Ciao Andrea,
Mi chiamo Ilaria e ho 27 anni.
Ho appena finito la chemioterapia. Mi hanno diagnosticato poco più di un anno fa il Linfoma di Hodgkin, e dopo un anno di chemioterapia, il morbo sembra scomparso.Sono cresciuta a Savona, il territorio dove l'ombra nera del carbone aleggia da 40 anni, per via dell'impianto di Vado Ligure, di proprietà Tirreno Power, sul quale la Procura di Savona sta svolgendo indagini per disastro ambientale e omicidio colposo. Secondo uno studio compiuto da consulenti della Procura, infatti, nell'area della centrale ci sarebbero mille morti in più per cancro rispetto ai parametri scientifici di riferimento.
È stato molto difficile combattere contro questa malattia e sento che se mi sono ammalata così giovane deve esserci qualcosa che non va bene nell'aria che ho respirato, nell'ambiente in cui ho vissuto.
La grinta che ho avuto nel lottare contro la malattia mi è data dalla stessa forza che mi fa lottare contro le ingiustizie e che vuole restituire alla mia sofferenza un senso.
Ho letto che Enel ha in progetto una nuova centrale a carbone a Porto Tolle, nel delta del Po.
Greenpeace insieme all'Università di Stoccarda ha stimato che questo causerebbe 85 casi di morte prematura e 234 milioni di euro danni ambientali e sanitari per ogni anno di funzionamento. Nei 40 anni di vita della centrale si avrebbero dunque circa 3.400 casi di morte prematura.
Mi domando perché ai signori del carbone, Enel o Tirreno Power, non bastino i danni già causati dal carbone all'ambiente e alle persone. Al giorno d'oggi si può produrre energia in maniera più pulita.
Signor Fulvio Conti, Amministratore delegato di Enel, questa volta è ancora in tempo. Non si causino altri danni. Archivi il progetto della nuova centrale a carbone di Porto Tolle.
Grazie,
Ilaria Mastrorosa via Change.org
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