Il
18 Febbraio ricorre
l’anniversario della nascita di Hans Asperger, medico austriaco
che per primo
osservò delle caratteristiche comuni in alcuni bambini. Oggi
dopo 110 anni
queste caratteristiche prendono il nome di Sindrome di Asperger,
sindrome
inquadrata nei disturbi dello spettro autistico. E “spettro” è
il termine
giusto, in quanto ha infinite sfumature e si manifesta in modi
(o
funzionamenti) molto differenti tra loro.
Oggi
noi persone
asperger, noi “aspie” festeggiamo la nostra giornata, in un
mondo che non
conosce niente della nostra condizione e che ci vede come
strani, maleducati,
stupidi o peggio.
Quindi
ti racconterò chi
siamo noi asperger.
Da
bimbi ci chiamano piccoli
professori per via del
linguaggio forbito e per i nostri interessi, per le passioni per argomenti
spesso
inconsueti. Passioni assorbenti, nelle quali ci perdiamo,
letteralmente, e che
col tempo se coltivate adeguatamente possono diventare un lavoro
una volta
diventati grandi, oppure, entrare a far parte di una conoscenza
enciclopedica
che non smettiamo mai di coltivare.
Abbiamo
Q.I. nella media,
a volte superiore alla norma.
Spesso
siamo disorientati
dal mondo, dalla socialità e dalle convenzioni che da tutti voi
sono apprese in
modo spontaneo e naturale, ma che per noi sono molto difficili
da comprendere.
Ecco perché a volte potremmo sembrarvi maleducati o snob.
Se
siete tutti in cerchio
a chiacchierare ed io non mi avvicino, non è per snobismo, ma
perché non so
come farlo, non è naturale per me. Voi parlate tutti insieme e
io non so quale
sia il mio turno per inserirmi nel discorso. Spesso non trovo
argomenti in
comune con i vostri.
Potrei
avere difficoltà a
guardare negli occhi, a molti di noi mette ansia, ma non
nascondo nulla di
strano.
Potrei
risultare goffo
nel mio modo di muovermi, o strizzare gli occhi perché la luce
mi da fastidio,
oppure sussultare facilmente perché i rumori forti ed improvvisi
mi procurano
agitazione.
I
luoghi affollati non
sono l’ideale per me, non riesco a processare tutti gli input
sensoriali come
fai tu, sento tutto più forte: luci, suoni, brusii, odori… Se ho
una buona
motivazione posso farlo, poi però avrò bisogno di recuperare le
energie.
Se
mi dici qualcosa in
tono scherzoso o sarcastico, potrei non percepire che stai
scherzando e
rimanere disorientato. Potresti chiedermi una cosa come “Dammi
una mano” e io
ti porgerei letteralmente la mano, ma non sono stupido, ti
capisco benissimo, è
solo che tendiamo, soprattutto da piccoli, a interpretare in
maniera letterale
i modi di dire e a non capire subito i doppi sensi. Potrei a mia
volta fare
delle battute basate su giochi di parole che tu giudicheresti
stupide o
incomprensibili.
Io
sono come te, ma
funziono in maniera differente. Sono neuro-diverso, ovvero il
mio cervello è “cablato”
in maniera diversa.
Il
cervello autistico
funziona in un altro modo, quindi è come se io e te fossimo
computer con due
sistemi operativi differenti, oppure è come se tu ti trovassi in
un pianeta
alieno e tutti ti parlassero in una lingua che non conosci.
E’
questo quello che
provo.
Le
persone asperger non “soffrono
di asperger, ma SONO asperger: non stanno male a causa della
loro condizione,
ma per l’ambiente che le circonda e che spesso e volentieri non
le capisce, o
peggio non le accetta e le rilega ai margini.
Dopo
anni di tentativi di
adattamento sociale andati a vuoto, o per il fatto di non
conoscere le proprie
sensibilità sensoriali, vivendo continuamente a doppia velocità
per tenere
dietro a tutto e soddisfare le aspettative di tutti, inseguendo
quella che dai
più è considerata la “normalità”, può succedere di sviluppare
delle “comorbilità”,
ovvero la coesistenza di disturbi che non sono causati dalla
sindrome ma che
rendono la vita molto difficile.
Perché
se per tutta la
vita ti senti dire che sei sbagliato e non si vede cosa non
funzioni in te
(perché effettivamente non si vede), finisci col convincerti di
essere
sbagliato sul serio e sviluppare depressioni o disturbi del
comportamento.
Molti
di noi, hanno avuto
la diagnosi di asperger da adulti, passando prima per varie
diagnosi sbagliate,
terapie farmacologiche dannose e svariate sofferenze. Invece è
importante che
la diagnosi nei bambini avvenga prima possibile, perché si possa
essere accompagnati
nella scoperta del nostro modo di essere, e accettati e compresi
dalle persone
che abbiamo intorno.
Non
siamo malati, come
sento spesso dire in giro. A voi risulteremo forse un po’
strani, ma alla fine
chi non ha le sue stranezze in fondo e la normalità, la tanto
decantata
normalità, nessuno può davvero dire che esista.
Nessun
essere umano è
uguale ad un altro e allo stesso modo ogni asperger è diverso
dall’altro.
Quindi non esiste l’asperger ma GLI ASPERGER.
Noi
siamo asperger, siamo
uomini e donne e bambini e oggi ti chiediamo ti aiutarci a
diffondere un
tassello di conoscenza per non confonderci più tra le pieghe
dello sfondo.
Ti
chiediamo di farlo
fotografandoti con un cartello con la scritta #aspiefriendly e postarlo sul tuo profilo Facebook
o Twitter o
Instagram.
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