Cadono i tabù e sempre più donne, anche in Italia, ricorrono alla chirurgia plastica intima. In un anno gli interventi sono stati 3.300 interventi (dati Aicpe 2014): appena l'1,3% rispetto al numero totale delle operazioni di estetica eseguita, ma il fenomeno è in crescita e non può che destare l'attenzione dell'Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), che, durante l'ultimo congresso che si è svolto a Firenze, ha dedicato all'argomento una sessione in collaborazione con l'Associazione Italiana Ginecologia Estetica e Funzionale (Aigef).
«Spesso gli interventi di chirurgia plastica intima servono a liberare la donna da un complesso e a farla sentire meglio con il proprio corpo, mentre in altri casi risolvono problematiche che compromettono la vita sessuale o impediscono di svolgere in serenità le normali attività – dice Gianfranco Bernabei, socio Aicpe e presidente dell'Associazione Europea di Ringiovanimento e Chirurgia Plastica Estetica Genitale (Arpleg) -. Di certo è sempre importante ponderare bene la possibilità di operarsi: si tratta di zone delicate in cui i rischi sono non solo estetici, ma anche funzionali».
Ecco quindi alcune cose che è bene sapere sulla chirurgia plastica intima.
1) Le richieste di interventi di chirurgia plastica intima sono in aumento. «Le donne stanno imparando che esistono soluzioni ai loro problemi: non sono interventi di cui di solito si parla con le amiche, ma grazie a internet e giornali sempre più donne vengono a conoscenza del fatto che esiste anche questo tipo di chirurgia. Ciò è un bene, ma bisogna fare molta attenzione a chi ci si rivolge perché i colleghi senza competenze che se ne occupano sono numerosi e rischiano di fare danni non solo estetici, ma anche funzionali, che non sempre possono essere risolti con un secondo intervento. È bene rivolgersi a chirurghi plastici con un'esperienza specifica in questo settore oppure a ginecologi, considerando che spesso questi ultimi si occupano di chirurgia funzionale e non sono abituati a fare interventi di chirurgia estetica».
2) L'intervento più richiesto è la labioplastica, ossia il rifacimento delle piccole (a volte anche delle grandi) labbra. «L'aspetto delle piccole labbra vaginali naturalmente varia da donna a donna – spiega Bernabei -. Generalmente le piccole labbra di grandi dimensioni o asimmetriche sono congenite, in altri casi i cambiamenti del loro aspetto si manifestano dopo i parti o nel corso degli anni. Alcune donne richiedono un intervento di labioplastica esclusivamente per ragioni estetiche, ritenendo erroneamente che le piccole labbra di dimensioni ridotte siano un segno di giovinezza, mentre altre lamentano disagi o irritazioni indossando indumenti intimi o jeans attillati e nella pratica di attività sportive che si possono risolvere riducendo le piccole labbra».
3) Usare uno specchio durante la visita. La comunicazione tra medico e paziente è fondamentale, soprattutto in una disciplina come la chirurgia estetica che non è di necessità.
«Durante le visite, è utile dare alle pazienti uno specchio con un manico per far vedere i difetti o le asimmetrie che ritiene di dover correggere. Il medico può quindi spiegare i risultati che si possono raggiungere, in modo da capire se l'obiettivo è comune» afferma Bernabei.
4) Informare correttamente sul post operatorio. «È importante far capire alla paziente non solo quale sarà il risultato finale, ma anche il percorso per raggiungerlo. Subito dopo l'intervento non si avrà il risultato definitivo, ma sarà necessario passare attraverso una fase che offrirà una visione deformata del risultato. È un processo fisiologico che però può causare ansia alla paziente che non è stato correttamente informata» spiega il socio Aicpe.
5) Sono in crescita gli interventi di chirurgia secondaria, ossia eseguiti dopo che un primo intervento non è andato come sperato o ha causato danni. «Le operazioni di chirurgia plastica intima richiedono non solo esperienza, ma anche cautela nella programmazione e precisione nei dettagli. Negli ultimi anni sono purtroppo aumentati i casi di pazienti già sottoposte a interventi che lamentano risultati scadenti, complicazioni e danni spesso difficilmente riparabili a causa di medici che non hanno la necessaria preparazione. Attenzione perché non tutti i danni provocati da un chirurgo impreparato sono riparabili, come capita quando in una labioplastica si asporta troppo tessuto. Ci sono poi pazienti deluse dall'intervento, anche quando è stato eseguito correttamente: il problema in questo caso è che non c'è stata un'intesa perfetta tra medico e paziente sul risultato da raggiungere» spiega Bernabei.
6) Le pazienti sono anche over 70. «A richiedere questo tipo di intervento sono donne di tutte le età – afferma lo specialista Aicpe -. Ci sono giovani e giovanissime che desiderano risolvere problematiche funzionali che rischiano di diventare fonte di disagio, donne che hanno avuto problemi dopo il parto, e persone avanti con l'età che subiscono gli squilibri ormonali della menopausa. Anzi, con il prolungamento della vita sessuale ben oltre la menopausa, non mancano le pazienti over 70».
7) Lo sbiancamento dell'area perineale è più un mito che una realtà. «Negli Stati Uniti è di moda, ma in Italia non ha preso particolarmente piede e oltretutto comporta diversi rischi – spiega Bernabei -. Lo sbiancamento dell'area perineale si pratica con il peeling chimico che porta a un leggero schiarimento ma deve essere ripetuto ogni anno. Si può fare anche con il laser CO2 o altri tipi di laser, che danno buoni risultati subito, ma possono causare recidive. Bisogna fare attenzione perché questo tipo di trattamenti possono causare infiammazione e problemi in fase post operatoria».
8) L'intervento più diffuso tra le donne che hanno partorito è la vaginoplastica, il ringiovanimento vaginale, per risolvere i sintomi legati al rilassamento con perdita di tono della muscolatura perineale e della parete vaginale posteriore, per migliorare la funzionalità e l'attività sessuale. Diverse sono le tecniche chirurgiche possibili, tutte con l'obiettivo di stringere l'interno del canale vaginale e diminuire l'apertura vaginale.
9) Se alcuni interventi di chirurgia plastica intima hanno anche un obiettivo funzionale, in altri lo scopo è prettamente estetico. Tra questi il ringiovanimento vulvare, per migliorare l'aspetto esterno dei genitali femminili; la liposcultura del mons pubis e delle grandi labbra, tramite tecniche di lipoaspirazione e tecniche di innesto di grasso autologo (o lipofilling), utilizzato soprattutto per grandi labbra ipotrofiche o prosciugate con l'età.
10) Ginecologo o chirurgo plastico? Per capire a quale specialista affidarsi è bene considerare la problematica che si vuole risolvere. Se i chirurghi plastici possono intervenire per ottenere migliori risultati estetici, i ginecologi sono il punto di riferimento per problematiche funzionali. In caso di situazioni che coinvolgano entrambe gli aspetti è essenziale la collaborazione, con la presenza di entrambe gli specialisti in sala operatoria.
AICPE. L'Associazione Italiana Chirurgia Plastica Estetica (www.aicpe.org), l'unica in Italia dedicata esclusivamente alla chirurgia estetica, è nata nel settembre 2011 per dare risposte concrete in termini di servizi, tutela, aggiornamento e rappresentanza. Ad AICPE hanno aderito oltre 270 chirurghi in tutta Italia: oggi è una delle tre società di chirurgia plastica estetica più grandi d'Europa ed è gemellata con l'American Society for Aesthetic Plastic Surgery (ASAPS), la più importante società di chirurgia estetica al mondo. Membri Aicpe possono essere esclusivamente professionisti con una specifica e comprovata formazione in chirurgia plastica estetica, accomunati da un codice etico comportamentale che li distingue dentro e fuori la sala operatoria. L'associazione ha elaborato e pubblicato le prime Linee Guida del settore, consultabili sul sito internet, che stabiliscono i fondamentali parametri operativi dei principali interventi. Scopo di AICPE è tutelare pazienti e chirurghi plastici: disciplinando l'attività professionale con riferimento sia all'attività sanitaria, sia alle norme etiche; rappresentando i chirurghi plastici estetici nelle sedi istituzionali, scientifiche, tecniche e politiche per tutelare la categoria e il ruolo; promuovendo la preparazione culturale e scientifica.
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