Alcuni buoni consigli per riconoscere una buona visita odontoiatrica
1) Almeno un’ora. Un primo semplice criterio di valutazione è la durata, che per le visite ad adulti non deve essere inferiore ad un’ora. Per avere tutte le informazioni necessarie, infatti, lo specialista deve fare 3 cose:
• un’anamnesi accurata del paziente e delle sue allergie,
• fare o richiedere un’ortopanoramica per analizzare i tessuti duri
• effettuare un’attenta osservazione con occhialini ingranditori della bocca per guardare i denti, le gengive e le mucose e così rendersi conto se ci sono anche piccole carie, infezioni alle gengive (parodontiti) e lesioni precancerose
Per i bambini invece non bisogna avere mai fretta e dedicare loro tutto il tempo di cui hanno bisogno.
2) Fammi vedere. Usare una telecamera intraorale durante la visita mostra anche al paziente su un monitor tutto quello che vede lo specialista per illustrargli quello che è necessario fare.
Chiedere di farsi mostrare come sono sterilizzati gli strumenti ci aiuta a guadagnare fiducia nella professionalità del centro e nei professionisti che ne sono responsabili.
3) Fammi decidere. Il paziente deve partecipare attivamente alla visita e deve scegliere insieme allo specialista la terapia che pensa sia più adatta a lui in quel momento della sua vita. L’odontoiatra deve fare una corretta diagnosi e prospettare alcune alternative di cura, le terapie da fare vanno decise insieme al paziente.
4) Verifica come sono retribuiti. Chiedere se i professionisti che collaborano con un centro dentistico sono retribuiti per il loro lavoro a percentuale o no. Quando sono retribuiti a percentuale sappiamo che più costoso sarà il lavoro che faremo più è alto il loro compenso. Se la visita che ci hanno appena fatto è gratuita qualche domanda in più ce la possiamo porre.
5) Procedi per fasi e verifica ciò che davvero serve. Normalmente i piani di cura odontoiatrici equilibrati prevedono sempre una fase di bonifica preliminare della bocca che elimini le patologie in atto come carie e infiammazioni gengivali e solo successivamente alla bonifica una o più visite di rivalutazione per valutare gli eventuali interventi più invasivi o semplicemente estetici. In questo modo il professionista può meglio valutare l’evoluzione delle cure nel tempo e decidere meglio e nell’interesse del paziente le cure da prestare. Alcune prestazioni ipotizzate in prima battuta, possono essere poi riviste nel corso dell’esecuzione: se un dente si può salvare con un’attenta otturazione perché devitalizzarlo per forza?
Quando invece un piano di cure e complesso e prevede già tutto fin dalla prima visita e l’importo preventivato è alto e semmai viene anche finanziato da una società di credito al consumo come facciamo a sapere che durante le cure il professionista sia ancora attento ad eseguire solo le prestazioni che servono effettivamente al paziente e non sia portato invece ad eseguire tutte le prestazioni preventivate e già finanziate (e quindi già incassate)?
6) E comunque chiedere sempre una seconda opinione, sopratutto in caso di interventi complessi.
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