Il rapporto dell'università di Leuven in Belgio, mette in guardia dai pericoli per questi pazienti che hanno un arco di tempo possibile per i trattamenti volti a bloccare la progressione della patologia, estremamente ridotto. Con possibili gravi conseguenze per la salute pubblica. Gli studiosi hanno avviato l'indagine dopo aver ricevuto segnalazioni di casi di aids aggressivi a Cuba: analisi del sangue sono state condotte su 73 sieropositivi recenti.
Di questi 52 avevano già l'Aids conclamata, mentre per 21 la malattia era ad uno stadio iniziale. Confrontando i tipi virali identificate nel sangue dei volontari, gli scienziati hanno osservato che quelli contagiati con il CFR19 presentavano un carico virale molto più alto. Ed era più forte la presenza delle cellule immunitarie 'Rantes', che usualmente entrano in gioco quando il morbo è avanzato.
Come riferito nello studio in questione pubblicato sulla rivista EBioMEdicine, che Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ritiene opportuno poter diffondere in ragione della costante attività dell'associazione anche in difesa dei malati di AIDS e per la costante opera preventiva per la quale riteniamo non debba mai essere abbassata la guardia.Secondo i ricercatori, la velocità con cui il CFR19 porta le persone ad ammalarsi di AIDS non influisce sull'efficacia dei farmaci sugli individui infetti. La buona notizia è che, per quanto ne sappiamo i farmaci che sono oggi disponibili sono ugualmente funzionanti su tutti i diversi sottotipi di varianti.
Lo studio avverte che tali ricombinanti si possono diffondere velocemente, soprattutto nelle regioni con alti livelli di immigrazione, come l'Europa o gli Stati Uniti.Secondo l'Organizzazione Mondiale della Sanità, circa 35,3 milioni di persone nel mondo vivono con l'HIV, che distrugge il sistema immunitario e ha causato oltre 25 milioni di morti di AIDS da quando emerse nei primi anni 1980.
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