"Per quanto riguarda il cancro al seno, le donne vengono chiamate a sottoporsi a mammografia a partire dai 50 anni. La raccomandazione, però, è di anticipare l'appuntamento su base volontaria. Le donne con un rischio normale di sviluppare il tumore al seno dovrebbero sottoporsi alla prima ecografia della mammella a 35 anni e ripetere l'esame una volta l'anno. Dai 40, inoltre, dovrebbero associare anche la mammografia. Quante invece sono considerate a rischio, ad esempio per la storia famigliare, dovrebbero fare la prima ecografia a 25-30 anni e ripeterla ogni sei mesi", spiega Paolo Veronesi, direttore della Divisione di Senologia Chirurgica dell'Istituto Europeo di Oncologia. Quanto al tumore alla cervice uterina, l'esame utile per prevenirlo è il PAP test che andrebbe ripetuto una volta ogni 3 anni a partire dai 25 anni.
Ma a chi rivolgersi per effettuare questi esami di screening? E dove sottoporsi a un eventuale intervento per tumore al seno, per tumore all'utero o a un'isterectomia – cioè all'asportazione dell'utero? Uno strumento utile per informarsi riguardo alla bontà delle strutture e ai servizi offerti è www.doveecomemicuro.it, portale di public reporting delle strutture sanitarie italiane. Attraverso il sito, che oggi si presenta in una veste rinnovata e di ancor più facile consultazione, è possibile individuare i centri che offrono la prestazione desiderata e confrontarli in base ai dati ufficiali quanto a performance e a vicinanza a casa.
Il centro giusto fin dalla prevenzione
Informarsi bene prima di scegliere la struttura a cui affidarsi è cruciale già al momento di sottoporsi agli esami di screening, specialmente per quanto riguarda il tumore al seno. "Ecografia mammaria e mammografia consentono di individuare la lesione in un'epoca molto precoce. Per avere risposte affidabili, però, è bene che a eseguirle sia un radiologo esperto altrimenti il rischio è che venga sottovalutata una situazione che necessiterebbe di un approfondimento o, al contrario, che vengano creati falsi allarmi.
Meglio orientarsi fin da subito, quindi, su ospedali e centri diagnostici che offrono prestazioni di buon livello e dispongano di strumentazione adeguata: la mammografia, ad esempio, dev'essere digitale e preferibilmente tridimensionale, meglio se con tomosintesi - una tecnologia di ultima generazione che permette lo studio stratigrafico della mammella. L'ecografia, invece, dev'essere effettuata con sonde ad alta frequenza possibilmente dallo stesso radiologo che esegue la mammografia. È una garanzia di qualità", dice Paolo Veronesi.
La scelta della struttura dopo la diagnosi
Nell'eventualità di doversi sottoporre a un intervento diventa ancor più importante orientarsi su ospedali che offrono le maggiori garanzie. "Il primo elemento di cui tenere conto è l'alto numero di interventi annui. L'associazione tra volume ed esiti, infatti, è dimostrata dalle evidenze scientifiche. Per quanto riguarda il tumore al seno, in particolare, il Regolamento del Ministero della Salute e le linee guida internazionali fissano come soglia minima 150 interventi all'anno", spiega Elena Azzolini, medico specialista in Sanità Pubblica e membro del comitato scientifico di "Dove e come mi curo".
Un altro criterio che può orientare la decisione in caso di tumore al seno è la presenza di una Breast Unit, modello di assistenza specializzato nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne affette da carcinoma mammario. "Queste unità offrono la sicurezza di essere seguite da un team di specialisti dedicati e curate secondo i più alti standard europei. In Italia, però, sono poche e mal distribuite. D'altra parte, ci sono molti centri di elevata qualità presenti un po' ovunque, sia nelle grandi città che nei piccoli paesi. L'importante è che vantino una buona casistica", spiega Paolo Veronesi.
La fotografia della realtà italiana
Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano interventi per tumore all'utero sono 409: il 48% si trova al nord, il 21% al centro e il 31% al sud. Della totalità degli interventi eseguiti il 52% è stato effettuato al nord, il 25% al centro e il 23% al sud. Le strutture pubbliche o private accreditate che effettuano isterectomia, invece, sono 599: il 41% si trova al nord, il 21% al centro e il 38% al sud. Della totalità degli interventi eseguiti, il 53% è stato effettuato al nord, il 20% al centro e il 27% al sud. Le strutture pubbliche o private accreditate che eseguono interventi per tumore al seno, infine, sono 498: il 43% si trova al nord, il 21% al centro e il 36% al sud. Della totalità degli interventi eseguiti il 55% è stato effettuato al nord, il 23% al centro e il 22% al sud.
Tumore al seno: bassa la percentuale di ospedali che raggiungono lo standard
Solo 140 strutture raggiungono la soglia minima di 150 interventi annui fissata dalle autorità ministeriali per il tumore alla mammella. Appena un terzo del totale circa. Il 28% se si considerano solo le strutture che eseguono almeno 5 interventi all'anno (o il 33% se si tiene conto solamente di quelle che ne eseguono almeno 10): il 51% si trova al nord, il 26% al centro e il 23% al sud.
"Si tratta di una percentuale molto bassa. Nelle 140 strutture in linea con i parametri fissati, però, si concentra il maggior volume di attività. È intuibile che negli altri centri si facciano davvero pochi interventi. Va da sé che strutture che eseguono 10 interventi all'anno non possono offrire le stesse garanzie di quelli che ne fanno 200 o 2000", dice Paolo Veronesi.
Interventi più concentrati in meno strutture e con maggiori garanzie
La buona notizia è che stiamo gradualmente migliorando. In base al PNE 2017, infatti, si è ridotto il numero di strutture che eseguono interventi per tumore al seno e sta aumentando quello dei centri che rispettano lo standard minimo dei 150 interventi annui: nel 2015 le strutture che eseguivano almeno 10 operazioni all'anno erano 449, mentre nel 2016 sono calate a 424. Parallelamente, dal 2010 al 2016 si è assistito a un aumento progressivo dei centri in linea con i parametri fissati: nel 2010 erano 110 mentre nel 2016 hanno raggiunto quota 140.
"L'informazione gira e le persone si rivolgono sempre più ai centri che offrono migliori garanzie. Anche se si desidera farsi curare vicino a casa, è importante saper scegliere il centro giusto tra quelli della propria Regione", dice Paolo Veronesi.
L'informazione oggi è a portata di tutti grazie a istituti come il Programma Nazionale Esiti gestito da Agenas per conto del Ministero della Salute o a portali come https://www.doveecomemicuro.it/, che vanta un database di oltre 2000 strutture: 1300 ospedali pubblici e oltre 800 strutture ospedaliere territoriali, tra case di cura accreditate, poliambulatori, centri diagnostici e centri specialistici.
Come eseguire la ricerca?
Per confrontare le strutture è sufficiente inserire nel "cerca" la parola chiave desiderata, ad esempio "tumore al seno" o "tumore alla cervice uterina" e selezionare la voce che interessa tra quelle suggerite. In cima alla pagina dei risultati compariranno i centri ordinati per numero di interventi, per vicinanza o in base ad altri criteri selezionabili. Il semaforo verde indica il rispetto della soglia ministeriale mentre una barra di scorrimento mostra il posizionamento delle singole strutture nel panorama nazionale. La valutazione viene fatta considerando indicatori istituzionali di qualità come volumi di attività (dati validati e diffusi dal PNE - Programma Nazionale Esiti gestito dall'Agenas per conto del Ministero della Salute).
È possibile anche inserire nel "cerca" uno specifico esame (ecografia della mammella, mammografia, agoaspirato della mammella, pap-test, ecc..) o un determinato intervento (mastectomia, ricostruzione della mammella, conizzazione della cervice uterina, isterectomia, ecc...), quindi restringere il campo alla regione o alla città di appartenenza. Per filtrare ulteriormente i risultati, basta spuntare le caselle della colonnina in basso a sinistra relative, ad esempio, alle certificazioni Breast Unit o Bollini Rosa, il premio assegnato agli ospedali attenti alle esigenze femminili.
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