Ministeri e regioni lavorino rapidamente a una ridefinizione delle aree vulnerabili ai nitrati e delle misure applicate in tal senso, tenendo conto del reale apporto della zootecnia all'inquinamento delle acque sotterranee che, come dimostrato dall'ultimo studio dell'Ispra, è stato finora molto sovrastimato. Lo ha chiesto la Cia-Confederazione italiana agricoltori, intervenendo oggi al tavolo sul tema che si è tenuto nella sede del Mipaaf alla presenza dei ministri Martina e Galletti.
Tale attività di revisione non è più rinviabile -sottolinea la Cia- dato il carico di adempimenti che l'attuale situazione pone in capo agli allevamenti, aumentandone i costi e limitandone sviluppo e competitività, senza peraltro che ciò contribuisca alla soluzione del fenomeno della presenza di nitrati nelle acque.
La Cia, inoltre, ha sottolineato altri due problemi: l'urgenza di dare rapida attuazione al recente decreto sull'utilizzazione agronomica degli effluenti e del digestato, anche per affrontare, con strumenti adeguati, il problema della flessibilità dei tempi di spandimento in funzione dei reali andamenti climatici, e la semplificazione delle procedure nella gestione della deroga che le regioni padane hanno ottenuto dalla Commissione europea.
Accogliamo con soddisfazione l'impegno che i ministeri e le regioni presenti al tavolo hanno chiaramente espresso finalizzato a un processo di revisione delle aree vulnerabili, che dovrebbe portare entro poche settimane a una proposta condivisa da presentare alla Commissione Ue -conclude la Cia-. Auspichiamo, però, che questo impegno possa essere ora portato avanti con rapidità e decisione con il concorso di tutti i soggetti interessati.
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