1 – Il primo elemento evidenziato dalla Proposta di Legge in discussione è la messa in mora del diritto di scelta di persone con disabilità e famiglie mentre è evidente che la norma mira a riportare come figure centrali di riferimento Terzo Settore e affini. Il testo ripropone lo schema che ha ridotto in stato di prigionia centinaia di migliaia di famiglie in tutta Italia, trasformando l'assistenza domiciliare in una torta politica da consegnare all'esercito ben strutturato del Terzo Settore, un fatto grave che rispinge indietro i soggetti fruitori dei servizi. Le famiglie e le persone con disabilità, in questo contesto, possono tornare proprietari di loro stessi solo quando non si è assistiti. Questo schema è in palese conflitto con la Convenzione ONU sui Diritti delle Persone con Disabilità, divenuta Legge del nostro Paese – e che quindi chiunque deve rispettare, primi fra tutti le Istituzioni pubbliche - nel 2009, dove si afferma chiaramente in più passaggi, come al centro del Welfare ci debbano essere le PERSONE, libere di autodeterminarsi, e non altri soggetti che dell'assistenza hanno fatto un business milionario trasformando quello che dovrebbe essere un sostegno in un campo di prigionia per tanti. Nell'impianto della Poposta di Legge ci si richiama inoltre, e continuamente, alla professionalità presunta che tali organismi declamano tuttavia ci preme ricordare che, ferma restando la validità di taluni operatori, la realtà dimostra che un buon numero di essi non ha alcuna qualifica e che spesso questi alimentano, nelle case delle persone con disabilità, ulteriori ragioni di conflitto, che sfuggono a controlli orari e che non sono mai stati perseguiti da parte dell'amministrazione pubblica, o quanto meno richiamati, nemmeno quando hanno rifiutato di assistere utenti perchè "scomodi". Tutto questo determina un nostro deciso, primo NO, ad un impianto di questo tipo, che viene spacciato per innovativo ma che in realtà non è altro che il modello degli anni '80-'90 rivisitato più sotto l'aspetto dell'estetica comunicativa che non della sostanza.
2- E' fonte di enorme preoccupazione degli enti scriventi il fatto che questa Proposta di Legge offra anche alle fondazioni una fetta del business. Riteniamo che questa apertura confermi ulteriormente quanto esposto nel punto precedente, ossia un tentativo palese di chiudere con la stagione dei diritti, consegnando a fondazioni private la co-gestione del denaro pubblico e lasciando a questa enorme galassia l'opportunità, nei fatti, di stabilire le necessità assistenziali di ciascun soggetto assistito.
3- La Proposta di Legge interviene su una materia che negli anni ha visto spendersi molte associazioni di disabili. Ci riferiamo in particolar modo ai L.E.A., e anche noi siamo sempre stati dell'idea che garantire a tutti un livello di assistenza minimo sia un obiettivo importante. Tuttavia nella Proposta di Legge questi non sono affatto determinati in modo chiaro, un'occasione persa che a nostro giudizio porterà a dare poco e niente a tutti, prescindendo dalle condizioni del singolo soggetto assistito. In particolare pensiamo alle persone con gravi o gravissime disabilità di fatto tagliate fuori dal recente ripristino del fondo della non autosufficienza, sempre più spesso massicciamente destinato solamente ad una specifica patologia. Se l'inversione di tendenza esposta nella proposta di Legge significherà mandare in onda le risorse regionali disponibili sotto forma di LEA e distribuite a pioggia, essendo queste largamente insufficienti - i dati sono incontrovertibili – in breve tempo verranno prosciugate le risorse e nessuno spazio di disponibilità economica costante potrà essere garantito a coloro che non possono farne a meno, i più gravi!
Conclusioni: questo impianto a nostro giudizio sembra scritto per rimettere in moto una potente macchina del consenso, consegnando ad essa una valanga di milioni di euro sulla pelle delle persone con disabilità e delle loro famiglie. A testimonianza di ciò sottolineiamo come le linee guida siano state volutamente rese note nel cuore del mese di Agosto, periodo di notoria scarsa attenzione, mentre il 12 settembre avveniva la trionfale presentazione del Presidente Zingaretti e il 3 Ottobre è già prevista la data fissata per l'approvazione della proposta di legge In Giunta Regionale, con una enigmatica rapidità mai verificatasi prima da parte dell'istituzione Regione Lazio. Non è così peregrino affermare che nessuno spazio di dibattito democratico vero sia stato concesso alle persone con disabilità e alle loro famiglie mentre la mail messa a disposizione dei cittadini per le eventuali osservazioni, sembra somigliare ad uno strumento di propaganda di comunicazione unilaterale e senza controllo, piuttosto che all'avvio di un vero dibattito democratico tra cittadinanza ed Ente Regione.
Gli enti scriventi chiedono pertanto un incontro urgentissimo, prima del 3 Ottobre p.v., con il Presidente Zingaretti e l'Assessore Visini. E' un nostro diritto democratico, soprattutto perché coinvolti in un bagaglio di esperienza diretta arricchente per qualsiasi Amministrazione veramente attenta e rivolta ai veri bisogni del Cittadino, esporre nel dettaglio le ragioni di un NO convinto a questo impianto e la proposta di modifiche che riportino i disabili e le loro famiglie al centro di un VERO nuovo welfare.
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Tutti i singoli Cittadini, le Organizzazioni, le Associazioni e i Gruppi che sono coinvolti nelle importanti decisioni che la Regione Lazio sta per prendere sulla loro pelle, potranno aderire compilando il modulo disponibile a questo indirizzo https://docs.google.com/forms/d/1xB0KSz6krc59Zi2pUfH_jIUZp51UbzNKPAxobPO5FVI/viewform
Questa la Proposta di Legge, per valutare cosa realmente sta accadendo. E' facile notare la contraddizione tra articoli dedicati ai preamboli e agli intenti dichiarati nella Proposta rispetto agli articoli che determineranno praticamente l'applicazione della Legge.
https://www.facebook.com/groups/411909242204681/doc/580862128642724/
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