Un contesto che, in pratica, dovebbe sgonfiare -almeno per il nostro Paese- l'importanza che il commissario Borge attribuisce alla direttiva.
A nostro avviso i diritti sono tali, anche e soprattutto in Unione europea: se i cittadini non sono tutti uguali di fronte alle leggi -principio base di una qualunque democrazia- vuole dire che, per l'ennesima volta, abbiamo avuto dimostrazione di come sia monca questa Unione Europea: il cittadino Ue non esiste, ma esistono quelli delle varie nazioni che fanno pagare le proprie arretratezze ed esosita' al soggetto piu' debole, il malato. Un esempio valga per tutti: se un cittadino italiano chiede l'eutanasia in Belgio o Olanda, dove e' consentita ma solo per i residenti in quei Paesi, mentee in Italia e' vietata e non e' previsto neanche un centesimo per far fronte a questa spesa, che cosa accadra'? In Belgio, in Olanda e in Italia? Noi crediamo che le norme dovrebbero vietare che certe prestazioni siano dispensate solo ai residenti delle singole nazioni, e che, nello specifico del nostro esempio, che in Italia dovrebbero rimborsare i costi per qualunque prestazione sanitaria, anche se la stessa non e' prevista dalla normativa e dalle tariffe italiane. Questo e' un esempio, che potremmo estendere ancora ad aborto (i limiti entro cui praticare l'interruzione di gravidanza), fecondazione assistita, interventi con cellule staminali, etc...
Al momento "la gatta ha partorito i gattini, ma sono rimasti tutti ciechi".
(1) http://www.aduc.it/notizia/asssistenza+sanitaria+transfrontaliera+vigore+oggi_128312.php
Vincenzo Donvito, presidente Aduc
Associazione per i diritti degli utenti e consumatori
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