L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha certificato l'inquinamento da polveri sottili come fattore cancerogeno e inserito nel gruppo 1, quello che contiene le sostanze più pericolose. Il Veneto primeggia tra le regioni che registrano un sistematico superamento dei limiti sanitari delle polveri sottili, da dieci anni, infatti, gli amministratori locali non applicano le norme comunitarie che impongono l'adozione di Piani di risanamento con la Valutazione Ambientale Strategica per aree omogenee. Per questo con oltre 650 firme abbiamo depositato al Comune di Padova una delibera di iniziativa popolare affinchè l'amministrazione si doti degli strumenti previsti dalla legge.
La Commissione europea lo scorso luglio ha aperto una nuova procedura d'infrazione nei confronti del Veneto per il superamento dei limiti delle polveri sottili. Non è la prima volta che la nostra regione viene richiamata da Bruxelles. Una precedente procedura d'infrazione si era conclusa nel 2012 con una condanna della Corte di giustizia che confermava il mancato rispetto nel 2006 e nel 2007 dei limiti di PM10. A pochi anni di distanza, l'esame dei valori di polveri sottili ha mostrato che i valori massimi sono stati continuamente superati anche nel periodo 2008-2012.
Per questo motivo la Commissione europea ha deciso di avviare una nuova procedura d'infrazione che, oltre al Veneto, coinvolge anche Lombardia, Toscana, Marche, Lazio, Puglia, Sicilia, Molise, Campania e Umbria. Secondo l'agenzia Oms l'inquinamento dell'aria è la prima causa di morte nell'Ue, con oltre 400mila decessi prematuri nel 2010, cioè più di dieci volte la vittime di incidenti stradali. Si tratta di un costo enorme per la salute dei cittadini e per l'economia, con oltre 100 milioni di giornate di lavoro perse ogni anno, cioè 15 miliardi di euro di produttività in meno. A questi costi vanno aggiunti 4 miliardi di euro in termini di assistenza sanitaria per i ricoveri.
Maria Grazia Lucchiari, delegata Aduc per il Veneto
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