Il microorganismo era già stato isolato per la prima volta nel 1999 in zecche e roditori in Europa e Asia. Nel mondo scientifico vi erano forti preoccupazioni dopo che nel 2010 per la prima volta alcuni pazienti in varie parti del mondo, dopo essere stati punti da zecche, sono stati colpiti da febbre fino a 40 gradi, perdita di peso e malessere. Peraltro la malattia dall'altro resta molto difficile da diagnosticare ed inoltre la diagnosi è finora possibile solo effettuando un test del DNA. Le zecche, rileva Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", portatrici del nuovo batterio fra il 5 e il 10% del totale si teme possano essere presenti dovunque. Il modo più efficace per limitare l'infezione e le possibili conseguenze è quello di educare chi frequenta le aree endemiche per limitare il più possibile la puntura delle zecche.
Lecce, 6 luglio 2013
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