Tre quarti dei campioni ha posto dei problemi. La ricercatrice ha ricordato, inoltre, che le conseguenze possono essere gravi e che è meglio non acquistare latte dalla rete.
La ricerca che è stata pubblicata su una rivista pediatrica americana, è importante perché è la prima sull'argomento. Lo studio non dice dove è stato acquistato il latte analizzato, ma cita diversi casi di bambini che si sono ammalati dopo il consumo di latte comprato in rete.
Al di là della parzialità dello studio, per Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", associazione che da anni ripete ai consumatori di prestare la massima attenzione agli acquisti online, tanto più nelle vendite in questione poiché si tratta del primo alimento per ogni bambino ed è ovvio che è necessario non farsi attirare da prezzi al ribasso e dal risparmio di pochi euro quando poi si possono trovare spiacevoli sorprese per un prodotto non all'altezza o addirittura dannoso per la salute del proprio piccolo.
Va da sé che lo "Sportello dei Diritti", promuove anche campagne per l'incentivazione al consumo di latte materno per tutte quelle mamme in grado di produrlo.
Ricordiamo, infatti, che l'OMS raccomanda l'allattamento materno esclusivo per almeno i primi sei mesi di vita del bambino, mantenendo il latte materno come alimento principale fino al primo anno di vita pur introducendo gradualmente cibi complementari. Lo stesso organismo dell'ONU, suggerisce, inoltre, di proseguire l'allattamento fino ai due anni e oltre, se il bambino si dimostra interessato e la mamma lo desidera. L'Unicef, peraltro, da anni raccomanda ai governi nazionali il dovere di informare le donne sui benefici dell'allattamento al seno.
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Redazione del CorrieredelWeb.it
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