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mercoledì 25 settembre 2013

Alimentazione e Alzheimer: nutrizionisti, sociologi e neuropsicologi al lavoro

 
Seguire i dettami della dieta mediterranea per prevenire e rallentare il declino cognitivo dei malati di Alzheimer e formare il caregiver, aiutandolo ad assistere il paziente. 

E' quanto è emerso nel convegno organizzato da Villaggio Amico.

 
Gerenzano (VA), settembre 2013Si è concluso il convegno "L'Alimentazione nella persona con malattia di Alzheimer: prevenzione e/o cura (?)", promosso da Villaggio Amico in occasione della XX Giornata Mondiale Alzheimer, che ha coinvolto nutrizionisti, geriatri, psicologi e sociologi, operatori e familiari, per condividere esperienze e far luce sui benefici di una corretta alimentazione negli anziani e nei malati di Alzheimer. A seguire i lavori, un folto pubblico di operatori specializzati, di familiari e di addetti ai servizi di assistenza.

La dottoressa Molinari, sociologa nell'Università di Genova, ha aperto gli interventi sottolineando l'importanza del pasto come momento di socializzazione e di condivisione che, pur con caratteristiche diverse, pervade tutte le fasi della vita di una persona, dalla nascita alla vecchiaia. "Per questo – ha specificato Beba Molinari - diventa molto importante che chi si occupa del malato di Alzheimer condivida con lui il momento del pranzo, o della cena, ricreando una normale routine che può essere fondamentale anche per ridimensionare meccanismi negativi come il senso di solitudine e la mancanza di relazionalità".

Paola Chiambretto, neuropsicologa, Coordinatrice del Nucleo Alzheimer di Villaggio Amico, ha portato l'esperienza del suo reparto sottolineando proprio l'attenzione particolare che viene dedicata al contesto che si muove attorno al momento del pasto per garantire il mantenimento di un buono stato nutrizionale nell'ospite.


 "E' fondamentale ad esempio – spiega la dottoressa Chiambretto – osservare un timing preciso nel servire i pasti senza creare lunghe pause di attesa. Il paziente Alzheimer ha, infatti, molte difficoltà a stare seduto a tavola per troppo tempo. Elaboriamo menu che siano facilitanti per l'ospite: pasta corta, vellutate di verdura, polpettoni e frittate e piatti che appagano palato e vista grazie a un mix di colori vivaci e di aromi e profumi tradizionali. Cerchiamo anche di creare un'atmosfera rilassata con una musica soffusa che accompagna il momento dei pasti e in qualche modo aiuta anche a scandire i diversi momenti della giornata. Anche la scelta dei posti a tavola gioca un ruolo importante perché la persona si trovi maggiormente a proprio agio. Giuste accortezze e attenzioni personalizzate per evitare quel CPNI (Calo Ponderale Non Intenzionale) che può alla lunga portare a malnutrizione", conclude Paola Chiambretto.

I dati riportati durante la mattinata negli interventi dei relatori, basati su ricerche ed esperienze cliniche, hanno evidenziato che certe tipologie di alimenti possono prevenire e rallentare il declino cognitivo. In particolare frutta e verdura, olio di oliva, pesce e cereali, caratterizzano il regime alimentare più idoneo per prevenire e ritardare i sintomi dell'Alzheimer. "Le analisi dietologiche hanno dimostrato, in molti casi, che scarsi consumi di grassi saturi e di vitamina B12 potrebbero suggerire maggiori probabilità di sviluppo di demenze cognitive", é il commento di Eugenia Dozio, dietista nell'Università degli Studi dell'Insubria di Varese. "Si fa prevenzione  soprattutto fornendo apporti nutrizionali adeguati di tutti i principi nutritivi. La dieta migliore? Quella mediterranea, con consumo di verdure a foglia verde scuro, cavoli, pomodori, pesce azzurro, olio e cereali", conclude la dottoressa Dozio.

Nell'alimentazione in generale e quindi anche in quella della persona anziana il vino ha un ruolo significativo; a volte bandito dalle diete torna infatti sulle tavole di chi vuole migliorare il proprio stato di salute. Senza ovviamente esagerare, studi hanno dimostrato che un bicchiere di vino rosso a pasto non solo fa bene ma ha effetti neuro-protettivi.


Daniele Perotta, dirigente medico presso l'USD Centro Regionale Alzheimer, ha portato in evidenza la possibilità di utilizzare anche gli integratori alimentari per contrastare il decadimento cognitivo. "Nel panorama dei prodotti a disposizione, recentemente è stato commercializzato un integratore innovativo, che contiene tutti gli elementi della dieta mediterranea e aiuta i pazienti a migliorare le loro performance cognitive contribuendo al rallentamento del declino" - dichiara il dottor Perotta. "Devo dire che nella mia esperienza clinica quotidiana ho registrato riscontri positivi soprattutto nelle prime fasi della malattia".

"Quando si parla di alimentazione bisogna distinguere tra fragilità nutrizionale e malnutrizione" – ha spiegato Alfredo Vanotti, professore in Dietetica e Nutrizione nelle Università Statale e Bicocca di Milano. "La prima può regredire più facilmente, mentre la malnutrizione potrebbe diventare cronica: è bene quindi intervenire subito. Ma non sempre è facile per chi si occupa di queste persone accorgersi dell'insorgere di un problema. Per questo credo sia molto importante formare i caregiver, aiutarli nel comprendere il fabbisogno della persona e accompagnarla nelle diverse fasi della malattia". Il concetto di fragilità nutrizionale, la necessità di sensibilizzare gli operatori fornendo loro suggerimenti e consigli per una corretta gestione dell'alimentazione negli anziani e nelle persone più fragili sono i temi di un progetto di formazione-informazione che il professor Vanotti sta conducendo con Auser Lombardia e Università Ludes di Lugano.

I dati emersi nel corso del convegno sottolineano il forte impatto socioeconomico  che deriva dalla crescita dei casi di malattia di Alzheimer. Negli Stati Uniti, ad esempio, studi e ricerche hanno calcolato che nel 2050 le persone affette da Alzheimer saranno triplicate rispetto ai 5 milioni di malati attuali e i costi per l'assistenza lieviteranno fino a toccare la cifra di mille miliardi di dollari l'anno. Risulta quindi molto importante, anche per un benessere socio-economico e sanitario, cercare di ritardare e rallentare i processi dell'invecchiamento celebrale.

Sull'Alzheimer
E' una malattia degenerativa che ha un impatto progressivamente sempre più drammatico sulla vita del paziente e su quella dei suoi familiari. Se al suo esordio la malattia può passare inosservata, in quanto i sintomi che presenta sono lievi e si palesano gradualmente, via via che progredisce colpisce in modo ben più consistente le capacità cognitive determinando deficit comportamentali che annullano la dignità dell'individuo. Come tante lampadine che man mano si spengono, molte capacità come vestirsi, pettinarsi, comunicare diventano azioni difficili da compiere e incomprensibili, mentre la dipendenza dal familiare o da chi presta assistenza risulta totale. Secondo il Rapporto mondiale di A.D.I. - Alzheimer Disease's International - la malattia colpisce oggi nel mondo circa 35,6 milioni di persone. Un numero enorme destinato a raddoppiare nel 2030 e a triplicare nel 2050. In Europa è previsto un aumento del 34% solo in questo decennio .E la realtà italiana  e della Lombardia non si discosta dai grandi numeri.
Dati: A.D.I. -  Federazione Alzheimer Italia

Su Villaggio Amico
Centoquarantaquattro posti, tre piani divisi per tipologia di paziente, otto nuclei di degenza: sono i numeri che descrivono la Residenza Sanitaria Assistenziale di Gerenzano. Vi lavorano 160 operatori, tra dipendenti e collaboratori. La mission di Villaggio Amico é rispondere ai bisogni della persona in ogni fase della sua vita, dall'infanzia alla terza età. Non solo quindi una Residenza per anziani ma una struttura che racchiude al proprio interno un ventaglio di servizi come l'intrattenimento diurno per anziani e per persone diversamente abili, un centro di riabilitazione, poliambulatori medico-specialistici, piscina e palestre, l'asilo nido, un centro di formazione e l'auditorium comprensivo di sale convegni. Fiore all'occhiello della Residenza Sanitaria Assistenziale è il Centro Alzheimer, nucleo specializzato nell'accoglienza dei pazienti e nell'assistenza alle loro famiglie. La struttura ha sede a Gerenzano, punto di incontro delle province di Varese, Milano e Como.

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