Milano, 21 settembre 2016 – In occasione della Giornata Mondiale Alzheimer, ISIC (Institute for Scientific Information on Coffee) ha pubblicato oggi la terza edizione del Report “Le cose buone della vita: il consumo di caffè può ridurre il rischio di sviluppare l’Alzheimer?” che raccoglie le più recenti evidenze scientifiche su consumo di caffè e morbo di Alzheimer.
- Una metanalisi pubblicata quest'anno su Nutrition evidenzia che il consumo moderato di caffè può ridurre fino al 27% il rischio di sviluppare il morbo di Alzheimer3.
- Il ruolo della dieta mediterranea: alcuni frutti, ortaggi e bevande – tra cui il caffè - contengono polifenoli. Queste molecole, presenti anche nel caffè, agiscono sulle cellule cerebrali per ridurre l'infiammazione, diminuire la mortalità dei neuroni e mantenere bilanciati i livelli di acetilcolina, una sostanza chimica che funge da neurotrasmettitore e che viene rilasciata dalle cellule nervose per inviare segnali alle altre cellule. Tra i polifenoli, viene segnalato l'acido ferulico per il suo effetto positivo nella prevenzione dai problemi alla vista 4-8.
- La caffeina, contenuta nel caffè, inoltre ha mostrato di ridurre due marcatori tipici dell’Alzheimer: l'accumulo del peptide beta-amiloide, e la iperfosforilazione di proteina tau9. Inoltre ridurrebbe anche la morte dei neuroni, soprattutto nelle aree del cervello che giocano un ruolo nella memoria10. Infine, come neuro-stimolante, produce elevati livelli di acetilcolina11.
- Un ulteriore recentissimo studio ha evidenziato il ruolo svolto dalla quercetina, uno dei componenti del caffè, quale neuroprotettore nei confronti sia della malattia dell’Alzheimer che nel morbo di Parkinsons 12.
- Una vasta letteratura scientifica riporta i numerosi benefici associati ad un moderato consumo di caffè su ulteriori importanti aspetti della fisiologia umana: dalla memoria alla concentrazione, dalla performance fisica al rallentamento del fisiologico declino cognitivo legato all’età, dalla riduzione del rischio di malattie neurodegenerative (come appunto il morbo di Alzheimer e la malattia di Parkinson) a una forte azione preventiva e protettiva nei confronti del diabete di tipo 2 e di alcune malattie del fegato tra cui cirrosi, steatosi ed epatite.
Il caffè, assunto quotidianamente in sicurezza per centinaia di anni, è parte integrante della storia e della cultura nel nostro Paese; il suo consumo è fortemente radicato nei costumi alimentari degli italiani, che si esprimono attraverso le pratiche e i valori della dieta mediterranea, riconosciuta tra le migliori del mondo.
- EFSA (2015) Scientific Opinion on the Safety of Caffeine. EFSA Journal, 13(5):4102.
Da oltre 20 anni il Consorzio è impegnato a promuovere un programma di educazione e informazione su caffè e caffeina e i loro effetti sulla salute, sulla base delle evidenze scientifiche pubblicate.
L'Istituto per l'Informazione scientifica sul caffè (ISIC) è un’organizzazione internazionale senza scopo di lucro costituita nel 1990 e dedicata allo studio, alla raccolta e alla divulgazione di studi e ricerche scientifiche in tema di "caffè e salute".
ISIC rispetta l'etica della ricerca scientifica in tutte le sue attività e la sua comunicazione si basa su solide basi scientifiche, studi pubblicati su riviste scientifiche “peer-reviewed”.
Fanno parte di ISIC alcune tra le principali aziende europee del caffè.
ISIC organizza e aggiorna il sito www.coffeeandhealth.org che mette a disposizione della comunità scientifica, dei professionisti del settore e dei media un database di oltre 600 abstract degli studi internazionali più significativi in tema di caffè e salute, con più di 400 articoli scientifici resi disponibili negli ultimi sei anni.
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