Ancora una volta, ad analisi veramente approfondite, gli allevamenti intensivi mostrano la loro vera faccia: animali spinti al limite delle loro capacità fisiologiche, costretti a vivere in capannoni chiusi e spogli, strappati al pascolo e, in più, molto spesso sottoposti a trattamenti farmacologici che minacciano la loro salute e la nostra. É la logica del profitto applicata ad un sistema folle ed innaturale, che produce grandi sofferenze per gli animali e carne di scarsa qualità, se non addirittura pericolosa per noi consumatori.
Secondo gli esperti intervistati da Sabrina Giannini sono ormai 10 anni che il problema dell'affidabilità dei controlli è noto, e ben 7 anni che nuovi metodi di controllo più efficaci vengono sperimentati. Eppure il Ministro della Salute Lorenzin, a cui hanno fatto eco i maggiori esponenti dell'industria della carne, ha sostenuto in queste settimane precedenti all'inizio di EXPO 2015 che l'Italia è all'avanguardia nei controlli e per la sicurezza alimentare. Affermazioni sulle quali è più che lecito dubitare oggi.
Dichiara Annamaria Pisapia, Direttore di CIWF Italia Onlus: "Inchieste come quella di Report sull'uso di farmaci anabolizzanti su vitelli "da carne" mostrano quanto CIWF sostiene da sempre: l'insostenibilità di un sistema, quello intensivo, basato sulla logica del profitto a scapito di tutto il resto- salute dei consumatori, benessere degli animali e tutela dell'ambiente. Un sistema in cui si può facilmente inserire anche la logica dell'illecito, come si è visto. Se, per tutelare la salute dei cittadini, il primo passo è di certo quello dell'adozione di metodi veramente efficaci per il controllo delle sostanze illegali, resta che è il sistema in sé che va cambiato. Solo animali allevati estensivamente, nel rispetto del loro benessere, potranno garantire prodotti più sani e sicuri per tutti".
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