Fino all'1 novembre campagna solidale promossa da Fondazione IEO
Un SMS al 45597 per una diagnosi sempre più precoce dei tumori
Raccolta fondi per acquistare una nuova apparecchiatura di risonanza magnetica
in grado di individuare anche i tumori di 3-4 millimetri senza radiazioni né mezzo di contrasto
Acquistare un'apparecchiatura per la risonanza magnetica di ultima generazione, capace di individuare senza radiazioni né mezzo di contrasto la maggioranza dei tumori, anche di soli 3-4 millimetri, quando possono essere trattati con il minimo degli effetti collaterali e il massimo di possibilità di guarigione. È questo lo scopo della raccolta fondi tramite SMS o chiamate da rete fissa al numero solidale 45597. La campagna, attiva fino all'1 novembre, è promossa dalla Fondazione IEO, ente senza scopo di lucro, che dal 1992 lavora a fianco dell'Istituto Europeo di Oncologia di Milano, contribuendo a raccogliere fondi per la formazione dei medici e lo sviluppo della ricerca clinica e sperimentale dello IEO.
Fino al 1° novembre con un SMS al 45597 o con una chiamata da rete fissa allo stesso numero, è possibile contribuire all'acquisto della più innovativa apparecchiatura oggi disponibile a livello mondiale per la risonanza magnetica. La nuova macchina consentirà di estendere l'applicazione della Diffusion Whole-Body, un esame studiato dall'équipe di Radiologia dello IEO, guidata dal Prof. Massimo Bellomi, che sta rivoluzionando la diagnostica per immagini in oncologia. Più avanzato rispetto all'indagine di risonanza magnetica tradizionale, l'esame permette di individuare a uno stadio "primordiale" la maggior parte dei tumori, compresi molti di quelli per cui fino ad oggi non esisteva alcuna possibilità di screening.
La Diffusion Whole-Body si basa su ricostruzioni tridimensionali e panoramiche dell'intero corpo ed è già stata applicata allo IEO in più di 400 pazienti oncologici, in caso di sospetto di recidive oppure nelle pazienti in gravidanza. La nuova macchina di Risonanza Magnetica permetterà di migliorare ulteriormente la qualità delle diagnosi, grazie a immagini più dettagliate, di aumentare il comfort di chi si sottopone all'esame, riducendo i tempi di esecuzione, ma soprattutto di ampliare il numero di potenziali fruitori fra la popolazione sana, perché sarà dedicata principalmente alla prevenzione.
«Cinque anni fa – ha dichiarato Massimo Bellomi – abbiamo avviato uno studio pionieristico sulla fattibilità del sogno dell'oncologia: introdurre le persone in una scatola magica che esplorasse virtualmente in pochi minuti tutto il loro corpo, per trovare i primi segnali di eventuali anomalie. Il sogno è ora ipotesi scientifica. I risultati dei nostri studi pilota dimostrano che in futuro potremo organizzare uno screening di tutto il corpo con un solo esame di risonanza magnetica, di pochi minuti e senza utilizzo di radiazioni né mezzo di contrasto, per l'anticipazione diagnostica di tutti i tumori».
«La tecnologia Diffusion Whole-Body è utilizzata con alti volumi di attività in appena tre centri al mondo, e solo allo IEO è applicata anche alla prevenzione oncologica, per circa il 10% del suo utilizzo», spiega Giuseppe Petralia, assistente senior della Radiologia IEO. «La nuova macchina, di cui disporremo grazie alla campagna solidale, sarà la prima in Italia così performante e sarà dedicata per oltre il 50% alla prevenzione. Renderemo così disponibili per tutta la popolazione le capacità diagnostiche straordinarie di questo esame, che comprendono la possibilità di individuare, ancor prima che si manifestino, anche i tumori che oggi sfuggono alla prevenzione, come ad esempio quelli del pancreas, del rene, del fegato, delle ossa o dei linfomi».
«Per le indagini oncologiche – precisa Carlo Cipolla, direttore della Cardiologia IEO – non basta fare l'esame, ma bisogna andare a cercare il problema in maniera precisa ed immediata. Soprattutto per questo la Diffusion Whole-Body, che abbiamo introdotto e sviluppato in IEO, è un'innovazione che incide sulla pratica clinica: viene infatti eseguita in contemporanea da un medico internista e da un radiologo. Ciò che fa la differenza è che quando vediamo un nodulo non solo lo segnaliamo, ma sappiamo anche cosa fare. Evitiamo così la possibile sequela di esami, spesso inutili e volte invasivi, che sovente viene proposta al paziente di fronte a una lesione di origine incerta. L'interazione tra medicina e tecnologia in IEO ha incrementato in maniera straordinaria la rapidità, l'accuratezza, e soprattutto la quantità e la qualità delle diagnosi possibili con questo nuovo esame».
«Tutta l'attività di ricerca e di cura dei nostri primi vent'anni – conclude Roberto Orecchia, Condirettore Scientifico e Direttore Medical Imaging and Radiation Sciences IEO – conferma la forza del credo della prevenzione che ci ha permesso di ottenere tassi di guaribilità eccellenti per i maggiori killer. Per il tumore del seno, quando la malattia è confinata alla mammella, la sopravvivenza a cinque anni delle pazienti IEO, è superiore al 97%; per il tumore del polmone in stadio iniziale, quello identificato con lo screening, la sopravvivenza in IEO è superiore al 90%. L'imaging avanzato, di cui la Diffusion Whole-Body è un esempio, è la chiave d'accesso alla diagnosi precoce che, se sarà accompagnata dalla adesione della gente agli screening, ci condurrà al giorno in cui il cancro sarà considerato una malattia come le altre. E neppure la più grave».
«Credo in questa campagna perché credo nella responsabilità individuale», ha dichiarato Franca Sozzani, Presidente della Fondazione IEO. «Ognuno di noi, non soltanto i medici o i ricercatori, i malati o i famigliari, può avere un ruolo nella lotta al cancro. Prima di tutto nella nostra dimensione personale possiamo scegliere la prevenzione e proteggerci dalla malattia, come atto d'amore verso noi stessi. E poi, nella nostra dimensione sociale, possiamo promuovere la cultura della prevenzione all'interno delle relazioni famigliari, amichevoli, sociali, lavorative. Anche questo è un atto di amore, verso gli altri. E anche l'sms solidale è un gesto di responsabilità individuale. Spero che siano in tanti a pensare come me».
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