Queste le parole del Santo Padre: "Le cure palliative sono espressione dell'attitudine propriamente umana a prendersi cura gli uni degli altri, specialmente di chi soffre. Esse testimoniano che la persona umana rimane sempre preziosa, anche se segnata dall'anzianità e dalla malattia. La persona, infatti, in qualsiasi circostanza, è un bene per se stessa e per gli altri ed è amata da Dio. Per questo quando la sua vita diventa molto fragile e si avvicina la conclusione dell'esistenza terrena, sentiamo la responsabilità di assisterla e accompagnarla nel modo migliore. Esorto tutti coloro che, a diverso titolo, sono impegnati nel campo delle cure palliative, a praticare questo impegno conservando integro lo spirito di servizio e ricordando che ogni conoscenza medica è davvero scienza, nel suo significato più nobile, solo se si pone come ausilio in vista del bene dell'uomo, un bene che non si raggiunge mai contro la sua vita e la sua dignità. È questa la capacità di servizio alla vita e alla dignità della persona malata, anche quando anziana, che misura il vero progresso della medicina e della società tutta".
L'intervento del Papa è stato salutato con grandissima soddisfazione dal dottor Sergio Canzanella, segretario regionale campano della Federazione Associazione Volontariato in Oncologia e della Società Italiana Cure Palliative, esponente della Federazione Cure Palliative e di European Association Palliative Care, manager per l'Italia meridionale dell'European Cancer Patient Coalition, nonché componente della Commissione della Regione Campania e dirigente dell'Associazione House Hospital onlus.
"Ringraziamo Papa Francesco – sottolinea il dottor Canzanella – per aver detto chiaramente sì alle Cure Palliative e no all'eutanasia. Con la Legge n. 38/10 e i Decreti n. 128/12 e n. 22/15 a firma del Commissario ad Acta, l'onorevole Stefano Caldoro, lo sviluppo della rete dei servizi integrati di assistenza ai malati terminali di cancro e dei centri multisciplinari in Regione Campania privilegerà il percorso residenziale, domiciliare e la formazione del personale specializzato. Tutto ciò, senza dimenticare la volontà del paziente stesso. Lo scopo è quello di restituire dignità al malato mediante uno sforzo interdisciplinare di miglioramento della qualità della vita del paziente e della sua famiglia. Perché ciò avvenga è indispensabile puntare in Regione Campania sulla Rete Locale di Cure Palliative, gli Hospice e le Unità di Cure Palliative Domiciliari, al fine di tutelare e migliorare la qualità di vita dei malati. Il dolore e la sofferenza dei malati terminali riguarda ogni essere umano. Il rispetto della vita e della persona umana, della famiglia, l'attenzione per la sofferenza e il sostegno psicologico nelle diverse fasi della malattia costituiscono degli obiettivi irrinunciabili per una società civile. Bisogna adoperarsi per tutelare e favorire una migliore qualità di vita del paziente e questo non può prescindere da un adeguato controllo del dolore. Il malato deve occupare una posizione centrale, quindi è necessario avere una visione olistica del paziente, soprattutto in ambito oncologico, e prendersi cura di tutti i suoi problemi assicurandogli un'assistenza continua e integrata. Il dolore inutile, la dignità, la sofferenza, la compassione. Si tratta di rispettare la scelta di una persona di andarsene dignitosamente. Impariamo a parlare con i malati terminali delle loro paure e dei loro desideri. Non temiamo di informarli del nostro senso di impotenza o di sconfitta, dei nostri limiti. Mostriamoci così come siamo: esseri vulnerabili e spesso privi di risorse. L'onestà ci rende più umani. E non viene – conclude il dottor Canzanella - rimproverata mai dai malati gravi".
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