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giovedì 8 maggio 2014

Addio agli occhiali: l'alternativa al laser sconosciuta in Italia


Addio agli occhiali: l'alternativa al laser sconosciuta in Italia.
La vista migliora in 15 minuti con le lenti intraoculari

In Italia 110mila interventi di chirurgia refrattiva all'anno: solo lo 0,5% viene fatto con lenti correttive. È la percentuale più bassa nel mondo: "Poca informazione sull'intervento, che è praticato da 20 anni, è indolore, reversibile, non ha effetti collaterali e tempi di recupero"

Un'incisione microscopica, una lente a contatto inserita in modo permanente nell'occhio, nessun effetto collaterale o tempi di recupero. Dire addio agli occhiali si può, in modo semplice, indolore e reversibile, senza dover trascorrere giornate al buio e senza assentarsi dal lavoro, grazie alle lenti intraoculari.

Un intervento praticato da 20 anni in tutto il mondo, che però in Italia è ancora pressoché sconosciuto: solo lo 0,5% dei 110.410 interventi totali di chirurgia refrattiva eseguiti nel 2012, ha previsto l'impianto di lenti intraoculari (dati Market Scope). 


«Le lenti intraoculari sono una valida alternativa al laser per correggere i difetti della vista, in particolare miopia, astigmatismo e ipermetropia- spiega Alberto Bellone, oculista di Torino specializzato in chirurgia refrattiva e microchirurgia oculare -. Nel mondo sono stati eseguiti circa 400mila impianti.

È un intervento sicuro che dura 15 minuti, è praticato da 20 anni e, rispetto al laser, presenta anche dei vantaggi. Si aggiunge una lente all'occhio in modo permanente, ma reversibile: in qualsiasi momento e per qualsiasi motivo, il paziente può scegliere di togliere in pochi minuti le lenti e torna come prima. 

Non ci sono problemi di occhio secco e non preclude alcuna procedura diagnostica, terapeutica o chirurgica per il futuro. Il laser invece è irreversibile e cambia la curvatura della cornea e la bio meccanica oculare, quindi alcune procedure risultano di difficile esecuzione».

L'intervento. Per eseguire l'intervento con le lenti intraoculari, come per qualsiasi altra operazione di chirurgia refrattiva, è necessario che la vista sia stabile da almeno un anno. Il range va fino a 18 diottrie di miopia, 10 di ipermetropia e 6 di astigmatismo.
Viene praticata una micro incisione e si impianta dietro l'iride una lente, che risulta così invisibile. Prima dell'impianto sono necessari degli esami preoperatori, con lo scopo di escludere i pazienti che non sono dei buoni candidati.

Dopo l'intervento si torna già a vedere: inizialmente in modo sfocato e poi in modo sempre più chiaro. Il decorso postoperatorio prevede delle gocce da inserire nell'occhio per 15 giorni. 


I numeri. L'Italia è fanalino di coda nella classifica mondiale per interventi di chirurgia refrattiva eseguiti con lenti intraoculari, con lo 0,5% su 110.410 interventi. Sempre nel 2012, in Spagna gli interventi con le lenti sono stati il 3.5% di 132.980; in Gran Bretagna si impiantano lenti nel 2% del totale (102.330); in Germania l'1.6% su 125mila.

Il record lo detiene la Corea del Sud, dove oltre un intervento su 10 prevede l'impianto di lenti (12.3% su 138.260), seguita da Giappone (9% su 254mila), Medio Oriente (7.6% su 61.470), e India (4.2% su 148.550). Il paese in cui si praticano più interventi, per questioni di grandi numeri, è la Cina dove su 830mila operazioni, l'1.2% è con lenti; seguiti dagli Stati Uniti (623.700 interventi, 1% lenti).

I motivi per cui l'intervento è così poco praticato in Italia sono da ricondurre sostanzialmente alle scarse e spesso errate informazioni sulle lenti intraoculari: «Se ne parla poco e male - conferma Bellone -. Pochi pazienti sono a conoscenza di questa opzione e spesso vengono scoraggiati a farla dallo specialista. Il prezzo è più elevato rispetto ai tradizionali interventi di laser ma questo elemento, da solo, non giustifica da solo il "gap" esistente con gli altri Paesi».

Alberto Bellone (www.albertobellone.it). Laureato in Medicina e Chirurgia all'Università di Torino nel 1996, ha conseguito l'abilitazione alla professione di medico chirurgo nel 1997 e si è specializzato in Oftalmologia all'Università di Torino nel 2000. Da anni si interessa di chirurgia refrattiva affinando le tecniche più moderne per il trattamento dei vizi di refrazione.

Ha una notevole esperienza nella chirurgia conservativa del cheratocono e delle ectasie corneali con l'impianto di anelli corneali intrastromali (Ferrara Ring) e ha acquisito tecniche chirurgiche specifiche per il trattamento delle patologie vitreoretiniche. Ha fatto parte del presidio Valdese di Torino. Riceve e opera in diverse strutture di Piemonte e Lombardia.

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