- Gli interventi di riduzione del danno (interventi a valenza socio-sanitaria rivolti a tossicodipendenti attivi) e di riduzione dei rischi (rivolti ai giovani che frequentano contesti del divertimento legale e illegale in cui è presente il consumo di sostanze) sono stati inseriti nel Programma Operativo Regionale (POR) sull'Inclusione Sociale. Si tratta di interventi che, invece, dovrebbero essere messi a carico del Servizio Sanitario Nazionale gestito dalle Regioni dal momento che il Governo ha riconosciuto queste prestazioni come Livelli essenzuali di assistenza (LEA).
- Le sperimentazioni svolte dal 2012 in avanti avevano permesso di "agganciare", rintracciare a aiutare alcune centinaia di ragazzi e ragazze che si trovavano in condizioni di consumo problematico. Questi progetti sono stati fatti defluire in una dimensione burocratico-amministrativa estremamente farraginosa, che ha reso complicato una tipologia di intervento che avrebbe invece bisogno di velocità, snellezza e flessibilità. I progetti sperimentali sono stati infatti trasferiti all'interno di un Programma Operativo Regionale (POR), con risorse temporanee dell'Unione Europea e un disinvestimento delle risorse regionali, per un intervento che dovrebbe essere invece strutturale.
- La prevenzione, importante e a volte essenziale per aiutare a costruire difese e distanze, è stata circoscritta a un ambito sempre più gracile, fragile e aspecifico, con una diminuzione rilevante delle risorse messe a disposizione.
- Nelle carceri della Lombardia si trovavano 8.217 detenuti, dei quali circa un terzo tossicodipendenti o consumatori problematici di sostanze stupefacenti (dati aggiornati al 31 maggio 2017). In questo contesto, Regione Lombardia continua a disattendere il Protocollo siglato con il governo nel 2014 in cui si impegnava "ad adottare misure idonee all'aumento delle possibilità ricettive delle comunità residenziali anche di tipo terapeutico, idonee ad ospitare, agli arresti domiciliari o in misura alternativa, soggetti in esecuzione penale presso i servizi penitenziari della Regione". Inoltre si impegnava, all'articolo 4, insieme al governo, "a condividere le previsioni di spesa nelle materie di rispettiva competenza". Impegno disatteso sia dalla Regione sia dal Governo.
- Le tariffe per gli inserimenti in comunità trattamentali residenziali e semiresidenziali sono invariate ormai da più di dieci anni. La Giunta regionale lombarda, dopo forti prese di posizione da parte dei diversi coordinamenti, ha risposto parzialmente all'impegno chiesto dal Consiglio Regionale, all'unanimità, relativo a un aumento del 30% in due anni. Siamo fermi a incremento del 15%, senza alcun impegno per il secondo anno.
Il CNCA Lombardia raccoglie 37 gruppi tra associazioni, cooperative ed enti religiosi. Tra questi, 19 gruppi si occupano di dipendenze e consumi, gestiscono 32 comunità accreditate residenziali e semi residenziali, con più di 600 posti a disposizione di donne e uomini con problemi di dipendenza da sostanze che scelgono liberamente di intraprendere percorsi di cura.
- Sei Unità di strada tossicodipendenti, formate da équipe di operatori che contattano persone tossicodipendenti nelle piazze e luoghi di spaccio e consumo. Nel 2016, le Unità di strada gestite dalle associazioni afferenti al CNCA hanno contattato 1.164 persone, sviluppando 21.592 contatti.
- Sei "Drop In", ovvero centri diurni a bassa soglia rivolti a persone tossicodipendenti, che vivono anche in condizioni di marginalità: nel 2016 hanno accolto 2.307 persone sviluppando 51.195 contatti
- Nove Unità mobili giovani, formate da équipe di operatori che intervengono nei luoghi legali ed illegali del divertimento giovanile serale e notturno (dalle discoteche ai rave party) in cui sono evidenti i consumi e la presenza di comportamenti a rischio: sono state contattate da 42.406 persone sviluppando 49.163 contatti
Chi siamo Il CNCA Lombardia ogni anno si fa carico di oltre 8000 persone ed entra in contatto con circa 120.000 cittadini nel territorio regionale. Il Cnca si compone di 37 gruppi aderenti presenti in 10 provincie della Regione, che raccolgono circa 2000 soci, 1800 lavoratori, 180 strutture residenziali (minorenni – persone con disabilità – dipendenze – mamme bambino – housing sociale) e 270 servizi diurni e progetti territoriali (centri diurni e servizi domiciliari per minori, disabili e anziani – unità di strada – servizi prevenzione – politiche giovanili - carcere) Si è costituita formalmente il 31 gennaio 2006. |
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