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giovedì 12 marzo 2015

Influenza: resta epidemia. Dalla Francia: mortalità record nei paesi dell'area UE

L'influenza continua a costringere a letto centinaio di migliaia di italiani. Anche se la settimana scorsa il numero delle consultazioni mediche è sceso rispetto la settimana precedente, la soglia epidemica viene superata ormai da otto settimane in gran parte dell'Europa. Le fasce della popolazione più colpite erano i bambini fino a quattro anni e gli adulti tra i 30 e i 64 anni. Nella maggior parte delle regioni la situazione dovrebbe migliorare prossimamente. In Francia secondo i dati ufficiali, l'epidemia di influenza ha condotto quest'inverno a un tasso di mortalità superiore alla media tra la terza e l'ottava settimana del 2015.

Non si conoscono i dati precisi sul numero di decessi. Di regola ogni anno in ogni paese dell'aerea UE la malattia provoca diverse migliaia di vittime. Un eccesso di mortalità invernale è praticamente rilevato ogni anno, ma è di solito limitata a qualche migliaio di morti o meno. Mai negli ultimi dieci anni era stato raggiunto un record tanto negativo con una mortalità invernale in eccesso che ha già raggiunto in questa stagione il livello osservato durante gli inverni 2008-2009 e 2012-2013 con circa 10.000 morti in più.

Questo aumento della mortalità in persone oltre i 65 anni è stata osservato anche questo inverno in una dozzina di paesi europei, tra cui, oltre l'Italia, la Francia, il Belgio, l'Inghilterra, la Spagna, il Portogallo, Paesi Bassi e Svizzera.  In tutta Europa, l'eccesso di mortalità per tutte le problematiche connesse all'influenza è stimato in 80 000 morti, di tutte le età, ha detto l'Istituto francese della salute.

Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ricorda che più volte l'associazione si è occupata del problema, rilevando che nonostante le campagne di vaccinazione e le cautele, ancora oggi i virus influenzali continuano a mietere vittime. Una delle colpe, sta senz'altro nell'abuso degli antibiotici che contribuiscono all'evoluzione di ceppi sempre più virulenti e resistenti alle cure.

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