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lunedì 30 ottobre 2017
Salute. 18 novembre 2017, Giornata Mondiale dell’Antibiotico
sabato 28 ottobre 2017
Salute. Malattia di Pompe: svolta per nuove terapie
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SANITA', ZULLO: ANCHE I MEDICI ALLA MOBILITAZIONE DEL 10 NOVEMBRE
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Salute. Conclusa la XIV edizione di SANIT: effettuati 6.280 controlli medici gratuiti
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venerdì 27 ottobre 2017
Salute: pistacchi, un toccasana per il diabete gestazionale
"L'aumento dello zucchero nel sangue durante la gravidanza non solo influenza la salute della madre, ma può anche aumentare il rischio del neonato di sviluppare il diabete" 6, ha dichiarato Zhaoping Li, ricercatrice e professoressa di medicina, Chief of the Division of Clinical Nutrition, University of California, Los Angeles.
I pistacchi hanno un basso indice glicemico (IG), sono relativamente alti in fibre, grassi sani, antiossidanti e fitonutrienti antiinfiammatori, tutte sostanze nutritive da cui le persone con diabete possono trarre beneficio.[7]
Mangiare pistacchi ha un effetto minimo sui livelli di zucchero nel sangue a fine pasto: aggiunti a un piatto ricco di carboidrati, contribuiscono a ridurre al minimo ogni picco di zucchero nel sangue.[8]
Lo studio è stato sostenuto dallo United States Department of Agriculture (USDA) e American Pistachio Growers, un'associazione no profit che rappresenta più di 700 coltivatori di pistacchio negli Stati Uniti. I pistacchi utilizzati nello studio sono stati coltivati negli USA. Nessuna delle fonti di finanziamento ha svolto un ruolo nella raccolta, nell'analisi o interpretazione dei dati.
6 http://www.idf.org/about-diabe
7 Hernandez-‐Alonso P, Bullo M, Salas-‐Salvado J. Pistachios for health. What do we know about this multifaceted nut? Nutrition Today 51(3):133-‐1382016 doi: 10.1097/NT.0000000000000160
8 Kendall CW, Josse AR, Esfahani A, Jenkins DJ. The impact of pistachio intake alone or in combination with high-carbohydrate foods on post-prandial glycemia. Eur J Clin Nutr. 2011;65(6):696–702. [PubMed]
martedì 24 ottobre 2017
Il Good Design Award premia l’App di Ricoh per l’accessibilità
- pulsanti e caratteri di grandi dimensioni
- colori invertiti che facilitano la lettura dello schermo
- livelli di contrasto ottimizzati
- istruzioni audio (funzione talkback) che guidano gli utenti
Ricoh
Ricoh è un Gruppo multinazionale che da oltre 80 anni contribuisce alla trasformazione degli ambienti di lavoro. Come espresso dalla tagline aziendale imagine. change.
Ricoh supporta le aziende e le persone con tecnologie e servizi che promuovono l'innovazione, migliorano la sostenibilità e sostengono la crescita del business.
L'offerta di Ricoh include soluzioni per la gestione documentale e il production printing, IT Services, sistemi per la visual communication, fotocamere digitali e prodotti industriali.
Con sede principale a Tokyo, Ricoh è presente in oltre 200 Paesi e nell'anno fiscale conclusosi a marzo 2017 ha realizzato un fatturato di 2.028 miliardi di yen (circa 18,2 miliardi di dollari).
© 2017 RICOH COMPANY, LTD. Tutti i diritti sono riservati. Tutti i marchi riportati e i nomi di prodotti sono di proprietà delle rispettive aziende.
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Salute. La robotica "etica" a supporto della disabilità: HANDImatica lancia la prima "Call for Robots" - Termine il 10 novembre
LA ROBO(E)TICA CHE AIUTA LA DISABILITÀ HANDIMATICA LANCIA LA "CALL FOR ROBOT"
Salute. Quando l'infertilità ha una causa genetica
Infertilità: quando non ci sono cause apparenti, la risposta arriva dalla genetica
La genetica può dare una risposta ai casi di infertilità idiopatica.
I cosiddetti "esami di secondo livello" rappresentano la strada per trovare le cause che impediscono una gravidanza o una maternità, dando così una soluzione a quelle coppie che, pur avendo tutti i parametri nella norma, non riescono ad avere un figlio.
«L'infertilità idiopatica, ovvero quell'infertilità che apparentemente non ha cause specifiche, è una condizione che interessa circa il 10-15% delle coppie con problemi riproduttivi», premette la dottoressa Marina Bellavia, specialista in Medicina della riproduzione del centro di fecondazione medicalmente assistita ProCrea di Lugano.
«È una condizione frustrante: ci si sente dire che tutto è normale, ma la gravidanza non arriva. L'inquadramento diagnostico di queste coppie è fondamentale: in questi casi occorre procedere ad un'anamnesi accurata per cercare di analizzare ogni dettaglio che possa aiutare nell'iter diagnostico».
In assenza di endometriosi o di malattie specifiche come la sindrome delle ovaie policistiche o patologie uterine come i polipi endometriali o con parametri del liquido seminale che non fanno suonare campanelli di allarme, orientarsi può essere complesso.
«Purtroppo le cause di infertilità possono essere molte e molto differenti tra loro. Possono essere riconducibili all'uomo o alla donna, oppure ad entrambi. Ma quando i normali screening non evidenziano nulla, può risultare utile ricorrere agli esami di secondo livello, ovvero ricorrere alla genetica. Gli esami genetici infatti permettono molte volte di scoprire che patologie subdole, ad esempio le intolleranze alimentari, possono in realtà essere anche causa dell'infertilità o di poliabortività», spiega la specialista di Procrea. Del resto, l'assunzione di cibi non tollerati provoca un'infiammazione cronica e quindi una risposta immunologica esagerata che può essere dannosa per la maturazione degli ovuli. Inoltre, aggiunge Bellavia, «una problematica di malassorbimento, anche se non percepito dalla paziente, può portare ad un deficit di vitamine e oligoelementi essenziali all'organogenesi del feto».
Lo studio della proteina HLA-G, è un passo ulteriore. Come spiega: «Gli antigeni di istocompatibilità possono avere un ruolo nell'aumentare la tolleranza materna verso l'embrione e quindi le chance di gravidanza. Un prelievo del sangue su entrambi i partner permette di capire se l'embrione produrrà una quantità sufficiente di una proteina chiamata HLA-G che gli permetterà di impiantarsi e svilupparsi nell'utero. Altri esami genetici della coagulazione o specifici per i partner maschili sono altrettanto importanti per la diagnosi e quindi la scelta della migliore terapia della PMA».
Da non sottovalutare, l'età della donna. È infatti riconosciuto che con il passare degli anni la fertilità femminile diminuisce - in particolare superati i 35 anni -, questo perché «la qualità degli ovociti prodotti si abbassa; con l'avanzare dell'età aumenta infatti il numero delle aneuploidie cromosomiche, cioè delle anomalie nel numero dei cromosomi dell'ovocita e quindi dell'embrione che ne deriverà. Queste anomalie possono ostacolare la fecondazione, ma anche provocare un'interruzione di gravidanza. Anche qui, le diagnosi genetiche ci possono venire in soccorso, andando a individuare gli embrioni che non presentano queste anomalie cromosomiche».
Non è detto che i casi di infertilità idiopatica siano anche quelli più difficili da superare. Conclude la dottoressa del centro ProCrea: «I casi apparentemente più complicati possono a volte trovare una soluzione grazie alla genetica che, sempre di più, fa passi avanti nella scoperta di cause di infertilità che fino a poco tempo fa erano sconosciute».
ProCrea - Con una lunga esperienza nel campo della medicina della riproduzione, ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un'équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare, ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell'infertilità con tecniche d'avanguardia. La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8.
Salute. Sindrome di CHARGE, verso la costituzione della prima associazione d'Italia dedicata a familiari e malati
Mondo CHARGE parte da La Tela. Ha mosso i suoi primi passi allo spazio sociale di Rescaldina (MI) la costituenda associazione, prima in Italia, dedicata ai familiari e alle persone affette dalla sindrome di CHARGE, una patologia complessa ed estremamente disabilitante che colpisce un bambino ogni 10-12mila, costringe a frequenti interventi chirurgici e richiede spesso assistenza continua.
Lo spazio sociale ricavato all'interno di un immobile sequestrato alla criminalità organizzata è stato testimone dell'incontro per costituire l'associazione; primo passo per creare una rete di informazione e sostegno alle famiglie e alle persone colpite dalla sindrome.
«La finalità del luogo e la sua posizione strategica ci hanno permesso di accogliere persone che sono arrivate da ogni parte d'Italia per dare vita a quella che è la prima associazione nazionale dedicata in modo specifico alla sindrome di CHARGE», spiegano Luigi Di Lello ed Elisabetta Marzo promotori dell'associazione.
La necessità derivava non solamente dal fatto che in Italia non esistono esperienze di questo genere, ma anche e soprattutto dal bisogno di «condividere informazioni ed esperienze attorno ad una sindrome fortemente disabilitante che ancora oggi è poco conosciuta e diagnosticata con una certa difficoltà».
Sei le caratteristiche primarie riassunte nell'acronimo CHARGE: difetto della struttura oculare (coloboma), difetti cardiaci, artresia delle cavità nasali, ritardo della crescita e/o dello sviluppo e genitali e orecchie anomali con possibile sordità; caratteristiche che possono però non essere presenti contemporaneamente nello stesso soggetto.
La sindrome di CHARGE è riconducibile ad un difetto genico che coinvolge il gene CHD7 e che codifica una proteina fondamentale nello sviluppo embrionale e nella regolazione del ciclo cellulare, nel 60-70% dei pazienti però presenta mutazioni che vengono definite sporadiche, ovvero si presentano ex novo.
«Il dato di partenza e con il quale tutti noi ci siamo dovuti confrontare, è che manca una rete di base dedicata in modo specifico, capace di informare, orientare e sostenere le famiglie», prosegue Di Lello.
Che ricorda: «Normalmente i bambini affrontano diversi interventi chirurgici nei primi mesi di vita con lunghe degenze e devono essere seguiti da un'equipe di professionisti altamente qualificati. Molti bimbi però, se seguiti e supportati in modo adeguato dalla famiglia e dai vari professionisti, hanno la possibilità di ottenere ottimi risultati e riescono ad avere una qualità della vita considerata "normale". Per questo è importante, iniziando molto presto ad affrontare, oltre ai problemi risolvibili chirurgicamente, anche i problemi dovuti ai deficit neuro sensoriali (udito e vista in primis) e di ritardo psicomotorio affidandosi a riabilitatori altamente specializzati».
L'obiettivo di Mondo CHARGE è diventare un valido punto di riferimento per le famiglie e le persone colpite dalla sindrome «per agevolare le informazioni e la comunicazione tra le famiglie stesse con lo scopo di rompere l'isolamento e cercare di indicare centri ospedalieri e assistenza sul territorio per affrontare la vita nella quotidianità - aggiunge - . Non certo secondo, promuovere in campo sociale, politico e scientifico tutte le iniziative per la conoscenza, la diagnosi e la ricerca della sindrome di CHARGE. Non certo ultimo, cercare di collaborare con altre associazioni nazionali ed Internazionali affinché possano promuovere la ricerca sulle malattie rare».
«Siamo onorati di aver contribuito, nel nostro piccolo, ai primi passi dell'associazione Mondo CHARGE», osserva il portavoce de La Tela, Giovani Arzuffi.
«La Tela è uno spazio dedicato all'associazionismo, un punto di incontro dove dialogare per far nascere progetti che, come in questo caso sono rivolti alle persone meno fortunate».
La Tela è un bene sequestrato alla criminalità organizzata, affidato al Comune di Rescaldina e gestito dalla Cooperativa ARCADIA insieme con altre associazioni del territorio.
È diventato ristorante e centro di aggregazione e di promozione sociale e culturale.
Info:
Osteria sociale del buon essere "La Tela" Strada Saronnese, 31 Rescaldina (MI)
Lotta al Cancro. 30° compleanno per l’Istituto Ramazzini. Il presidente Gamberini: “una storia straordinaria che tutto il mondo ci invidia”
TUMORI, L'ISTITUTO RAMAZZINI COMPIE TRENT'ANNI. IL PRESIDENTE GAMBERINI: "UNA STORIA STRAORDINARIA CHE TUTTO IL MONDO CI INVIDIA"
Giovedì 26 ottobre evento celebrativo a Bologna con Merola, Bonaccini, Ghedini e Gibertoni.
Da New York arriverà anche Philip Landrigan, presidente della Commissione Salute e Inquinamento dell'Icahn School of Medicine at Mount Sinai.
Bologna, 24 ottobre 2017 - L'Istituto Ramazzini, la cooperativa sociale bolognese a cui fa capo il centro di ricerca sul cancro "Cesare Maltoni", compie trent'anni. Fu infatti nel 1987 che il professore Cesare Maltoni, oncologo di fama mondiale, e il senatore Luigi Orlandi diedero vita a queste esperienza inedita, che affidava la proprietà di uno dei più autorevoli centri di ricerca scientifica a una comunità di cooperatori, stabilendone l'indipendenza dai poteri politici e dal mercato.
Il trentennale dell'Istituto Ramazzini sarà celebrato nell'evento in programma giovedì 26 ottobre alle ore 18 nella Cappella Farnese di Palazzo d'Accursio. L'appuntamento – dal titolo "Istituto Ramazzini: trent'anni di battaglie per la salute pubblica" – sarà aperto dai saluti del sindaco di Bologna, Virginio Merola, del presidente della Regione Emilia – Romagna, Stefano Bonaccini, della direttrice generale dell'Ausl Bologna, Chiara Gibertoni, e della presidente di Legacoop Bologna, Rita Ghedini.
Inoltre, prenderanno parola Simone Gamberini, presidente dell'Istituto Ramazzini, il dottor Morando Soffritti, presidente onorario dell'IR, la dottoressa Fiorella Belpoggi, direttrice del Centro di ricerca sul cancro "Cesare Maltoni", e il professore Philip Landrigan, presidente della Commissione Salute e Inquinamento dell'Icahn School of Medicine at Mount Sinai, presidente del comitato scientifico l'IR e scienziato celebrato in tutto il mondo per il suo impegno nella battaglia per la salute pubblica.
Durante l'evento sarà distribuito uno speciale annullo filatelico realizzato da Poste italiane per celebrare il trentennale dell'IR.
L'annullo sarà apposto su una cartolina che riproduce un particolare del ritratto di Cesare Maltoni realizzato negli anni Ottanta dall'illustratore Guido Crepax per la copertina del periodico "Tempo Medico".
A conclusione dell'evento, che gode del patrocinio del Comune di Bologna, verrà offerto un brindisi con buffet nella Sala Tassinari, al piano terra di Palazzo d'Accursio.
"Quella del Ramazzini – dichiara Simone Gamberini, presidente dell'IR – è una storia straordinaria, unica al mondo e che con orgoglio vogliamo celebrare. La grande intuizione che trent'anni fa portò a convogliare la militanza di cittadine e cittadini sui temi della salute pubblica e della lotta al cancro in una forma cooperativa, resta un caso più unico che raro. Da allora il Ramazzini ha rappresentato un alleato tenace e autorevole per tantissime persone, affiancandole nelle battaglie per la salute ambientale e dei luoghi di lavoro. Sono tante le sfide che i ricercatori del Ramazzini hanno affrontato e in molti modi i nostri studi hanno prodotto esiti importanti, tanto nell'individuazione di sostanze dannose alla salute quanto nella diffusione di una cultura della prevenzione e della diagnosi precoce dei tumori. La storia del Ramazzini viene aggiornata quotidianamente: nelle strutture cliniche e nei laboratori di ricerca rinnoviamo ogni giorno l'impegno ostinato a migliorare la qualità della vita delle persone e a consegnare loro un futuro all'insegna del benessere".
Per celebrare il suo trentesimo anniversario, l'Istituto Ramazzini ha inoltre lanciato assieme a Conad una campagna di crowdfunding per sostenere la ricerca sul cancro nelle province di Bologna, Modena e Ferrara.
Fino al 12 novembre, in tutti i punti vendita Conad delle tre province emiliane, i clienti potranno donare 1 euro al Ramazzini: basterà comunicarlo in cassa al momento del pagamento. Nordiconad, una delle cooperative aderenti al consorzio nazionale Conad, raddoppierà i fondi raccolti tra i clienti, con una propria donazione all'Istituto Ramazzini.
Attualmente la cooperativa sociale Istituto Ramazzini onlus conta circa 29.000 soci e 32 sezioni soci nel territorio nazionale. Le sue attività sono incentrate in tre aree di intervento: ricerca scientifica, diagnosi precoce, divulgazione.
La ricerca scientifica è finalizzata all'identificazione e quantificazione, su base sperimentale, dei rischi cancerogeni, oltre che alla valutazione di efficacia e tollerabilità di farmaci e principi attivi, utilizzabili per contrastare l'insorgenza e/o la progressione dei tumori. La diagnosi precoce viene effettuata presso i nostri Poliambulatori con l'obiettivo di scoprire tempestivamente l'insorgere del tumore e consentire ai nostri pazienti di iniziare subito la cura.
Per divulgazione intendiamo quelle attività finalizzate a rendere ogni cittadino consapevole sui rischi cancerogeni e sulle scelte che può effettuare per contrastarli. Le strutture dell'Istituto Ramazzini comprendono il Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni di Bentivoglio (BO), il Poliambulatorio di Prevenzione Oncologica di Bologna e Centro Clinico di Prevenzione Oncologica di Ozzano dell'Emilia (BO).
Il professor Maltoni, fondatore della cooperativa e direttore per lunghi anni dei laboratori di Bentivoglio, sarà riconosciuto tra i principali ricercatori al mondo sulla malattia del secolo. I suoi studi saranno dedicati soprattutto all'origine ambientale dei tumori e quindi alla loro incidenza in determinate lavorazioni industriali. Sarà il primo a dimostrare la pericolosità di sostanze quali il clorulo di vinile o il benzene.
L'Istituto Ramazzini ha documentato la cancerogenicità di tutte le fibre di amianto ed ha raccolto un'ampia coorte di pazienti che hanno sviluppato diversi tipi di tumori correlati all'esposizione ad amianto, in particolare sui luoghi di lavoro. Sempre l'Istituto Ramazzini ha evidenziato la cancerogenicità dell'erionite e della fluoroedenite, studiata in collaborazione con l'Istituto Superiore di Sanità, che è un anfibolo presente in altissime concentrazioni nelle zone di Biancavilla in Sicilia dove era stato riscontrato un eccesso di mesoteliomi. polmonari.
Analoghi studi condotti dall'Istituto hanno convinto il Center for Science in the Public Interest, una delle più grandi associazioni di consumatori del mondo, a inserire l'aspartame nella lista degli alimenti da evitare. E ancora: se oggi il talco oggi è un prodotto sicuro per i consumatori, lo si deve anche ad una pionieristica ricerca del Ramazzini dei primi anni '90.
Quello studio evidenziò la contaminazione da amianto del talco grezzo, che lo rendeva cancerogeno. Attualmente l'Istituto Ramazzini sta conducendo due importanti ricerche, la prima sugli effetti delle onde radio sulla salute dell'uomo, la seconda sull'impatto del glifosato, il pesticida più usato in agricoltura. Di entrambi gli studi, al centro di un vivace dibattito politico in queste settimane, è prossima la pubblicazione dei primi risultati.
Il Ministro Beatrice Lorenzin al G7 Salute di Milano, il 5 e 6 novembre 2017
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