Milano (MI), 9 Giugno 2017 – Mantenere giovane il nostro cervello vincendo la scommessa contro l'orologio biologico e prevenendo malattie croniche come le demenze è possibile. Ma quali sono i segreti per mantenere il cervello in salute, giovane e performante, anche in età matura? Li ha svelati Valter Longo, Direttore dell'Istituto di Longevità della School of Gerontology presso l'University of Southern California di Los Angeles e Direttore del Programma Longevita e Cancro all IFOM Milano, ospite del recente Talk Show scientifico dal titolo "Dieta della longevità e stile di vita per la prevenzione e cura delle malattie neurodegenerative" organizzato dal Gruppo Korian, leader europeo nell'offerta di servizi di cura e assistenza per la terza e quarta età.
"Oggi il ruolo delle strategie alimentari nella terapia del morbo di Alzheimer e di altre forme di demenza è ancora poco indagato. Tuttavia, illustrerò qui a seguire alcuni importanti consigli basati su recenti ricerche." spiega il Professor Longo. "Ribadisco che lo scopo di queste strategie non è curare l'Alzheimer, ma solo tentare di ritardarne l'insorgenza di 5-10 anni", precisa Longo.
1. Dieta pesceteriana "salva" neuroni:
una dieta quasi vegana, priva di proteine di origine animale (carne, latte e derivati, uova), potrebbe svolgere una funzione preventiva delle malattie neurodegenerative. Unica eccezione all'interno di un menù ad alto contenuto di proteine vegetali, verdure e legumi, è il pesce, ammesso soprattutto se ricco di omega 3 e omega 6, e vitamina B12 (sardine, salmone, pesce azzurro, crostacei, molluschi), ma non più di due volte alla settimana. Assolutamente da evitare zuccheri e farine raffinati, prodotti industriali. Semaforo verde, ma con parsimonia, per vino rosso, olive, pecorino e formaggio feta.
2. Dieta Mima digiuno per rigenerare i neuroni:
adottare periodicamente una dieta a ridotto apporto calorico, per 5 giorni e sotto controllo medico, genera effetti positivi duraturi sullo stato di salute dell'organismo, con cambiamenti nei fattori di rischio associati alle malattie neurodegenerative.
"Fino a 70 anni, periodi di digiuno intermittente (Fast Mimicking Diet) contribuiscono a rigenerare le cellule neurali, riparando quelle danneggiate e sostituendole con cellule nuove attraverso un vero e proprio processo di ringiovanimento dall'interno che migliora l'apprendimento e la memoria", spiega Valter Longo.
3. Una tazzina di caffè per la prevenzione:
recenti ricerche indicano che un consumo moderato di caffè (3 o 4 tazzine al giorno) potrebbe proteggere il cervello da alcune forme di demenza, quali il morbo di Parkinson. E ancora: recenti studi mostrano che il caffè svolge una funzione protettiva anche nei confronti dell'Alzheimer, con una riduzione di circa il 30% del rischio di sviluppare la malattia nei "bevitori" più accaniti della bevanda.
4. Olio di cocco anti demenze:
in una ricerca su pazienti affetti da Alzheimer, al consumo di 40 ml di olio extravergine di cocco al giorno corrispondeva un miglioramento delle funzioni cognitive che dimostra l'azione protettiva del condimento e dei suoi acidi grassi a catena media contro le demenze.
5. Lettura, puzzle e Digital Gaming per un cervello "allenato":
l'altra importante attività che si è dimostrata efficace per combattere l'Alzheimer e altre demenze è l'allenamento cerebrale. Lettura, puzzle e giochi elettronici sono tutti esercizi che migliorano le funzioni cognitive e aiutano a prevenire o ritardare l'insorgenza delle demenze.
6. Attività aerobica per migliorare le funzioni cognitive:
una funzione protettiva dalle demenze collegate all'invecchiamento è svolta anche dal mantenimento in attività della mente e del corpo. Una rassegna degli studi su attività fisica e demenza eseguiti su 800 pazienti e 18 test clinici è arrivata alla conclusione che l'attività fisica, in particolare gli esercizi aerobici (corsa, nuoto ecc.) migliorano le funzioni cognitive nei pazienti affetti da demenza.
7. Semaforo verde per l'olio d'oliva:
i grassi monoinsaturi dell'olio d'oliva sembrano svolgere una funzione protettiva contro l'Alzheimer, a differenza del consumo di grassi saturi o trans presenti negli alimenti di derivazione animale (carne rossa, burro, formaggi, latte intero, salumi), che potrebbero aumentare il rischio di demenza.
8. Bastano pochi grammi di frutta a guscio (noci, mandorle, nocciole):
un recente studio spagnolo ha dimostrato che aggiungere alla dieta mediterranea 30 grammi al giorno di frutta a guscio, nelle persone con più di 60 anni, ma probabilmente anche a età inferiori, determina un miglioramento delle funzioni cognitive.
9. Cervello in forma, fra affetti e socialità:
vivere relazioni sociali intense e gratificanti, mantenendo un ruolo attivo in famiglia ci aiuta a mantenere sempre attive le nostre strutture cognitive, favorendo la rigenerazione neuronale e soprattutto attivando i centri di rilascio della dopamina, fondamentale per contrastare l'insorgenza della depressione che è all'origine dell'Alzheimer.
10. Mai senza vitamine:
"Alcune vitamine e altri nutrienti vengono proposti come neuroprotettivi e quindi capaci di proteggere le cellule del sistema nervoso", commenta l'autore della "Dieta della longevità". Alcuni studi hanno, infatti, evidenziato carenze di acidi grassi omega-3, vitamine del complesso B e vitamine E, C e D negli individui affetti da invecchiamento cerebrale e demenze. Via libera quindi a tante verdure di stagione e un po di frutta e ogni 3-4 giorni, un integratore alimentari completo.
Gruppo Korian, leader europeo nell'offerta di servizi di cura e assistenza per l'invecchiamento di qualità, gestisce il primo network europeo di case di cura, cliniche specializzate, appartamenti protetti, cure ospedaliere e servizi di assistenza domiciliare, disponendo in totale di 715 strutture. Il Gruppo Korian è presente in Francia, Germania, Belgio e Italia, con una capacità ricettiva di circa 72.000 posti letto e un organico di circa 47 mila operatori. Il gruppo ha evidenziato un fatturato consolidato di circa 3 miliardi di euro e punta a crescere a livello internazionale soprattutto in Paesi come l'Italia e la Germania, tra i Paesi più longevi al mondo.
Nato a Genova, Valter Longo si laurea all'Università del Texas e nel 1997 consegue un dottorato di ricerca in Biochimica presso l'Università della California di Los Angeles (UCLA), al quale fa seguire un post dottorato in Neurobiologia dell'invecchiamento e malattia di Alzheimer alla University della Southern California (USC). Traendo spunto dalle sue scoperte dei geni della longevità sana nei lieviti e nei topi, ma anche dalla collaborazione con l'endocrinologo Jaime Guevara per analizzare la popolazione di nani di Laron in Ecuador – molto sane grazie ad un particolare difetto del ricettore dell'ormone della crescita - Valter Longo sviluppa la dieta mima digiuno ("DMD"). Si tratta di un regime alimentare vegetariano-pesceteriano che, eliminando del tutto gli alimenti di origine animale, riduce i fattori di rischio ed i biomarcatori di invecchiamento, oltre che i fattori di rischio di diabete, cancro, malattie cardiovascolari e neurodegenerative. Il 15 Settembre 2016 Longo pubblica il suo primo libro "La dieta della longevità", che è già diventato un Best Seller con oltre 300 mila copie vendute, che sta per essere tradotto e pubblicato negli USA e almeno in altre 10 lingue straniere. Oggi Longo è Professore di Biogerontologia e Direttore dell'Istituto sulla Longevità all'USC (University of Southern California) - Davis School of Gerontology di Los Angeles e Direttore del programma di Oncologia e longevità in IFOM (Istituto di oncologia molecolare della FIRC - Fondazione Italiana per la Ricerca sul Cancro).
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