontare i casi potenzialmente mortali come
l'ipertensione indotta, in molti casi, dalla gravidanza stessa.
SALUTE DI DONNE E BAMBINI: LA NUOVA STRATEGIA GLOBALE PER IL 2030
In
linea con gli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, la nuova Strategia
Globale propone la realizzazione di programmi che siano pensati, guidati
e compiuti dagli stessi Paesi e resi concreti attraverso investimenti
sostenibili. Allo stesso tempo, chiede la realizzazione di sistemi
sanitari più solidi, dotati di personale qualificato e capace di dare un
servizio alla popolazione che sia adeguato e di qualità. Chiede che
tutte le donne, i bambini e gli adolescenti abbiano pieno accesso ai
servizi di prevenzione, alle cure e al trattamento ovunque ne abbiano
bisogno nel mondo e in qualsiasi momento. E perché questo possa
realizzarsi chiede alla comunità internazionale e ai paesi di realizzare
approcci innovativi al finanziamento, allo sviluppo dei prodotti e ad
efficienti servizi sanitari e promuovere in tutto il mondo la
prevenzione.
"L'obiettivo
di porre fine alla mortalità materna entro il 2030 è un traguardo
ambizioso e realizzabile a condizione che raddoppino anche i nostri
sforzi – sostiene Flavia Bustreo. Per questo è stata
lanciata la piattaforma Global Financing Facility (GFF) per il
finanziamento e il sostegno di Every Woman Every Child e il
raggiungimento degli Obiettivi di Salute e Sviluppo Sostenibili per la
salute di donne, bambini e adolescenti”
Sarà
anche importante concentrarsi sugli altri problemi di salute che
possono influenzare la salute materna. Da un’analisi dell’OMS del 2014
sui dati provenienti da 115 paesi emerge che le condizioni mediche
preesistenti come il diabete, la malaria, l'HIV, l'obesità hanno causato
il 28% delle morti materne.
L’IMPORTANZA DEI SISTEMI DI RACCOLTA DATI
Le
stime 2015 del Rapporto Globale sulla Mortalità Materna presentano gli
enormi progressi compiuti verso il 5 Obiettivo Sviluppo del Millennio
per la riduzione della mortalità materna. Il Rapporto mette in luce un
forte calo della mortalità materna nel corso degli ultimi 25 anni. Allo
stesso tempo, emerge come i Paesi stiano facendo un lavoro importante
nella raccolta di dati che comprende le nascite, le morti e le cause di
morte per capire perché, dove e quando le donne muoiono e che cosa si
può fare per prevenirne la morte. Dal 2012, l'OMS, l’UNFPA e i partner
hanno sviluppato un sistema di monitoraggio sulla morte materna, per
notificarne e indentificarne cause e mettere in atto i migliori metodi
di prevenzione.
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