Lo "Sportello dei Diritti" nella costante attività informativa per turisti e viaggiatori anche in riferimento alla tutela sanitaria, aveva già riferito lo scorso 15 ottobre e poi il successivo 25 ottobre del diffondersi di un'epidemia di colera in Messico.
Ora, due giorno fa, per la precisione il 13 novembre scorso, l'Organizzazione Mondiale della Sanità ha riferito di 4 casi supplementari di colera in Messico. Fin dall'inizio dell'epidemia nel settembre 2013, il Messico ha confermato 180 casi di colera causata da Vibrio cholerae O:1 Ogawa, compresa una morte.
Dei casi confermati, due sono residenti nel distretto federale, 159 sono dello stato di Hidalgo, il più colpito, nove sono dello stato di città del Messico, due sono dallo stato di San Luis Potosi e otto sono dello stato di Veracruz. I nuovi casi riferiti riguardano Hidalgo (2) e Veracruz (2). Sul totale, 92 dei casi sono di sesso femminile e 88 sono maschi. L'età dei casi segnalati varia da 3 mesi a 88 anni di età.
Questa è la prima trasmissione endemica ed autoctona di colera in Messico sin dal periodo 1991-2001. Test genetici suggeriscono che questo ceppo possa essere simile al ceppo attualmente in circolazione in Haiti, Repubblica Dominicana e Cuba.
Giovanni D'Agata, presidente dello "Sportello dei Diritti", ricorda che chi viaggia in Messico dovrebbe essere informato delle misure igieniche preventive e della disponibilità di un vaccino orale contro il colera e chiedere il parere clinico specializzato prima della partenza.
Inoltre, i medici nell'Unione europea dovrebbero considerare la diagnosi di colera nei viaggiatori di ritorno dal Messico che dovessero presentare sintomi compatibili.
Va da se che dopo un'eventuale diagnosi, la notifica alle autorità sanitarie pertinenti è essenziale.
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